Ignatius
sfumature di grigio
Un capitalista (non io, ovviamente) potrebbe dire che è un mondo dialettico, in evoluzione: una volta i lavoratori erano contadini, poi operai che lavoravano 14 ore al giorno per un reddito da mera sussistenza, ora qualcuno parla di 40-35-20 ore a settimana... Ma anche se arrivassimo a 20, c'è chi si riterrebbe sfruttato.Mhhhhh una bella forzatura che può andar bene nella prima fase del capitalismo quello cosidetto naturale ma sia nella seconda fase ma soprattutto nella fase finanziaria le regole vengono modificate a piacimento e la scelta è fondamentalmente quella del maggior profitto nel minor tempo possibile dove per esempio il rispetto per i diritti umani dei lavoratori è lasciata ad ampia discrezionalità...
Inoltre bisogna capire se i bisognosi a cui fa donazioni sono bisognosi per scelta o per necessità.... nel primo caso lo possiamo ringraziare, nel secondo caso bisognerebbe domandarsi se la necessità è una conseguenza del profitto del capitalista "onesto".
A proposito di bisognosi: si potrebbe dire (non da parte mia) che il capitalista onesto licenzia e il sistema rialloca (in modo tendenzialmente efficiente), altrimenti avremmo ancora un ridente settore di popolazione addetto alla produzione di carrozze a cavalli...
Essndo Komunista posso senza tema di essere smentito affermare che il capitalismo non è regolabile.. o lo è fino a quando le condizioni lo consentono, poi interviene il pragmatismo che può sfociare in interessanti soluzioni (guerre commerciali e non, manipolazione dei fenomeni, spionaggio, concorenza sleale, sfruttamento, violazione dei brevetti ecc...)
Potrebbe essere una dialettica. Il diabolico (e immorale) capitalismo cerca strade sempre nuove, e le leggi lo rincorrono. Non è che il problema è chi fa le leggi, più che chi si occupa di cercare gli arbitraggi normativi più convenienti?
Beh un colpetto bisognerà darcelo.. ma tanto saremmo (quasi) tutti convinti...
Ho già sellato i cavalli per andare in piazza San Pietro!