Derivati USA: CME-CBOT-NYMEX-ICE Tbond,Tnote,Bund&CO-giu/lug2006: fuga dai Bonds (vm18)

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Fleursdumal ha scritto:
nubi fosche sul mercato, per farcela ci vuole chiulo :D :lol: :D
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torna presto Andrè

bce forse alza di mezzo punto, sfido io che gli eu index se la stiano facendo sotto
per non sbagliare cmq il mercato fa short eu long us

BCE: DOPODOMANI RIALZO TASSI, POSSIBILE MEZZO PUNTO/ANSA
(ANSA) - ROMA, 6 giu - Bce pronta ad aumentare i tassi.
L'economia di Eurolandia si espande, con un ritmo di crescita
vicino al 2%, ma l'inflazione è tornata a rialzare la testa,
salendo a maggio al 2,5% spinta dai rincari del greggio.
Cavalcando la ripresa e consapevole dei rischi inflazionistici,
la Banca Centrale Europea si appresta così ad una nuova stretta
monetaria, la seconda dell'anno.
Nel consiglio in programma giovedì a Madrid, una delle due
che ogni anno si tengono non a Francoforte, l'Eurotower
deciderà con ogni probabilità di alzare il costo del denaro.
L'unica perplessità del mercato è relativa all'ampiezza del
rialzo: gli economisti danno per scontato che sarà di 25 punti
base, portando così il suo tasso di riferimento, il pronti
contro termine, dall'attuale 2,5% al 2,75%. Nessuno, però,
prudentemente si sente di escludere che la stretta sia più
forte e il rialzo sia dello 0,5% al 3%. Uno studio della Hsbc
ritiene che "gli ardori della Bce" per un eventuale ritocco di
mezzo punto "saranno placati dalla forza dell'euro e dalla
debolezza del mercato azionario": quindi un aumento di 50 punti
base non è probabile, ma comunque non è da escludere.
La Bce si riunirà l'8 giugno a Madrid e solitamente non è
mai intervenuta sui tassi fuori da Francoforte. Ma il
presidente, Jean-Claude Trichet, ha rimarcato in più di
un'occasione come "niente esclude, al contrario di quanto
sostengono in molti, che il consiglio possa decidere di agire
sui tassi quando è fuori da Francoforte". Già il mese scorso
aveva lasciato la porta aperta a possibili ritocchi del costo
del denaro, spiegando che "se lo scenario macro sarà
confermato, saranno necessari in futuro nuovi irrigidimenti
delle politiche monetarie". E ieri sera, da Washington, insieme
a Ben Bernanke, che per i tassi la strada è ancora verso il
rialzo, in Europa come negli Usa.
Opinione che sembra condivisa anche da altri banchieri
centrali di Eurolandia, fra i quali il presidente della
Bundesbank, Alex Weber: "La politica monetaria è ancora molto
accomodante - ha detto nei giorni scorsi - Ulteriori
aggiustamenti del costo del denaro di almeno 25 punti base sono
richiesti in un'ottica di medio termine". Anche Otmar Issing,
ex capo economista, poco prima della sua uscita dall'Eurotower
aveva sottolineato che la Bce avrebbe alzato i tassi se le
attuali previsioni sulla crescita economica e sull'inflazione
sarebbero state confermate. Attualmente l'inflazione viaggia
saldamente al di sopra del 2%, tetto individuato dalla Bce per
la stabilità dei prezzi.
Qualunque decisione la Bce prenderà giovedì prossimo, sarà
l'ultima basata sulle stime di Issing, che ha lasciato alla fine
di maggio la sua poltrona all'Eurotower dopo otto anni. Le sue
competenze sono state suddivise fra Jurgen Stark ed il
vicepresidente dell'Eurotower, Lucas Papademos. Per Stark Madrid
segnerà l'esordio come membro dell'istituto centrale europeo.
Ad invitare la Bce alla cautela è stato il Fondo Monetario
Internazionale, nel timore che un aumento eccessivo del costo
del denaro possa minare la ripresa. "Alcuni ulteriori ritocchi
di politica monetaria sembrano garantiti", tuttavia, "le
condizioni per ulteriori e sostanziali interventi non sembrano
del tutto in atto - hanno spiegato gli esperti di Washington -
Con un'economia in ripresa, una stretta monetaria robusta
potrebbe creare problemi e indebolire i fondamentali".
 
har har har har :devil:

vedrai che i stronsi
adesso dicono +05
poi fanni +025 'ma con possibili revisioni'
e i merkati ribalzano ritti e dritti venerdì

pokkaputtana
 
in effetti bisogna avere le palle per alzare di mezzo punto , non l'ha fatto la fed figuriamoci la bce , e se lo fa vuol dire che stiamo nella myerda :down:
 
Treasury yield curve inverts on Fed rate hike outlook
Tue Jun 6, 2006 1

NEW YORK, June 6 (Reuters) - The yield on the two-year Treasury note briefly rose above that of the benchmark 10-year note on Tuesday for the first time since March, as bond market participants stepped up bets the Fed would raise interest rates at the end of this month.

The 10-year note <US10YT=RR> was yielding 5.008 percent, while the two-year note, which responds closely to expectations for Fed interest rate moves, yielded 5.009 percent <US2YT=RR> according to Reuters data.

This shift inverts the so-called "yield curve", or gap between yields on short-dated and long-dated U.S. government bonds. The curve is normally positively sloped, with longer maturities yielding more than shorter ones. In the past, an inverted curve has sometimes been a harbinger of economic downturns or recessions.
 
Fleursdumal ha scritto:
in effetti bisogna avere le palle per alzare di mezzo punto , non l'ha fatto la fed figuriamoci la bce , e se lo fa vuol dire che stiamo nella myerda :down:

lo fanno per sobering il mercato
e per comprare bassi ( stronsi che sono)
 
a prop di falling knife cè, beccati questo articolo del tiziodi abraxas bank giusto giusto edito oggi 06-06-06 :ghh:

coltello che cade

Non è il caso di scappare, ma per afferrarlo questa volta sono consigliati i guanti. di A.FUGNOLI (Strategist AbaxBank)



C’è un metaproverbio che dice “I proverbi sono la saggezza dei popoli”. Giusto, ma poi vengono in mente da una parte “L’unione fa la forza” e dall’altra “Chi fa da sé fa per tre” e il metaproverbio vacilla. (Ci sono anche da studiare il nostrano “Vendi, guadagna e pentiti” e il “Let your Profits Run” di superiore cultura anglosassone).

Questa settimana nella hit parade dei proverbi più citati Sell in May and Go Away perde la prima posizione. Al vertice della classifica troviamo ora Don’t Catch a Falling Knife, interpretato da un coro multiculturale e arcobaleno che include gruppi come i Technicians, i Permabears, i Gloom and Doom, i No Value, i Wait and See, gli Inflection Point, i Cash is King e gli Shrinking Liquidity di Joachim Fels. Dietro la curva, cantano, c’è solo un gatto morto che rimbalza.

Don’t Catch a Falling Knife vuole essere un inno al buon senso. Un coltello
che sta cadendo, lo sanno anche i bambini, non bisogna mai cercare di afferrarlo. In tempi calamitosi di stagnazione incipiente, democratici protezionisti che stanno per riconquistare il Congresso, banche centrali impegnate a prosciugare il mare con le idrovore e portafogli colti in flagranza di over-extension i prezzi scontati e calanti di azioni e (alcune) materie prime non devono indurre in tentazione. Sono caramelle avvelenate, giocattoli bomba, attenzione. Don’t Catch a Falling Knife è il ritirarsi in casa a coltivare i Bot. E’ il piacere catastematico di Epicuro, il piacere come assenza di dolore, la gioia tiepida di stare flat.

Tutto giusto, salvo un piccolo problema. Nella confusione non è chiaro se sia proprio un coltello quello che sta cadendo. Se fosse una moneta d’oro? Dopo tutto negli ultimi due anni ne sono cadute cinque di monete d’oro, e nessun vero coltello. L’ultima volta, in ottobre dopo gli uragani, molti avevano parlato di un coltello. E’ partita l’inflazione, s’era detto, e ora non la ferma più nessuno. La benzina è a tre dollari, si notava, e non ci sono i soldi per comperare il latte ai bambini.

L’indice scese come un coltello del 5.5 per cento. Molti notarono che era una vita che non c’era una correzione del 10 per cento (la cifra magica cui ambiscono le correzioni per avere dignità e prestigio) e che quindi c’era ancora spazio per scendere. Ci furono invece tre rimbalzi, uno per settimana. Gatto morto, si disse. Chi in quelle settimane afferrò gatti e coltelli tra 1180 e 1200 se li vide valutati 1260 un mese dopo e 1325 sei mesi dopo.

Questa volta c’è stato un ribasso del 6 per cento, con la stessa velocità di ottobre. A guardare il grafico di ottobre e maggio sembra di vedere i frattali, tanto si somigliano. C’è stato anche il primo gatto morto e aspettiamo il secondo. La benzina, per inciso, è sotto i tre dollari, costa meno che in ottobre, anche se il latte per i piccoli è sempre a rischio. Come in ottobre Tom McManus, che è uno tutto bottom up e valore in un mondo di top down e momentum (gli apriremo un fan club), si è fatto forza e si è costretto ad aumentare la quota di azioni. Di poco e soffrendo, ma l’ha fatto.

Tutto a posto, quindi? E’ solo questione di opporre a quelli che parlano di coltelli un altro proverbio di quelli che le mamme (e soprattutto i padri) insegnano ai figli annoiati, ovvero il doverista-moralista-antipatico No Pain No Gain? Qualche settimana fastidiosa e poi, completati gli acquisti, facciamo il sorpasso di quelli che ci hanno superato il primo trimestre e ora sono fermi al semaforo tanto carichi di Dax e di rame che non ne possono comprare più?

Possibile, magari anche probabile. E però, da qualche tempo, a ogni correzione viene da reagire con sempre meno entusiasmo. Sarà che si invecchia, noi certo, ma soprattutto questo ciclo di espansione. Ogni volta le quotazioni sono più alte della volta precedente (ora siamo a 1260, il minimo di ottobre fu a 1180), i tassi sono più alti e l’output gap (le risorse inutilizzate) è più basso. E’ vero che i profitti continuano a crescere, ma non c’è più espansione dei margini, per cui se decelera la crescita del Pil decelera automaticamente anche la crescita dei profitti.

Ogni giorno che passa, lentamente ma inesorabilmente, la coperta della liquidità diventa più stretta. La coperta serve alle azioni e ai bond e se viene tirata dalla parte delle azioni (se la borsa sale) rimangono sempre più scoperti i bond, che ora possono rimanere fermi solo se la borsa scende, altrimenti tornano subito a indebolirsi.

In più, questa volta, i consumi in America sono destinati a decelerare sul serio. Niente di allarmante. Anzi, è esattamente quello che hanno prescritto i medici che hanno in cura gli squilibri del mondo. Meno consumi in America e più consumi in Europa e in Asia. E poi più investimenti ovunque, America compresa. Niente di allarmante, si diceva, ma anche niente di esaltante dal punto di vista della borsa americana (anche se il dollaro debole gonfierà ancora gli utili).

Tornando alla correzione, ci sembra che la fase di riduzione della propensione al rischio (la fase normalmente più disordinata e pericolosa) stia per terminare. Fra poco non avremo più posizioni da sistemare, ma dovremo comunque fare i conti con la realtà.

Ora, a proposito di realtà, che ci sarebbe stato un primo trimestre di crescita esplosiva seguito da un secondo semestre in marcato rallentamento lo leggemmo per la prima volta in dicembre, quasi sei mesi fa. Quello che sta avvenendo non è sorprendente per quasi nessuno, ma vedere le cose fa comunque un effetto diverso dal leggerle in anticipo e i mercati non riescono mai a non tenere conto di quello che sta accadendo sotto i loro occhi.

Per qualche mese, quindi, avremo una realtà quotidiana fatta di crescita più moderata e inflazione più alta. Difficilmente, con una dieta di questo tipo, le borse faranno faville. Al momento, quindi, più che un buy and hold come nelle precedenti correzioni, viene da ipotizzare qualche acquisto limitato da rivendere su rimbalzo, magari a metà strada tra qui e i massimi. Fino a ottobre/novembre, insomma, sarà più che altro un umile lavoro di trading per abbassare i prezzi di carico.

Più avanti, verso fine anno, la psicologia dei mercati avrà modo di cambiare. La crescita americana si sarà stabilizzata (quella del resto del mondo sarà ancora forte), la gobba di inflazione apparirà in via di attenuazione, si tornerà a parlare di Goldilocks e questo ciclo di espansione ci concederà un’ultima (o penultima) possibilità di rialzo.
 

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