Titoli di Stato paesi-emergenti STATI SOVRANI High Yeld in €uro

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20.03.09 13:55 - Ue: accordo su aumento fondi emergenza a 50 mld euro se necessario

BRUXELLES (MF-DJ)--I leader dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo per aumentare il fondo che fornisce sostegno alla bilancia dei pagamenti dei Paesi membri ma non appartenenti alla Eurozona, a 50 mld euro.


Lo ha reso noto un funzionario dell'Unione, ricordando che il fondo e' stato utilizzato per fornire contributi economici alla Lettonia e all'Ungheria.

Al momento anche la Romania starebbe cercando di ricevere aiuti in questo senso.
 
Georgia

Georgia/ Fitch assegna outlook negativo a rating
Tensioni politiche mettono a rischio debito sovrano


Roma, 7 apr. (Apcom-Nuova Europa) - L'agenzia internazionale di valutazione finanziaria Fitch ha annunciato oggi d'aver abbassato l'"outlook" sul debito sovrano a lungo termine della Georgia a "negativo" a causa delle crescenti tensioni politiche interne, che rendono più difficile per le autorità di Tbilisi dare fiducia e rimettere sui binari l'economia del paese del Caucaso, dopo lo shock della guerra della scorsa estate con la Russia. Attualmente il "rating" sul debito sovrano a lungo termine è "B+". Il rating a breve termine è stato abbassato a "B". "A dispetto della sostanziosa assistenza finanziaria internazionale in seguito alla guerra con la Russia, la crisi globale finanziaria in atto ha aumentato i rischi di ribasso per la solvibilità della Georgia, causati dal sua ampio deficit dei conti correnti prima di tutto per la dipendenza sull'afflusso di capitale del settore privato e di rimese e per le moderate riserve estere di cambio", ha affermato nel comunicato di Fitch il capo del team sul debito sovrano per l'Europa emergente Edward Parker. L'assegnazione al debito sovrano di un outlook negativo è l'anticamera d'un "downgrade", che verrebbe in un momento complesso per il paese. A partire da dopodomani sono previste manifestazioni dell'opposizione per chiedere le dimissioni del presidente Mikhail Saakashvili.
index.asp
 
L'influenza suina non bloccherà la ripresa dei mercati emergenti

07 May 2009


A cura di Rocki Gialanella

Secondo Maarten-Jan Bakkum – Global Emerging Markets equity strategist di ING Investment Management- è improbabile che questa crisi ostacoli i trend positivi che hanno guidato i mercati emergenti negli ultimi mesi

A partire da gennaio – mese in cui la maggior parte dei leading indicators e dei dati sul livello di fiducia avevano toccato valori minimi- abbiamo assistito ad un graduale miglioramento delle aspettative dei mercati. L’economia reale è ancora in declino negli Stati Uniti e in Europa, ma sembra che il ritmo del deterioramento sia rallentato e che le aspettative negative si siano spinte troppo lontano. I leading indicators hanno registrato un miglioramento negli ultimi mesi, suggerendo che l’economia toccherà il livello più basso nel terzo trimestre. Questo non significa che l’economia mondiale sia uscita dalla crisi e che non dovremmo più essere preoccupati per lo stato di salute del sistema bancario negli Usa e in Europa o per il comportamento del consumatore statunitense. Questo significa che è possibile individuare un ciclo economico anche in una fase di eccezionale difficoltà dell’economia globale. Attualmente, stiamo iniziando a registrare, per la prima volta da più di un anno, aspettative per un miglioramento delle aspettative di crescita.

Nel periodo luglio 2008- gennaio 2009, il trend delle esportazioni dei mercati emergenti ha subito un tracollo, passando dal +33% al -29%. Non abbiamo mai assistito ad una correzione di tale portata nella crescita del commercio mondiale. La domanda di beni è stata pesantemente condizionata dalla crisi, ma la correzione del commercio globale è stata intensificata dalle difficoltà di finanziamento delle operazioni commerciali. Con la recente stabilizzazione del sistema finanziario e il ritorno dei volumi di scambi sui livelli del 2005, è possibile che un miglioramento trovi spazio nei prossimi mesi. Dal record negativo di -29% registrato a gennaio, il trend annuale dell’export dei paesi è passato al -28% di febbraio e al -23% di marzo. E’ probabile che il dato migliori gradualmente nei prossimi mesi, con una potenziale accelerazione in agosto, quando le condizioni diventeranno più favorevoli. Nel frattempo, i paesi esportatori di commodities, sulla scia del recupero messo a segno dalle quotazioni delle materie prime, hanno sperimentato un incremento del loro export superiore alla media degli emerging markets. In particolare, la conferma della ripresa cinese dovrebbe aiutare i prezzi dei metalli industriali.

La crescita del Pil nel primo trimestre dell’anno è stata superiore alle attese in Cina e Corea. L’adozione di stimoli fiscali aggressivi ha pilotato verso l’alto gli investimenti e i consumi. Nel caso della Cina, i programmi di concessione di prestiti realizzati attraverso le banche statali e la conseguente accelerazione della crescita del credito ha già cominciato a sortire i suoi effetti positivi sulla fiducia delle imprese. I volumi di crescita della produzione industriale hanno già cominciato a far sentire i propri effetti sui consumi di elettricità, che sono considerati uno degli indicatori più validi dalle statistiche locali. Manteniamo la nostra previsione di crescita del Pil per il 2009 al 7%, confidando che i provvedimenti adottati dalle autorità cinesi producano una veloce ripresa della domanda domestica. Per quanto riguarda la Corea, abbiamo rivisto al rialzo le nostre stime sulla crescita del Pil, che dovrebbe pertanto contrarsi del 4% rispetto al -5,5% fissato dalla stima precedente. L’upgrade coreano ha spinto al rialzo anche la nostra stima sul comportamento del Pil aggregato del comparto emergente, che passa dallo 0,4% allo 0,6%. Il dato permane su valori molto bassi, ma è la prima volta da più di un anno che rivediamo al rialzo le nostre stime sulla crescita degli Emerging markets.

La liquidità a livello globale è in diminuzione, nonostante le politiche monetarie aggressive attuate in tutto il mondo. La maggior parte dell’incremento dell’appetito per il rischio sui mercati globali è stato attribuita al miglioramento della liquidità. Non concordiamo con quest’ipotesi. Le politiche monetarie coordinate hanno pilotato le aspettative per un miglioramento del mercato del credito ma, fino a questo momento, non abbiamo registrato una sensibile crescita dell’offerta di moneta. Osservando l’andamento della crescita dell’offerta di moneta e la crescita nominale del Pil, si nota ancora un trend decrescente. In altre parole, è troppo presto per sostenere che le condizioni di erogazione della liquidità sono tornate alla normalità e che gli assets torneranno a beneficiare dell’eccesso di liquidità, alla stessa maniera di quanto accaduto nel periodo 2004- 2008.

Negli ultimi mesi i paesi emergenti sono diventati meno vulnerabili ai trend macro: la decisione del G20 di rafforzare il supporto economico del FMI ai paesi in difficoltà ha ridotto il rischio di molti mercati emergenti, soprattutto nell’Est Europa. Gli investitori possono essere meno preoccupati dei rischi relativi alle oscillazioni valutarie e ai tassi di interesse. In alcuni paesi –come l’Ungheria e l’Ucraina- si è verificata una riduzione sensibile del rischio derivante dal tracollo della bilancia dei pagamenti, in virtù della correzione di cui quest’ultima ha beneficiato grazie al deprezzamento delle divise domestiche. Polonia e Romania sono i migliori esempi di questo trend: paesi in cui il deficit commerciale è migliorato rapidamente a causa della riduzione delle importazioni. Il processo è visibile anche in altri paesi.

I flussi di investimento verso i mercati emergenti sono stati positivi per sette settimane consecutive. Un trend che non si verificava dall’autunno del 2007 e che dovrebbe continuare nelle prossime settimane, considerata l’outperformance dei mercati azionari emergenti rispetto a quelli sviluppati registrata da ottobre 2008 a oggi.
 
Messico a rischio downgrade ... se non diversificherà le sue entrate fiscali troppo dipendenti dalle entrate petrolifere (in declino):

Mexico rating under pressure, S&P signals downgrade

Reuters - 12/05/2009 02:22:19



By Walter Brandimarte
NEW YORK, May 11 (Reuters) - Pressure over Mexico's sovereign ratings increased on Monday as Standard & Poor's signaled a possible downgrade later this year and a Moody's analyst said his agency could also act soon if the country is unable to contain growing fiscal problems.

S&P revised to negative from stable the outlook on Mexico's BBB-plus sovereign credit ratings. The agency warned it may downgrade them this year if the government fails to reduce its heavy reliance on oil revenues, which have been declining fast as a result of a global recession.

In an interview with Reuters, S&P analyst Lisa Schineller said the Mexican administration has signaled its intent to add some "fiscal enhancing measures" to the country's 2010 budget.

"But it is not clear how deep those measures will be, how permanent they will be and also not clear how the political appetite will be" for approving the measures, she said.

The news hurt the Mexican peso <MXN=><MEX01> in late afternoon trade. The currency fell 0.87 percent from the central bank's final 1:30 p.m. (1830GMT) reference, to 13.26 percent per dollar.

Fitch Ratings had already placed Mexico's ratings on negative outlook in November.


Moody's analyst Mauro Leos, who still maintains a stable outlook on Mexico, said earlier on Monday its agency may decide to act on the country's ratings soon.

"It may very well be that we will take another closer look during the year. We may decide to do something with the credit," Leos told a conference organized by EMTA, the trade association for emerging markets, in New York. (news)
Leos said that Moody's is concerned about "leaks" in the Mexican economy but stressed that Mexico is not at risk of losing its investment-grade status.

"We believe that Mexico is a relatively safe leaking vessel. The discussion is not whether it is or not investment grade, but how strong an investment-grade country it is," he said.


At the same EMTA conference, former International Monetary Fund director Claudio Loser said Mexico's credit ratings were too high, given the impact of the global economic crisis on Latin America's second-largest economy. (news)
Loser, formerly the IMF's Western hemisphere director, noted that Mexico's debt spreads are currently wider than Brazil's, but rating agencies continue to assign higher credit ratings to Mexico.

"There is this inconsistency between the premium that has
been paid and the ratings that have not been changed," Loser said. "The rating should be adjusted."

The three rating agencies have Mexico three notches into investment-grade territory -- BBB-plus for S&P and Fitch, and Baa1 for Moody's.

Brazil is rated BBB-minus, the lowest investment-grade level, by both S&P and Fitch, while Moody's still has the country at junk status.


CONGRESSIONAL ELECTIONS
In a recent interview with Reuters, Fitch's analyst Shelly Shetty said Mexico's upcoming congressional elections will be crucial for the government to devise a clearer response to the rising fiscal pressures that endanger its credit ratings. (news)
Mexico holds congressional elections in July and
 
Brasile

Brasile, Moody’s eleva il Paese al grado di investimento Monday 28 September 2009 L'agenzia di classificazione di rischio Moody's ha elevato il Brasile al grado di investimento arrivando ad attribuire una prospettiva positiva all'indebitamento sovrano del paese. L'agenzia ha classificato il Brasile come un vincitore della crisi globale. Il rating in moneta estera e locale è passato da Ba1 a Baa3, che corrisponde al primo step della fascia
considerata grado di investimento. Il Brasile è il primo paese promosso in questa classifica dall'inizio della crisi, esplosa un anno fa. Mauro Leos, vice presidente del rating sovrano dell'agenzia ha affermato che la promozione riflette il riconoscimento, da parte della Moody's, della capacità di assorbire gli scossoni del mercato, unitamente alla capacità di risposta delle autorità, e scommette sul miglioramento significativo del profilo di credito sovrano del Brasile. La Moody's era l'unica delle tre principali agenzie di classificazione di rischio che ancora non si era espressa a proposito della promozione del Brasile a grado di investimento.
Leos ha, inoltre, affermato che l'evidenza della robusta flessibilità economica e finanziaria, generalmente associata a crediti con grado d’investimento, può essere rinvenuta nella rapida contrazione del PIL, nell'indebolimento contenuto delle posizioni di riserve internazionali del
paese, nel moderato deterioramento degli indicatori di indebitamento del paese e nell'assenza di stress finanziario del sistema bancario. Secondo la Moody's, queste caratteristiche portano a ritenere che il Brasile è un vincitore se comparato agli altri paesi presenti nella lista di
classificazione dell'agenzia. Ulteriori promozioni dipenderanno, inoltre,
dalla volontà politica delle autorità nel rimuovere gli ostacoli al potenziale economico del Brasile. In questo caso, sarebbe essenziale una strutturazione permanente in merito al disequilibrio fiscale. A tal proposito, il Ministro delle Finanze, Guido Mantega, ha fatto sapere che, in Brasile, si potrebbero investire maggiori fondi pensioni, proprio grazie
alla promozione della Moody's. È il riconoscimento della buona gestione dell'economia brasiliana, sostiene il ministro Mantega. Il Presidente della Banca Centrale, Henrique Meirelles, ha affermato che la decisione della Moody's è il sigillo che il paese è uscito dalla crisi prima e più forte rispetto alle altre economie, e che l'affermazione stessa, da parte della Moody's, che il paese è vincitore è un riconoscimento della risposta del Brasile alla crisi.
 
:ciao:Salve a tutti.
E' il primo post in questa sezione anche se ho già postato sui perpetuals ...mentre per chi frequenta il forum del FOL sotto il titolo Bonds Venezuela è da luglio 2008 che sono entrato e quindi postato ....e conosce già i miei metodi ed esposizione finanziaria qundi .....
Come avete (penso) notato tutti i prezzi del Venezuela 2015 in euro è letteralmente schizzato in sù rispetto ai prezzi del Venezuela 2034 in $....alcune settimane fà vi era tra i due un rapporto di 3-4 centesimi di differenza mi spiego meglio se il 2015 si vendeva sul denaro a 71 il 2034 si acquistava sulla lettera a 68-69 cioè volendo switchare tra i due (come è avvenuto per parte del mio portafoglio) vi era sempre una differenza di 3-4 centesimi ma poi a poco a poco il divario dei prezzi è andato aumentando sempre di più ora calcolando sui prezzi di venerdi 9 ottobre 2009 ho effettuato una vendita di 2015 in euro a 88,50/100 e potevo acquistare il 2034 a 77/100.....quindi se andiamo a fare 2 conti vediamo che tra il denaro e successivo acquisto sulla lettera del 2034 in $ vi erano ben 11/100 di differenza inoltre il cambio a 1,4750 era tra i massimi da 1 anno ....sono considerazioni mie ma mi sembra che i grossi attori del mercato vendano Venezuela in dollari per entrare sul 2015 non mi spiegherei tale differenza così alta di prezzi ....questo lo scrivo perchè sto valutando la possibilità , senza aspettare il cambio ....del Dollaro a 1,58-60 di switchare tutto il restante oramai (poco) Venezuela 2015 150 K in 2034 in Dollari ...sto per chiudere finanziamenti per 50K onerosi ...mi resterebbero così 220.000 euro di finanziamenti e con il 2034 in $ riuscirei a pagare gli interessi ed avere netto 28.000 euro all'anno di guadagno....finchè i tassi restano così bassi mi va bene alla grande pensate che sono partito di mio con 30.000 euro a luglio del 2008 ed ora mi troverei ad incassare quasi il 100% all'anno di interessi netti .....vediamo da lunedi ho la liquidità disponibile su IW...Buona Domenica a tutti...:up:
 
Saluti a tutti....da Affari Italiani

PETROLIO: FMI,RISERVE VALUTA ESPORTATORI SU DI 100 MLD IN 2010
dom, 11 ott 2009 17.38.01
(AGI/AFP) - Dubai, 11 ott. - L'aumento del prezzo del petrolio consentira' ai paesi esportatori del Nord Africa e del Medio Oriente di accrescere le loro riserve di valuta estera di oltre 100 miliardi di dollari nel 2010. E' quanto afferma un rapporto del Fondo Monetario Internazionale diffuso a Dubai.La ricostituzione delle riserve, sottolinea il rapporto del Fmi, consentira' ai governi di mantenere i programmi di spesa pubblica, che hanno attutito l'impatto della crisi finanziaria. "Con prezzi del petrolio piu' alti e la prevista ricrescita della domanda globale, gli introiti del petrolio sono stimati in aumento - si legge nel rapporto - cio' consentira' agli esportatori di ricostituire le loro riserve di valuta internazionale di oltre 100 miliardi di dollari". La crisi finanziaria fece crollare le quotazioni del greggio, che nel luglio 2008 avevano toccato un record storico di 147 dollari al barile, a 30 dollari al barile. Di conseguenza, la bilancia delle partite correnti dei paesi esportatori calo' di quasi 350 miliardi di dollari. Da allora il prezzo del petrolio e' risalito a circa 70 dollari al barile. (AGI)
 
Salve a tutti.
Incrementato appena adesso su Venezuela 2034 in $ altre 130.000 $ a 75,75/100 cambio 1,47 totale 430.000 $ a 77/100 di media cambio 1,47 circa , mantengo 150.000 euro Venezuela 2015 e 20.000 euro BAustria
 
Salve a tutti.

Rimborsato altri 90 k di debiti (me ne restano "soli" 130 k) ho venduto a 88/100 verso le ore 15.00 100 k di Venezuela 2015 ...rimango con 530 k di Venezuela 2034 a 76,25 cambio a 1,4740 circa che mi rendono al netto degli interessi da pagare per i debiti circa 23000 euro all'anno.....ora mantengo tutto e incasso le cedolone ....mi veniva voglia di entrare fino a 700 k sul 2034 ma ....ragionando ho preferito rimborsare debiti ai familiari.....
 

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