FTSE Mib Futures solointraday - Cap. 1 (23 lettori)

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nogain

Forumer storico
mah

meglio che mi rassegni all'idea che di borsa non ci capisco niente.

Ciao, beh in mia assenza non sono accontentato né dal cambio né dagli indici.....anzi.

Io direi che ne capisci anche troppo; infatti la situazione non è allegra.......ma la borsa è speculazione prima di tutto.....è lo scommettere su ciò che potrà accadere all'economia di domani spesso con il 50% di probabilità di indovinare....però tra l'oggi ed il domani spesso ci stanno un sacco di altri scommettitori che la vedono diversamente, o meglio......ci sono un sacco di mani privilegiate che hanno tutto l'interesse a fare in modo che ogni scommettitore abbia il sospetto di aver completamente sbagliato la puntata.........

Ebbene leggendoti ti posso dire che le nostre visioni sono molto in sintonia........ed io, nonostante sappia che al 50% sbaglierò, ci credo veramente e come dice treno ne son convinto al 99,9%..............

però spesso mi dimentico che la borsa non è rock....La Borsa è Lenta....e va aspettata :D

ed allora aspettiamo fiduciosi.....guardando le candele di oggi forse ci faranno penare ancora un pochino e forse tenteranno un nuovo rialzino lunedì....ma poi le divergenze dovranno pagare........

e se non pagheranno vorrà dire che la borsa è rock....ed allora saremo almeno in 2 che di borsa non capiscono proprio un *****!!!!
:up::up:
 

blackstar

Member
che ci capisca è tutto da dimostrare, ma sicuramente non sto capendo quello che succde questi giorni, a prescindere da notizie o altro. ovvero io ho un approccio basato su una serie di fattori e parametri che adesso non stanno valendo. sarà da vedere se però non stanno valendo perchè forzati o magari perchè sono cambiati determinati rapporti ed equilibri per cui quello che era prima ora non è più. che so: le aziende basta che fanno utili a prescindere dal fatturato e questo va bene per la borsa che investe in quell'azienda oppure che il sistema riuscirà a sostenere incentivi e debito perchè effettivamente riuscirà a far ripartire consumi ed inflazione. va contro principi fisici ed economici, ma se il sistema è autoreferenziale e fuori controllo può anche darsi che a forza di dati e bilanci truccati riescano ad andare avanti per un intero ciclo economico di breve. come se uno portando in banca bilanci falsi viene creduto ed ottiene sempre credito. magari a forza di fare investimenti ed aumentare indebitamento per pagare altro indebitamento ad un certo punto diventa noto e ottiene commesse importanti che gli consentono di sanare il debito pregresso. in pratica se le banche continuano ad ottenere credito nonostante i problemi che hanno in pancia, a forza di danaro stampato il problema rimane agli stati per decenni ma loro superata la fase di stallo ricominceranno a finanziare le aziende a basso costo. questa potrebbe essere una speranza per noi tutti, borsa o non borsa. il problema è se si dovesse inceppare il meccanismo per un qualsiasi motivo



:ciao:



VISTO CHE QUESTA SARA’ LA CRISI DEL 21° SECOLO COMINCIATA NEL 2007. ALLA FINE 2009 META’ 2010 PIÙ O MENO CI SARA’ IL TONFO FINALE, CON 10-12 MESI DI STAGNAZIONE E RIPRESA.
LE FANN DI GAN (PREZZO TEMPO) CI AIUTERANNO AD INDIVIDUARE IL TEMPO,( MA SOLO CI AIUTERANNO) PROPRIO PERCHE’ LE PERSONE SONO PERSONE E SARANNO SEMPRE PERSONE. CON SEMPRE LE PROPRIE PAURE, LE PROPRIE INVIDIE, I PROPRI EGOISMI , LE PROPRIE SENZAZIONI E LA PROPRIA CULTURA. QUESTE COSE DERIVANO DA MILLENNI. MA LA VELOCITA’ DEL TRASPORTO, DELLE COMUNICAZIONI
DELLE PIATTAFORME ONLINE (IN PRATICA LE TRUFFE) AUMENTA E VA SEMPRE PIÙ’ VELOCE, PERCIO’ LE FANN DI GAN DI LUNGO PERIODO SI SPOSTERANNO COME SI E’ GIA’ VERIFICATO, OPPURE CAMBIERANNO SOLO ANGOLO,PERO’ SEMPRE MODERATAMENTE, MA TUTTO TORNERA’ AL SUO POSTO.

LA STORIA NON FINISCE QUI, ADESSO COMINCIA IL SECONDO TEMPO.

OSSERVANDO LE REGOLE NUOVE CHE VERRANNO SCRITTE, PERCHE DOVRANNO VENIRE SCRITTE. A QUEL PUNTO, VALUTEREMO SE ANDREMMO FINO AL 2090 SE SONO FATTE BENE O CI FERMEREMMO VERSO IL 2017 PER RISCRIVERLE CON IL PROSSIMO CROLLO. CERTO E’, CHE CON QUESTI LIVELLI DI POLITICI, MANAGER E SINDACALISTI 60% ETA’ MEDIA SETTANTENNI E QUASI IL 90% PENSIONATI (E CHE PENSIONI) NON C’E’ TANTO DA ASPETTARSI, PERCHE SI SALVAGUARDERANNO.

SE NON CI SARA’ UN BOTTOM PROFONDO ORA, NON SI SCRIVERANNO REGOLE CHE CI PORTERANNO LONTANO.

AI GIOVANI FINO AI 50 DICIAMO, QUANDO ANDATE A VOTARE LASCIATE PERDERE VECCHI CON PROMESSE, BEBI PENSIONATI CHE SANNO TUTTO LORO SOLO PERCHE HANNO APROFFITATO, RICICLATI OPPORTUNISTI, LECCHINI, RACCOMANDATI, GON QUESTA GENTE NON SI VA LONTANO, VOTATE GENTE CHE HA IDEE, E CORRETTI MORALMENTE, OPPURE SI VA ALLA ROVINA.
O SI REAGISCE ORA, OPPURE C’E’ NE PENTIREMMO AMARAMENTE

http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=1025432




:ciao:
 

magnolia651

Vediamo come butta oggi
Io da lunedì andro' in vacanza per un po'
Vi leggerò ma difficilemente potrò postare

Un saluto a tutti ed auguri di serene vacanze a chi c'è già e a chi deve andare

:up:
 

solointraday

Forumer storico
grazie a tutti voi per aver preso in considerazione le mie elucubrazioni.
lo stare qui a parlarne con voi è un privilegio che non tutti possono avere, il confronto è la maniera migliore per fare mente locale sui propri errori e contestualizzare meglio se stessi e i propri pensieri. a volte può succedere che ci si influenzi vicendevolmente, ma è gran poca cosa al confronto dei vantaggi che se ne traggono, soprattutto quando le persone dietro il nick sono di un profilo come il vostro. grazie di nuovo, e che il weekend porti a tutti noi lucidità e leggerezza d'animo oltre la tranquillità, cose senza le quali non si può riuscire ne in borsa ne nella vita.

buonanotte e buon weekend
 

magnolia651

Vediamo come butta oggi
Carlo, guarda che alla fine la minghiata l'ho fatta io a longare sul finale
vedi che è tutta una farsa

io mi devo portare il pc in ferie per chiudere e lunedì manco posso seguire che guido mannaggia

ci sentiamo presto
 

fxcmtrader

Forumer attivo
Poiché è giusto ascoltare tutte le opinioni riporto l'articolo di Alessandro Fugnoli di questa settimana su trend on line.

A me sembra interessante e sicuramente spunto di riflessioni
.

I duellanti. Corporate bond e azioni, chi vince perderà

Come i due ussari della Grande Armée che nel racconto di Conrad si rincorrono per quindici anni per l’Europa sconvolta dalle guerre napoleoniche e duellano ogni volta che possono, corporate bond e azioni si contendono con accanimento il cuore degli investitori e lo spazio nei loro portafogli fin dalla primavera del 2009.
L’aristocratico d’Hubert (Keith Carradine nel film di Ridley Scott) e il plebeo Féraud (un magnifico Harvey Keitel tutto odio e risentimento) rappresentano le due anime del bonapartismo, quella del ritorno all’ordine e quella rivoluzionaria. Lo scontro attraverserà la storia francese per tutto l’Ottocento e cova ancora oggi sotto la cenere dell’inquieta Francia sarkosysta.
Dopo la Waterloo del 2009 i corporate bond hanno rappresentato per i portafogli sconvolti dalla crisi il ritorno all’ordine. L’amputazione della componente azionaria ha significato sul piano simbolico la restaurazione dei valori dell’Ancien Régime, crescita lenta ma sicura all’interno di un contesto rigido e consacrato da una storia millenaria. Tasso fisso, rimborso certo a una data prestabilita e, nell’attesa, un moderato apprezzamento. Un universo senza velleitarismi, dotato di senso, comprensibile e rassicurante. Harvey Keitel (Féraud) si prepara allo scontro con il rivale.

Dall’altra parte, chi ha tenuto l’azionario durante la crisi ha vissuto la ripresa con lo spirito di rivincita e il carico di emotività che ebbe a suo tempo il bonapartismo dei reduci e delle classi popolari. Niente serenità olimpica, ma pane, sudore e polvere. Momenti di speranza frustrati, illusioni, ansie, delusioni.
Dal primo gennaio i corporate bond di buona qualità (iBoxx Euro Corporate Index) hanno reso il 3.3 per cento. L’equivalente in dollari ha reso il 7.3, senza contare l’apprezzamento della
aluta. I bond di qualità meno buona e gli emergenti hanno reso tra il 7 e l’8 per cento.
Una sola, tra le borse maggiori, è riuscita a rendere come i corporate bond, quella tedesca. Il Dax è in rialzo del 3.7, ma l’America non ha reso nulla e il Giappone è sotto del 7.5. Perfino la mitica Cina, la santa dei disperati e dei miracoli, ha perso finora il 19.6 per cento.

Tra il tre e rotti dei corporate bond e quello del Dax (ammesso di avere avuto tutto l’azionario su Francoforte) non c’è nulla di simile se non il risultato.
Chi si è tenuto un portafoglio di corporate bond, oltre a potere condurre una vita normale, ha con ogni probabilità mantenuto gli stessi titoli che aveva a inizio anno. Qualcuno particolarmente brillante avrà fatto qualche spostamento lungo la curva (guadagnandoci) ma in ogni caso nessuno ha fatto pasticci. I pasticci si fanno quando si compra qualcosa perché è salito e poi lo si rivende più in basso perché nel frattempo è sceso molto e si è presa paura. I corporate bond hanno avuto un andamento così regolare che nessuno ha potuto pasticciare. Della crisi dell’Europa, che ha dislocato massicciamente i governativi, non si sono praticamente accorti.

Di fronte a eventi come la crisi europea moltissimi hanno capitolato e liquidato parte della loro posizione in condizioni non certo ottimali. Ancora nelle ultime settimane i timori esagerati di rallentamento cinese e di double dip americano
hanno indotto molti a vendere sui minimi del range, salvo poi ricomprare più in alto dopo la pubblicazione degli utili delle società. Perfino gestori rocciosi come Barton Biggs, tra i più lucidi e determinati durante il grande rialzo del 70 per cento, hanno vacillato e parzialmente capitolato (salvo poi ricomporsi rapidamente).
Questo significa che mentre il tre per cento di rialzo dei corporate bond l’hanno catturato tutti, il tre per cento del Dax l’hanno goduto in pochi. Qualcuno avrà agito con freddezza e avrà fatto anche più del tre (comprando su correzione e vendendo i rally), ma la maggioranza avrà perso per strada qualche punto.
Da questa esperienza si possono trarre alcuni preziosi insegnamenti. Il primo è di carattere strategico e riguarda la natura stessa di questa ripresa. Capire in che scenario ci muoviamo è essenziale per procedere al passo successivo, la scelta della strategia di portafoglio.

In questi mesi si sono fatti tre errori. Il primo è stato quello di pensare che questa ripresa sarebbe stata simile a quelle dei tre decenni precedenti, tutte forti e brillanti. Se misuriamo in tazzine di caffè lo stimolo fiscale, monetario e creditizio che occorre per fare tornare un’economia intorpidita a uno stato di lucidità vediamo che nelle crisi precedenti, quando occorrevano due tazzine, per sicurezza ne venivano offerte tre. La tazzina in più determinava la particolare brillantezza della ripresa. Questa volta sono stati offerti dieci caffè e si è pensato, di fronte a uno sforzo così imponente e senza precedenti, di ottenere di nuovo un forte recupero. Il problema è che di tazzine ne sarebbero occorse undici e forse anche di più. Il risultato è che, con dieci caffè, l’economia si è rimessa in piedi, ma è in grado di camminare solo lentamente, ha
la vista annebbiata e fatica a concentrarsi.

Il secondo errore è stato quello di scambiare il passo lento della ripresa per un segno di una imminente e inevitabile ricaduta, il double dip. In una versione più sofisticata non si è parlato di una ricaduta drammatica, ma di una lunga fase, di uno o due decenni, in cui il mondo sarà un grande Giappone e soffrirà di stagnazione e deflazione (un’atmosfera irrespirabile per l’azionario, rischiosa per i crediti meno solidi e positiva solo per i governativi supersicuri).

Il terzo errore è stato quello di fare discendere da uno scenario macro mediocre un’incapacità da parte delle imprese di migliorare i margini di profitto.
Se sgombriamo il terreno da questi tre errori, lo scenario futuro si presenta diviso in due fasi. Un primo periodo, probabilmente i prossimi due anni, di continuazione del processo di disintossicazione (riduzione della leva finanziaria, ripagamento parziale o default sui mutui e inversione di tendenza sui disavanzi pubblici). Dopo questa fase, caratterizzata da crescita bassa in occidente ma ancora brillante nei paesi emergenti, seguirà un periodo più lungo di riaccelerazione del ciclo, accompagnato probabilmente da una ripresa non drammatica ma percepibile dell’inflazione.

Nella prima fase, il biennio, l’azionario non farà faville (perché la top line crescerà poco e i margini si stabilizzeranno) e i bond non saranno minacciati, perché l’inflazione continuerà a scendere. In pratica, come scrive Bill Gross, ci si potrà attendere un rendimento modesto ma positivo (nell’ordine del 4-5 per cento all’anno) delle due classi di asset.
In questa fase i bondholder potranno sentirsi ancora soddisfatti e meglio posizionati degli azionisti, perché continueranno a godere di una minore volatilità. Gli investitori
in azioni, tuttavia, potranno battere i rendimenti obbligazionari una volta adottato uno stile operativo di segno opposto rispetto a quello di questi ultimi mesi. Se si imparerà cioè a credere di più nello scenario di crescita bassa ma sostenibile si riuscirà a sfruttare (e non a subire) le ondate di paura e quelle successive di ricopertura affannosa.

Il secondo vantaggio di una strategia sovrappesata sull’azionario è che si sarà pronti a sfruttare la seconda fase una volta che partirà. Chi rimarrà nei prossimi due anni sui bond lo farà nella certezza di sapere riconoscere l’inizio della seconda fase quando sarà il momento. Gli facciamo tanti auguri, ma siamo convinti che non sarà così facile.
La seconda fase o partirà con squilli di tromba (ovvero con un primo dieci per cento di rialzo azionario talmente veloce da essere perso da chi non è già nel mercato) oppure esordirà con grande discrezione e in questo caso sarà scambiata per una normale oscillazione nel range e non verrà degnata dell’attenzione necessaria.
Oltre a perdere il primo dieci per cento di rialzo azionario, l’obbligazionista si troverà contemporaneamente a dovere fare i conti con il primo 3-4 per cento di ribasso dei suoi bond. In caso di quotazione sotto la pari o sotto il prezzo d’acquisto sarà riluttante a vendere e perderà altro tempo prezioso in cui le azioni continueranno a salire e i bond a scendere.

Si tratta naturalmente di un’ipotesi e i numeri, anche se lo scenario fosse corretto, potrebbero essere molto diversi. Si vuole però sottolineare, tra bond e azioni, l’asimmetricità tra rischi e opportunità una volta terminata la fase di disintossicazione e riduzione della leva (e che questa fase duri qualche anno senza essere però eterna lo concede anche Rogoff). Il 4 per cento dei bond e
il 4 dell’azionario potranno procedere insieme molto più a lungo di quanto non pensavamo un anno fa, ma a un certo punto ci sarà un decoupling e potrà anche essere significativo. L’attesa, per chi punta sull’azionario, avrà naturalmente da essere operosa, sia come trading sia preparando il portafoglio per la seconda fase.

Nel breve si vede sui mercati una situazione equilibrata. Il rally per gli utili del secondo trimestre è da considerare compiuto. Di suo si sarebbe probabilmente prolungato fino a produrre condizioni di ipercomprato, ma la sua forza propulsiva va spegnendosi contro i dati macro americani, quasi tutti mediocri.
Il gioco delle aspettative nelle tre grandi aree economice produce effetti che si bilanciano tra loro. In America i dati sono deludenti, ma le attese sono ora basse. In Europa ci saranno ancora alcune settimane di dati positivi (il ciclo europeo è anche questa volta in ritardo sul resto del mondo perchè dipende dalle esportazioni) ma le attese già li scontano. Dove c’è qualche spazio di aggiustamento è sulla Cina. Si comincia a capire che la Cina non vuole rallentare bruscamente e non è nemmeno in procinto di riaccelerare. Sta togliendo il piede dal freno senza metterlo sull’acceleratore. E’ soddisfatta della velocità attuale e intende mantenerla il più a lungo possibile.

da Il Rosso e Il Nero, settimanale di strategia di Alessandro Fugnoli per conto di Kairos Partners Sgr spa
 
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enolog

Forumer attivo
scherzavo enologo...;)
intanto la chiusura del mensile sopra 1100 mi pare un bruttissimo segnale per lo short...

:up: no problem, colpa mia, non capisco mai alla prima, devo sempre farmi rispiegare. Quella chiusura è veramente proccupante, ma spero che lunedi, nel pomeriggio, si scenda verso 1085, altrimenti chiudo in loss e vado in ferie. Notte!
 

Rommel

Forumer storico
Il terzo errore è stato quello di fare discendere da uno scenario macro mediocre un’incapacità da parte delle imprese di migliorare i margini di profitto.

Ecco, questa frase è emblematica. La borsa non rispecchia i dati macro. La borsa, per definzione, rappresentea il valore fisico delle aziende in essa quotate.
Vista così, i long recenti acquistano una ottica molto meno "anomala".
 
Stato
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