Legge Mancia, la casta si taglia 30 milioni di euro nel 2012, ma se ne rimette 40 nel 2013!
Tradotto in parole povere, la legge Mancia, il fondo per "interventi urgenti finalizzati al riequilibrio socio-economico e allo sviluppo dei territorio e alla promozione di attività sportive e culturali e sociali" (istituita con la Finanziaria 2010, l'ultimo regalo di Berlusconi) prevedeva lo stanziamento di 150 milioni di euro da dare ai partiti, 100 nel 2012 e 50 nel 2013 ... ma con una delle solite porcate della casta diretta da 18 anni magici da Berlusconi, i fondi sono stati ridotti di 30 milioni in questo 2012 (cioè da 100 a 70 milioni), ma verranno aumentati di 40 nel 2013 (da 50 a 90 milioni).
Il totale passa quindi da 150 a 160 milioni ... insomma l'ennesima presa per il culo con furto della casta (firmata: Paolo Giaretta del Pd e Gilberto Pichetto Fratin del PdL, relatori in Senato della spending review)!
via Fatto Quotidiano
e se la CASTA non si fa mancare nulla a scapito dei tagli
Solare, meno incentivi: Monti taglia la green economy
Scritto il 04/8/12 • nella Categoria:
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Energia solare scontata? No, grazie. In stagione di spending review, il governo Monti taglia del 30% i contributi per gli impianti fotovoltaici, con decurtazioni per gli operatori fino al 50%. In compenso, è accolta la richiesta delle Regioni: dovranno essere iscritti a un registro solo gli impianti più grandi, superiori ai 20 chilowatt, contro i 12 previsti inizialmente. Confermati anche i bonus per la sostituzione dei tetti di amianto con moduli fotovoltaici fino a 50 kW (oltre all’esenzione dall’obbligo di registro per le strutture di questo tipo) e per gli impianti costruiti con materiali ‘made in Ue’. Sono le nuove regole del Quinto Conto
Energia per il fotovoltaico, che scatterà dal prossimo 27 agosto, dopo mesi di attese, polemiche e addirittura proteste pubbliche.
Per i ministri Passera, Clini e Catania (responsabili rispettivamente di Sviluppo, Ambiente e Agricoltura) questo nuovo sistema di incentivi è «sostenibile, equo e
moderno», e comporterà una riduzione delle spese energetiche per gli italiani.
Secondo i produttori, invece, è una vera e propria «legge punitiva» per l’industria fotovoltaica italiana, soprattutto a causa della riduzione delle tariffe e dell’aumento della burocrazia.
Ma non è tutto: una volta superato i
l tetto di spesa di 6,7 miliardi di euro, i nuovi impianti fotovoltaici non avranno diritto ad alcun sussidio, e il sistema incentivante si estinguerà.
Secondo alcune previsioni, questo limite può già essere raggiunto prima che il dispositivo entri in vigore.
I dubbi si condensano così in timori: arrivati ormai a quota 6,1 miliardi, il nuovo Conto rischia di morire prima di nascere?
E se non sarà così, per quanti giorni o al massimo settimane potrà restare attivo?
Certo sarà difficile da ripetere il boom che il fotovoltaico italiano ha avuto nei primi sei mesi del 2012, durante i quali si è installata una potenza pari a quella dell’intero 2011.
Ma resta il timore che continui il ritmo di installazioni e di spese registrate fino allo scorso mese, quando in molti hanno cercato per vari motivi di rientrare nel Quarto Conto
Energia entro la scadenza del 30 giugno.
Oltre al Quinto Conto
Energia, i tre ministri hanno firmato anche il Decreto per le altre rinnovabili, che fissa il sistema di incentivi per le fonti non fotovoltaiche: eolico, biomasse, idroelettrico, geotermico e biogas.
Qui la situazione sembra essere più chiara: queste fonti potranno godere delle nuove tariffe a partire dall’1 gennaio 2013, con un regime transitorio di quattro mesi.
Anche il tetto massimo di spesa è aumentato rispetto alle previsioni, arrivando a quota 5,8 miliardi di
euro (300 milioni in più rispetto a quanto contenuto nella prima bozza del decreto).
Fotovoltaico o meno, nonostante l’approccio ‘tecnico’ del governo il problema rimane il più classico nel contesto italiano:
quello dell’eccessiva burocrazia. Protagonista della maggior parte delle lamentele degli addetti ai lavori, questa ha portato il governo Monti a perseguire una semplificazione delle procedure che riduca gli oneri per gli investitori. In effetti i tentativi di snellire le procedure si vedono, nei due nuovi decreti: sia la richiesta di iscrizione al registro che quella di accesso agli incentivi può essere fatta semplicemente attraverso una presentazione di dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, accompagnata dalla sola documentazione necessaria per l’applicazione delle disposizioni del Conto
Energia.
Ma evidentemente non basta.
Secondo Massimo Sapienza del movimento “Sos Rinnovabili”, ancora una volta «ha vinto proprio la burocrazia», in quanto «si continua a parlare di
tagli alle spese superflue», ma se ne aggiungono altre «rendendo obbligatori registri perfettamente inutili». Per Sapienza era inoltre sufficiente imitare il modello tedesco, dato che in
Germania l’abbattimento degli incentivi avviene in modo automatico, non appena si raggiungono determinati livelli di produzione: «Un metodo semplice e molto sicuro, capace di rendere il mercato fluido». Ancora più dura “Assosolare”, secondo cui «dalle richieste avanzate dalla Conferenza Stato-Regioni sembrano essere scaturiti alcuni aggiustamenti peggiorativi anche rispetto alle bozze circolate lo scorso aprile».
Se per il governo i provvedimenti firmati dai tre dicasteri sono un passo in avanti verso il superamento degli obiettivi europei e verso lo sviluppo del Paese, per l’associazione non è affatto così. «Se si fosse voluto favorire lo sviluppo di un mercato senza incentivi si sarebbe dovuto necessariamente accompagnare queste misure con una profonda ristrutturazione del mercato elettrico italiano», accusa “Assosolare”: «Riconoscendo per tempo che è in atto su questo mercato una profonda trasformazione per effetto dello sviluppo sia del fotovoltaico, sia delle altre fonti elettriche rinnovabili».
(Andrea Bertaglio, “Quinto Conto
Energia,
tagli al fotovoltaico e burocrazia al centro delle polemiche”, da “
Il Fatto Quotidiano”, luglio 2012; segnalazione ripresa dal sito del
Movimento per la Decrescita Felice).
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