noi qui parliamo di borsa e cicli, ma questi sono i problemi seri. speriamo che almeno interrompano mentre siamo in ferie e non ci facciano sorprese nel durante
ALTA TENSIONE IN MEDIO ORIENTE
Scontri al confine tra Libano e Israele
Morti e feriti. «Italiani non coinvolti»
Deceduti tre soldati e un giornalista libanesi. Al Manar: «Morto anche un ufficiale israeliano»
Soldati dell'Onu nell'area degli scontri (Reuters)BEIRUT - Sono le prime vittime militari dalla guerra tra Israele ed Hezbollah del 2006. Tre soldati libanesi sono morti negli scontri a fuoco tra l'esercito del Paese dei Cedri e quello israeliano nella zona di Adaisse. Tra le vittime ci sono anche un giornalista libanese e - secondo quanto riferisce la tv degli Hezbollah, al-Manar - un ufficiale israeliano (quest'ultima notizia non è stata però confermata da altre fonti). Tutto sarebbe cominciato quando alcuni militari israeliani hanno sconfinato, secondo le forze di sicurezza libanesi, per abbattere uno o più alberi. È ancora da verificare la notizia, smentita dalla polizia israeliana, di due razzi lanciati dal Libano sul nord di Israele. In ogni caso, i soldati israeliani hanno lanciato quattro razzi contro una postazione di soldati libanesi, colpendo però il vicino villaggio di Adaisse. Caccia ed elicotteri hanno poi bombardato anche alcune postazioni dell'esercito libanese nei pressi della cittadina di Taybe, nel settore orientale della Linea Blu di separazione tra i due Paesi. Dopo alcune ore, nella zona è tornata la calma.
IL REPORTER - Il giornalista libanese morto è Assaf Abu Rahhal, del quotidiano al Akhbar, vicino alle posizioni del movimento sciita libanese Hezbollah. Il reporter era stato ricoverato nel vicino ospedale di Marjuyun, ma è deceduto in seguito alle ferite riportate dopo - sembra - essere stato colpito da schegge di un proiettile di mortaio.
LIBANO - Il governo libanese invoca «l'intervento immediato della comunità internazionale» per «fermare la flagrante violazione israeliana» della risoluzione Onu n.1701 con cui si erano interrotte le ostilità nel 2006 tra Israele e il movimento sciita libanese Hezbollah. Lo ha affermato Ghazi Aridi, ministro dei lavori pubblici libanesi. Interpellato dalla tv panaraba al Jazeera, Aridi ha affermato che «la comunità internazionale deve assumersi ora le sue responsabilità e intervenire immediatamente per fermare la violazione israeliana». «Siamo di fronte a un vero e proprio atto di terrorismo», ha tuonato Aridi, assicurando che «il Libano, la sua gente, il suo governo e il suo esercito, sono uniti nel far fronte all'aggressione israeliana».
ISRAELE - Israele, dal canto suo, ritiene invece il governo libanese «responsabile del serio incidente e minaccia ripercussioni se queste violazioni continueranno». In un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri, si parla dell'«attacco alle forze IDF che agiscono in coordinamento con l'Unifil lungo la regione di confine» come «una violazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza» delle Nazioni Unite. Si tratta, ritiene Israele, di «una di una lunga serie di violazioni, prima delle quali è il massiccio rifornimento di armi a Hezbollah nel sud del Libano».
Un soldato delle Nazioni Unite mostra la bandiera dell'Unifil ai militari israeliani (Reuters)I RAZZI - Secondo l'emittente Lbc, i veivoli israeliani avrebbero aperto il fuoco contro postazioni dell'esercito libanese lungo la strada tra Adaisse e Kfar Kila, che costeggia poche decine di metri a nord il percorso militare israeliano lungo il confine provvisorio. Secondo fonti locali, le milizie libanesi avrebbero attaccato le truppe israeliane impegnate a rimuovere un albero nella zona di frontiera. In un punto che, nonostante le difficoltà di delimitazione - scrive il Jerusalem Post - è da considerarsi territorio israeliano. Le tensioni, scrive la pagina web della libanese Naharnet, si sarebbero prodotte nonostante l'intervento di mediazione Unifil.
GLI ITALIANI - I militari italiani della missione Unifil non risultano coinvolti negli scontri. Lo sottolineano fonti della Difesa, le quali spiegano che la località interessata non si trova nel settore della missione Onu a comando italiano. «Non c'è stata data alcuna allerta - riferisce il tenente Nicola Calamita dalla base militare di Shama - e gli italiani impegnati nella missione nel Libano del Sud continuano le normali attività di pattugliamento e controllo nel Sector West». «Vogliamo prima vederci chiaro. Attendiamo comunque delucidazioni dal comando Unifil - spiega il tenente. - Il generale di brigata Santi Bonfanti è in costante contatto sia con le autorità militari libanesi sia con quelle israeliane e la priorità in questo momento è riportare la calma nell'area a nord della Linea Blu di separazione tra i due Paesi».
ALLA CAMERA - Il deputato del Pd Piero Fassino, in aula alla Camera, durante le votazioni sul decreto energia ha chiesto al ministro degli Esteri, Franco Frattini, di riferire: «Chiedo che ci sia tra una informativa». I militari italiani schierati in Libano, compresa la componente navale che pattuglia le coste, sono attualmente circa 1.900.
Redazione online
03 agosto 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA