Nel mentre che finiscono di truccare le partenze a loro piacimento, faccio il bilancio dell’anno appena trascorso, anno per me di record e di soddisfazione. Sui mercati, le performance al 31.12 dei diversi indici parlano chiaro, e denunciano differenze importanti da un paese all’altro. Da un anno su questo 3d a più riprese abbiamo scritto della situazione dell’italia, dell’europa, degli usa, di una finanza usa drogata dal qe più e peggio che all’epoca di keynesiana memoria (almeno quel denaro andò in opere pubbliche), di una europa invece dedita all’austerity imposta dai tedeschi; ma in entrambi i casi si è visto comunque una esplosione dei debiti pubblici con situazioni paradossali e pericolose, dove stati sovrani dovranno pagare interessi non sostenibili per il loro pil. Mi sono sempre riproposto di provare a ragionare umilmente con la mia testa su quella che, nella mia certamente fallibile visuale, è la situazione macro, leggendo tantissimo e cercando di informarmi il più possibile. E nella mia fallibilissima convinzione di quanto sopra, ho sempre mantenuto posizioni corte sull’italia per tutto il 2010 (che sono ancora in essere), e ho poi aperto posizioni corte solo a fine novembre su spoore (con etf a 1227 di indice) e su dax (future sopra 6900). ma chiunque avesse shortato il ftsemib senza fare trading a partire dai 23500 di gennaio 2010, a 20200 di fine dicembre ne avrebbe avuto grandi soddisfazioni. Certamente ho avuto tanta fortuna, ma questo forse anche grazie a ragionamenti da piccolissimo imprenditore e umili conti cosiddetti della serva. Ciononostante mi voglio arrogare il diritto di togliermi qualche sassolino dalla scarpa per quanto successo nel mese di dicembre: dopo oramai 17 anni che sbatto la testa sui mercati, ho capito che, almeno per me, l’unica maniera di venire a capo di qualcosa in borsa è pensare con la propria testa ma con molta umiltà e senso critico, perché il mercato è già difficilissimo di per se e ci si scontra con squali-controparti che possono pilotare i mercati e fanno di tutto per far sembrare le cose diverse da quelle che sono. Infatti non appena ci si convince del famoso fatto che “ la borsa anticipa “ e che quello che risulta dai dati è in realtà cosa diversa da quello che succederà fra qualche mese, siamo già inesorabilmente sulla via del loss strutturale di lungo periodo. Allora il mio pensiero va a quei soloni pieni di boria, convinti di essere detentori della verità e di aver trovato la pietra filosofale per fare i soldi in borsa grazie a qualche oscillatore o indicatore che indica la strada del gain certo e sicuro. Per carità, ognuno ha i propri metodi insindacabilmente validi, ma la borsa è un lavoro come tutti gli altri, servono dedizione, sacrificio, l’ascolto di tutto e tutti, e la presunzione è la via maestra per il loss, perché secondo me non esiste il metodo universale o valido sempre, anzi neanche spesso. E dare per certo quello che succederà tra un mese o 15 giorni o un anno senza considerare i numeri che regolano gli equilibri macroeconomici, significa, secondo la mia modestissima opinione, essere affetti da delirio da onnipotenza, come uno che va a pesca di marlin a 20 miglia dalla costa col pattino e il bolentino, forte ( o meglio fuorviato) della sua esperienza di pescatore. Per carità, non è che se si guardano i dati macro si riesce per forza di cose a individuare i trends, ci mancherebbe, vale lo stesso identico discorso di prima; ma molto più semplicemente se c’è un indice che dice una cosa e invece un altro parametro o correlazione che dicono cose diverse, ci si dovrebbe pensare prima di azzardare altisonanti previsioni e targets, soprattutto quando le incongruenze sui mercati sono così macroscopiche come quelle del 2010; se poi tale presunzione porta a giudicare gli altri o a sparare addosso a coloro che la pensano diversamente con epiteti che tradiscono solo il proprio spessore personale, beh in tal caso io mi scuso, lascio cadere ogni discorso e mi rimetto il sassolino nella scarpa, fastidio ben sopportabile se comparato alla soddisfazione e al sorriso che suscita in me tanta boria. Si sono scritti posts sulla mia operatività virtuale o non, con valutazioni sulla congruità o meno delle operazioni, con calcoli sul patrimonio, con ipotesi su cosa si sarebbe fatto avendo a disposizione chissà quali capitali. Ignoranza, imperizia o altro ? chissà. Certamente ho sbagliato io per primo a dare troppi dettagli, forse per esibizionismo o forse più verosimilmente per inesperienza da forum, e quindi dopo aver considerato l’idea di smettere, ho fatto mente locale sul mio diritto a scrivere perché il confronto con gli altri mi aiuta molto; certamente farò tesoro degli errori del 2010 e cambierò il mio modo di pormi per evitare altri spiacevoli episodi; ma prima di fare tutto ciò, siccome sono un cocciuto testardo esibizionista mentecatto idiota o quant’altro possa venire in mente, a perfezionamento e conclusione degli errori commessi nel 2010, metto in piazza la mia posizione virtuale della mia virtual sim con il paper-resoconto del mio paper trading al 31.12.2010. Così da soddisfare tante morbosità e curiosità scatenatesi (chissà perché), ma anche per dimostrare che se invece si fanno le cose con serietà e costanza non c’è bisogno di avere miliardi, ma solo esperienza, umiltà, tanta dedizione e sufficiente autocritica. Nelle prossime settimane alleggerirò le posizioni, riporterò il capitale ( virtuale) ai livelli dello scorso gennaio, e con la liquidità rinveniente perfezionerò l’acquisto di un terreno edificabile (virtuale anch’esso) che stavo trattando da qualche mese. Così quello che ne resta potrò gestirlo con la solita tranquillità d’animo, primo perché sono un pazzo incosciente, secondo perché, se anche dovessi azzerarlo, essendo i miei risparmi non coinvolti nel mio paper-trading, finirei per restituire, a quel punto giustamente, quanto precedentemente guadagnato.