Sul terrorismo

Stato
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zappolaterra ha scritto:
Washington, 15:51
Sudan, Powell: nel Darfur commesso un 'genocidio'

"E' stato commesso un genocidio" nella zona del Darfur, in Sudan. Lo ha detto il segretario di stato Usa, Colin Powell, di fronte a una commissione del Congresso a Washington.

un sentito grazie per avercelo comunicato.
 
zappolaterra ha scritto:
Washington, 15:51
Sudan, Powell: nel Darfur commesso un 'genocidio'

"E' stato commesso un genocidio" nella zona del Darfur, in Sudan. Lo ha detto il segretario di stato Usa, Colin Powell, di fronte a una commissione del Congresso a Washington.

un sentito grazie per avercelo comunicato.



per chi ne volesse sapere di piu'..grazie zappo per l'indicazione.... :(



Sudan, per Ue non ci sono prove genocidio in Darfur
BRUXELLES (Reuters) - L'Unione Europea ha reso noto oggi che la sua missione esplorativa in Sudan non ha trovato prove di genocidio nella problematica regione del Darfur, anche se è evidente una situazione di violenza diffusa.


"Non siamo di fronte a una situazione di genocidio", ha detto a una conferenza stampa Peter Feith, consulente del responsabile della Politica estera dell'Unione Javier Solana, dopo il suo ritorno da una visita in Sudan.


"Ma è evidente che la pratica dell'assassinio è diffusa, silenziosa e lenta così come è di grandi dimensioni quella di bruciare i villaggi", ha aggiunto Feith.


Il consulente ha anche detto di nutrire dubbi sulla volontà del governo sudanese di collaborare per disarmare le milizie arabe Janjaweed, i cui massacri ai danni dei villaggi del Darfur hanno creato un'emergenza umanitaria nella regione.


Ma ha aggiunto che l'Unione Europea e gli altri attori internazionali non hanno altra scelta che collaborare con Kartum per riportare la pace nell'area, perché nessuno di loro è preparato ad avviare un'efficace iniziativa militare in Darfur.


"Ci sono notevoli dubbi sulla volontà del governo del Sudan di svolgere il proprio dovere di proteggere la popolazione civile dagli attacchi", ha detto.


Il Congresso americano ha definito genocidio la campagna di saccheggi, incendi e omicidi in atto in Darfur, dove i ribelli accusano il governo di aver armato le milizie Janjaweed per operare una pulizia etnica.
 
Parla il presidente dell'Associazione delle ong
"Resteremo a fianco della popolazione locale"
I volontari italiani resistono
"Non vogliamo lasciare l'Iraq"
Si dimette il coordinatore delle ong Bunel : "Ero in pericolo"


Simona Pari a Bagdad

ROMA - "Il mondo del volontariato italiano non ha alcuna intenzione di andarsene". L' associazione delle organizzazioni non governative smentisce quanto riportato oggi da alcuni giornali dopo le dichiarazioni di ieri di Jean-Dominique Bunel, il coordinatore delle attività delle ong internazionali a Bagdad, che aveva detto che tutte le organizzazioni umanitarie non governative si apprestavano a lasciare l' Iraq. Lo stesso Bunel che in serata si è dimesso dal suo incarico, spiegando di essere stato minacciato: "Si è convenuto che ero in pericolo, tutti sanno dove sono, dove abito, sono bruciato. Sono anche stanco e scioccato"

I volontari italiani invece restano. Il presidente dell'associazione delle ong, Sergio Marelli, precisa che in Iraq ci sono tuttora cooperanti del nostro Paese, nel Nord e nel Sud: "Proprio due giorni fa - spiega - sono partiti per Bassora due volontari di Intersos, e non vogliamo assolutamente che passi l' idea che le ong italiane scappano, perchè non è vero: la nostra attività continua come prima".

Ciò che Marelli tiene a dire è che non si può accettare "la logica di questi terroristi, che credono di fermare, attraverso il terrore, la nostra missione di pace a favore del popolo iracheno". Così - sono ancora le sue parole - "i volontari dei nostri otto organismi restano a fianco della popolazione".

Poi, certo, c'è l'emergenza dei sequestrati. "I tre obiettivi che per noi restano prioritari - dice Marelli - sono l' esito positivo della liberazione dei quattro nostri operatori, garantire la sicurezza agli altri e continuare a portare l' aiuto alle popolazioni locali".

Per questo, conclude, "mettiamo a disposizione delle istituzioni, che per noi devono essere l' unico soggetto a intraprendere le trattative per la rapida liberazione degli ostaggi, la rete di contatti, le conoscenze e le relazioni che le nostre organizzazioni hanno instaurato con le realtà locali".


(9 settembre 2004)
 
patatino ha scritto:
Sudan, per Ue non ci sono prove genocidio in Darfur
BRUXELLES (Reuters) - L'Unione Europea ha reso noto oggi che la sua missione esplorativa in Sudan non ha trovato prove di genocidio nella problematica regione del Darfur, anche se è evidente una situazione di violenza diffusa.

"Non siamo di fronte a una situazione di genocidio", ha detto a una conferenza stampa Peter Feith, consulente del responsabile della Politica .

patatino ha scritto:
Il Congresso americano ha definito genocidio la campagna di saccheggi, incendi e omicidi in atto in Darfur, dove i ribelli accusano il governo di aver armato le milizie Janjaweed per operare una pulizia etnica.

dicono all'onu:
"E anche l'uso del termine "genocidio" fa parte della strategia americana. Certo, il ricorso al termine non comporta obblighi giuridicamente vincolanti per l'amministrazione, nell'intervenire in Sudan; ma è un fatto che una simile presa di posizione appare destinata a influenzare il dibattito diplomatico al Palazzo di Vetro.
"Parlare di genocidio non autorizza automaticamente l'uso della forza, ma dovrebbe cambiare la dinamica del negoziato in corso", ha osservato Nina Bang-Jensen, direttrice dell'organizzazione "Coalizione per la Giustizia Internazionale", che sul Darfur ha realizzato uno studio. Commissionato, appunto, dal dipartimento di Stato Usa. Ma comunque si tratta di un concetto che evoca "un imperativo morale e legale di agire". "



il sudan è fra i paesi in cui la religione mussulmana è più fondamentalista.......ma non c'è petrolio...... e allora ...
genocidio si....
genocidio no.....
si...no...si.....no..... = darfur=1.500.000 di morti.(quello che possiamo conoscere) più di 1/3 dei quali morti di fame.
 
...
Il bilancio delle vittime di Beslan - circa 400 morti, ma la cifra e' incerta a causa dello stato di molti corpi, dei quali restano solo frammenti - si e' intanto accresciuto stanotte per la morte di un bambino di sette anni, uno dei casi gravissimi trasportati d'urgenza a Mosca nei giorni scorsi. Negli ospedali restano circa 350 persone, 107 delle quali (70 i bambini) in cura nella capitale. Gli psichiatri che cercano di alleviare il dramma degli ex ostaggi lanciano l'allarme per probabili suicidi: uno si e' gia' verificato. Era una giovane madre che aveva appena riconosciuto il cadavere del figlioletto. Ma il problema, ammoniscono gli esperti, si fara' piu' duro fra un paio di mesi....

Fonte: Ansa


Maledetti assassini.:(
 
Aumenta il numero dei morti, oltre cento bambini scomparsi
e le famiglie temono siano stati rapiti dai terroristi
Le 537 tombe per le vittime
del massacro di Beslan
DAL nostro inviato GIAMPAOLO VISETTI



A UNA settimana dalla strage nella scuola di Beslan, il pascolo trasformato in cimitero ospita 277 tombe. I numeri dell'orrore, nonostante la perdurante vaghezza e le contraddizioni delle autorità, sono però molto più alti. Non 394 vittime con un nome e 93 corpi non identificati, come riferito dalle fonti ufficiali. Gli operai, che senza sosta scavano fosse, hanno avuto ordine di prepararne 537 entro domenica. Non si trovano tutte nell'area alle spalle della città. I morti vengono sepolti anche in sei villaggi vicini. Sulle tombe, giocattoli, dolci, frutta, pane, migliaia di bottiglie piene. La tenerezza dei parenti sfama e disseta simbolicamente, bambini, mamme, papà. Per tre giorni, prima di essere uccisi, sono stati privati anche di un sorso, o di un boccone. I funerali si susseguono, le ruspe scavano e la somma salirà: negli ospedali, su 356 feriti, 67 sono gravissimi. Resta poi il mistero di 112 dispersi.

Alcuni potrebbero essere sepolti tra le macerie della scuola. Ottiene però sempre maggiori conferme l'ipotesi di decine di bambini rapiti da complici dei terroristi. Numerosi genitori hanno riconosciuto i propri figli mentre venerdì scorso scappavano dalla palestra in fiamme. Fotografie e riprese tv li mostrano feriti, terrorizzati, alcuni semi nudi, ma già in salvo tra i soccorritori. I loro volti sono di impressionante pallore, alcuni si reggono in piedi aggrappandosi ai muri crollati. All'ingresso di ciò che resta della palestra, un davanzale è ora riservato alle immagini dei bambini spariti. "Chi è questa bambina?", domanda ad esempio un biglietto posto sotto la foto: i genitori lasciano il numero di telefono.


Molti alunni, anche incolumi, sono scomparsi dopo essere stati caricati su auto di sconosciuti accorsi nei pressi dell'istituto. Il loro destino resta un enigma e ieri un comitato di famigliari ha presentato una denuncia collettiva per sequestro alla procura di Vladikavkaz. Si teme che i piccoli, in particolare le femmine, siano state sequestrate da altri guerriglieri mescolati tra la folla, appostati fuori dalla scuola per favorire la fuga dei componenti del commando. I piccoli potrebbero ora servire come merce di scambio per evitare la vendetta delle famiglie ossete sui parenti dei terroristi, oppure essere ridotti in schiavitù come accade in Cecenia.

Negli ospedali emergono centinaia di drammi personali. Ci sono bambini rimasti ciechi: schegge di bombe e proiettili si sono conficcati nei loro occhi. I sequestratori, durante l'assalto finale, li hanno esposti sulle finestre usandoli quali scudi umani. Chi cadeva veniva rimpiazzato da altri. Molti hanno invece subìto l'amputazione delle gambe, o delle braccia. Sette risultano paralizzati: sono stati trafitti dalle mitragliate esplose alle spalle mentre fuggivano nel cortile. I terroristi hanno sbarrato dall'esterno le porte della palestra in fiamme: poi hanno infierito sui piccoli che saltavano dalle finestre. Oltre cento gli ustionati gravi: li attende il calvario dei trapianti di cute, volti e corpi deturpati per sempre. Ottanta bambini sono stati trasferiti invece in un centro neurologico per l'infanzia a Mosca. Tra essi c'è chi mostra i sintomi di gravi sofferenze psichiatriche: alcuni non parlano più, altri hanno crisi isteriche, qualcuno ha dichiarato intenzioni suicide. Un bambino, quando ha visto entrare nella stanza un'infermiera con la mascherina, si è messo a gridare scambiandola per un terrorista incappucciato.

La gente dell'Ossezia non perdona. Mercoledì cinquemila persone, inferocite, hanno preso d'assalto la sede della presidenza della repubblica autonoma, del governo e del parlamento a Vladikavkaz. Minacciavano di dare fuoco al palazzo e di farvi irruzione. Per ore hanno chiesto le dimissioni di Aleksandr Dzashokov: invitato ad un incontro dai terroristi, non si era presentato. Il presidente è stato costretto ad uscire sul balcone e a promettere la destituzione del governo, l'azzeramento dei vertici delle forze dell'ordine e il suo prossimo addio. Il decreto di licenziamento dei ministri è stato firmato ieri.


(10 settembre 2004)


assassini e maledetti sono tutti coloro che uccidono o fanno uccidere, un uomo...una donna... un bambino.....
se poi hanno anche motivazioni di interesse o di potere allora sono feccia umana..... della peggiore specie.
 
Ricordando John Lennon, una performance
a Venezia con quattromila torce accese
E Yoko Ono parla d'amore
"Date una chance alla pace"

di GAIA GIULIANI




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Yoko Ono

VENEZIA - John Lennon è stato ucciso dalla stessa violenza dei terroristi ceceni", esclama Yoko Ono appena giunta a Venezia per presentare una nuova installazione artistica alla Biennale. "Viviamo in un mondo pericoloso dove c'è chi vuole distruggere e chi invece è in cerca di libertà: se penso che in Iraq sia ancora in corso una guerra? Ma certo!", aggiunge.

Per questo la minuta Yoko da giorni, incessantemente, illumina a sprazzi l'entrata principale dell'hotel Excelsior del Lido di Venezia con una piccola torcia: su un megaschermo fisso è proiettata la sua immagine che, reinventando il linguaggio morse, ripete in continuazione "I", e la luce si accende una volta, "Love", due , "You", tre. E' arrivata a San Marco con un carico di torce: "4000, che ho comprato personalmente e che voglio regalare ai passanti perché anche loro oggi, domani, da imbarcazioni e case, diffondano il mio messaggio di pace". Non più SOS, ma solo amore.

Un messaggio che porta come ambasciatrice di Nutopia, il paese concettuale fondato con il defunto John, la cui sede è proprio nel Dakota Building davanti al quale fu ucciso, "come si legge su di una placca all'entrata", precisa l'artista. "Se la nostra civiltà sta per essere distrutta lo dobbiamo all'industria della guerra che non ha neanche bisogno di parole per coalizzarsi: è sufficiente il guadagno".

Un peccato che invece il movimento pacifista sia molto disunito, "frammentato in tanti satelliti litigiosi che combinano poco o niente". Anche se in questo momento sono i governi ad essere chiamati in causa, e il rapimento delle due volontarie di Un ponte per. riaccende la questione spinosa della presenza italiana in Iraq. "Sono affranta per il rapimento delle due ragazze, è terribile. Non so dire se le truppe italiane dovrebbero ritirarsi, dovrà decidere il vostro governo", afferma diplomaticamente la Ono, "però una cosa è certa: rimanere significa continuare a disperdere energie, non ha senso. Le stesse energie potrebbero essere riutilizzate in modo migliore".

Artisticamente magari, come fa lei "e come fanno nel cinema quei geni di Michael Moore, Wim Wenders e Tim Robbins: tutti contro la guerra", perché è giusto, e la nostalgia la assale, dare "ancora una chance alla pace".


(10 settembre 2004)
 
EMERGENZA DARFUR "Gli sfollati avranno bisogno di aiuti per almeno un anno"
(03/09/04)
Intervista a Marie-Noëlle Rodrigue e Xavier Crombé, appena rientrati dal Darfur, dove hanno monitorato i progetti di MSF

» In quali condizioni vivono oggi gli sfollati del Darfur?
In Darfur ci sono circa un milione di sfollati. La maggior parte sono raggruppati, in condizioni precarie, in una trentina di siti dove vivono dalle cinque alle 100mila persone. Gli sfollati vivono in rifugi di fortuna costruiti con materiale trovato sul posto come paglia, rami, fango. Fuggiti dai loro villaggi senza potersi portare nulla, non hanno alcuna scorta di cibo, e la maggior parte di loro dipende interamente dall'aiuto alimentare esterno. Dal punto di vista medico, non ci sono ancora abbastanza latrine (lo standard minimo è di una latrina ogni 20 persone) e l'approvvigionamento di acqua potabile è difficoltoso.

» E' sufficiente l'aiuto internazionale dispiegato in Darfur?
Le operazioni di aiuto sono iniziate con estremo ritardo (MSF è stata la prima organizzazione ad operare in Darfur) e per molto tempo sono state inadeguate. Ma da un mese e mezzo sono arrivate altre Ong ad avviare programmi di assistenza. Attualmente sono una trentina le organizzazioni operative nella regione.
Per quel che riguarda le distribuzioni alimentari, adesso si riesce a coprire i bisogni ma non sono abbastanza. Mentre bisognerebbe distribuire una razione familiare ogni trenta giorni, il Programma alimentare mondiale (Pam) distribuisce una razione incompleta ogni quaranta giorni.

» Le violenze contro gli sfollati continuano?
Tutto quello che possiamo dire è che il numero di persone vittime di violenze che vengono a farsi curare nei nostri centri è nettamente diminuito. Quanto a sapere se ciò rappresenti effettivamente una diminuzione delle violenze, o semplicemente che le persone non osano farsi curare, è difficile da dire.

» E' possibile prevedere nel breve periodo che i profughi ritornino ai loro villaggi?
Sebbene sia auspicabile che gli sfollati non restino a lungo nei campi, è ancora troppo presto per prendere in considerazione il loro ritorno a casa. Da una parte, malgrado le pressioni del governo sudanese, gli sfollati hanno ancora paura di tornare. Dall'altra, avendo perso raccolti e animali, dipendono ancora in gran parte dagli aiuti alimentari.

» Cosa sta facendo MSF in Darfur?
Il Darfur rappresenta una delle più grandi operazioni di soccorso mai condotte da MSF. Tutte le sezioni sono mobilitate, con un budget preventivo di oltre 30 milioni di euro. MSF è presente nelle varie aree del Darfur (26 siti di raggruppamento degli sfollati) con 170 operatori internazionali e 2.000 operatori locali. Grazie a questa mobilitazione, per il momento abbiamo contribuito a evitare una catastrofe, facendo scendere il tasso di mortalità sotto la soglia d'emergenza nei campi dove siamo presenti. Ma sappiamo anche che non possiamo allentare i nostri sforzi, perché la popolazione del Darfur avrà bisogno di aiuti per almeno un anno.




www.medicisenzafrontiere.it
 
..o forse

zappolaterra ha scritto:
patatino ha scritto:
Sudan, per Ue non ci sono prove genocidio in Darfur
BRUXELLES (Reuters) - L'Unione Europea ha reso noto oggi che la sua missione esplorativa in Sudan non ha trovato prove di genocidio nella problematica regione del Darfur, anche se è evidente una situazione di violenza diffusa.

"Non siamo di fronte a una situazione di genocidio", ha detto a una conferenza stampa Peter Feith, consulente del responsabile della Politica .

patatino ha scritto:
Il Congresso americano ha definito genocidio la campagna di saccheggi, incendi e omicidi in atto in Darfur, dove i ribelli accusano il governo di aver armato le milizie Janjaweed per operare una pulizia etnica.

dicono all'onu:
"E anche l'uso del termine "genocidio" fa parte della strategia americana. Certo, il ricorso al termine non comporta obblighi giuridicamente vincolanti per l'amministrazione, nell'intervenire in Sudan; ma è un fatto che una simile presa di posizione appare destinata a influenzare il dibattito diplomatico al Palazzo di Vetro.
"Parlare di genocidio non autorizza automaticamente l'uso della forza, ma dovrebbe cambiare la dinamica del negoziato in corso", ha osservato Nina Bang-Jensen, direttrice dell'organizzazione "Coalizione per la Giustizia Internazionale", che sul Darfur ha realizzato uno studio. Commissionato, appunto, dal dipartimento di Stato Usa. Ma comunque si tratta di un concetto che evoca "un imperativo morale e legale di agire". "



il sudan è fra i paesi in cui la religione mussulmana è più fondamentalista.......ma non c'è petrolio...... e allora ...
genocidio si....
genocidio no.....
si...no...si.....no..... = darfur=1.500.000 di morti.(quello che possiamo conoscere) più di 1/3 dei quali morti di fame.

siccome la maggioranza degli uccisi sono Cristiani la cosa non interessa.
E inoltre non sono intervenuti ancora gli USA per cui non serve occuparsene :(
 
Stato
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