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Assistere ieri sera alla solita triste e complice litania dei vari TG che spiegavano al popolo come se fosse una massa di fottuti scemi come risparmiare un po' di gas ed elettricità, come se questo fosse la soluzione alla risoluzione del problema.

Quando il problema è il costo insostenibile del gas, elettricità e petrolio che è frutto delle loro scelte politiche, scelte che noi paghiamo.

Ma come sempre girano la frittata, ribaltando sulle spalle dei cittadini contribuenti l'onere della situazione, ovvero: "se tu sarai virtuoso e farai ciò che ti diciamo, forse ce la faremo, certo dovrai fare dei sacrifici...ma vedrai che domani..."

Loro, i politici, non si sono presi alcuna responsabilità delle scelte prese e delle ripercussioni, quindi scaricano le responsabilità verso il popolo, che "giustamente" è stato addomesticato e anestetizzato a dovere da qualche anno, quindi è disposto a sopportare di ogni, credendo ogni volta alle promesse di un domani migliore.
ieri sera ho sentito polito, cds, dire che questa situazione ci farà bene
troppa opulenza fa male
ambienti più freschi fan bene alla salute

domani vado dal vignali di prato(uno dei maggiori del tessile...92 anni...che ha detto alla nazione "nn ho mai visto niente di simile in 75 anni"... e gli dico che polito ha detto che sono stati abituati a consumar troppo e licenziare una buona metà dei dipendenti fa bene
 

L'"apostolato" di Bergoglio è stato all'insegna della diffusione del culto massonico del Concilio Vaticano II. Bergoglio ha predicato ciò che il Nuovo Ordine Mondiale ha voluto si predicasse, ovvero la cancellazione del tradizionalismo cattolico, il vero antidoto al potere del globalismo. Stavolta però siamo giunti ad un nuovo livello nella sua propaganda liberale. L'invito diretto al voto. Se il sistema ha scomodato persino Bergoglio nella speranza di smobilitare l'astensionismo, la loro situazione deve essere realmente disperata. Il potere sta pregando in ginocchio che si voti. Il potere sta pregando in ginocchio il popolo per salvarlo.
 
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Il PNRR, altro nome dei prestiti a interesse della Troika, sta saltando. Sono già scaduti 17 decreti attuativi ai quali Mario Draghi non ha dato nessun seguito pratico. Non c'è stata nemmeno la loro pubblicazione. Ciò dimostra che Draghi non ha più alcun interesse nemmeno da premier che può disbrigare solo gli affari correnti ad occuparsi dei compiti assegnati al presidente del Consiglio. Ciò dimostra che l'intero piano di spartizione del Paese è saltato nel momento stesso in cui Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni. A Londra lo sanno molto bene e sanno di aver perduto definitivamente il controllo dell'Italia. Lo stato profondo italiano lo sa altrettanto bene e continua a ripetere come un mantra il nome di Draghi nella speranza che il burrone del 25 settembre verso il quale i partiti stanno correndo possa d'incanto sparire. Il destino di questa classe politica è segnato e si chiama "estinzione".
 
E' vero. Ricordatevi di votare. e votare ITALIA.

I seggi saranno aperti nella sola giornata di domenica 25 settembre.

Per andare a votare sarà possibile recarsi alle urne dalle 7 alle 23
e gli elettori che si troveranno nel seggio alla scadenza dell’orario saranno comunque ammessi a votare.


Oltre ad avere 18 anni di età per avere diritto al voto,
potranno andare a votare tutti quei cittadini che non hanno subito l’interdizione
o che non hanno subito una sentenza di condanna definitiva.

Se in possesso dei requisiti per votare,
domenica 25 settembre bisognerà recarsi al seggio (segnato nella tessera elettorale) con due documenti:

  • tessera elettorale;
  • carta d’identità
Nel caso caso in cui il documento di riconoscimento fosse scaduto,
si può utilizzare qualsiasi altro documento munito di foto e rilasciato dalla Pubblica amministrazione.


Nel caso in cui a essere scaduta fosse la tessera elettorale, invece, bisogna ricorrere ai ripari qualche giorno prima.
Bisognerà fare richiesta al comune di residenza per il rinnovo, ma anche per lo smarrimento o l’eventuale esaurimento degli spazi per la certificazione del voto.
 
Siamo il paese del ‘pensiero unico’: la verità sta solo da una parte

—ieri il fascismo, il comunismo—

oggi l’oltranzismo atlantista, il liberalismo mercatista, la santificazione
(o per lo meno la giustificazione) degli Stati Uniti, qualsiasi cosa facciano.


Forse aveva ragione, ahimè, il mio non amato Gobetti quando diceva che gli italiani non hanno spina dorsale morale.
 
Ma manco di striscio questo lo valuto.


È ora di finirla con questo Alan Friedman.

Nel senso di finirla di considerarlo qualcosa.

Friedman, tradotto dall’inglese “uomo fritto”, non è cosa:

non è un radical chic, perché troppo sbracato.

non è un opinionista perché non ha opinioni.

non ha peso. Vola come la fuffa.

non dice niente e non conta niente.


Infatti non sta in America, patria d’origine dove nessuno se lo fila: sta meglio qua, dove al massimo lo chiama Myrta Merlino.


Uomofritto ce l’ha con Giorgia Meloni, che novità,
e nel salotto della cavaliera piddina ripete le solite cose che nessuno ascolta:

è fascista, ce l’ha con gli immigrati, coi gender, è contro l’Europa, bla, bla, bla,

solito repertorio cui è impossibile replicare perché semplicemente non ne vale la pena.

Non è che uno può star lì a considerare le fregnacce di Uomofritto e poi cercare di confutarle.

Non è vero neppure che somigli a Oliver Hardy: Pollofritto fa ridere anche lui, ma senza volerlo
e comunque senza la genialità di Ollio, lui fa ridere di tristezza, ridere per non piangere.
Fa riso amaro, come di chi biascica “Mellonie filoputiniana, Cu’oseccio m’cante dchi aaami” (Crosetto mercante d’armi)
pensando che nessuno ricordi quando nel 2018 il New York Times lo inserì,
secondo una inchiesta del Dipartimento di Giustizia americano,
tra i contigui ad una lobby a favore di Viktor Yanukovich, ex presidente filorusso dell’Ucraina

(“Gnun ho nieeendi pee’ voòoi”, non/rispose Uomofritto per l’occasione).

Invece noi ricordiamo anche la vacuità del nulla.



“Mellonei u’lla comei una pescivèngiolai”, gorgoglia Uomofritto nella sua più riuscita imitazione di Mal dei Primitives.
Contenuti forti, meditati, da uno che nei suoi interventi ricorda qualche scappato dalla Vucciria o da una curva ultrà, anzi “ultchà”.

“Con Tchamp, Putin avuebbi avutthi vita più fascilei”: ecco la profondità analitica di Uomofritto,
che fa anche il consulente di comunicazione, non si capisce bene per chi,
speriamo non per il Pd ma è lecito sospettarlo dato il livello disastroso della campagna elettorale.

Resta che, sempre secondo il Nyt, ma anche il Guardian britannico,
la società di Uomofritto sarebbe stata ingaggiata per infangare l’immagine della rivale di Yajukovich,
la ex primo ministro Yulia Timoshenko.

Cose normali per i Dem in bermuda.

Al sole della “Califo’nia”, Alan Frittone pontifica, ma nessuno lo piglia sul serio.

Né lui si prende la briga di essere serio o almeno di farsi considerare serio.

Non ha una sola priorità che non sia la sua faccia al centro del maxischermo.

Un personaggio triste, in certo modo indicativo di una latitante intellighenzia:
son tutti così, vuoti a perdere, dilatati fantasmi di una coscienza al miglior offerente.
Califo’nia o Parioli, sono fatti con lo stampo.


Questi non sono intellettuali, sono guitti, comprimari da rivista, da varietà, e il capitalismo è l’unico orizzonte per loro.

Per questo stanno qua.

Qui raccattiamo tutto, siamo il rifugium cervellorum in fuga, dai e dai una ospitata da Myrta ci scappa.

Non è una cosa seria, d’accordo, non è neppure una comica, ma che importa?

È tutta una farsa, è solo un gioco, chi mi passa a magnà, gli dico babbo:

questa l’intellighenzia tricolore, anche d’importazione.
 

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