FORD PERDE 2 MILIARDI
A fine marzo il suo debito
è diventato junk, spazzatura, dopo i giudizi di S&P e Moody's. Ford è diventata così il più grande angelo caduto sull'altare della crisi. Ora arriva anche l'ufficializzazione della crisi stessa, con l'annuncio di un rosso netto di 2 miliardi di dollari nel primo trimestre (una delle più pesanti perdite di sempre), mentre il fatturato si è fermato a 34 miliardi di dollari. Le attese erano per un utile di 287 milioni e vendite nel trimestre a 35,4 miliardi. I numeri ufficiali saranno resi pubblici il 28 aprile, secondo un documento depositato alla Sec. In quel momento la casa di Dearborn comunicherà anche le molto temute stime sull'impatto della pandemia.
Di certo la pressione nel motore finanziario dell'Ovale Blu non potrà che aumentare mentre gli effetti del coronavirus faranno il loro corso. L'amministratore delegato Jim Hackett, il mese scorso, aveva già provveduto a sospendere il dividendo e aveva prelevato 15,4 miliardi da due linee di credito per mettersi al sicuro sul versante della liquidità, come hanno fatto anche molte delle concorrenti. Non basta ancora, evidentemente.
Non si può presagire nulla di buono, infatti, se è vero che Ford sta entrando a vele spiegate nel mercato delle obbligazioni high-yield, quelle ad alto rendimento, che significano anche maggiore rischio per l'investitore ma anche alti interessi per l’emittente. L'obiettivo della casa automobilistica - che è anche bandiera dell'America a quattro ruote con i suoi pick-up - è quello di collocare un titolo decennale con un rendimento pesante, l'11%, secondo una fonte consultata dall'agenzia Bloomberg. La scelta di raccogliere capitale è volta a contrastare il crollo delle vendite che spaventa tutto il mondo dei costruttori automobilistici. Anche perché dai risultati preliminari del primo trimestre emerge che Ford ha bruciato 8 miliardi di cassa dalla fine dello scorso anno, secondo Joel Levington, analista di Bloomberg Intelligence. Anche per questo, sostiene Levington, Ford potrebbe optare per il ricorso al programma di Abs (asset-backed securities) della Federal Reserve, che il 23 marzo ha annunciato nuove misure a sostegno dell’economia, fra cui il programma Talf (Term assed-backed securities loan facility), che comprende proprio l’emissione di Abs.