Terna (TRN) TASSA del TUBO

Nonsoniente ha scritto:
sharnin ha scritto:

Ti sei mai chiesto perchè invece si parla poco dei casi che accadono nella sanità privata, in Sicilia e altrove? E io ne conosco, di casi di malasanità privata.
Il mio sospetto è che sia in arrivo qualche grosso progetto di privatizzazione sanitaria, in Sicilia, per cui ... si prepara il terreno.

Ciao sharnin, condivido il senso della tua frase, penso che il tuo concetto si possa estendere anche all'esplosione della spesa sanitaria.
Stanno preparando il terreno per privatizzarla.
D'altronde la direttiva BOLKESTEIN di cui nessuno parla prevede che tutti i servizi nell'unione europea siano considerati come prodotti economici ordinari. Di conseguenza, settori essenziali, quali la cultura, l'istruzione, le cure sanitarie e tutti i servizi relativi ai sistemi nazionali di protezione sociale potranno essere soggetti alle stesse forme di concorrenza economica delle merci.

Ciao Mauro.

Bè non facciamola così semplice.
Introdurre concetti di privatizzazione in un settore come quello della sanità non è ovviamente come privatizzare l'enel.

Quello che mi sento di dire è che non bisogna pensare che privatizzazione (in un'accezione ben + complessa del semplice trasferimento della proprietà e dei relativi diritti/obblighi) sia sinomino sempre e comunque di iniquità ed esclusione nella fruizione del servizio.
Nè tantomeno di perdita di qualità del servizio erogato.
 
ricpast ha scritto:

Bè non facciamola così semplice.
Introdurre concetti di privatizzazione in un settore come quello della sanità non è ovviamente come privatizzare l'enel.



Anche il generale Jason Kamiya, uno dei più alti comandanti USA in Afghanistan, ha recentemente detto che la forza aerea resta un mezzo essenziale per combattere i ribelli.
Ma ora anche gli americani stanno perdendo circa un elicottero da trasporto al mese in Afghanistan, e ufficialmente parlano di «incidenti», «guasti» o di «atterraggi di fortuna».
Tutto il problema è aggravato dal fatto che il Pentagono ha appaltato l'addestramento delle truppe locali a ditte di «esperti» a contratto, agenzie di mercenari come la Kellogg Brown & Root (una sussidiaria della Halliburton), la Logicon (una filiale della Northrop Grumman), la Military Professional Resources e la DynCorp.
Queste ditte sono pagate in base al numero delle reclute che addestrano, dunque non hanno interesse a selezionare e a filtrare con rigore i futuri soldati.
Sono i guai del «libero mercato» applicato alla guerra.
.

Ricpast questo è il pensiero dominante. Il libero mercato visto come un grande Dio dove tutto e tutti devono sottomettersi.
Per quel che mi concerne sono favorevole alle privatizzazioni in quei settori dove i clienti, coloro che usufruiscono del bene/servizio, sono in grado d'incidere sulla formazione del prezzo.
In tutti quei settori dove il cliente/utente non è in grado di svolgere questa elementare norma ( Utilità marginale) allora preferisco che a gestire il servizio sia la mano Pubblica.
Se la mano pubblica è troppo sprecona ed incopetente allora diamo da gestire il servizio a FONDAZIONI no profit.

Personalmente come cliente di banca mi trovavo meglio quando la cassa di risparmio era una fondazione senza fini di lucro, che adesso che è una SPA, il c/C mi costa molto di più. E anche se cambio banca cambia poco.
 
Nonsoniente ha scritto:
Il libero mercato visto come un grande Dio dove tutto e tutti devono sottomettersi.
Per quel che mi concerne sono favorevole alle privatizzazioni in quei settori dove i clienti, coloro che usufruiscono del bene/servizio, sono in grado d'incidere sulla formazione del prezzo.
In tutti quei settori dove il cliente/utente non è in grado di svolgere questa elementare norma ( Utilità marginale) allora preferisco che a gestire il servizio sia la mano Pubblica.
Se la mano pubblica è troppo sprecona ed incopetente allora diamo da gestire il servizio a FONDAZIONI no profit.

Personalmente come cliente di banca mi trovavo meglio quando la cassa di risparmio era una fondazione senza fini di lucro, che adesso che è una SPA, il c/C mi costa molto di più. E anche se cambio banca cambia poco.

appunto è di questa confusione che parlavo.
Quando si parla (con raziocinio) di "forme di privatizzazione all'interno del sistema sanitario" (è fuorviante parlare di "privatizzare la sanità") non ci si riferisce all'adottare forme di libero mercato (comunemente inteso e nell'accezione pura del termine).

Se si continuerà a pensare che privatizzazione = male assoluto e non se intende parlare in modo costruttivo, l'effetto sarà sicuramente una cancrenizzazione dei problemi che porterà ad una vera e propria privatizzazione (feroce e spietata) stile Usa.
Intendo dire che il problema va affrontato seriamente e in questo la sinistra sbaglia ad opporsi preconcettamente (ma vi sono fortissime resistenze in ogni schieramento) a qualsiasi forma di introduzione del soggetto privato all'interno del sistema sanitario.

Così facendo l'inefficienza del soggetto pubblico non potrà che aumentare, ne risentirà sempre + la qualità del servizio proposto e la stessa inefficienza verrà economicamente riversata (non esistono alternative a questo circolo vizioso) sui singoli cittadini sottoforma di tasse maggiori (anche e soprattutto indirette).

Ma veramente credete che parlare di queste cose significhi disegnare scenari futuri in cui solo i ricchi potranno curarsi????
 
woolloomooloo ha scritto:
ciao,
mi scuso in anticipo se mi intrometto, volevo leggere qualcosa sulla 'tassa del tubo' e mi sono imbattuto in una discussione sulla sanità e sulla sua crescita esponenziale.....(che ha fatto meglio di molti indici di borsa); fattori di crescita della spesa:
- Farmaci: in questa voce di spesa una colpa o un contributo è in parte nostro, come consumatori; per cercare di cambiare basta poco: quando si è dal medico, invece di accettare passivamente quello scarabocchio a zampa di gallina che poi portiamo in farmacia, facciamoci scrivere il nome del principio attivo, andiamo in farmacia e facciamoci dare il farmaco che costa di meno
- Sanità: prima che vengano 'tagliati' i baroni che fanno i primari o i dirigenti ce ne passa, destra o sinistra che sia.... si fa prima a curarsi consapevolmente, un pò come investire consapevoli.... ci si informa sulla propria età e quali fattori di rischio si stanno affacciando..per fare un paragone: voglio rischiare tutti i miei investimenti su un bond con rating BB? allora non faccio nessuna analisi del sangue, esame microbiologico etc.. perchè 'sto bene', poi mi arriverà la mazzata e se non arriva a me, sicuramente, per calcoli statistici ormai certi e consolidati, arriva a qualcun altro che mi sta intorno (lavoro, vicini, affetti etc...)
voglio accettare il rischio che potrò ammalarmi seriamente prima o poi? allora prendo un bond con rating AAA e comincio a fare un pò di analisi mediche preventive... se mi VA MALE...sono sempre in tempo per fare uno 'stop loss', in questo caso uno 'stop progressive desease' e continuare a vivere.
leggendo i vari argomenti di questo forum, ho una imparato un concetto, il rischio default, che ha costi altissimi in termini di capitale perso..nel caso della cura delle grandi malattie in italia non dico che siamo a rating BB ma ci siamo vicini, e il costo per la cura dei pazienti ricoverati è altissima rispetto al costo degli esami se fossero stati fatti prima per prevenire la malattia.
...se ci sono meno pazienti che si ricoverano, ci sono meno 'potenziali' soldi per i privati, la domanda va in 'calo'...il trend diventa 'negativo' e la sanità totale 'risparmia'

magari queste cose le fate o le sapete già, e allora mandatemi pure a aff***ulo...


Farmaci: la spesa farmaceutica è il 13% della spesa sanitaria globale, infinitamente più alta la spesa ospedaliera, e c'è anche quella "burocratica".
La spesa farmaceutica italiana si colloca ai piani bassi nella classifica europea.
Spesso si sfora perchè il budget è calcolato insufficiente in partenza (in mala fede).
Non è vero che i farmaci sono esattamente equivalenti, come ti possono dire medici e farmacisti che hanno fatto la prova su sè stessi, e non usano il generico.
La prevenzione la devono fare le istituzioni pubbliche perchè sono loro che risparmierebbero. E poi le tasse cosa le paghiamo a fare?
Poi ci sono anche molte malattie non prevedibili.
 
Le mie erano chiaramente frasi provocatorie.
Mi pare una cosa ardua provare ad affermare che la sanità della Sicilia e di molte altre regioni funzioni in modo efficiente ed efficace.[/quote]


E chi l'ha detto? Io ho detto che è a pelle di leopardo, ed è così. Però vorrei sapere OGGI in quali regioni è completamente efficiente
 
Nonsoniente ha scritto:
sharnin ha scritto:

Ti sei mai chiesto perchè invece si parla poco dei casi che accadono nella sanità privata, in Sicilia e altrove? E io ne conosco, di casi di malasanità privata.
Il mio sospetto è che sia in arrivo qualche grosso progetto di privatizzazione sanitaria, in Sicilia, per cui ... si prepara il terreno.

Ciao sharnin, condivido il senso della tua frase, penso che il tuo concetto si possa estendere anche all'esplosione della spesa sanitaria.
Stanno preparando il terreno per privatizzarla.
D'altronde la direttiva BOLKESTEIN di cui nessuno parla prevede che tutti i servizi nell'unione europea siano considerati come prodotti economici ordinari. Di conseguenza, settori essenziali, quali la cultura, l'istruzione, le cure sanitarie e tutti i servizi relativi ai sistemi nazionali di protezione sociale potranno essere soggetti alle stesse forme di concorrenza economica delle merci.

Ciao Mauro.

15 OTTOBRE 2005 : GIORNATA DI MOBILITAZIONE EUROPEA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA PER LA DIFESA DEI DIRITTI SOCIALI E DEL LAVORO, PER I BENI COMUNI E I SERVIZI PUBBLICI, CONTRO LA DIRETTIVA BOLKESTEIN E GLI ACCORDI DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO

e c'è anche una petizione online
 
ricpast ha scritto:
Nonsoniente ha scritto:
sharnin ha scritto:

Ti sei mai chiesto perchè invece si parla poco dei casi che accadono nella sanità privata, in Sicilia e altrove? E io ne conosco, di casi di malasanità privata.
Il mio sospetto è che sia in arrivo qualche grosso progetto di privatizzazione sanitaria, in Sicilia, per cui ... si prepara il terreno.

Ciao sharnin, condivido il senso della tua frase, penso che il tuo concetto si possa estendere anche all'esplosione della spesa sanitaria.
Stanno preparando il terreno per privatizzarla.
D'altronde la direttiva BOLKESTEIN di cui nessuno parla prevede che tutti i servizi nell'unione europea siano considerati come prodotti economici ordinari. Di conseguenza, settori essenziali, quali la cultura, l'istruzione, le cure sanitarie e tutti i servizi relativi ai sistemi nazionali di protezione sociale potranno essere soggetti alle stesse forme di concorrenza economica delle merci.

Ciao Mauro.

Bè non facciamola così semplice.
Introdurre concetti di privatizzazione in un settore come quello della sanità non è ovviamente come privatizzare l'enel.

Quello che mi sento di dire è che non bisogna pensare che privatizzazione (in un'accezione ben + complessa del semplice trasferimento della proprietà e dei relativi diritti/obblighi) sia sinomino sempre e comunque di iniquità ed esclusione nella fruizione del servizio.
Nè tantomeno di perdita di qualità del servizio erogato.


Non mi riferivo alla medicina convenzionata, che può essere complementare a quella pubblica, ma al passaggio alle assicurazioni che ti assicurano solo se sei giovane, sano e non hai la pressione alta
 
Nonsoniente ha scritto:
Ricpast questo è il pensiero dominante. Il libero mercato visto come un grande Dio dove tutto e tutti devono sottomettersi.

Libero mercato solo sulla carta... non penso sia un caso se le citate sono legate al presidente Bush!
 
ROMA (MF-DJ)--Secondo la Corte dei Conti esistono "problemi di fattibilita' non tecnica, ma giuridica in merito alla attuazione della cosiddetta tassa sul tubo".
E' quanto ha dichiarato in audizione sulla legge Finanziaria alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato Francesco Staderini, presidente della Corte dei Conti sottolineando che i dubbi riguardano "sia la compatibilita' con l'ordinamento Ue sulla libera circolazione dei beni, sia la mancanza di una relazione specifica tra base imponibile e danno ambientale, sia per l'inapplicabilita' del divieto di traslazione del nuovo tributo sugli utenti perche' in contrasto con la normativa del price-cap".
La Corte sottolinea infine il "trattamento discriminatorio nei confronti delle reti elettriche rispetto alle reti telefoniche, che ne sarebbero escluse pur potendo anche esse costituire fonte di inquinamento elettro-magnetico".
 
Finanziaria: se fossero tassati tutti i ''tubi''... A cura di



JOURNAL - 16:47 - 13 Ottobre 2005


Se la vituperata “tassa sul tubo” venisse ripartita sulle reti elettriche e dell’energia di tutti gli operatori del settore, Terna accuserebbe nel prossimo triennio una decurtazione degli utili del 75% e Snam del 50%. Il taglio sarebbe pesante ma non così disastroso per Italgas (-25%). Tra le utility locali, le più colpite sarebbero Amga (-10%) ed Hera (-9%), meno dolorosi gli effetti per Edison (-6%) e per Enel (-6%).



In attesa di conoscere le decisioni del Consiglio dei ministri che oggi discuterà anche di questo tema, un analista ha provato a calcolare cosa potrebbe succedere al conto economico delle società quotate coinvolte. La simulazione prende per buone le ultime dichiarazioni del ministro dell’Economia Giulio Tremonti e di conseguenza ipotizza che l’obiettivo sia di raccogliere 2,5 miliardi di euro in tre anni e che gli asset sottoposti a imposizione siano le reti dell’energia, sia quelle di trasporto, sia quelle di distribuzione.


Terna si ritroverebbe a pagare l’anno prossimo e quello successivo 216 milioni di euro, 243 milioni nel 2008. Snam dovrebbe versare all’erario 235 milioni l’anno e a partire dal 2008 arriverebbe a 264 milioni di euro. Enel sarebbe chiamata a contribuire all’abbassamento del deficit di bilancio dell’Italia, inizialmente con 166 milioni di euro e successivamente con 187 milioni di euro: per l’ex monopolista elettrico l’erosione dell’utile sarebbe minore perché l’azienda ha altre aree di business al riparo dalle incursioni del Fisco.


Tra le ex-municipalizzate, le più colpite sono quelle presenti in forza nell’attività della distribuzione, sia del gas che dell’elettricità, come per esempio Hera, che dovrebbe versare 12,2 milioni di euro nel 2006-2007 e 13,7 milioni di euro nel 2008.



L’effetto sarebbe tremendo soprattutto per le due società del trasporto, Snam e Terna. La Borsa però, non ha penalizzato in modo severo i due titoli: dal 28 settembre a oggi Snam ha perso il 7% e Terna, che pure sarebbe di gran lunga la più colpita dal provvedimento, soltanto il 9%. Nello stesso periodo l’indice Stoxx delle utility europee è arretrato del 4%. Il confronto tra questi andamenti permette di dire che sul mercato prevale l’idea di un esito finale non troppo doloroso per le società.

“Riteniamo improbabile che la tassa possa essere applicata in questa formulazione: se lo fosse, prosciugherebbe del 100% gli utili attesi da Terna nel 2006 e renderebbe antieconomico l’investimento nelle società di trasmissione elettrica per il capitale privato”, scrivevano ieri gli analisti di Goldman Sachs in uno studio.


Se con questa manovra il governo potesse riuscire a far entrare soldi in cassa senza altri problemi da gestire se non le lamentele delle due società, la partita si potrebbe ritenere chiusa. Il problema, per il ministro dell’Economia Giulio Tremonti è la perdita di valore che questo provvedimento causa: una distruzione che si rivolge contro lo stesso Tesoro, intenzionato a cedere quote delle due società e ovviamente interessato a incassare il massimo possibile.

L’obiettivo politico del Tesoro, il far partecipare anche i cittadini contribuenti al banchetto dei maxi profitti generati nel corso degli anni da queste società, si scontra con altre ragioni di opportunità di bilancio ed è probabile che alla fine si possa arrivare a un compromesso: è stato lo stesso Tremonti a dare il via per primo alla marcia indietro quando ha detto che il governo presenterà alcuni emendamenti sul provvedimento in questione.



Anche se il ministro ha escluso la possibilità che le tasse possano essere trasferite nelle tariffe, alla fine, l’esito più probabile dovrebbe essere proprio questo. Le società, in via riservata, stanno tranquillizzando gli investitori ricordando che dall’Autorità hanno già avuto rassicurazioni su un ribaltamento degli effetti sugli utilizzatori della rete.

Snam e Terna hanno trovato oggi un alleato in Guglielmo Epifani. Il segretario della Cgil ha bocciato il provvedimento e ha aggiunto che secondo lui “la tassa sul tubo si scaricherà sui cittadini”.

www.websim.it
 

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