FTSE Mib Futures solointraday - Cap. 1

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Pimco riduce quota Treasury e dice: impatto manovra Fed sarà limitato
Intanto, mentre negli Stati Uniti si aspetta con trepidazione la manovra dell'istituto, in Europa c'è qualcuno che teme un'exit strategy troppo repentina. E che afferma che il programma di acquisto di bond deve essere mantenuto come cintura di sicurezza.
di Carmela Pace
Pubblicato il 14 ottobre 2010 | Ora 11:55
Fonte: MPS CAPITAL SERVICES

(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono saliti su tutta la curva, allo stesso tempo si sono ridotti gli spread sui periferici. Sul monetario il tasso Euribor tre mesi continua a salire (ieri fixing a 0,985%) portandosi ad un nuovo massimo da luglio 2009. Scende invece sotto lo 0,7% il tasso Eonia swap 3 mesi.

Dopo le dichiarazioni di Weber in cui auspicava un’eliminazione graduale del piano di acquisto di bond da parte della Bce a causa dello scarso impatto sui tassi di mercato, Nowotny ha dichiarato che il programma non dovrebbe essere terminato troppo presto malgrado il suo uso limitato e che va mantenuto come "cintura di sicurezza".

Dopo l’asta tedesca sul bund di ieri che ha visto una domanda superiore all’offerta, ma inferiore alla precedente, oggi sarà la volta dell’Italia che emetterà titoli sul tratto a medio e lungo termine per 3,5-5,5 Mld€.

Negli Usa i tassi di mercato hanno chiuso la sessione praticamente invariati con il tratto decennale che ha recuperato sul finale di seduta, dopo il debole risultato dell’asta da 21 Mld$ sul comparto decennale. Il bid-to-cover, pari a 2,99, è stato il più basso dal maggio scorso, mentre è scesa di molto, rispetto alla precedente asta, la partecipazione degli indirect bidders (41,5 da 54,7%), categoria che comprende le banche centrali esteri.

Pimco ha dichiarato di aver ridotto la propria quota di Treasury in portafoglio su aspettative che il secondo round di quantitave easing, che la Fed dovrebbe implementare nella prossima riunione di novembre, avrà un impatto limitato. Nel frattempo negli ultimi giorni si è registrato un forte calo dei tassi reali Usa: sul comparto decennale il tasso reale dei Tips è passato dallo 0,69% di inizio ottobre all’attuale 0,37%.

Sul fronte azionario, i principali indici hanno chiuso sui massimi da aprile scorso, con l’indice S&P 500 che si è avvicinato alla soglia dei 1200 punti, guidato dai settori industriali e materie prime. Ieri Jp Morgan Chase, ha comunicato prima dell’apertura dei mercati i propri conti trimestrali.

Se da un lato la banca ha visto una crescita del 23% degli utili ed un forte calo degli accantonamenti per sofferenze, dall’altro vi è stato un forte calo degli utili derivanti dall’attività di investment banking.

Per oggi, non sono attesi dati macro rilevanti, ad esclusione delle nuove richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione, mentre in serata verrà comunicata la trimestrale di Google.

Valute: dollaro in deprezzamento verso euro portandosi questa mattina in prossimità di 1,41. Il superamento della soglia di 1,40 è avvenuto questa notte, dopo l’annuncio di Singapore di un allargamento della banda di oscillazione.

Dollaro in deprezzamento anche verso yen con il cross calato ai nuovi minimi dal 1995, in prossimità di area 81. A meno di interventi del governo giapponese, il cross sembrerebbe avviato a raggiungere area 80 a breve. Verso euro il cross continua a restare collocato al di sotto della resistenza 115,70. Supporto a 112,85. Dollaro in deprezzamento anche vs lo yuan cinese che ha segnato un nuovo record storico.

Come prima accennato Singapore ha annunciato in modo inatteso di consentire un apprezzamento della propria valuta vs dollaro, nonostante il rallentamento del Pil. La priorità in questo momento sembra quella di contrastare l’inflazione.

E’ il primo dei principali paesi dell’area asiatica a perseguire questo scopo, mentre altri come Giappone, Corea e Tailandia cercano un deprezzamento della propria valuta. Il primo ministro giapponese Kan ha chiesto alla Corea del Sud ed alla Cina di agire "in modo responsabile" sui cambi.

Materie Prime: al centro dell’attenzione i metalli preziosi con l’oro (+1,8%) che ha segnato un nuovo record oltre i 1380$/oncia e l’argento (+3,4%) che prosegue la propria corsa in misura ancora più marcata del metallo giallo. Andamento contrastato per i metalli industriali. Positivi gli energetici con il petrolio (+1,6%) grazie alla revisione al rialzo delle stime sui consumi globali nel periodo 2010/11 da parte dell’Iea. In programma oggi la riunione dell’Opec che dovrebbe concludersi con un nulla di fatto sul fronte produzione. Deboli gli agricoli guidati dal calo di mais (-1,7%) e grano (-1%).

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*Questo documento e' stato preparato da MPS Capital Services ed e' rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell'art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita' alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita' di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
 
Giappone, c'e' chi scommette (con lauti ritorni) sul default
Aveva previsto la crisi dei mutui subprime. Ora scommette sul fallimento di Tokyo, strangolato da un debito pubblico di oltre il 200% del Pil. Promessi ritorni di 50-100 volte il capitale investito...aspettando il discorso di Bernanke proprio sulle analogie Usa-Tokyo.

Pubblicato il 13 ottobre 2010 | Ora 19:30
Fonte: WSI

Il Giappone sta per capitolare. A sostenerlo e' il manager di hedge fund che nel 2007 aveva previsto la crisi dei mutui subprime, con tutte le sue conseguenze sul mercato del credito. Kyle Bass, durante il sesto Annual Value Investing Congress a New York, ha lanciato una nuova previsione con tanto di indicazioni su come sfruttare questo possibile scenario.

Nella sua relazione intitolata "Does Debt Matter?" (Quanto conta il debito?) il gestore ha cercato di spiegare come una delle principali economie al mondo rimarra' imprigionata in un deficit strutturale permanente, con entrate insufficienti a ripagare gli interessi sul suo ingente debito. Stando alle cifre del Fondo Monetario Internazionale, Tokyo ha registrato nel 2009 un debito del 218.6% del suo Pil facendo del Giappone la nazione piu' indibitata tra tutte quelle industrializzate.

Bass, tra i professionisti della finanzia in Hayman Advisor, non ha rilasciato un target temporale relativamente alla capitolazione del paese nipponico. Ma le cifre parlano da sole: spese in social security e interessi sul debito contano per 44000 miliardi all'anno contro 41000 miliardi di entrate, spiega Fortune.

Come sfruttare la situazione nel Sol Levante? Bass ha sostenuto di essere in grado di acquistare ad un prezzo contenuto opzioni call "out-of-the-money" (con strike price superiore al prezzo di mercato) sui tassi d’interesse giapponesi. Se le sue stime sono giuste, puo' guadagnare 50-100 volte il capitale investito, dite. Per gli investitori piu' esperti poi, puo' essere interessante comprare credit default swap sui mutui subprime.

Forse non deve sorprendere la previsione di Bass: soltanto a giugno il primo ministro Naoto Kan aveva avvertito di un rischio crisi in stile Grecia se qualche decisione non viene presa. Per Bass e' troppo tardi.

Questa indicazione arriva a poche ore da un discorso che il numero uno della Fed, Ben Bernanke, terra' a Pittsburgh (22:10 ora italiana) e durante il quale tentera' di rassicurare: gli Stati Uniti, ancora alle prese con crescita lenta, ribasso dell'inflazione e aumento della disoccupazione, non stanno percorrendo la stessa strada di Tokyo fatta di crescita inchiodata, debito galoppante, prezzi al consumo in frenata, il tutto in barba alla politica accomodante della Banca centrale giapponese (tassi allo zero) e l'acquisto di bond governativi. Ricorda niente?
 
Roubini: double dip in Usa: 35-40% di probabilita'
Proprio nel momento in cui si scommette sulla capacità della Fed di riuscire a trovare una soluzione alla crescita anemica degli Stati Uniti, il famoso guru torna a parlare. E prevede che nei paesi industrializzati la ripresa sarà ad "U".

Pubblicato il 14 ottobre 2010 | Ora 10:40
Fonte: WSI

Fed o non Fed, liquidità o no, Nouriel Roubini rimane della sua idea. Un'idea, purtroppo, niente affatto confortante. Secondo il professore della New York University, esiste infatti una probabilità del 35%-40% che gli Stati Uniti tornino a essere vittima della recessione.

La minaccia è quella di un "double dip": espressione ripresa più volte in passato e poi, ultimamente, rimasta quasi nell'ombra.

Oggi, però, Roubini torna a citarla, tra l'altro proprio in un momento in cui i mercati brindano - troppo in anticipo, forse?- all'arrivo di una nuova ondata di liquidità da parte della Federal Reserve, nel prossimo meeting del Fomc a inizi novembre.

L'esperto, insomma, non fa dietrofront, e ribadisce quanto già detto negli ultimi mesi. Non solo: secondo quanto riporta il Globes, il "profeta" avverte anche contro la formazione di bolle nell'economia globale. In un'intervista rilasciata a ET Now, il professore ha infatti sottolineato che, "con l'entrata massiccia di flussi di capitali, mercati come l'India corrono il rischio di creare bolle speculative".

Nel corso di una conferenza che si è svolta a Seul, in Corea, stando a un articolo di Bloomberg Roubini si è così espresso: "Dal secondo trimestre di quest'anno, la crescita economica degli Stati Uniti è stata solo dell'1,7%, e il punto è che la stessa crescita sarà ancora più debole nel corso secondo semestre, tanto che entro il quarto trimestre il rialzo del Pil Usa potrà arrivare a essere (solo) dell'1%".

"Il tasso di crescita è così basso che l'impressione sarà quella di essere in recessione, anche se tecnicamente questa non è recessione", ha precisato.

Il punto, sottolinea, è che la ripresa economica degli Stati Uniti, ma anche degli altri paesi industrializzati, si confermerà anemica e sarà ad "U".

Di fatto, Roubini - che è presidente di Roubini Global Economics LLC - ha rivisto al rialzo le stime sul rischio di una recessione double dip negli Usa dal precedente 25% al 40%. Il motivo è stata la crescita del Pil Usa relativa al secondo trimestre -appunto solo dell'1,7% - che si fa notare soprattutto se si considera che il potenziale di crescita del prodotto lordo interno americano è del 3% circa.

L'esperto ha puntato il dito poi anche contro un'altra minaccia: quella della deflazione. E ha tirato le orecche al Giappone, affermando che la decisione della Banca centrale di istituire un fondo per acquistare titoli governativi e altri asset per un valore di 61 miliardi di dollari, non è in ogni caso una manovra aggressiva per rispondere al rallentamento dell'economia nipponica.
 
Euro è sulla trendline, manca poco come tempo perchè debba ripartire un 2GG. Mi ero ripromesso di non farlo mai, e ovviamente non ho mantenuto la mia promessa.

A 1.443 ho appesantito il long.
 
Euro è sulla trendline, manca poco come tempo perchè debba ripartire un 2GG. Mi ero ripromesso di non farlo mai, e ovviamente non ho mantenuto la mia promessa.

A 1.443 ho appesantito il long.

Ma quando lo ha fatto scusa 1,443?

Dimmelo perchè compro subito due drive nuovi sul sito callaway in usa, ma non mi pare li abbia ancora battuti.
 
In usa l'impressione è che non abbiano ancora finito di scaricare, non fosse altro perchè oggi è giorno di scadenze e quindi voglio pagare un po' meno di call.

Gli diamo 1162 come target per catalogarlo come scarico per ripartenza verso altri lidi superiori. Altrimenti la cosa si fa più interessante. Ma vedremo in chiusura e domani.
 
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