Tempo a Milano - Cap. 1

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Natale: Gli italiani risparmiano sui regali, ma non rinunciano al cenone

Questo Natale gli italiani hanno risparmiato sui regali ma hanno speso di più per il cibo. È quanto emerge da due indagini della Coldiretti.La spesa per i regali ha ammontato quest'anno a 3,9 miliardi, in calo del 5% rispetto allo scorso anno. L'indagine della Coldiretti evidenzia che gli italiani hanno preferito tagliare sul costo del singolo regalo piuttosto che ridurre il numero dei beneficiari. In questo modo si è ridotta la spesa media per ogni singolo dono.
L'8 per cento degli italiani ha rinunciato quest'anno a fare regali. Uno su tre ha speso in regali meno di cento euro, circa la metà (45 per cento) tra i cento ed i duecento euro mentre una minoranza del 21 per cento più di duecento euro. La crisi si è fatta sentire nella forte tendenza al riciclo. Ben il 24 per cento degli italiani ha regalato un oggetto che già possedeva e che non aveva utilizzato.
La spesa per i cibi e le bevande consumati tra il cenone della vigilia e il pranzo di Natale è cresciuta quest'anno del 2% a 2,35 miliardi di euro. Appena l'8% degli italiani si è recato al ristorante mentre il 3% ha preferito gli agriturismi, in crescita rispetto allo scorso anno.
La spesa stimata dalla Coldiretti e' di 900 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 400 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 400 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone e pandoro, 350 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 200 per pasta e pane e 100 milioni di euro per formaggi e uova.
Nove italiani su dieci (87 per cento) hanno trascorso la festa a casa con parenti o amici e sulla tavola hanno prevalso n menu' a base di prodotti o ingredienti nazionali.


Redazione Borsainside
 
Tariffe pubbliche sempre più care, +19,1% negli ultimi quattro anni

I forti rincari delle tariffe pubbliche gravano pesantemente sui bilanci delle famiglie e delle piccole imprese italiane. Lo denuncia la CGIA di Mestre.Secondo l'Ufficio studi dell'associazione degli artigiani tra il 2010 e il 2014 solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate più delle nostre. Se a Madrid l’aumento medio è stato del 23,7 per cento, in Italia, come del resto è successo in Irlanda, l’incremento è stato del 19,1 per cento. Tra i grandi Paesi d’Europa, invece, la Francia ha registrato un rincaro medio del 12,9 per cento, mentre la Germania ha segnato un ritocco all’insù dei prezzi solo del 4,2 per cento. La zona euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell’11,8 per cento: oltre 7 punti percentuali in meno che da noi.
La CGIA ha analizzato anche il trend registrato tra il 2004 e i primi 11 mesi del 2014 delle tariffe dei principali servizi pubblici presenti nel nostro Paese. Negli ultimi 10 anni, a fronte di un incremento dell’inflazione che in Italia è stato del 20,5 per cento, l’acqua è aumentata del 79,5 per cento, i rifiuti del 70,8 per cento, l’energia elettrica del 48,2 per cento, i pedaggi autostradali del 46,5 per cento, i trasporti ferroviari del 46,3 per cento, il gas del 42,9 per cento, i trasporti urbani del 41,6 per cento, il servizio taxi del 31,6 per cento e i servizi postali del 27,9 per cento. Tra tutte le voci analizzate, solo i servizi telefonici hanno subito un decremento: -15,8 per cento.
A detta del segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi soprattutto il forte aumento delle trafiffe per i rifiuti sarebbe ingiustificato. "A causa della crisi economica, negli ultimi 7 anni c’è stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente è diminuita anche la quantità di rifiuti prodotta. Pertanto, con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe dovevano scendere, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Si pensi che nell’ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2 per cento in più, contro una inflazione che è aumentata solo dello 0,3 per cento".
Bortolussi sottolinea il fatto che molti rincari sono riconducibili anche al peso fiscale che grava sulle tariffe che, in Italia tocca punte non riscontrabili nel resto d’Europa.
Per la CGIA, inoltre, i risultati ottenuti dai processi di liberalizzazione avvenuti in questi ultimi decenni sono stati poco soddisfacenti. Gli italiani pagano quindi oggi di più, ma la qualità dei servizi resi non ha subito sensibili miglioramenti".


Redazione Borsainside
 
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Wall Street: L'agenda della prossima settimana (29 dicembre - 2 gennaio)

Sono pochi gli appuntamenti di rilievo in programma a Wall Street durante l'ultima settimana del 2014. L'attenzione del mercato si concentrerà soprattutto sui dati relativi alla fiducia dei consumatori e al settore manifatturiero.
Da notare è che i mercati finanziari statunitensi chiuderanno mercoledì con tre ore d'anticipo (quindi alle 19:00 ora italiana) e rimaranno giovedì fermi per la festa di Capodanno (New Year's Day).


Lunedì 29 dicembre
Macroeconomia
Indice manifatturiero della Fed di Dallas - dicembre (ore 16:30)

Martedì 30 dicembre

Macroeconomia
Indice S&P/Case-Shiller - ottobre (ore 15:00) - Previsioni: 4,4%
Indice fiducia consumatori - dicembre (ore 16:00) - Previsioni: 94,2 punti

Mercoledì 31 dicembre

Macroeconomia
Indice MBA sulle richieste di mutui - settimana terminata il 27.12 (ore 13:00)
Richieste di sussidi alla disoccupazione - settimana terminata il 27.12 (ore 14:30) - Previsioni: 290.000
Chicago PMI - dicembre (ore 15:45) - Previsioni: 60 punti
Vendite di case in corso - novembre (ore 16:00) - Previsioni: 1,0%
Scorte di petrolio - settimana terminata il 27.12 (ore 16:30)
Scorte di gas naturale - settimana terminata il 27.12 (ore 18:00)

Giovedì 1 gennaio

New Year's Day, Wall Street resta chiusa

Venerdì 2 gennaio
Macroeconomia
Indice ISM manifatturiero - dicembre (ore 16:00) - Previsioni: 57,7 punti
Spese per costruzioni - novembre (ore 16:00) - Previsioni: 0,2%


Redazione Borsainside
 
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Giappone: Il governo lancia nuovo pacchetto di stimoli per l'economia

Il governo giapponese ha varato un nuovo pacchetto di stimoli per l'economia da 3.500 miliardi di yen (circa €24 miliardi). L'obiettivo è di far uscire il Paese del Sol Levante dalla recessione in cui è caduto dopo l'aumento dell'IVA all'8%.
Il pacchetto favorirà soprattutto le regioni e le famiglie a basso reddito. Il premier Shinzo Abe, che ha stravinto due settimane fa le elezione anticipate, punta a dare al PIL una spinta dello 0,7%. Gli aiuti pubblici non saranno finanziati con nuove emissioni di titoli del debito pubblico, ma con l'aumento delle entrate fiscali e con i fondi inutilizzati nei budget anteriori.
Nel dettaglio, 1.200 miliardi di yen saranno impiegati per sostenere le piccole e medie imprese e per stimolare la spesa privata. Le famiglie a basso reddito riceveranno buoni d'acquisto per beni di prima necessità e carburanti. Altri 600 miliardi di yen saranno destinati al rilancio delle economie regionali. I restanti 1.700 miliardi di yen saranno spesi per la prevenzione delle catastrofi e per la ricostruzione delle regioni del nord-est del Giappone, devastate dal terremoto e dallo tsunami del marzo 2011.
Tokyo vuole inoltre rilanciare il mercato della locazione di immobili abbassando il tasso d'interesse proposto da un'agenzia governativa di credito immobiliare.


Redazione Borsainside


Oh oh ... questo non sara' gradito dalla borsa. Cio' non toglie che sia la cosa giusta da fare a beneficio dell'economia reale.

Bisogna capire nello specifico di che si parla con l'aumento delle entrate fiscali. O meglio quali vengono aumentate. Rimane il fatto che si lavora per la domanda e ripresa interna cosa che il Giappone insegue da sempre..........
Sempre meglio di quelli che mi vogliono far credere che togliendo ai lavoratori i diritti si muove il mercato del lavoro. Prossima tappa secondo me distruggere le pensioni che pagano i lavoratori che loro precarizzano. Fottiti Renzie
 
Giappone: Il governo lancia nuovo pacchetto di stimoli per l'economia

Il governo giapponese ha varato un nuovo pacchetto di stimoli per l'economia da 3.500 miliardi di yen (circa €24 miliardi). L'obiettivo è di far uscire il Paese del Sol Levante dalla recessione in cui è caduto dopo l'aumento dell'IVA all'8%.
Il pacchetto favorirà soprattutto le regioni e le famiglie a basso reddito. Il premier Shinzo Abe, che ha stravinto due settimane fa le elezione anticipate, punta a dare al PIL una spinta dello 0,7%. Gli aiuti pubblici non saranno finanziati con nuove emissioni di titoli del debito pubblico, ma con l'aumento delle entrate fiscali e con i fondi inutilizzati nei budget anteriori.
Nel dettaglio, 1.200 miliardi di yen saranno impiegati per sostenere le piccole e medie imprese e per stimolare la spesa privata. Le famiglie a basso reddito riceveranno buoni d'acquisto per beni di prima necessità e carburanti. Altri 600 miliardi di yen saranno destinati al rilancio delle economie regionali. I restanti 1.700 miliardi di yen saranno spesi per la prevenzione delle catastrofi e per la ricostruzione delle regioni del nord-est del Giappone, devastate dal terremoto e dallo tsunami del marzo 2011.
Tokyo vuole inoltre rilanciare il mercato della locazione di immobili abbassando il tasso d'interesse proposto da un'agenzia governativa di credito immobiliare.


Redazione Borsainside


Oh oh ... questo non sara' gradito dalla borsa. Cio' non toglie che sia la cosa giusta da fare a beneficio dell'economia reale.


IVA al 8%!!!! Un sogno. Mi trasferisco a Tokyo.
 
Gilles,

mi aggiorni sulla situazione Francia comparandolo con quella Italia?
Prendendo spunto dall'articolo

Grazie

Maestri pagati con buoni pasto: la Francia sta per fallire | LIBRE

io ormai la vedo male
le cose, in Francia, hanno cominciato a peggiorare da 2 anni
prima vedevo una differenza rispetto all'Italia
oggi non più

partiamo dai dipendenti pubblici
in Francia sono 5,3 milioni
superiori ai 3,8 italiani
il doppio della media europea che è di 2,6
il doppio...

si va in pensione a 60 anni 60
tranne l'esercito dei dipendenti delle SNCF che ci va a 54

se poi vuoi dettagli personali, Ti dico che ques'anno hanno messo molte meno luninarie di Natale, ma davvero molte meno
meno che in Italia
e tieni conto che, normalmente, erano il doppio dell'Italia
a Parigi hanno messo qualcosa sugli Champs Elysées solo da metà dicembre!

la vedo male
d'accordo che hanno l'atomica, ma...
 
UN ALTRO AEREO VITTIMA DI UNA TURBOLENZA ANNUNCIATA
AirAsia flight loses contact with air traffic control between Indonesia and Singapore | World news | The Guardian

il sito del NYT riporta che secondo Earth Networks vi sarebbero stati fulmini nell'area proprio nel momento della scomparsa dell'aereo
http://www.nytimes.com/2014/12/29/w...e-region&region=top-news&WT.nav=top-news&_r=0

è la solita tragedia annunciata
guardate la mappa del tempo con l'enorme perturbazione rossa esattamente nel punto dove l'aereo è scomparso
gli aerei NON possono attraversare quelle aree di forte turbolenza, cadono
come è successo decine di volte
il caso più famoso è l'Airbus 330 di Air France Rio-Parigi di 2-3 anni fa
entrato nella turbolenza è caduto in 35 secondi

poi, per non deviare le rotte e consumare più carburante
per non cancellare voli o ritardarli fino a che le condizioni meteo migliorano, danno la colpa ai piloti, all'errore umano

è solo l'ennesimo disastro annunciato
fino a quando la gente accetterà di rischiare di morire per questo cinismo?
 
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