SULLA GUERRA .. le 2 ipotesi in campo.

Coca Cole :P , Aranciate :P , Sprait :P , Malvasia :P , Suepps :P , Dude :P :-D :-D :-D


Coccobellooooooooo !!
specchi.gif
 
Fleursdumal ha scritto:
giustiziere ha scritto:
Iraq, Blair:sarà la storia a giudicarci
Toni altisonanti nelle parole del primo ministro britannico Tony Blair,intervistato dal Guardian di Londra: "Sarà la storia a giudicarci". Senza mezzi termini il premier paragona i pacifisti di oggi alle persone che ieri non vollero riconoscere la minaccia fascista e invocarono la pace con Hitler. "Quelli che non volevano combattere il fascismo facevano una cosa molto popolare - dice Blair, - erano brave persone,ma facevano la cosa sbagliata".

quando si torna indietro nella storia è prassi comune estrapolare sempre i fatti e le interpretazioni che più fanno comodo. Qui Blair fa riferimento al periodo che trascorse tra l'attacco tedesco alla Polonia e l'inizio della campagna in occidente qualche mese dopo, e alle titubanze precedenti di francia e inghilterra di fronte alla mosse naziste in Austria e Cecoslovacchia. Perchè non ci si mosse decisi contro il Fuhrer? Forse qualcuno dimentica che le ferite della grande guerra ancora nn si erano rimarginate: milioni di morti nelle trincee fangose, milioni di feriti e mutilati, intere generazioni scomparse, altrettanti civili morti per la fame e l'epidemia di spagnola che scoppiò verso al fine della guerra . E infine un trattamento inflitto alla Germania sconfitta pesantissimo , che poi indusse dei rimorsi tardivi e un comportamento nei confronti del regime nazista nascente a dir poco da coda di paglia. Qualcuno ogni tanto dovrebbe guardare con più attenzione nelle piazze di ogni città d'Italia i monumenti ai caduti della prima guerra mondiale, centinaia di morti anche nelle città più piccole e così in tutta Europa e per che cosa?? infatti la seconda guerra mondiale fu una conseguenza delle situazioni rimaste irrisolte dopo la prima e l'Europa completò il suo suicidio.
Non è che con tutti questi pensieri più o meno guerrafondai ci dimentichiamo del popolo irakeno? Ma la magggioranza cosa vorrà veramente, perchè in occidente abbiamo ascoltato i nemici del regime di Saddam comunisti irakeni da una parte contro la guerra e filoamericani dall'altra per la guerra,ma chi sta in Iraq cosa vuole.Si parla anche di guerra di liberazione e qui il popolo dovrebbe entrarci parecchio.
Ho sentito di sfuggita anche di parecchie eliminazioni di cittadini irakeni
da parte del regime di Saddam mi sembra da una organizzazione umanitaria ma allora non saranno poi tanto contenti di Saddam neanche là.
Io non ho tutte le sicurezze che tanti hanno su cosa fare.
saluti
 
papagab ha scritto:
Fleursdumal ha scritto:
giustiziere ha scritto:
Iraq, Blair:sarà la storia a giudicarci
Toni altisonanti nelle parole del primo ministro britannico Tony Blair,intervistato dal Guardian di Londra: "Sarà la storia a giudicarci". Senza mezzi termini il premier paragona i pacifisti di oggi alle persone che ieri non vollero riconoscere la minaccia fascista e invocarono la pace con Hitler. "Quelli che non volevano combattere il fascismo facevano una cosa molto popolare - dice Blair, - erano brave persone,ma facevano la cosa sbagliata".

quando si torna indietro nella storia è prassi comune estrapolare sempre i fatti e le interpretazioni che più fanno comodo. Qui Blair fa riferimento al periodo che trascorse tra l'attacco tedesco alla Polonia e l'inizio della campagna in occidente qualche mese dopo, e alle titubanze precedenti di francia e inghilterra di fronte alla mosse naziste in Austria e Cecoslovacchia. Perchè non ci si mosse decisi contro il Fuhrer? Forse qualcuno dimentica che le ferite della grande guerra ancora nn si erano rimarginate: milioni di morti nelle trincee fangose, milioni di feriti e mutilati, intere generazioni scomparse, altrettanti civili morti per la fame e l'epidemia di spagnola che scoppiò verso al fine della guerra . E infine un trattamento inflitto alla Germania sconfitta pesantissimo , che poi indusse dei rimorsi tardivi e un comportamento nei confronti del regime nazista nascente a dir poco da coda di paglia. Qualcuno ogni tanto dovrebbe guardare con più attenzione nelle piazze di ogni città d'Italia i monumenti ai caduti della prima guerra mondiale, centinaia di morti anche nelle città più piccole e così in tutta Europa e per che cosa?? infatti la seconda guerra mondiale fu una conseguenza delle situazioni rimaste irrisolte dopo la prima e l'Europa completò il suo suicidio.
Non è che con tutti questi pensieri più o meno guerrafondai ci dimentichiamo del popolo irakeno? Ma la magggioranza cosa vorrà veramente, perchè in occidente abbiamo ascoltato i nemici del regime di Saddam comunisti irakeni da una parte contro la guerra e filoamericani dall'altra per la guerra,ma chi sta in Iraq cosa vuole.Si parla anche di guerra di liberazione e qui il popolo dovrebbe entrarci parecchio.
Ho sentito di sfuggita anche di parecchie eliminazioni di cittadini irakeni
da parte del regime di Saddam mi sembra da una organizzazione umanitaria ma allora non saranno poi tanto contenti di Saddam neanche là.
Io non ho tutte le sicurezze che tanti hanno su cosa fare.
saluti

Leggiti questo link sulla storia coloniale dell' Iraq. E forse capirai che bel minestrone c'è stato e c'è in Iraq. E quelli che oggi fanno i santarelli, hanno la coda da diavolo e le corna......no, beh, le corna no. Hanno 2 cofani a mano !! :-D :-D

http://www.disinformazione.it/petrolioiracheno.htm

Sai, proprio nell'ultima Riunione panaraba tenutasi in Egitto questo week-end è saltato ancora fuori la notizia che Saddam Hussein è stato messo al potere a Bagdad dalla Cia........noto covo di pacifisti, comunisti, massimalisti, bolscevichi. :-o :-o
E pensare che gli americani sono stati così buoni con lui da vendergli armi chimiche e batteriologiche per fare la guerra all'Iran...........mentre vendevano armi chimiche e batteriologiche all'Iran x fare la guerra all'Iraq......famoso scandalo Iran-Contras dell'amministrazione Reagan. :-o :-o

Da ciò si può sicuramente desumere l'importanza umanitaria che anima lo spirito americano.
 
Carissimi, leggetevi questa.

Noi da che parte stiamo? Da quella degli oppressi o da quella degli oppressori?

Martedì 25 febbraio 2003 - 13.52

Nello stesso giorno della massiccia incursione delle forze israeliane nell'area di Beit Hanoun, a nord della Striscia di Gaza, costata la vita a 7 palestinesi e più di 25 feriti, nella zona sud della Striscia, a Khan Younis, un soldato dell'IDF (Israeli Defense Force) è rimasto ucciso in seguito al tiro di un cecchino palestinese appostato su di un palazzo disabitato, il più esposto verso un avamposto militare a protezione del blocco degli insediamenti di Katif. L'azione, in seguito rivendicata dal FPLP (Fronte Popolare di Liberazione della Palestina), è stata compiuta a Tufah, l'area del campo profughi di Khan Younis più a contatto con i territori occupati da coloni ed esercito israeliani. In questa zona infatti, che è una pr i ma linea di combattimento, ogni notte si consumano scontri tra la resistenza palestinese e le forze di sicurezza israeliane.
Per "ragioni di sicurezza", dall'inizio di questa seconda Intifada, l'esercito israeliano ha demolito decine di abitazioni creando una sorta di zona cuscinetto tra le case del campo profughi e il muro di cemento che li separa dagli insediamenti sul mare.
Gush Katif (letteralmente "blocco di Katif") è un'area larga circa 4 km ed estesa per 15 km di costa sud della Striscia, separata dai territori palestinesi da reti metalliche e in certi punti da una barriera di cemento (come a Tufah), all'interno del quale vi sono 11 insediamenti israeliani (considerati illegali secondo il diritto internazionale) abitati da quasi 5000 coloni e un'enclave palestinese di circa 8000 persone sparsi in diversi villaggi lungo tutta l'area, che prende il nome di al-M a wasi. La vita per i palestinesi di Mawasi è resa difficile dalla presenza di due check-point che li separa dal resto della Striscia ed essendo l'area priva di alcuni servizi fondamentali (le strutture mediche sono pressoché inesistenti salvo due ambulatori medici e c'è un'unica scuola) diventa indispensabile uscire da al-Mawasi, unicamente dai due check-point controllati dall'esercito israeliano il quale, per "ragioni di sicurezza", regola il flusso dei palestinesi da una e dall'altra parte.
Il locale Centro per i Diritti Umani (www.pchrgaza.org) ha registrato diversi casi di persone a cui non è stato permesso il ritorno alla propria casa nell'area di Mawasi per diversi mesi e alcuni casi di palestinesi che sono stati feriti dai soldati israeliani mentre attendevano di passare il check-point.
All'attacco compiuto nella mattinata del 23 febbraio in cui è rimas t o ucciso un capitano dell'IDF è seguita nel pomeriggio una prima risposta da parte israeliana in una zona prossima a Tufah, Namsawi, in cui l'esercito ha aperto il fuoco da un avamposto militare su un campetto di sabbia dove alcuni ragazzi giocavano a calcio: un quindicenne è rimasto ucciso e altri cinque feriti.
Una seconda risposta all'uccisione del militare è avvenuta nella notte, allorché tank e bulldozer dell'IDF sono penetrati nell'area di Tufah demolendo cinque abitazioni, alcune delle quali già rese inabitabili per le passate e ripetute incursioni. Tra le abitazioni demolite anche lo stesso palazzo da cui nella mattinata il cecchino palestinese aveva colpito con un'arma di precisione. Molte famiglie di Tufah avevano evacuato le proprie abitazioni già nelle ore precedenti all'incursione, temendo un'azione di rappresaglia.
L'IDF si è ritirato dalla z o na soltanto intorno alle 6 del mattino, lasciando sul campo macerie e nessun ferito.
Durante la stessa giornata infine, incursioni e demolizioni da parte delle forze di sicurezza israeliane sono avvenute nell'estremo sud della Striscia di Gaza (e si registra anche la demolizione di una moschea già resa inutilizzabile dai continui tiri dal vicino avamposto israeliano), nonostante le azioni di interposizione dei volontari dell'ISM (International Solidarity Movement).
Negli ultimi giorni si registra inoltre un massiccio spostamento di tank israeliani all'interno di Gush Katif e lungo la "green line", il confine tra Territori Palestinesi e Israele, mentre anche oggi il traffico palestinese lungo l'unica strada che collega da nord a sud la Striscia di Gaza ha subito rallentamenti in seguito alla chiusura del check-point di Abu Holi (Khan Younis) e della strada che costegg i a il mare, nei pressi dell'insediamento di Netzarim: una misura "punitiva" già messa in atto per tre giorni consecutivi nel corso della passata settimana e che ha provocato il completo collasso della circolazione dei palestinesi lungo la Striscia di Gaza, in seguito al lancio di razzi di tipo Qassam da parte palestinese nella località di Sderot, nel deserto del Negev, dove si trova la fattoria del primo ministro israeliano Sharon.

www.operazionecolomba.org
 
fibo76 ha scritto:
.................
Bene attendiamo da te la soluzione visto e considerato che hai solo fatto delle affermazioni a mio parere banali e che non portano a nulla... ah già ma molto meglio stare sopra alle cose che doverci sguazzare dentro? O sbaglio?

innanzitutto volevo ringraziare Argema per aver evidenziato l' argomento aprendo un thread....

poi vorrei dire al nostro caro amico Fibo76 che ogniuno di noi ha una probabile soluzione che poi si dimostrerà giusta o sbagliata sperando che ogniuno se ne prenda la responsabilità.

spero che le mie affermazioni non siano banali come dice il nostro amico, ma che possano servire a riflettere con la nostra coscienza che chi ha torto potrebbe avere ragione e viceversa.

noi, piccoli e indifesi esseri umani, purtroppo, non abbiamo il potere di decidere se ci dovrà essere guerra o pace, ma ci rimettiamo alla decisione della provvidenza sperando che illumini la mente dei potenti per il bene dell' umanità.

essere al di sopra delle parti è un compito arduo e difficile, ci si trova a lottare con la propria anima e sentimenti per individuare dove è nascosto il male e non si arriva mai alla fine della ragione, anche quando pensiamo di averla c' è sempre qualche dubbio che forse abbiamo trascurato.

quindi penso che è buona cosa accettare tutte "le campane" e lasciar decidere in silenzio alla nostra coscienza.
 
Il leader di An ha aggiunto che l'esecutivo sta lavorando "perché sia disarmato Saddam. Nonostante qualche anima candida finga di non capirlo la guerra è stata dichiarata l'11 settembre". Il presidente di An si è detto contrario ad ogni divisione della società in tra "pacifisti e guerrafondai": nessuno vuole la guerra, ha assicurato Fini, ma "è evidente che se vogliamo una pace all'insegna della sicurezza dobbiamo avere la certezza che il regime di Saddam stia facendo quello che le Nazioni unite gli hanno intimato di fare". Parole dure contro le manifestazioni di protesta a cui hanno dato vita i pacifisti: "Nel nome della pace alcuni danno vita a comportamenti eversivi - ha detto il leader di An - tali da rendere necessario l'intervento della magistratura. Non si tratta di disobbedienza ma di atteggiamenti che, anche per quel che riguarda il nostro codice, sono eversivi".
 
IL FINE E' IL MEZZO


Un piccolo principe, un sognatore di pace, passa per caso di là. Si volta e vede lo scontro. Per un attimo diventa triste, ma poi, sicuro della vittoria del bene, affigge il simbolo: "La soluzione è qui che vi guarda. Un giorno anche voi la vedrete. Siete persone grandi, avete bisogno di tempo e di sbattere la testa. Bisogna avere pazienza con le persone grandi". E riprende sereno il suo cammino.

Il simbolo della pace sventola infatti su numerosi striscioni posti a poche centinaia di metri dallo scontro. Ma purtroppo nessun piccolo principe è passato di là. Le stesse persone che partecipano allo scontro l'hanno affisso poco prima.
Forse è ora di fermarsi un attimo a riflettere...
Che cos'è la guerra? Che cos'è la pace?
La guerra non è tale solamente se si muovono carri armati o se vengono lanciate bombe. La pace non è solamente assenza di questa guerra. La pace è assenza di violenza o meglio ancora assenza di odio. Come si fa allora ad essere pacifisti? Il pacifista vero non è quello che si accende solamente quando c'è da manifestare contro una guerra in atto. Il pacifista vero è uno che rimane on-line, è uno che cerca di realizzare un mondo di pace dove vive, è uno che pratica la pace. Un mondo di pace non si costruisce solamente fermando le guerre, ma rifiutando l'odio. E' l'odio che genera la guerra: è quello che va combattuto. Quando l'odio è fra nazioni la guerra sembra inevitabile e a quel punto il nostro intervento è inutile: quello che possiamo fare noi è, in negativo, non fomentare focolai d'odio e, in positivo, fomentare focolai di comprensione. Come si può allora essere pacifisti e antiamericani? La politica americana va condannata con fermezza per una miriade di motivi ma questo non deve portarci a provare odio verso gli USA ed il suo popolo. Perché alcuni bruciano la bandiera americana in piazza? Perché pensano che se lo sono meritato l'11 settembre? Come si può dire e fare queste cose senza nutrire un profondo sentimento di odio? Manifestiamo contro le guerre e non ci accorgiamo che siamo noi stessi a creare i presupposti per una nuova guerra... Se vogliamo arrivare alla pace dobbiamo praticarla. Per questo chi è pacifista non può che essere nonviolento.
Il "no justice no peace" invece ci trascina in un vortice che non fa altro che allontanarci da una soluzione: è una dichiarazione di guerra! E se dichiariamo una guerra diamo voce al nostro odio e accendiamo l'odio di qualcun'altro così da fare in modo di non uscirne mai più: chi è in diritto di applicare il "no justice no peace"? E' quello che succede con la guerra in Afghanistan: entrambe le parti sentono di aver subito un'ingiustizia. E' quello che è successo in Yugoslavia, campo di battaglia per centinaia di anni: l'occhio per occhio non finiva mai. L'odio genera odio. Il vortice della violenza può essere fermato solamente con una radicale scelta non violenta. L'assassino va cercato. Non per cavargli l'occhio però, ma per adottarlo come figlio.

Abbiamo ancora molto da imparare...
 
giustiziere ha scritto:
IL FINE E' IL MEZZO


Un piccolo principe, un sognatore di pace, passa per caso di là. Si volta e vede lo scontro. Per un attimo diventa triste, ma poi, sicuro della vittoria del bene, affigge il simbolo: "La soluzione è qui che vi guarda. Un giorno anche voi la vedrete. Siete persone grandi, avete bisogno di tempo e di sbattere la testa. Bisogna avere pazienza con le persone grandi". E riprende sereno il suo cammino.

Il simbolo della pace sventola infatti su numerosi striscioni posti a poche centinaia di metri dallo scontro. Ma purtroppo nessun piccolo principe è passato di là. Le stesse persone che partecipano allo scontro l'hanno affisso poco prima.
Forse è ora di fermarsi un attimo a riflettere...
Che cos'è la guerra? Che cos'è la pace?
La guerra non è tale solamente se si muovono carri armati o se vengono lanciate bombe. La pace non è solamente assenza di questa guerra. La pace è assenza di violenza o meglio ancora assenza di odio. Come si fa allora ad essere pacifisti? Il pacifista vero non è quello che si accende solamente quando c'è da manifestare contro una guerra in atto. Il pacifista vero è uno che rimane on-line, è uno che cerca di realizzare un mondo di pace dove vive, è uno che pratica la pace. Un mondo di pace non si costruisce solamente fermando le guerre, ma rifiutando l'odio. E' l'odio che genera la guerra: è quello che va combattuto. Quando l'odio è fra nazioni la guerra sembra inevitabile e a quel punto il nostro intervento è inutile: quello che possiamo fare noi è, in negativo, non fomentare focolai d'odio e, in positivo, fomentare focolai di comprensione.

Il ragionamento calza a pennello, non foss'altro che io, te, quasi tutti gli utenti del forum ( molti dei quali, come me obiettori di coscienza ) e dell'Italia siamo a favore della pace.Ma noi possiamo cambiare il mondo ?

Semplicemente no. Perchè non siamo nella stanza dei bottoni.

Giustiziere ha scritto:
Come si può allora essere pacifisti e antiamericani? La politica americana va condannata con fermezza per una miriade di motivi ma questo non deve portarci a provare odio verso gli USA ed il suo popolo. Perché alcuni bruciano la bandiera americana in piazza? Perché pensano che se lo sono meritato l'11 settembre? Come si può dire e fare queste cose senza nutrire un profondo sentimento di odio? Manifestiamo contro le guerre e non ci accorgiamo che siamo noi stessi a creare i presupposti per una nuova guerra... Se vogliamo arrivare alla pace dobbiamo praticarla. Per questo chi è pacifista non può che essere nonviolento.

Anche questo è idealmente giusto.Ma credo che vi siano innanzitutto + antiamericani in America che in Europa.Perchè è sbagliato il punto in questione.
E' sbagliato condannare un paese, ma è giusto condannare un'amministrazione, come quella di Bush.
Hai scritto belle parole, sull'odio e sull'amore.E come giustamente hai detto, odio genera odio.
Ti consiglio allora di andare in Argentina o in Cile, a conoscere i parenti dei desaparecidos,in Nicaragua in Congo, in Vietnam, in Iran, in Iraq.......e volendo anche in Italia a dire queste belle parole ai parenti delle vittime del Cermis.
E soprattutto a domandargli chi ha generato l'odio che hanno dentro di loro.

Allora io resto dell'idea di quel giornalista della CNN che in diretta, durante l'attentato delle Torri Gemelle ha semplicemente detto:- "Ci stà tornando indietro ciò che abbiamo seminato x il mondo in 100 anni di storia"

Cioè ODIO


Giustiziere ha scritto:
Il "no justice no peace" invece ci trascina in un vortice che non fa altro che allontanarci da una soluzione: è una dichiarazione di guerra! E se dichiariamo una guerra diamo voce al nostro odio e accendiamo l'odio di qualcun'altro così da fare in modo di non uscirne mai più: chi è in diritto di applicare il "no justice no peace"? E' quello che succede con la guerra in Afghanistan: entrambe le parti sentono di aver subito un'ingiustizia. E' quello che è successo in Yugoslavia, campo di battaglia per centinaia di anni: l'occhio per occhio non finiva mai. L'odio genera odio. Il vortice della violenza può essere fermato solamente con una radicale scelta non violenta. L'assassino va cercato. Non per cavargli l'occhio però, ma per adottarlo come figlio.

Abbiamo ancora molto da imparare...

.....ma sono i + grandi che devono dare il buon esempio.E gli Stati Uniti, sono lo stato + grande economicamente e militarmente al mondo.
Invece si comportano come un'adolescente ipervitaminizzato.Ha molta forza fisica, ma poca maturità.......e quindi sono i primi a non dare il buon esempio.

Perchè con l'Iraq bisogna fare rispettare le risoluzioni ONU e con Israele no ? Anche i palestinesi hanno diritto di vivere, in egual misura agli israeliani.Credi che presto vedremo una guerra Israele vs USA ?
Credo proprio di no.
E queste sono cose attuali, non di 20, 30, 50 anni fà........e quindi uno può dire di non sapere, di non aver studiato.......basta aprire un giornale x leggerle.

E' facile fare lo statista con le pantofole e lo stomaco pieno. Più difficile farlo morendo di fame e senza una casa.

Ma queste cose sono difficili da far capire. :)
 
giustiziere ha scritto:
Il leader di An ha aggiunto che l'esecutivo sta lavorando "perché sia disarmato Saddam. Nonostante qualche anima candida finga di non capirlo la guerra è stata dichiarata l'11 settembre".

Il vicepresidente del Consiglio di una maggioranza garantista che ha approvato tutto il possibile per tutelare gli imputati, dice quindi che Saddam è coautore degli attentati dell'11 settembre. Le prove inconfutabili ovviamente saranno in suo possesso e un processo si sarà pure svolto da qualche parte senza che noi ne sappiamo nulla... ma mi faccia il piacere...

Io continuo a chiedermi se in tutti questi anni non c'era un modo meno cruento di una guerra per spodestare Saddam e se ancora adesso non ci sia...
 
La méta che la natura riserva agli uomini è la comunione simbiotica.

I primi semi di una tale unione la natura li ha realizzati spingendo gli individui a riunirsi in famiglie, in gruppi;
paradossalmente, ha rafforzato il legame all'interno di ogni gruppo attraverso il contrasto ed anche le guerre fra le famiglie, i gruppi, i popoli.

Tutto questo non appare agli occhi degli uomini, i quali si riuniscono in famiglie per trovare una sistemazione, una regola di vita e si dichiarano guerra per futili motivi.

Il fine ultimo a cui mira la natura - che è quello di insegnare gli uomini ad amarsi, sia pure a volte attraverso l'odio - non si mostra evidente.
L'uomo lo raggiunge inavvertitamente soggiacendo alle regole di un codice di diritti e di doveri.

Tutto ciò non toglie che gli uomini abbiano la potenzialità di capire senza il bisogno della esperienza diretta, ed è per questo che esiste l'intelletto.

Quanto più ci si affranca dalle limitazioni della società, tanto meglio si percepiscono i veri bisogni dell'umanità.

Oggi dobbiamo dimostrare che qualcosa si è evoluto rispetto ai secoli trascorsi.

La barbarie che caratterizzava l'animo umano deve sostituirsi, per forza evolutiva, con sentimenti un tantino più elevati se vogliamo che la nostra terra, il pianeta su cui viaggiamo nel cosmo, sopravviva ancora.

Dobbiamo cercare di abbandonare l'esigenza di ricavare utili pratici a discapito della natura.

Dobbiamo finalmente essere consapevoli della meravigliosità di ciò che chiamiamo vita.

Diciamo basta.

Basta alle distruzioni ed alle costruzioni inconsulte, agli sfruttamenti ambientali inconsulti.

Voi direte: <<cosa c'entra tutto questo con la guerra?>>

C'entra, fintantoché gli uomini sono accecati dalle lusinghe del potere, della ricerca di ricchezze che spingono a derubare chi ci vive accanto per riempire le nostre tasche.

Ciò che appartiene al microcosmo individuale si riperquote poi sul macrocosmo popolare.

Ciascuno di noi deve operare su se stesso e poi, quasi per induzione, trasmettere agli altri le proprie consapevolezze acquisite.

Se guardiamo dentro di noi, sinceramente, con distacco (cosa non facile, perché la psiche dell'uomo è spesso preda dell'io che tende a camuffare l'egoismo in falsi valori) vedremo che i confliti del mondo intero si trovano prima di tutto nel nostro animo.

Non è utopia.

Si tratta di volere o non volere che una cosa accada.

Ma ci pensate?
Di tutta l'umanità solo pochi individui possono definirsi veramente crudeli e ossessionati dal potere, e sono coloro che ci governano.
La loro forza sta nella coalizione tra loro.

Ma gli altri, quelli che non "contano niente", gli uomini comuni sono miliardi e la loro debolezza è la disgregazione.

I potenti intuiscono questa debolezza e cercano di separaci in tutti i modi, con la cultura, le barriere, i confini, le associazioni politiche e religiose.

Ognuno di noi cominci, quindi, a gettare il seme della comprensione, del rispetto reciproco, della collaborazione e un giorno non lontano potremo dire finalmente di esserci liberati dalla necessità della guerra.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto