IL CAPO DELLO STATO: «SI REALIZZINO POLITICHE PER FARE FRONTE A SPECULAZIONE FINANZIARIA»
Misure salva-Stati, Londra si sfila
«Non sottoscriveremo il fondo di sostegno». Cominciata la riunione della Commissione Ue, poi tocca all'Ecofin
Da sinistra a destra il presidente stabile dell'Ue Van Rompuy e il presidente della Commissione Ue Barroso (Ansa)MILANO - L'Europa gioca le sue carte per tentare di mettere in sicurezza la moneta unica e gli Stati che potrebbero essere oggetto di attacchi da parte della speculazione finanziaria. La Gran Bretagma però (che non appartiene all'area euro) rifiuta di sottoscrivere il fondo europeo da 60-70 miliardi di euro a sostegno dalla valuta unica, lo si apprende da fonti diplomatiche. «Non parteciperemo al fondo di salvataggio europeo», ha spiegato un diplomatico britannico a patto di restare anonimo. La posizione della Gran Bretagna - che, come detto, non fa parte della zona dell'euro - anche se confermata non dovrebbe ostacolare il meccanismo di prestiti garantiti. Per la decisione non è richiesta infatti l'unanimità, ma solo la maggioranza qualificata. A quanto si è appreso, al vertice dell'Eurogruppo di venerdì scorso, il presidente francese Nicolas Sarkozy ed altri leader hanno sottolineato la necessità di andare avanti comunque, anche senza avere il sì di tutti e 27 gli Stati membri.
DOPPIO VERTICE- La mossa di Londra arriva nel corso del primo dei due vertici previsto per oggi (uno della Commissione europea, uno dell'Ecofin) per varare le misure in grado di mettere in sicurezza l'euro e gli Stati dell'Eurozona che sono sottoposti all'attacco della speculazione finanziaria. La proposta sarà discussa a in una riunione straordinaria della Commissione Ue già cominciata e poi sarà presentata alle 15 ai ministri delle finanze della Ue, ai quali spetta la parola conclusiva. «Prima si riunirà tutto il collegio, poi il commissario Olli Rehn (responsabile degli affari monetari ed economici) si recherà direttamente al Consiglio per illustrare la proposta ai ministri«, riferisce il portavoce Amadeu Altafaj. «Il lavoro di preparazione è andato avanti per tutta la notte e prosegue anche ora: sarà ultimato nella riunione del collegio. È una situazione eccezionale, perchè i leader hanno deciso un'accelerazione di tempi per il meccanismo».
LE PRIME INDISCREZIONI - Cominciano intanto a trapelare le prime indiscrezioni sui provvedimenti che saranno sul tavolo dell'Ecofin. Innanzitutto si pensa di realizzare un fondo cosiddetto salva-Stati, per evitare altri rischi di default dopo quello della Grecia, che dovrebbe funzionare come «un piccolo Fmi in versione europea o una piccola banca». Il meccanismo - che dovrebbe essere in grado di movimentare tra i 60 e i 70 miliardi di euro - dovrebbe prevedere, così come avviene per i prestiti a favore delle bilance dei pagamenti dei paesi che non fanno parte dell'euro, la raccolta di fondi sui mercati da parte della Commissione Ue a sostegno degli Stati in difficoltà. L'emissione di titoli sul mercato sarebbe garantita dagli Stati membri in modo «esplicito». Il sostegno della Banca centrale europea sarebbe «implicito». L'Istituto di Francoforte, con decisione autonoma, sarebbe pronto ad agire acquistando titoli pubblici degli Stati con problemi di finanziamento sul mercato.
NAPOLITANO - Sulla questione della crisi greca e delle sue conseguenze era intervenuto in precedenza anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Le «difficoltà di oggi e la grave crisi finanziaria e economica, che in queste settimane colpisce duramente l'amico popolo greco, l'incertezza del lavoro e la disoccupazione di lunga durata, la complessità del fenomeno dei flussi migratori, la condizione di rischio delle risorse naturali e energetiche, i sempre più incontrollabili cambiamenti climatici, impongono scelte decisive per il nostro futuro che nessun Paese europeo può illudersi di compiere da solo». Lo afferma in un messaggio diffuso in occasione del 9 maggio, Festa dell'Europa, il presidente della Repubblica. «L’Europa non può esitare: siamo chiamati a promuovere un nuovo e più giusto modello di sviluppo. Una forte volontà politica comune deve emergere - dice Napolitano -. Grande responsabilità spetta ai leader di oggi, affinché si realizzino rapidamente politiche efficaci per fare fronte in primo luogo a una speculazione finanziaria senza regole e slegata dalla realtà. Deve concretizzarsi finalmente l’indispensabile governo dell’economia a livello europeo, che dia ulteriore forza e autorevolezza alla moneta unica e rilanci lo sviluppo, l’occupazione e la qualità del lavoro, contando su un rafforzamento del patto di stabilità e crescita, su più effettive procedure di coordinamento e di sorveglianza delle politiche di bilancio e su migliori meccanismi di valutazione finanziaria».
BERLUSCONI - Intanto il premier Silvio Berlusconi ha proseguito anche oggi i colloqui con i leader europei, in vista delle riunioni sulle misure in difesa dell'euro. In particolare, fa sapere Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha parlato con Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, ed è rimasto in continuo collegamento con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in partenza per l'Ecofin a Bruxelles. Silvio Berlusconi rimarrà in contatto per tutta la giornata con gli altri leader europei.
Redazione online
09 maggio 2010
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