PER L'EUROTOWER «LA CRISI FINANZIARIA POTREBBE FRENARE LA CRESCITA»
L'allarme della Bce ai governi: agire subito sui conti o fiducia dei mercati a rischio
«Il risanamento dovrà superare in misura considerevole l'aggiustamento strutturale dello 0,5% del Pil»
Il governatore della Bce Jean-Claude Trichet (Afp)MILANO - I governi di Eurolandia devono «intraprendere un'azione incisiva per conseguire il risanamento durevole e credibile delle finanze pubbliche». L'esortazione arriva dalla Banca centrale europea, che nel suo bollettino di maggio afferma che «più si aspetterà a correggere gli squilibri, maggiore risulterà l'aggiustamento necessario e più elevato sarà il rischio di subire un danno in termini di reputazione e fiducia». «Il risanamento dei conti pubblici dovrà superare in misura considerevole l'aggiustamento strutturale dello 0,5 per cento del Pil su base annua stabilito come requisito minimo nel Patto di stabilità e crescita", si legge ancora nel Bollettino di maggio. Per quanto riguarda l'Italia il governo, nella Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica (Ruef) pubblicata la scorsa settimana, ha indicato un calo del deficit strutturale (al netto del ciclo e delle misure una tantum) al 3,3% quest'anno, al 2,5% nel 2011 e al 2% nel 2012.
CRISI - «La crisi finanziaria potrebbe frenare la crescita» afferma ancora la Banca centrale europea, spiegando che sulla ripresa di Eurolandia, tuttora in corso sia pure ad un ritmo «moderato», peseranno «il processo di risanamento dei bilanci» in vari settori, la bassa utilizzazione della capacità produttiva e il mercato del lavoro debole. La Bce teme inoltre nuove tensioni sui mercati finanziari. «In termini di rischi al ribasso - sottolinea l'Eurotower - persistono timori concernenti rinnovate tensioni in alcuni segmenti dei mercati finanziari». Inoltre, secondo l'istituto di Francoforte, «potrebbero influire verso il basso anche interazioni negative più intense o prolungate del previsto fra l'economia reale e il settore finanziario, nuovi rincari del petrolio e di altre materie prime, maggiori spinte protezionistiche e la possibilità di una correzione disordinata degli squilibri internazionali».
DISOCCUPAZIONE - «Ulteriori aumenti della disoccupazione nell'area euro sono possibili nei prossimi mesi, seppure a un ritmo minore rispetto a quello osservato nel 2009» sottolinea ancora la Banca centrale europea, che nota come il tasso di disoccupazione medio dei Sedici sia salito al 10% nel primo trimestre, al massimi dall'agosto 1998.
Redazione online
13 maggio 2010
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