Son seduto sulla riva del fiume ad aspettare il fallimento del Fatto

Let's go back to bomb, torniamo a bomba.

Contrariamente a quanto anticipato, oggi vi delizierò con qualche breve cenno sulle frodi relative alle imposte differite attive.

Concentriamoci sull'IRES (Imposta sul Reddito delle Società, che ha un'aliquota del 24%), facciamo finta che esista solo quella imposta sul reddito... e che le regole fiscali coincidano con quelle contabili, per semplicità. E tralasciamo gli acconti di imposta, sempre per semplicità.

Se una società chiude l'anno X con utile lordo di 1.000.000 calcolerà un debito verso erario di 240.000 euro (il 24% di 1 milione).
Quindi registrerà un costo a Conto Economico, IRES "corrente", e un debito nello Stato Patrimoniale.
L'utile lordo è di 1 milione, l'utile netto sarà di 760.000 euro.
L'anno successivo - se non ricordo male la scadenza è luglio - la società verserà tale importo all'erario.




Se una società chiude l'esercizio X con una perdita di 1 milione, non può calcolare imposte negative e chiedere allo Stato 240mila euro. Lo Stato è un azionista occulto con una sorta di "patto leonino": partecipa agli utili, ma non alle perdite.
Quindi la perdita "netta", in questo caso, sarebbe pari alla perdita "lorda".

Però lo Stato, bontà sua, dice alla Società: "Se nei prossimi anni realizzi degli utili, prima di calcolare le tasse potrai scomputare le perdite registrate nell'anno X". In pratica, se la società registrerà 1.500.000 euro di utili nell'anno X+1, verserà le tasse su (1.500.000-1.000.000)=500.000 (*).
Quindi la perdita dell'anno X ha comportato un beneficio fiscale, che viene realizzato l'anno successivo. O anche due o tre anni dopo.


Alla luce del fatto che una perdita può comportare dei futuri risparmi fiscali, una società normale ragiona così: "Ho perso 1 milione lordo per una serie di fatti occasionali non ripetibili; l'anno prossimo guadagnerò 1 milione e non ci pagherò le tasse, quindi è corretto collegare contabilmente i costi per imposte ai momenti in cui sono stati realizzati gli utili imponibili.
Altrimenti la società dichiarerebbe 1 milione di perdita lorda=netta nell'esercizio X e 1 milione di utile lordo=netto nell'esercizio X+1.

Quindi, cosa fa una società normale?
Nel bilancio dell'anno X migliora il proprio risultato iscrivendo nell'attivo di Stato Patrimoniale il beneficio fiscale che arriverà nell'anno X+1: registra in Dare 240.000 euro nel conto "Crediti per Imposte Anticipate". O "Imposte differite attive". La corrispondente voce di ricavo sono delle strane Imposte con segno negativo, ovvero Ricavi per Imposte differite attive (o anticipate).

Nell'anno X+1 la società si accorge che il beneficio fiscale è stato "consumato" nell'anno (e infatti non pagherà tasse sul milione di euro di utile lordo dell'anno X+1), quindi deve stralciare dallo Stato Patrimoniale il credito per imposte differite attive. La contropartita è un costo di conto economico, ovvero delle imposte anticipate.

In pratica, l'esercizio X chiude con una perdita di 760.000 e l'esercizio X+1 chiude con un utile di 760.000. Ovviamente non è cambiato nulla nel complesso, ma la rappresentazione contabile è migliore perché le imposte hanno inciso sul risultato di esercizio quando questo è stato registrato.



Ma veniamo ai nostri creativi amici editoriali.
Nelle scorse puntate si è visto che SEIF ha un patrimonio contabile al 31.12.2022 di 7,1 milioni di euro dopo aver registrato una plusvalenza (basata su un foglio excel firmato dagli Amministratori) di 6,3 milioni.
Senza registrare quella plusvalenza, il patrimonio sarebbe sceso a 0,8 milioni.
Se, anziché creare quella bizzarria societario/contabile, SEIF avesse svalutato l'investimento in Loft, la svalutazione sarebbe stata di 6,4 milioni.
Il patrimonio sarebbe passato dagli 0,8 "normali" a -5,6 milioni.
Patrimonio netto negativo = fallimento.

Ma il buco potrebbe essere (è) più grande.


In realtà, infatti, le attività iscritte nel bilancio SEIF ma che non valgono nulla non sono solo quelle relative a Loft.

Leggendo la Nota Integrativa, si osserva che SEIF ha realizzato negli anni scorsi oltre 7 milioni di perdite, sulle quali (e su altro) ha registrato crediti per imposte anticipate per 1,9 milioni.

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Ma, come ormai sanno anche i più sprovveduti tra i miei lettori sanno, per registrare in bilancio il valore di un beneficio fiscale futuro quale le Imposte Anticipate, bisogna che il risparmio fiscale futuro ci sia, con "ragionevole certezza".

E ricordo che nel 2022 SEIF ha registrato un utile lordo di 1,2 milioni tenendo conto di una posta straordinaria di oltre 6 milioni. Vuol dire che, a velocità di crociera, SEIF avrebbe realizzato una perdita lorda di oltre 5 milioni.

Quindi: se uno crede ai fogli excel che giustificano valori di immobilizzazioni immateriali per una dozzina di milioni di euro, coerentemente deve credere anche alle singole righe di tali fogli, ovvero al fatto che Loft realizzerà milioni e milioni di utili futuri, i quali non sconteranno le tasse grazie alle perdite pregresse, fino a una concorrenza di oltre 7 milioni di euro. E quindi, il beneficio fiscale ci sarà.

Ma se uno dubita di tali fogli excel, coerentemente deve annunciare che una visione prudenziale dei dati di SEIF porta ad un patrimonio netto negativo non di 5,6 milioni: vanno azzerate anche le Imposte Differite Attive (lasciatemi scrivere DTA) e quindi il buco è di 7,5 milioni.



Purtroppo io non sono un giurista e non conosco i sottili confini tra "falso in bilancio" e "bancarotta fraudolenta".

O magari ho sbagliato tutto, e anche tra di voi ci sono frotte di individui pronti a pagare per il paywall del FQP, ad acquistare pagine e pagine di inserzioni pubblicitarie, a iscriversi alla scuola di propaganda formazione del Fatto, e le mie valutazioni sono inquinate da un pessimismo di fondo che non ha ragione di esistere.

Credo che lo vedremo nei prossimi mesi.


(*) edit: aggiungo che anche questa è una piccola semplificazione, che comunque non distorce il ragionamento
 
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Let's go back to bomb, torniamo a bomba.

Contrariamente a quanto anticipato, oggi vi delizierò con qualche breve cenno sulle frodi relative alle imposte differite attive.

Concentriamoci sull'IRES (Imposta sul Reddito delle Società, che ha un'aliquota del 24%), facciamo finta che esista solo quella imposta sul reddito... e che le regole fiscali coincidano con quelle contabili, per semplicità. E tralasciamo gli acconti di imposta, sempre per semplicità.

Se una società chiude l'anno X con utile lordo di 1.000.000 calcolerà un debito verso erario di 240.000 euro (il 24% di 1 milione).
Quindi registrerà un costo a Conto Economico, IRES "corrente", e un debito nello Stato Patrimoniale.
L'utile lordo è di 1 milione, l'utile netto sarà di 760.000 euro.
L'anno successivo - se non ricordo male la scadenza è luglio - la società verserà tale importo all'erario.




Se una società chiude l'esercizio X con una perdita di 1 milione, non può calcolare imposte negative e chiedere allo Stato 240mila euro. Lo Stato è un azionista occulto con una sorta di "patto leonino": partecipa agli utili, ma non alle perdite.
Quindi la perdita "netta", in questo caso, sarebbe pari alla perdita "lorda".

Però lo Stato, bontà sua, dice alla Società: "Se nei prossimi anni realizzi degli utili, prima di calcolare le tasse potrai scomputare le perdite registrate nell'anno X". In pratica, se la società registrerà 1.500.000 euro di utili nell'anno X+1, verserà le tasse su (1.500.000-1.000.000)=500.000 (*).
Quindi la perdita dell'anno X ha comportato un beneficio fiscale, che viene realizzato l'anno successivo. O anche due o tre anni dopo.


Alla luce del fatto che una perdita può comportare dei futuri risparmi fiscali, una società normale ragiona così: "Ho perso 1 milione lordo per una serie di fatti occasionali non ripetibili; l'anno prossimo guadagnerò 1 milione e non ci pagherò le tasse, quindi è corretto collegare contabilmente i costi per imposte ai momenti in cui sono stati realizzati gli utili imponibili.
Altrimenti la società dichiarerebbe 1 milione di perdita lorda=netta nell'esercizio X e 1 milione di utile lordo=netto nell'esercizio X+1.

Quindi, cosa fa una società normale?
Nel bilancio dell'anno X migliora il proprio risultato iscrivendo nell'attivo di Stato Patrimoniale il beneficio fiscale che arriverà nell'anno X+1: registra in Dare 240.000 euro nel conto "Crediti per Imposte Anticipate". O "Imposte differite attive". La corrispondente voce di ricavo sono delle strane Imposte con segno negativo, ovvero Ricavi per Imposte differite attive (o anticipate).

Nell'anno X+1 la società si accorge che il beneficio fiscale è stato "consumato" nell'anno (e infatti non pagherà tasse sul milione di euro di utile lordo dell'anno X+1), quindi deve stralciare dallo Stato Patrimoniale il credito per imposte differite attive. La contropartita è un costo di conto economico, ovvero delle imposte anticipate.

In pratica, l'esercizio X chiude con una perdita di 760.000 e l'esercizio X+1 chiude con un utile di 760.000. Ovviamente non è cambiato nulla nel complesso, ma la rappresentazione contabile è migliore perché le imposte hanno inciso sul risultato di esercizio quando questo è stato registrato.



Ma veniamo ai nostri creativi amici editoriali.
Nelle scorse puntate si è visto che SEIF ha un patrimonio contabile al 31.12.2022 di 7,1 milioni di euro dopo aver registrato una plusvalenza (basata su un foglio excel firmato dagli Amministratori) di 6,3 milioni.
Senza registrare quella plusvalenza, il patrimonio sarebbe sceso a 0,8 milioni.
Se, anziché creare quella bizzarria societario/contabile, SEIF avesse svalutato l'investimento in Loft, la svalutazione sarebbe stata di 6,4 milioni.
Il patrimonio sarebbe passato dagli 0,8 "normali" a -5,6 milioni.
Patrimonio netto negativo = fallimento.

Ma il buco potrebbe essere (è) più grande.


In realtà, infatti, le attività iscritte nel bilancio SEIF ma che non valgono nulla non sono solo quelle relative a Loft.

Leggendo la Nota Integrativa, si osserva che SEIF ha realizzato negli anni scorsi oltre 7 milioni di perdite, sulle quali (e su altro) ha registrato crediti per imposte anticipate per 1,9 milioni.

Vedi l'allegato 708339

Ma, come ormai sanno anche i più sprovveduti tra i miei lettori sanno, per registrare in bilancio il valore di un beneficio fiscale futuro quale le Imposte Anticipate, bisogna che il risparmio fiscale futuro ci sia, con "ragionevole certezza".

E ricordo che nel 2022 SEIF ha registrato un utile lordo di 1,2 milioni tenendo conto di una posta straordinaria di oltre 6 milioni. Vuol dire che, a velocità di crociera, SEIF avrebbe realizzato una perdita lorda di oltre 5 milioni.

Quindi: se uno crede ai fogli excel che giustificano valori di immobilizzazioni immateriali per una dozzina di milioni di euro, coerentemente deve credere anche alle singole righe di tali fogli, ovvero al fatto che Loft realizzerà milioni e milioni di utili futuri, i quali non sconteranno le tasse grazie alle perdite pregresse, fino a una concorrenza di oltre 7 milioni di euro. E quindi, il beneficio fiscale ci sarà.

Ma se uno dubita di tali fogli excel, coerentemente deve annunciare che una visione prudenziale dei dati di SEIF porta ad un patrimonio netto negativo non di 5,6 milioni: vanno azzerate anche le Imposte Differite Attive (lasciatemi scrivere DTA) e quindi il buco è di 7,5 milioni.



Purtroppo io non sono un giurista e non conosco i sottili confini tra "falso in bilancio" e "bancarotta fraudolenta".

O magari ho sbagliato tutto, e anche tra di voi ci sono frotte di individui pronti a pagare per il paywall del FQP, ad acquistare pagine e pagine di inserzioni pubblicitarie, a iscriversi alla scuola di propaganda formazione del Fatto, e le mie valutazioni sono inquinate da un pessimismo di fondo che non ha ragione di esistere.

Credo che lo vedremo nei prossimi mesi.


(*) edit: aggiungo che anche questa è una piccola semplificazione, che comunque non distorce il ragionamento

Cler qui c'e' qualcuno che ti sta rubando la leadership nei pipponi :d:
 

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