Tempo a Milano - Cap. 1

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USA, occupati settore privato +190.000 in agosto

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ADP (Automatic Data Processing) ha comunicato che ad agosto sono stati creati nel settore privato statunitense 190.000 posti di lavoro. Gli economisti avevano atteso la creazione di 201.000 posti di lavoro.
Il dato di luglio è stato rivisto al ribasso, da +185.000 a +177.000 posti di lavoro.
Il più importante rapporto sull'occupazione verrà pubblicato venerdì dal Dipartimento del Lavoro. Gli esperti prevedono la creazione di 217.000 impieghi e un calo del tasso di disoccupazione al 5,2%.


Redazione Borsainside
 
USA, produttività secondo trimestre +3,3%, oltre attese

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Il Dipartimento del Lavoro ha comunicato oggi che in base alle sue stime definitive la produttività (Productivity) è cresciuta negli USA nel secondo trimestre del 2015 del 3,3%. La lettura preliminare aveva indicato una crescita dell'1,3%. Gli economisti avevano previsto una revisione a +2,8%.
Il dato relativo al costo unitario del lavoro, un indicatore dell'inflazione, è stato rivisto da +0,5% a -1,4%. Gli esperti avevano atteso un calo dello 0,9%.


Redazione Borsainside
 
USA, ordinativi all'industria +0,4% a giugno, sotto attese

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Il Dipartimento del Commercio ha comunicato oggi che gli ordinativi all'industria (Factory Orders) sono aumentati negli USA a luglio dello 0,4%. Gli analisti avevano previsto un aumento dello 0,9%.
Il dato di giugno è stato rivisto al rialzo, da +1,8% a +2,2%.
Escluso il settore dei trasporti gli ordinativi all'industria sono calati a luglio dello 0,6%. Gli ordinativi di beni durevoli sono cresciuti del 2,2, quelli di beni non durevoli sono calati dell'1,3%.


Redazione Borsainside
 
Ma capita anche a voi?
Io ho problemi enormi a collegarmi o scrivere.
Dopo E. non è che si è messo pure W. (sta per Wolfang il krucco).
 
Problemi enormi a collegarmi e scrivere.
Capita anche a voi, però mi sembra di no.
Non è che dopo E. ci si è messo pure W. (sta per Wolfang il krucco)!
 
Mobius: la scelte di Pechino sono allarmanti

http://www.trend-online.com/Da Rossana Prezioso | Trend Online – 20 minuti fa


Continuano le strategie della Cina per riuscire a calmare la tempesta che lei stessa ha causato sui mercati. La certezza del suo atterraggio dopo il volo stellare dell’ultimo trentennio ha portato un’atmosfera di dubbio e incertezza non solo sulle capacità di Pechino di riprendersi ma anche sull’efficacia delle misure di stimolo e di repressione messe in campo dalle autorità politiche e finanziarie con le seconde che sono strettamente influenzate dalle prime.
La fuga di capitali
Per via di questa incertezza si sta assistendo a una fuga di capitali dalla nazione pari a oltre 340 miliardi secondo JP Morgan che valuta un periodo di tempo di circa un anno. Un’emorragia che ha fatto scattare, come prevedibile, nuove misure restrittive da parte delle autorità di vigilanza le quali non solo hanno proibito la vendita di valuta interna e l’acquisto di moneta estera se non previa autorizzazione ministeriale, ma hanno anche iniziato una vera e propria caccia contro chi cambia valute e favorisce l’uscita di flussi di denaro dalla nazione.
Queste scelte si vanno ad aggiungere alle altre che, in passato, immediatamente dopo la svalutazione improvvisa e imprevista dello yuan, avevano visto il divieto di vendita allo scoperto e, più recentemente, il taglio dei tassi di interesse e persino la proibizione di diffondere notizie circa il calo dei mercati cinesi.
Mark Mobius teme la politica cinese
Insomma una vera e propria censura. Per questo motivo Marc Mobius di Franklin Templeton ha definito “allarmanti” le scelte che il governo di Pechino sta facendo.
Infatti la volontà di controllo che è insita nella natura stessa del governo cinese si scontra in modo palese con l’altrettanta propensione al liberalismo e all’autoregolamentazione del mercato di stampo occidentale. Insomma la metamorfosi di Shanghai rischia di creare un mostro che potrebbe avere i peggiori difetti del comunismo (o di quello che è al governo in Cina) uniti ai peggiori difetti del capitalismo. Il tutto in un paese in cui, secondo Mobius, può essere ancora interessante investire.
Purtroppo in un mercato che vive di impressioni e sentiment, il messaggio trasmesso dalle autorità cinesi è piuttosto ambiguo e a volte lascia l’impressione di essere anche approssimativo.
 
Stato
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