FTSE Mib Futures solointraday - Cap. 1 (30 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

solointraday

Forumer storico
sondaggio del corriere della sera
http://www.corriere.it/appsSondaggi/pages/corriere/d_7249.jsp

qualcuno dice che quando in molti credono un cosa in finanza, accade quasi sempre il contrario. Certo i voti sono pochi, ma il sondaggio parlerebbe chiaro

Corriere della Sera > Sondaggi

Pensate che l’euro riuscirà a sopravvivere alla tempesta finanziaria in corso?
Sì76.2%
No23.8%
Numero votanti: 5513

I sondaggi online di Corriere.it non hanno un valore statistico, si tratta di rilevazioni non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità. Le percentuali non tengono conto dei valori decimali. In alcuni casi, quindi, la somma può risultare superiore a 100
 
Ultima modifica:

solointraday

Forumer storico
EUROPA, CORSA CONTRO IL TEMPO PRIMA CHE APRANO I MERCATI ASIATICI
di WSI
I 27 ministri finanziari UE riuniti come per un consiglio di guerra. Si parte male: spaccatura con Londra sull'arma per distruggere la speculazione anti-euro. La borsa di Israele (unica aperta domenica) cala. Obama preoccupato chiama Merkel e Sarkozy.

Obama e Merkel

Parte quindi male il tentativo dell'Europa di approntare i mezzi per fermare almeno momentaneamente la speculazione anti-euro. Il Regno Unito non apporterà la propria garanzia al fondo d'urgenza al quale si lavora a livello europeo per aiutare i Paesi della zona euro in difficoltà. La moneta europea ha gia' perso la scorsa settimana il 4.5% e il 15.0% da novembre nei confronti del dollaro, scivolando ai mini di 14 mesi. I titoli di Stato e i CDS (credit default swaps) dei PIIGS, compresa l'Italia, sono ai massimi storici assoluti. Le borse europee sono ai minimi degli ultimi 18 mesi, con l'indice Stoxx Europe 600 in calo -8.8%.

Intanto la borsa di Israele (unica aperta domenica) per le preoccupazioni dovute al caso Grecia e ai rischi di contagio in area euro cala ai minimi di tre mesi, perdendo -1.1%, peraltro recuperando sul finale rispetto a una partenza con -3.0%. Per i 27 ministri finanziari della UE, riuniti nell'Ecofin, e' dunque una corsa contro il tempo. Un pacchetto di misure serie e credibili per rassicurare i mercati deve essere approvato prima dell'apertura delle borse orientali, Australia, Nuova Zelanda e Tokyo.

Il presidente Usa Barack Obama, terrorizzato dall'inazione politica europea che sta provocando danni collaterali pesantissimi anche a Wall Street (il crollo intraday di -9.2% giovedi' scorso e' da "cod-red" - codice rosso - per la Casa Bianca) ha chiamato per la seconda volta in tre giorni la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Sarkozy, per discutere la situazione (tra l'altro e' molto indicativo che la Merkel sia stata sconfitta proprio oggi alle elezioni locali tedesche). Il portavoce della Casa Bianca Bill Burton precisa che Obama avrebbe ribadito ai due maggiori leader europei la necessita' di intraprendere passi e azioni risolute e "forti" per riportare fiducia e rassicurare i mercati.

Per proteggere il tuo patrimonio, segui INSIDER. Se non sei abbonato, fallo subito: costa solo 0.86 euro al giorno, provalo ora!

Il presidente francese Sarkozy e la Merkel si sono sentiti a loro volta al telefono, "constatando il loro completo accordo" sulle misure che saranno annunciate a Bruxelles.

Lo strumento è in discussione oggi a Bruxelles, in Commissione europea - che sta definendo i dettagli della proposta - e poi in Ecofin, tra i ministri delle finanze della Ue.

La posizione della Gran Bretagna - che non fa parte della zona dell'euro - rischia di ostacolare il meccanismo di prestiti garantiti. Per la decisione non è richiesta l'unanimità, ma solo la maggioranza qualificata. A quanto si è appreso, al vertice dell'Eurogruppo di venerdì scorso, il presidente francese Nicolas Sarkozy ed altri leader hanno sottolineato la necessità di andare avanti comunque, anche senza avere il sì di tutti e 27 gli Stati membri.

Il fondo 'salva Stati', per evitare altri rischi di default dopo quello della Grecia, dovrebbe funzionare come "un piccolo Fmi in versione europea o una piccola banca". E' quanto indicano fonti diplomatiche, facendo riferimento alla creazione del meccanismo di stabilizzazione che la Commissione Ue sta preparando, su indicazione dei leader della zona euro. Il meccanismo - che dovrebbe essere in grado di mobilizzare tra i 60 e i 70 miliardi di euro - dovrebbe prevedere, così come avviene per i prestiti a favore delle bilance dei pagamenti dei paesi che non fanno parte dell'euro, la raccolta di fondi sui mercati da parte della Commissione Ue a sostegno degli Stati in difficoltà.

L'emissione di titoli sul mercato sarebbe garantita dagli Stati membri in modo "esplicito". Il sostegno della Banca centrale europea sarebbe "implicito". L'Istituto di Francoforte, con decisione autonoma, sarebbe pronto ad agire acquistando titoli pubblici degli Stati con problemi di finanziamento sul mercato. Dal punto di vista legale, il meccanismo dovrebbe poggiare su una clausola del Trattato (122) che consente all'Unione europea di garantire un'assistenza finanziaria a stati membri che si trovino in "difficoltà" o siano "sotto seria minaccia di difficoltà". La clausola fa riferimento a circostanze eccezionali, tra cui catastrofi naturali e avvenimenti che non si possono controllare.

FONDO SALVA-STATI, EUROBOND E AIUTI BILANCIA PAGAMENTI

I primi 60 miliardi di euro del fondo europeo 'salva stati' che dovrebbe servire a garantire ai paesi in difficoltà garanzie per raccogliere prestiti sui mercati dovrebbero essere messi a disposizione dalla Commissione Ue, usando come garanzia il bilancio comunitario. Lo riferiscono fonti europee, dettagliando la proposta che il commissario Ue agli affari monetari Olli Rehn ha portato oggi sul tavolo dei ministri delle Finanze dei 27. I 60 miliardi dovrebbero consentire alla Commissione Ue di fare emissioni sui mercati per raccogliere fino a dieci volte tanto l'importo originario. Se questa fosse la strada concordata dai ministri, si andrebbe verso una forma di "eurobond".

Fondi superiori alla dotazione di 60 miliardi di euro dovrebbero essere invece garantiti dagli Stati membri, ma non è ancora chiaro su quale base: "se volontaria o obbligatoria, se in formato eurozona (16) o unione europea (27)", affermano le fonti. La base giuridica dell'intervento - viene confermato - è l'articolo 122 del trattato che consente all'Unione europea di garantire un'assistenza finanziaria a stati membri che si trovino in "difficolta" o siano "sotto seria minaccia di difficoltà". Lo strumento ricalcherebbe il meccanismo di "sostegno alla bilancia dei pagamenti", già esistente per aiutare i paesi che non fanno parte della zona dell'euro. Il meccanismo è stato già usato nel 2008 per aiutare l'Ungheria. Nell'ottobre 2008, il Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale e l'Unione Europea hanno raggiunto un accordo per concedere un prestito da 20 miliardi di euro all'Ungheria per aiutarla ad affrontare le conseguenze delle crisi finanziaria e per rafforzare la sostenibilità della bilancia dei pagamenti ungherese.

(IN FASE DI SCRITTURA)
 

solointraday

Forumer storico
VERTICE ECOFIN A BRUXELLES. APPELLO DI OBAMA ALLA MERKEL
Misure anti-crisi, ora Berlino
frena sulle garanzie illimitate
E Londra non vuole partecipare al sostegno economico al fondo. Via libera dell'Fmi ad aiuti per 30 mld alla Grecia

NOTIZIE CORRELATE
Crisi euro, Obama: «Sono preoccupato, ma stabilizzare l'Ue è un'ottima cosa» (8 maggio 2010)
Allo studio il «meccanismo di sostegno» (7 maggio 2010)


Da sinistra a destra il presidente stabile dell'Ue Van Rompuy e il presidente della Commissione Ue Barroso (Ansa)MILANO - Il board del Fondo Monetario internazionale (Fmi) ha approvato un pacchetto di aiuti da 26,4 miliardi di Sdr (special-drawing right), o 30 miliardi di euro. In una nota il board esecutivo del Fondo annuncia che «ha concluso la propria discussione sulla Grecia ed ha approvato uno «stand-by arrangement» di tre anni per un ammontare totale di 26,4 miliardi di special drawing rights (30 miliardi di euro)» si legge nel comunicato diffuso dal Fmi. Dei 30 miliardi di euro approvati in aiuti dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), 5,5 miliardi saranno «immediatamente disponibili». Il Fondo precisa che i 5,5 miliardi dubito a disposizione di Atene «rientrano nel finanziamento congiunto con l'Unione Europea, per un ammontare di 20 miliardi di euro di sostegno finanziario immediato. Nel 2010 il finanziamento del Fmi ammonterà a 10 miliardi di euro, a quali si affiancheranno i 30 miliardi di euro» dell'Unione Europea. Gli aiuti approvati rientrano nel pacchetto più ampio, che dovrebbe raggiungere i 110 miliardi di euro, e che include gli stanziamenti dell'Unione Europea. L'Europa gioca così le sue carte per tentare di mettere in sicurezza la moneta unica e gli Stati che potrebbero essere oggetto di attacchi da parte della speculazione finanziaria lunedì alla riapertura dei mercati. Per il direttore generale del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) «ha dimostrato il proprio impegno a fare quello che può per aiutare la Grecia», che si troverà di fronte a «una strada che sarà difficile» ma il piano dell Grecia «è credibile»: «la sua attuazione ora essenziale».
PARIGI-BERLINO - Ma il raggiungimento di un'intesa nelle ultime ore è diventato più complicato nonostante il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel si siano detti «in accordo completo sulla necessità di una risposta di ampio respiro agli attuali problemi che hanno effetti sui mercati». In realtà anche la Germania crea difficoltà sul fondo «salva euro»: per Berlino il problema sta nelle "garanzie dei prestiti" che non solo la Commissione ma anche i singoli Stati dell’Eurozona dovrebbero fornire ai paesi in difficoltà, secondo il progetto dell’esecutivo Barroso. Il nodo da sciogliere nella riunione dell’Ecofin in corso a Bruxelles è ora il ruolo degli Stati membri nell’affiancare con garanzie finanziarie proprie il meccanismo europeo di stabilizzazazione, lo strumento comunitario che dovrebbe essere creato stasera dai ministri dei Ventisette per difendere l’eurozona dagli attacchi dei mercati. Fonti della Commissione europea riferiscono che da una parte il presidente dell’Esecutivo Comunitario, José Manuel Barroso, nei suoi contatti in corso con i leader dell’Ue, e dall’altra il commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, nella riunione dell’Ecofin, stanno facendo forti pressioni perché rimanga nel dispositivo il doppio aspetto della proposta originaria, con l’intervento comunitario da una parte e quello degli Stati membri dell’altro.

IL MECCANISMO - Secondo le fonti, la proposta presentata dalla Commissione prevede che il meccanismo europeo di stabilizzazione non contenga cifre precise sui limiti all’ammontare dei fondi per prestiti, linee di credito e soprattutto garanzie di prestiti, che l’Esecutivo Ue metterà a disposizione dei paesi dell’eurozona attaccati dai mercati, ma solo un’indicazione di massima riguardo alle risorse comunitarie a disposizione, che saranno quelle dell’intero bilancio Ue (il cui "plafond" annuale è pari all’1,24% del Pil dei Ventisette). A questa parte "comunitaria" andrebbero però aggiunte, secondo la Commissione, le risorse degli Stati membri dell’eurozona, che dovrebbero fornire garanzie per prestiti pressoché illimitati.

I BRITANNICI - Proprio quest’ultimo aspetto sembra incontrare difficoltà e opposizioni nella riunione dell’Ecofin, non tanto da parte dei Britannici, che vogliono solo la sicurezza di non dover essere costretti a parteciparvi, quanto da parte di altri paesi della stessa eurozona, e in particolare dai tedeschi. Il ministro delle Finanze britannico Alistair Darling ha confermato che il Regno Unito non contribuirà al fondo anticrisi: «Credo che sia importante per noi fare tutto il possibile per stabilizzare i mercati, ma voglio essere chiaro: se c’è una proposta di creare un fondo di stabilizzazione per l’euro, deve essere di pertinenza dei Paesi dell’Eurozona», ha dichiarato Darling, intervistato dall’emittente satellitare britannica SkyNews: «Quel che non faremo e non possiamo fare è dare il nostro sostegno all’euro, che è responsabilità dei Paesi membri dell’Eurozona». Secondo fonti vicine a Barroso, invece, è essenziale che quest’aspetto sia mantenuto per "salvaguardare il livello d’ambizione" dell’intero dispositivo, e fare in modo che sia adeguato alla sfida lanciata dai mercati all’eurozona. Mentre l’opposizione britannica sembra facilmente aggirabile con la garanzia che Londra parteciperà solo alla parte comunitaria del dispositivo, e non pagherà in nessun caso più della propria quota nel bilancio Ue (circa 15 miliardi di euro), nel caso dello scenario peggiore (il salvataggio di un paese in ’default’), è chiaro che il meccanismo a doppio binario potrà funzionare solo se la Germania lo accetterà. Ed è per strappare il consenso di Berlino che si stanno esercitadno in queste ore tutte le pressioni di Bruxelles e dei paesi che ne appoggiano la proposta. In precedenza Obama aveva parlato domenica con la cancelliera tedesca Angela Merkel «nel quadro del suo impegno continuo per seguire la situazione economica» in Europa, aveva dichiarato un portavoce della Casa Bianca, Bill Burton. Il presidente aveva «giudicato importante che i membri dell’Unione europea adottassero passi decisi per ridare fiducia ai mercati».

NAPOLITANO - Sulla questione della crisi greca e delle sue conseguenze era intervenuto in precedenza anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Le «difficoltà di oggi e la grave crisi finanziaria e economica, che in queste settimane colpisce duramente l'amico popolo greco, l'incertezza del lavoro e la disoccupazione di lunga durata, la complessità del fenomeno dei flussi migratori, la condizione di rischio delle risorse naturali e energetiche, i sempre più incontrollabili cambiamenti climatici, impongono scelte decisive per il nostro futuro che nessun Paese europeo può illudersi di compiere da solo». Lo afferma in un messaggio diffuso in occasione del 9 maggio, Festa dell'Europa, il presidente della Repubblica. «L’Europa non può esitare: siamo chiamati a promuovere un nuovo e più giusto modello di sviluppo. Una forte volontà politica comune deve emergere - dice Napolitano -. Grande responsabilità spetta ai leader di oggi, affinché si realizzino rapidamente politiche efficaci per fare fronte in primo luogo a una speculazione finanziaria senza regole e slegata dalla realtà. Deve concretizzarsi finalmente l’indispensabile governo dell’economia a livello europeo, che dia ulteriore forza e autorevolezza alla moneta unica e rilanci lo sviluppo, l’occupazione e la qualità del lavoro, contando su un rafforzamento del patto di stabilità e crescita, su più effettive procedure di coordinamento e di sorveglianza delle politiche di bilancio e su migliori meccanismi di valutazione finanziaria».

BERLUSCONI - Intanto il premier Silvio Berlusconi ha proseguito anche domenica i colloqui con i leader europei, in vista delle riunioni sulle misure in difesa dell'euro. In particolare, fa sapere Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha parlato con Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, ed è rimasto in continuo collegamento con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in partenza per l'Ecofin a Bruxelles. Silvio Berlusconi rimarrà in contatto per tutta la giornata con gli altri leader europei.

Redazione online
09 maggio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

solointraday

Forumer storico
letto questo mi appare un po più difficile credere che non si sia reso conto che un appartamento fronte colosseo non può costare 1400 €/mq


SCENE DA BASSO IMPERO: SCAJOLA E IL VOLO AD HOC FIUMICINO-ALBENGA
di Michele Concina
E' vero che non si deve sparare sulle ambulanze, ma la gente deve potersi indignare, sapendo di che pasta sono "questi qui" a cui danno il voto. La tratta Alitalia creata apposta per l'uomo di Berlusconi.

Gli Scajola, vista con corruzione


Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Che fine farà, adesso, il mitico Fiumicino-Albenga, l'unico volo ad personam dell'Occidente sviluppato? L'"Aeroporto internazionale Clemente Panero", di cui nessuno sospettava l'esistenza, balzò di colpo in primo piano nel 2001: quando divenne ministro dell'Interno Antonio Claudio Scajola, Claudio per farla breve, padrone politico della vicina Imperia. Come sempre in questi casi, il neo-potente fu sommerso di omaggi.

Fiori, libri d'arte, stampe d'epoca, soldatini, sciarpe di cachemire. Come distinguersi tra la folla? L'Alitalia pensò di strafare, gli regalò il volo ufficio-casa. Decollo inaugurale il 17 maggio 2002.

Per proteggere il tuo patrimonio, segui INSIDER. Se non sei abbonato, fallo subito: costa solo 0.86 euro al giorno, provalo ora!

Da allora, quel collegamento è stato il barometro delle fortune, politiche e non solo, di Scajola. Fu soppresso all'indomani delle dimissioni dal Viminale per l'affaire Biagi, resuscitato dopo il suo rientro al governo; corredato per di più da quasi un milione di sovvenzioni pubbliche, come i voli per le isole.

Cancellato di nuovo quando vinse le elezioni il centrosinistra, ripristinato dopo il trionfo elettorale del Pdl. Riuscirà ora il Roma-Albenga a sopravvivere all'ennesimo tonfo del First Passenger? I segnali non sono incoraggianti: nel pomeriggio di ieri, nell'aerostazione si aggiravano esattamente due esseri umani, la barista e un addetto alle biglietterie. Il monitor arrivi-partenze, desolatamente vuoto.

Così, percossa, attonita, Imperia si domanda se stavolta si avvia davvero al declino l'immenso potere di Scajola; anzi, degli Scajola. Perché ci sono stati tre Scajola sindaci: prima di Claudio, il padre Ferdinando e il fratello Alessandro; quest'ultimo, come lui, anche deputato.

Perché c'è uno Scajola di terza generazione, il nipote Marco, che è appena stato eletto consigliere regionale con oltre undicimila preferenze, più di chiunque. Perché sono uomini di Claudio Scajola a controllare le maggiori aziende della provincia: nell'ordine l'Asl, il casinò di San Remo, le più importanti amministrazioni locali. Mentre quel che resta dell'industria agro-alimentare è in mano alle vecchie famiglie dell'alta borghesia imperiese: imparentate come gli Isnardi, o alleate come i Carli e i Berio.

Un potere capillare, che ha sempre voluto essere anche visibile, palpabile. Materializzato nella grande, curatissima villa ottocentesca che dalla collina domina - appunto - la città; nei tre uomini di piantone che appena Scajola divenne ministro furono messi a sorvegliare anche l'appartamento dell'anziana madre.

Un potere personalizzato, che cerca e ottiene gesti visibili d'omaggio in piazza Dante, fra gli specchi e i legni antichi del caffè Piccardo. Un potere rimasto intatto e immutato nel passaggio dalla Dc al berlusconismo, efficiente nel far affluire risorse pubbliche alla città e alla provincia. Poco "moderno" e certamente poco settentrionale; in questo, forse, inadeguato, visto che la Liguria è l'unica regione del Nord in cui cinque settimane fa il centrodestra ha perso. Con la storiaccia della casa al Colosseo, un uno-due micidiale.

Riuscirà Scajola a riprendersi, a rialzarsi una volta di più? «Se dipende solo da lui, sì: è un culodipietra, un combattente, uno che non si arrende mai; e la politica ce l'ha nel sangue», prevede Manfredo Manfredi, 82 anni, un dc che era già sottosegretario al Tesoro quando Scajola muoveva i primi passi in politica. «Ma nel suo partito, a Roma, c'è gente a cui ha pestato i piedi, che cercherà di sbarazzarsene definitivamente».

Fulvio Vassallo, ex assessore regionale, uomo di punta a Imperia di un Pd abbonato alla sconfitta, descrive quasi invidioso l'«organizzazione possente», il «fortissimo radicamento sul territorio», il «partito tutt'altro che di plastica» su cui l'ex ministro ha potuto contare finora; e non si azzarda a far pronostici.

A dare più o meno per scontata l'uscita di scena di Scajola è l'unica personalità indipendente emersa in questi anni nel Pdl ligure, Enrico Musso. E' senatore, docente universitario, ma soprattutto è il prossimo candidato del centrodestra come sindaco di Genova.

Dunque non può permettersi un partito che va alla deriva in attesa di vedere che fine fa Scajola. «Il nostro elettore-tipo non ne può più, vedo un livello d'indignazione e insofferenza altissimo. Se vogliamo che la gente torni ad accostarsi alla politica, bisogna cambiare per forza».

Copyright © Il Messaggero. All rights reserved
 

solointraday

Forumer storico
andrà tutto verificato dalla magistratura, ma non ce la faccio davvero più a leggere di possibili corruzione e sprechi in ogni dove e momento


LE CARTE DELL'INCHIESTA
Il cognato, Anemone e l'appalto
per gli Uffizi all'ingegnere-coiffeur
Bondi lo scelse come direttore del restauro

NOTIZIE CORRELATE
Il superteste racconta: portavo il costruttore dal cerimoniere del Papa
Case a prezzi stracciati inchiesta su 15 vendite (6 maggio 2010)
Zampolini ristrutturò l’appartamento del ministro in via del Fagutale a Roma (5 maggio 2010)
Le sorelle che hanno venduto la casa«Ecco le prove di quegli 80 assegni» (4 maggio 2010)
«Portai gli assegni al ministero e li diedi a Scajola per il rogito» (3 maggio 2010)
L'appartamento di Scajola e le falle nella tesi del ministro (3 maggio 2010)
Scajola, le rivelazioni del testimone: «Consegnai buste anche a ministri»
«Soldi in nero con 80 assegniper l’immobile di Scajola» (29 aprile 2010)


Il ministro della Cultura Sandro Bondi (Ap)ROMA - Intrecci di società, consulenze, nomine ministeriali. Le nuove carte dell'inchiesta sugli appalti dei Grandi eventi raccontano la carriera del cognato di Guido Bertolaso, Francesco Piermarini, 52 anni, svelano i suoi rapporti con Diego Anemone. E soprattutto ricostruiscono l'ascesa di Riccardo Miccichè, 36 anni, che con lui ebbe l'incarico di «rappresentante della struttura» al G8 de La Maddalena. Risulta essere ingegnere, ma nel suo curriculum c'è la partecipazione alla società Modu's Atelier «che ha come oggetto l'attività di parrucchiere per uomo, donna e bambino». Eppure, dopo aver seguito i lavori in Sardegna, ha ottenuto un altro incarico prestigioso: il 22 dicembre scorso il ministro ai Beni culturali Sandro Bondi lo ha nominato «direttore dei lavori» per il restauro degli Uffizi con un costo di 29 milioni e mezzo di euro. Non è l'unica «anomalia» denunciata nell'informativa dei carabinieri del Ros. Il fratello di Miccichè è infatti responsabile tecnico dell'impresa Giusylenia «inserita in un contesto criminale finalizzato alla gestione dei lavori pubblici» e collegata in passato a Bernardo Provenzano. La moglie del capo della Protezione civile Gloria Piermarini non è dunque l'unica ad aver beneficiato degli incarichi di Anemone. Gli investigatori stano cercando di ricostruire eventuali altri legami con il costruttore accusato di essere ai vertici della «cricca». E vogliono anche scoprire in base a quali criteri Miccichè abbia ottenuto due nomine di tale prestigio. In precedenza era stato soltanto «unico componente del consiglio di amministrazione della società "Erbe medicinali Sicilia srl", specializzata nella preparazione dei terreni per la coltivazione delle erbe e piante officinali».
La coppia al G8
Scrivono i carabinieri nella relazione consegnata ai magistrati di Firenze: «Riccardo Miccichè, durante l'esecuzione dei lavori alla Maddalena, ha avuto in uso un'utenza intestata all'impresa "Ing. Raffaello Pellegrini srl" con sede in Cagliari, impegnata in lavori di subappalto per conto della Consortile Maddalena riferibile a Diego Anemone. Analogamente Francesco Piermarini ha avuto in uso un'altra utenza intestata all'impresa Pellegrini». Quando si decide di spostare il vertice internazionale Piermarini, durante alcuni colloqui telefonici che vengono intercettati, dice che resterà in Sardegna «fino a luglio e poi si va in Abruzzo». Miccichè approda invece a Firenze. Il 27 novembre 2009 un'ordinanza della presidenza del Consiglio ha inserito il restauro degli Uffizi nel programma per le celebrazioni dell'Unità d'Italia. Fabio De Santis, il provveditore della Toscana tuttora in carcere «raccomanda la sostituzione dei vertici della stazione appaltante con altri elementi di grandissima esperienza». La decisione passa al ministro per i Beni Culturali.

La scelta di Bondi
La sera del 22 dicembre 2009 «Salvo Nastasi, capo di gabinetto del ministro Sandro Bondi, comunica ad Angelo Balducci la distribuzione degli incarichi: Mauro Della Giovampaola "soggetto attuatore", Enrico Bentivoglio "responsabile unico del procedimento", Riccardo Miccichè "direttore dei lavori". Al telefono commenta "Mi sembra una buona squadra"». La sera successiva De Santis parla con Bentivoglio che «comincia col lamentarsi di della Giovampaola e poi parla di Miccichè». Bentivoglio: Tu lo sai chi hanno nominato direttore dei lavori? Il siciliano De Santis: Miccichè? Non ci posso credere! Bentivoglio: Sì... «di comprovata esperienza e professionalità»... lui, è lui De Santis: quando lo vedo gli dico: siamo proprio dei cazzari guarda, siete proprio dei cazzari... andate in giro a rompere il c... Bentivoglio: Ma ti rendi conto? Quando siamo andati che ci stava pure Bondi... abbiamo fatto la riunione l'altro giorno... siamo tornati in treno... c'era pure Salvo (Nastasi, ndr) allora stavamo un attimo da soli e ho fatto "Salvo ma siamo sicuri di coso, qua del siciliano?" "Sì, non ti preoccupare... poi io c'ho un fatto personale che tu non c'hai". Dico: "Tutto il rispetto perché è una persona in gambissima, ma a gestire un lavoro del genere... De Santis: È un bordello aho! I carabinieri che ascoltano le telefonate dispongono nuove verifiche. E nella relazione evidenziano: «Effettivamente Miccichè non appare essere munito di una particolare esperienza per condurre la direzione dei lavori agli Uffizi». Non solo.

Il pizzino di Provenzano
Già nel marzo scorso sono emersi possibili collegamenti con Cosa nostra. «Il dato che si ritiene meritevole di approfondimento investigativo — sottolinea il Ros — è costituito dal fatto che il fratello Fabrizio ricopre la carica di responsabile tecnico della Giusylena operante nel settore degli appalti pubblici il cui amministratore e socio di maggioranza è Antonio De Francisci». Non solo: «In occasione dell'arresto di Giovanni Brusca, avvenuto in provincia di Agrigento nel 2006, gli fu sequestrato un appunto dattiloscritto che lo stesso ha riferito essergli pervenuto da Bernardo Provenzano, all'epoca latitante e riguardante "Lavoro De Francisci". Brusca ha chiarito a verbale: "Mi riferisco a quello che ha fatto lavori nel paese di Corleone. Questo qua ha uscito la tangente e io per come sono stati, glieli ho fatti avere a Bagarella». Adesso bisognerà comprendere chi è perché, nonostante questi rapporti, Miccichè sia stato scelto prima per il G8 e poi per gli Uffizi».

Le società di Piermarini
Gli accertamenti si incrociano con quelli che riguardano Piermarini. Dopo la scoperta della consulenza affidata da Anemone alla moglie di Bertolaso si stanno verificando gli incarichi ottenuti dalle sue società. Dopo aver avviato la messa in liquidazione la "Ecorescue International srl", nata nel 2005 «per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti e oggi», l'ingegnere «risulta socio al 94 per cento e amministratore unico della società Flumen Urbis con sede in Roma, costituita nel 2005 con un capitale sociale di 10.000,00 euro e avente come oggetto sociale, oltre la compravendita di beni immobili, anche l'esercizio di attività turistiche, alberghiere, di ristorazione, ricreative, culturali ed i servizi connessi a quanto sopra oltre che di tutti i servizi destinati alla organizzazione e realizzazione di convegni, congressi, conferenze, esposizioni mostre nonché quelli per l'organizzazione e la gestione di manifestazioni culturali anche per conto terzi ed anche ricercando e fornendo sponsorizzazioni. La rimanente quota di partecipazione del 6 per cento del capitale sociale è detenuta dalla Lethis srl».

Fiorenza Sarzanini
09 maggio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

solointraday

Forumer storico
da corriere della sera

Misure anti-crisi, ora Berlino
propone piano da 500 mld
adesso si che vengono fuori numeri più vicini alla realtà

ma per noi, se per gli 80 del precedente piano per la grecia la partecipazione prevista era di quasi 15 miliardi, significa che dovremmo stanziare fondi per la comunità europea pari a € 93,75 miliardi o sbaglio?????????????

ma mi facciano il piacere
 

solointraday

Forumer storico
mi correggo

non saranno tutti a carico dell'europa, interverrà il fmi
ma i soldi al fmi se non ricordo male li da per la maggior parte il governo usa
ma il governo usa sta sicuramente dietro la speculazione contro l'euro, perchè se avessero voluto fermare tale speculazione avrebbero fatto come tante altre volte, richiamando all'ordine hedge e banche d'affari
o ci prendono ancora di più per il culo, o ci hanno già comprati

che pupazzi

Misure anti-crisi, ora Berlino
propone piano da 500 mld
E Londra non vuole partecipare al sostegno economico al fondo. Via libera dell'Fmi ad aiuti per 30 mld alla Grecia

NOTIZIE CORRELATE
Crisi euro, Obama: «Sono preoccupato, ma stabilizzare l'Ue è un'ottima cosa» (8 maggio 2010)
Allo studio il «meccanismo di sostegno» (7 maggio 2010)


Da sinistra a destra il presidente stabile dell'Ue Van Rompuy e il presidente della Commissione Ue Barroso (Ansa)MILANO - La Germania ha proposto un piano di aiuti finanziari per i paesi della zona euro in difficoltà pari ad una cifra di 500 miliardi di euro, con la partecipazione del Fondo monetario internazionale. Lo si apprende a margine della riunione dell'Ecofin.
 

impa_ro

SONO qui PER imparare
Da sinistra a destra il presidente stabile dell'Ue Van Rompuy e il presidente della Commissione Ue Barroso (Ansa)MILANO - La Germania ha proposto un piano di aiuti finanziari per i paesi della zona euro in difficoltà pari ad una cifra di 500 miliardi di euro, con la partecipazione del Fondo monetario internazionale. Lo si apprende a margine della riunione dell'Ecofin.
Ciao Intra, avrei un quesito strettamente di procedura tecnica...posso?
A che ora si può cominciare ad immettere un ordine in asta premarket?
domani posso operare dalle 7.30 alle 8.00 ... poi dalle 10 alle 11 ma a quel punto il toro è già scappato...
vorrei piazzare gli xbr che non ho potuto vendere ven e poi comprare levmib...
grazie
 

solointraday

Forumer storico
GUARDATE QUESTO GRAFICO

è un weekly ftsemib
i tre indicatori sotto sono un macd, un cci/sma, un stoc/rsi
in blu la solita neck line dello H&S, in magenta 4 linee verticali tracciate negli unici momenti in cui tutti e tre gli indicatori davano un segnale coerente ovvero indicavano tutti o long o short ( 4a marzo 2009 long , 1a febbraio 2010 short, 4a marzo 2010 long, 4a aprile 2010 short).
certo mica è vietato che risegnalino di nuovo il long ma c'è qualche altro particolare da notare: innanzi tutto la distanza degli indicatori dalla possibile inversione è molto più ampia che non nel sell di febbraio e del long di marzo 2010, ma soprattutto la media mobile rossa è la prima volta che incrocia la verde dall'alto verso il basso. l'unico incrocio precedente è dal basso verso l'alto e risale a fine luglio 2009.
grafico weekly, oscillatori e medie sono tutte contemporaneamente short. le ultime sono state le medie mobili, in ritardo di una settimana rispetto agli altri indicatori.
è una previsione borsologica certo, ma per negare tutta questa roba ci vuole un bel po di forza. e tanti tanti tanti volumi


1273438635ftsemib.gif
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Alto