bufalobix
Nuovo forumer
Spread (+35 pb 357) e Borsa (FtseMib -3,6%) reagiscono molto male all'annuncio delle imminenti dimissioni di Mario Monti e del ritorno in campo di Silvio Berlusconi.
Probabilmente per qualche seduta prevarrà l'emotività per il timore del ritorno in auge di politiche anti-europee e soprattutto non improntate al rigore, ma a mente lucida possiamo affermare che:
1) l'Italia, come altri Paesi della periferia della zona euro, ha ben poche alternative se non quella di proseguire sulla strada del rigore. Già la reazione dei mercati di oggi è un'allerta pesante a qualsiasi deriva.
2) l'uscita di Monti (magari ce la immaginavamo meno traumatica) era già nelle carte e non fa che anticipare i tempi soltanto di un paio di mesi e forse non è un male visto l'impasse del governo tecnico delle ultime settimane.
3) la mancata approvazione della nuova legge elettorale avvantaggia chi in questo momento guida le proiezioni e non è certo la compagine antieuropea.
4) Silvio Berlusconi, da fine politico qual è sempre stato, cavalca l'unico elettore che in questo momento può portargli voti (più trasversale di quel che pensiamo) ovvero chi è contro i sacrifici chiesti dall'Europa. Certi proclami vanno quindi calati nel corretto contesto propagandistico.
5) l'Italia di oggi e soprattutto l'Europa di oggi non è lontanamente paragonabile a quella di un anno fa quando scoppiò l'emergenza.
In sintesi, possiamo considerare la caduta dei prezzi dei titoli di Stato italiani come una opportunità d'acquisto, magari non di trading stretto, e ci potremmo spingere nell'individuare in area 360 dello spread e nell'intorno del 5% di rendimento come soglie interessanti per gli acquisti.
Il discorso vale a cascata anche per le scadenze intermedie. Molto interessante per esempio la scadenza a 2 anni dove lo spread balza di 45 punti base a quota 245.
Dubitiamo infatti che si torni ai livelli di emergenza di un anno fa, se non altro perchè un Super Mario di scorta (Draghi) ce l'abbiamo a Francoforte.
Allargando lo sguardo al di fuori dell'Italia, vediamo che l'euro rimane piuttosto stabile contro dollaro (1,291) e franco svizzero (1,206).
Lo spread contro la Spagna, altra malata della periferia, è stabile a 80 punti base, nel range condiviso dal maggio scorso (tra 50 e 100 punti base).
Una parola di riguardo sulla Grecia. In splendida solitudine lo spread decennale oggi scende di 35 punti base a 1.220 sui minimi da agosto 2011 grazie all'esito positivo dell'operazione di buy back che consentirà di diminuire il debito nominale di circa 20 miliardi di euro.
Mercoledì ci sarà il primo test del mercato con l'asta di Bot annuali da 6,5 miliardi di euro.
websim
Probabilmente per qualche seduta prevarrà l'emotività per il timore del ritorno in auge di politiche anti-europee e soprattutto non improntate al rigore, ma a mente lucida possiamo affermare che:
1) l'Italia, come altri Paesi della periferia della zona euro, ha ben poche alternative se non quella di proseguire sulla strada del rigore. Già la reazione dei mercati di oggi è un'allerta pesante a qualsiasi deriva.
2) l'uscita di Monti (magari ce la immaginavamo meno traumatica) era già nelle carte e non fa che anticipare i tempi soltanto di un paio di mesi e forse non è un male visto l'impasse del governo tecnico delle ultime settimane.
3) la mancata approvazione della nuova legge elettorale avvantaggia chi in questo momento guida le proiezioni e non è certo la compagine antieuropea.
4) Silvio Berlusconi, da fine politico qual è sempre stato, cavalca l'unico elettore che in questo momento può portargli voti (più trasversale di quel che pensiamo) ovvero chi è contro i sacrifici chiesti dall'Europa. Certi proclami vanno quindi calati nel corretto contesto propagandistico.
5) l'Italia di oggi e soprattutto l'Europa di oggi non è lontanamente paragonabile a quella di un anno fa quando scoppiò l'emergenza.
In sintesi, possiamo considerare la caduta dei prezzi dei titoli di Stato italiani come una opportunità d'acquisto, magari non di trading stretto, e ci potremmo spingere nell'individuare in area 360 dello spread e nell'intorno del 5% di rendimento come soglie interessanti per gli acquisti.
Il discorso vale a cascata anche per le scadenze intermedie. Molto interessante per esempio la scadenza a 2 anni dove lo spread balza di 45 punti base a quota 245.
Dubitiamo infatti che si torni ai livelli di emergenza di un anno fa, se non altro perchè un Super Mario di scorta (Draghi) ce l'abbiamo a Francoforte.
Allargando lo sguardo al di fuori dell'Italia, vediamo che l'euro rimane piuttosto stabile contro dollaro (1,291) e franco svizzero (1,206).
Lo spread contro la Spagna, altra malata della periferia, è stabile a 80 punti base, nel range condiviso dal maggio scorso (tra 50 e 100 punti base).
Una parola di riguardo sulla Grecia. In splendida solitudine lo spread decennale oggi scende di 35 punti base a 1.220 sui minimi da agosto 2011 grazie all'esito positivo dell'operazione di buy back che consentirà di diminuire il debito nominale di circa 20 miliardi di euro.
Mercoledì ci sarà il primo test del mercato con l'asta di Bot annuali da 6,5 miliardi di euro.
websim