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Ci provano. Ci provano.

Un vero e proprio disastro, quel “modello Covid
elogiato dai protagonisti della sciagurata gestione della pandemia
e poi smontato, pezzo dopo pezzo, dalle indagini della Procura di Bergamo
e dai servizi di Fuori dal Coro.

E che però, a quanto pare, continua a essere indicato come un riferimento
da una narrazione distorta fatta propria da tanti politici ed esperti (o presunti tali).

Tra le dichiarazioni più assurde degli ultimi giorni
,
ecco per esempio quelle del presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato,
che alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
ha illustrato il capitolo “Potere e Costituzione” dell’Enciclopedia del Diritto edita da Giuffré.

Occasione, pensate un po’, per tornare a parlare degli obblighi introdotti durante l’emergenza Covid,
ovviamente in maniera positiva e senza prendere le distanze da quella stagione di errori (e orrori).

Prima è stata la vicepresidente della Corte costituzionale Daria De Pretis
ad anticipare il concetto:

“Le risultanze del sapere scientifico concorrono a comporre il sistema dei limiti legali all’esercizio del potere.
La Corte lo ha riaffermato di recente quando ha sindacato, alla luce delle risultanze scientifiche,
la ragionevolezza delle scelte compiute dal legislatore in materia sanitaria”.



Un discorso nel quale si è poi inserito Amato.
 
“I doveri come li imponi? – si è chiesto l’ex presidente della consulta –
Regole e osservanze come le mascherine:
se tutti la portiamo quando serve funziona,
se molti non la portano non serve”.


Peccato che, in realtà, studi più recenti come quello degli scienziati britannici del National health system (Nhs)
abbiano dimostrato l’inutilità delle protezioni per il viso, rese obbligatorie durante la pandemia, nel contrasto al Covid.


Ma l’intervento di Amato ha sollevato anche altri, inquietanti interrogativi.

Spaventa un po’ quanto lasciato intendere da Amato.

Ovvero che le libertà siano “cresciute” attraverso “il rispetto dei valori collettivi”.

E che nei prossimi anni sarà fondamentale
“adattarsi al cambiamento climatico” e alle sfide che comporta.

Da combattere seguendo il modello Covid?


Un interrogativo che, purtroppo, sorge quanto mai spontaneo.
 
Beh, certo. Loro erano impegnati a cercare con i droni quelli
che uscivano per andare a correre sulla spiaggia oppure a camminare in montagna.
Più facile. Più semplice.

Soldi, scarpe e macchine.
Parola d’ordine: ostentare.

I video su Tiktok sono la nuova frontiera dello spaccio di droga in provincia di Sondrio.

A creare le clip i giovani spacciatori, per lo più marocchini,
nascosti nei boschi delle Bassa Valle, ai piedi della Val Tartano
o sulla Costiera dei Cech e in arrivo quasi tutti da Milano.

Il fenomeno è evidente, alla luce del sole, sulla piattaforma social più in voga del momento.

Tra balletti, recensioni e racconti più o meno personali,
ecco comparire online i video di chi smercia soprattutto cocaina ed eroina ai valtellinesi.

L’obiettivo dei filmati è duplice:
da una parte intercettare giovani acquirenti, principali frequentatori del social network,
dall’altra mandare un messaggio in patria, per dimostrare la ricchezza accumulata in Italia e “guadagnare” rispetto.


Attività illegali normalizzate da video con sottofondi musicali,
accompagnati dalle universali emoticon.

Le forze dell’ordine sbeffeggiate dagli stessi pusher nei loro filmati.

Lo spaccio di sostanze stupefacenti nelle radure, in Valtellina​

come nel resto della Lombardia, è strutturato.​

I venditori sono organizzati in squadre di 2 o 3, al massimo 4, individui.​

Di base stanno nel Milanese.​

Giungono in montagna con un solo obiettivo:​

soddisfare la domanda locale e poi tornare indietro.​


Per giorni si accampano in punti strategici della boscaglia, lontano da occhi indiscreti,
con un’ottima visuale sulle strade, per avvistare per tempo chi si avvicina.
Vivono accampati in giacigli aiutati nella sopravvivenza quotidiana da chi li raggiunge per acquistare droga.

Cambiano di frequente i numeri di cellulare, sono pronti a scappare e, soprattutto, hanno poco da perdere.
Spesso sono armati di machete.

Gli spacciatori sono molto sicuri di sè, tanto da non aver paura di esporsi online con i video di TikTok.

Un “turno” nel bosco può fruttare fino a 40mila euro.

Soldi importanti da mettere in mostra pubblicamente, senza troppe remore. https://www.milanotoday.it
 
Si ruba. Si ruba......sempre a sinistra ahahahahahahah
Ed impiegano 2 anni per controllare un conto corrente.......

E'è scoppiata la grana Usigrai, spariti dal conto 100mila €.

Il sindacato dei giornalisti ha diramato un comunicato molto duro, con accuse pesanti.

"All'esito di una verifica contabile condotta sulla giacenza del conto corrente del sindacato Usigrai,
- si legge nella nota - è risultato un ammanco.
Il presunto responsabile dell'illecito è stato individuato, sulla base di una serie di riscontri oggettivi,
in un collaboratore dell’Usigrai che è stato sospeso.
È stata immediatamente presentata una dettagliata denuncia querela alla Procura della Repubblica di Roma".


La vicenda coinvolge l’Usigrai, tradizionalmente controllata da un'area prossima al centrosinistra.

Il segretario Daniele Macheda si riporta al comunicato,
come del resto il suo predecessore, Vittorio Di Trapani,
da tre mesi presidente della Federazione nazionale della stampa
che è il sindacato unitario dei giornalisti italiani.

L'ammanco risalirebbe almeno in parte
alla gestione Di Trapani, chiusa nel novembre 2021.

Emerso nei giorni scorsi dopo aver incrociato i rendiconti
con l'estratto conto bancario.
 
Ma la Magistraura. Sempre attenta. Sempre sul pezzo.

Dov'è ? Ferma, come sui danni da sieri .....??

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E terminiamo con "la migliore".

Ma un Magistrato che la inquisisca per quello che non ha fatto ?

Fosse capitato ad un centro-destra, apriti cielo.

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Ma "loro" sono i campioni di democrazia e libertà.....a ball.


“E’ molto grave quanto accaduto oggi al Salone del Libro di Torino
dove è stato impedito al ministro Roccella di presentare il suo libro.


Una dimostrazione di intolleranza e di squadrismo
che mi auguro sia censurata unanimemente dal mondo politico e da quello della cultura.

Impedire a una persona di parlare e di esprimere il proprio pensiero non ha alcuna giustificazione,
ed è soltanto un atto di sopraffazione antiliberale e antidemocratico.

Solidarietà ad Eugenia Roccella che, come già in altre occasioni,
dinanzi alla faziosità e agli atteggiamenti di intolleranza degli interlocutori
ha dimostrato cosa significa essere davvero una persona ispirata dai principi di libertà,
democrazia e rispetto delle opinioni altrui”.

Sono una ventina i manifestanti identificati dalla Digos di Torino
per aver impedito nell’Arena Piemonte del Salone del libro
l’intervento del ministro della Famiglia, Eugenia Roccella.

A quanto si apprende si tratterebbe di appartenenti a Extinction Rebellion
e Non una di meno che ora rischiano una denuncia per violenza privata.

"E’ inaccettabile e gravissimo quanto avvenuto oggi al Salone del Libro di Torino
nei confronti del ministro della Famiglia, Eugenia Roccella.


Non permettere a un autore, chiunque esso sia, di poter presentare liberamente il suo libro
ed esprimere il proprio pensiero perché bloccato da un gruppo di violenti,
è un atto antidemocratico e illiberale, nonché un precedente pericoloso per il libero dibattito delle idee .
Non è silenziando chi la pensa in maniera diversa dalla nostra che si possono affermare le proprie idee.
Al ministro Roccella va tutta la mia vicinanza e solidarietà, nella speranza che questi atti di intolleranza non si ripetano più"
 

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