Tempo a Milano - Cap. 1

Stato
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This chart shows the inflation adjusted performance of the Dow Jones Industrial Average over the three major secular market cycles of the last 100 years. Each graph line begins and ends at the lowest point of the cycle.
 

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Antenne dritte ragazzi. Nei prossimi giorni ci sara' da divertirsi !!!

Io sono pronto alla guerra...........Ma niente niente Bradley...............

No c'ha preso secondo me........Dava un 7 Dicembre come una inversione di breve...Guarda te che ne pensi con i relativi benefici del dubbio
Questo è confrontato ad Sp500

Per come sono messo magari;)


Attenzione!

Guardate il grafico ultimo di ieri sera del DAX. Vale per tutti; sono
nella medesima situazione.
E' scritto "Ciclo (mio) passato sotto AVG. Il segnale è NEGATIVO.

Nota. AVG = media - open,max,min.close del giorno.
Il segnale è brutto ma MOD1 è ancora flat.
Non precipitarsi allo short ma drizzare le orecchie.

Sarò assente in mattinata ma prima forse riuscirò a pubblicare
il giornalino.

Buona giornata :)
 
Invece sono già passati short: Ftsemib, Nasdaq e SPX500.
Il resto del quadro non è bello.
 

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L’euro, quando il fine giustifica i mezzi

E’ successo che è stato introdotto l’euro, questa camicia di forza, che ha imbrigliato il nostro paese in un rigido schema finanziario che la Germania ha architettato ad arte per rientrare dai sui debiti derivanti dalla seconda guerra mondiale. Il fine giustifica i mezzi, diceva Machiavelli nel XVI° secolo, e la moneta unica non è altro che il mezzo per raggiungere uno scopo ben preciso della Germania: il controllo dell’economia assoggettando i paesi periferici ai diktat tedeschi con la scusa dei debiti troppo alti. Poi la nomenkatura di Bruxelles, i mezzi d’informazione, l’ideologia della moneta forte, l’abbattimento delle barriere doganali hanno fatto il resto. Così quello a cui tutti hanno creduto in Italia è che le riforme di inizio secolo abbiano reso grande la Germania e che la malata d’Europa fosse l’Italia. Certo le riforme sul mercato del lavoro hanno dato un contributo notevole all’economia tedesca, ma hanno giocato un ruolo minimo. Il driver vincente di Berlino è stato l’euro e oggi la Germania può dettare legge in Europa. Lo si apprende soprattutto dai dati sul surplus commerciale verso i principali paesi del sud Europa, Grecia compresa, che sfiora i 900 miliardi di euro con una posizione finanziaria che nel 2013 toccava il 42% del Pil. Non solo. Prima dell’avvento dell’euro, la Germania aveva un deficit commerciale con i paesi in via di sviluppo di 15 miliardi di dollari, inferiore a quello dell’Italia, mentre oggi gode di un surplus commerciale di 12 miliardi, come l’Italia. Tutti scrivono e raccontano che è l’effetto della “globalizzazione”, ma non è così. E’ solo grazie all’euro che la Germania sta facendo affari con l’estero. La moneta forte (ma solo per i tedeschi, per gli altri non è così) ha anche aumentato l’importazione di prodotti, semilavorati e manufatti dalla Cina a discapito dell’Italia, dove invece le industrie tedesche chiudono.


Debito pubblico cresciuto per aiutare le banche tedesche
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Finalmente la gente comincia a svegliarsi!




Era ora, da quanto tempo in questo
thread si dicono queste verità?


EURO DELENDUM EST!
 
Debito pubblico cresciuto per aiutare le banche tedesche


Dal Forum Obbligazioni
Trading Titoli di Stato "volume VI" (Gennaio 2014-Dicembre..


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Ma grazie all’euro, la Germania è riuscita anche a farsi finanziare il proprio debito pubblico e soprattutto quello delle banche tedesche che avevano prestato soldi ai paesi più deboli d’Europa. Quando scoppiò la crisi nel 2008 e la Grecia era sull’orlo del default, le banche tedesche, insieme a quelle francesi, erano esposte verso Atene per circa 100 miliardi di euro, mentre quelle italiane lo erano solo per 5 miliardi. Per salvare la Grecia (e l’euro), si ricorse alla ciambella del fondo salva stati (EFSM) che in pratica prevedeva il contributo economico di ogni singolo membro della Ue, non già in base alle somme investiste in Grecia, ma in base al peso specifico del loro Pil nell’Eurozona. Così l’Italia pagò e sta ancora pagando in misura eccessiva il salvataggio dei paesi colpiti dalla crisi (Grecia, Portogallo, Irlanda): ben 44 miliardi di euro, contro i 50 della Francia e i 67 della Germania. Secondo Eurostat, il contributo dell’Italia ai pacchetti di aiuti per i paesi dell’eurozona in difficoltà pesa il 2,8% del Pil e va a incidere sul debito pubblico. Poi a noi si racconta che il problema sono la mancanze di riforme, la burocrazia che non funziona, ecc. e per sostenere il debito pubblico interno è necessario imporre tasse e balzelli a più non posso. Tutti problemi che c’erano anche prima dell’introduzione dell’euro e prima della crisi del 2008. Né più, né meno.
In Italia, pressione fiscale record per pagare i debiti dei tedeschi

Ma la Germania non ha solo sottratto ingenti risorse finanziarie all’Italia con la politica dell’austerity e grazie all’euro, sta anche sostenendo i costi del proprio debito pubblico con le tasse degli italiani. Come? Imponendo sacrifici per mantenere il debito/Pil al di sotto del 3%. Altra stupenda invenzione dei tecnocrati tedeschi! Intanto la Germania paga una sciocchezza per sostenere il debito pubblico tedesco (meno dello 0,7% per un Bund decennale) che va pure riducendosi, mentre noi italiani paghiamo il 2%. La differenza, cioè lo spread, questo altro maledetto feticcio introdotto dai tecnocrati, si è tradotto in un aumento record della pressione fiscale in Italia (oltre il 43%). Eppure, solo due anni e mezzo prima l’Italia era stato l’unico paese dell’Eurozona a tenere in ordine i conti durante la crisi scoppiata nel 2008. Prova ne è che a fine 2010 Roma poteva vantare il miglior bilancio statale primario dell’Eurozona, pari al +0,1% del Pil, dopo quello dell’Estonia (+0,3%), mentre la Germania era al -1,6%, la Francia al -4,7%, la Grecia al -4,9%, il Portogallo al -7%, la Spagna al -7,7% e l’Irlanda al -27,5%. In più, il debito pubblico italiano figurava tra quelli cresciuti di meno in termini monetari tra il 2008 e il 2010: +180 miliardi di euro. Più di tutti era però cresciuto il debito pubblico tedesco, di ben 405 miliardi. Se poi si va a vedere il debito privato, l’Italia era quella messa meglio a livello europeo mentre la Germania annaspava ancora per i costi della riunificazione. Così, è indubbio che nel 2011 il Bel Paese, al di là delle problematiche interne non meno gravi di quelle di altre piazze europee, dovesse entrare nell’occhio del ciclone. E da lì partì l’attacco programmato ai titoli di stato con tutta la storia legata allo spread.

Perché la Germania dice no agli Eurobond


E i tanto invocati eurobond dell’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti sono finiti nel dimenticatoio. L’unica efficace soluzione al problema dei debiti dell’Europa, la più naturale e condivisibile in un mercato finanziario unificato, è stata abbandonata per non compromettere le finanze di Berlino. Si diceva che la Germania non volesse farsi garante dei debiti altrui (altra bella trovata propagandistica), ma perché mai l’Italia dovrebbe sacrificarsi per quelli dei tedeschi o dei greci allora? E ora non sarà certo la Bce a risollevare le sorti di un’economia finita ormai in disgrazia, attraverso il quantitative easing, dato che alla fine i debiti dei singoli stati dovranno essere onorati dagli stessi stati che li hanno emessi. Diverso, invece, sarebbe se i se i debiti dei singoli stati fossero spalmati su tutta la piazza con le garanzie dell’Unione Europea. Ma, in questo modo, la Germania non riuscirebbe più a finanziarsi a costi così bassi, quasi assurdi, mentre l’Italia ci guadagnerebbe. Ma così non va bene e lo scopo della moneta unica verrebbe meno.
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Qualcuno si ricorda che dicevo che quello che non è riuscito
a Adolf sta riuscendo ad Angela ?

Tutti ci vanno di mezzo, non solo noi.
Noi saremo semplicemente distrutti ma anche i Paesi del nord
Europa non hanno da stare allegri: saranno gli schiavi ricchi der
Grosse 4° Reich. :bow::bow::bow::bow::bow::bow:





EURO DELENDUM EST !
 
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