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La Difesa è uno di quei comparti che più hanno contribuito alla crescita del debito pubblico, col pretesto di acquisire prestigio internazionale: prestigio reale, conquistato sul campo, ma «vanificato dalle intemperanze morali dei responsabili politici, dall’inconcludenza delle operazioni». Trenta miliardi annui per la sicurezza? E’ una cifra abnorme, rispetto alla situazione attuale: i rischi non giustificano esborsi così clamorosi. La verità che è bisogna ridurre la drasticamente la spesa militare per almeno un decennio, dice Mini: riformare la Difesa con idee chiare, verso una forza armata più agile e sinergica con gli altri eserciti europei, e intanto sospendere ogni maxi-fornitura di sistemi d’arma, «invece di andare a mettere 14 miliardi in aerei». La finta spending review dell’ammiraglio Di Paola? Puro maquillage, sostiene Mini: si taglia personale, ma solo per trasferirlo verso altre amministrazioni statali, e non si toccano le maxi-spese militari. E senza neppure darne una seria motivazione.