Thread popperian-misogino: la Superiore Creatività del Maschio

Hai letto tutta la pappardella qui sopra?
Parla di musica.

Comunque la risposta è sempre una LA DISCRIMINAZIONE

Pensi che oggi non ci sia più?

a) No, ovviamente non ho letto tutto. Mi si è attivato un filtro (forse discriminatorio, non lo escludo) che mi ha vietato di paragonare o anche solo di accostare Germaine Tailleferre, di cui ho appreso l'esistenza trenta secondi fa, per esempio, a Beethoven [ame=http://www.youtube.com/watch?v=mgHxmAsINDk]YouTube - Beethoven - 7th Symphony - 2nd movement[/ame]

b) Agli schiavi e alle schiave di colore deportati a migliaia di chilometri dai loro luoghi d'origine dobbiamo la nascita della musica spiritual e del gospel. Popperianamente parlando, questa rappresenta una confutazione dell'importanza della discriminazione.

c) Poiché mi risulta che la discriminazione non sia rilevante, non rispondo alla domanda sull'esistenza della discriminazione anche se sì, a pensarci bene, forse esiste: mi è successo tanti anni fa, ma ho avuto la sensazione che le ragazze discriminino gli adolescenti con i brufoli, e a costoro non rimane che diventare produttivi "nerd" al computer o in garage, con gli strumenti musicali.

d) Quindi, la discriminazione adolescenziale a danno del sesso forte è la causa della maggior creatività dei maschi, fondendo il tuo ed il mio discorso. Mi pare che ci siamo. Speriamo che Popper non s'iscriva a 'sto forum proprio stasera.

e) una teoria sull'esistenza di intrinseche differenze biologiche non ti pare una possibile alternativa alla teoria dell'oppressione?
 
Io volevo andare a letto, ma mi sento in dovere (dovere morale) di rispondere.

secondo te gli adolescenti maschi NON discriminano le adolescenti cicciottelle con gli occhiali e i brufoli? magari secchione?
No, eh... mai successo, vero?

Ma di che parliamo? di cosucce o di strutture sociali?

La struttura sociale in tutto il mondo è avversa all'emancipazione femminile, IN TUTTI I CAMPI, anche in quelli artistici.
Leggi la mia pappardella.
E' interessante.

Una volta scrissi parecchio sulla discriminazione e il ripetersi di atteggiamenti di chiusura nei confronti delle donne.
Ero così orgogliosa di quel che scrissi di getto, che ne salvai una copia.
Anche allora NESSUNO si prese la briga di leggere tutto e/o di rispondere in modo intelligente.
Cosa devo dedurne?

Solo questo:
che in fondo a pochi il tema interessa davvero
che pochi siano davvero convinti che la discriminazione a danno delle donne sia ancora presente e MOLTO condizionante.

Se serve, anche se vado OT riporto quanto scrissi, quella volta

C'è discriminazione ogni volta che la possibilità di realizzare le proprie potenzialità viene ridotta o eliminata in considerazione della presunta appartenenza a un gruppo o categoria sociale.

C'e' discriminazione, quindi, ogni volta che una persona non riesce a realizzare le proprie potenzialità in conseguenza del suo genere, della sua provenienza, della sua religione, della sua etnia.

In particolare, la donna e' discriminata ogni qual volta non sia remunerata al pari dell'uomo a parità di mansione (molto frequente), ogni volta che le siano precluse carriere lavorative (non c'e' niente di intrinsecamente maschile nella matematica o nell'ingegneria, nella fisica teorica o nei cantieri minerari se non nello sciovinismo di chi domina quei campi lavorativi), ogni volta che sia trattata in maniera diversa dall'uomo in nome di presunte caratteristiche –(stereotipi e' la parola giusta) fisiche (la cosiddetta debolezza della donna... come se tutti gli uomini di potere fossero forti: Napoleone, Hitler, Andreotti, tutti energumeni, no?), psicologiche (la cosiddetta irrazionalità delle donne... sia mai che un presidente donna non cominci una guerra solo perché ha le mestruazioni... sembra pensare lo sciovinista benpensante), religiose (occorrono veramente esempi? c'e' bisogno di scomodare il burqa o basta pensare al Vaticano?), culturali (la domanda: "chissà perché, nella storia, ci sono così poche filosofe, scienziate, artiste?" dovrebbe automaticamente far venire in mente la "sconvenienza" per una donna di studiare troppo, convinzione condivisa da tutti fino agli anni '50 del secolo scorso... peccato che invece si cerchi un'esoterica mascolinità di certe carriere), o politiche.

La donna fa figli: questo non impedisce biologicamente alla donna di essere una brava politica, una brava astronauta, una brava conduttrice di treni, o una brava idraulica; il fatto che non lo riesca a essere ha a che fare solo con pregiudizi sociali.

Che la donna sia fisicamente più debole dell'uomo può essere un argomento parziale per spiegare una differenziazione sociale di uomini e donne nelle società umane fino a 35.000 anni fa: chi ancora usa questa logica e' probabilmente rimasto a quello stadio evolutivo.

La donna ha le tette e il culo: certo, e l'uomo ha il pisello. Ovvero: non c'e' altra giustificazione dell'ossessione per le tette e il culo della donna nella nostra cultura dal Romanticismo ai nostri giorni se non nella riduzione della donna a essere portatrice di tette e culi per il diletto (artistico, goliardico o masturbatorio che sia) e il consumo dell'uomo: in retorica, si chiama sineddoche (la parte per il tutto), in sociologia mercificazione (o, se suona troppo Marxista per certe menti neoliberistiche, oggettificazione).

Non c'e' altra ragione per il così basso numero di donne nei corridoi della politica (nel senso di Politica vera, non quella pantomima vergognosa che in Italia chiamano "Seconda Repubblica"), nei laboratori, nelle riunioni manageriali, nelle università se non nella DISCRIMINAZIONE sessuale che ancora caratterizza il mondo occidentale. E non dovrebbe consolare il fatto che altrove si sta peggio, anche se oramai l'Italia sta diventando una provincia della Libia.

Il fatto che molte donne -- tante, troppe donne -- non vedano o se vedono si rassegnino o si adattino alla situazione si chiama "fare di necessità virtù'", ed e' la ragione per cui lo schiavo picchiava i figli ribelli se non abbassavano la testa e si rassegnavano alla loro condizione; e' la ragione per cui il padre operaio fa passare i grilli nella testa dei figli che vogliono studiare troppo; e' la ragione per cui "qualcuno" suggerisce alla figlia di curare l'aspetto più della mente per avere più possibilità di sposare un buon partito.



Tradizione, religione, famiglia...più che valori non sono altro che tante gabbie per disciplinare la donna al suo "giusto" e accettabile ruolo sociale: mamma, moglie, e tr….
 
Dipende: le epistole cartacee e le cartoline esistettero per secoli, e son quasi sparite.
E poi parliamo di Arte (se ci riusciamo): tutto fuorché uno schema mentale.

Gli schemi mentali di cui parlavo sono quelli che agevolano o meno l'ingresso e il successo delle donne o degli uomini in un campo artistico come quello musicale.
 
Io volevo andare a letto, ma mi sento in dovere (dovere morale) di rispondere.

secondo te gli adolescenti maschi NON discriminano le adolescenti cicciottelle con gli occhiali e i brufoli? magari secchione?
No, eh... mai successo, vero?

Ma di che parliamo? di cosucce o di strutture sociali?

La struttura sociale in tutto il mondo è avversa all'emancipazione femminile, IN TUTTI I CAMPI, anche in quelli artistici.
Leggi la mia pappardella.
E' interessante.

Una volta scrissi parecchio sulla discriminazione e il ripetersi di atteggiamenti di chiusura nei confronti delle donne.
Ero così orgogliosa di quel che scrissi di getto, che ne salvai una copia.
Anche allora NESSUNO si prese la briga di leggere tutto e/o di rispondere in modo intelligente.
Cosa devo dedurne?

Solo questo:
che in fondo a pochi il tema interessa davvero
che pochi siano davvero convinti che la discriminazione a danno delle donne sia ancora presente e MOLTO condizionante.

Se serve, anche se vado OT riporto quanto scrissi, quella volta

C'è discriminazione ogni volta che la possibilità di realizzare le proprie potenzialità viene ridotta o eliminata in considerazione della presunta appartenenza a un gruppo o categoria sociale.

C'e' discriminazione, quindi, ogni volta che una persona non riesce a realizzare le proprie potenzialità in conseguenza del suo genere, della sua provenienza, della sua religione, della sua etnia.

In particolare, la donna e' discriminata ogni qual volta non sia remunerata al pari dell'uomo a parità di mansione (molto frequente), ogni volta che le siano precluse carriere lavorative (non c'e' niente di intrinsecamente maschile nella matematica o nell'ingegneria, nella fisica teorica o nei cantieri minerari se non nello sciovinismo di chi domina quei campi lavorativi), ogni volta che sia trattata in maniera diversa dall'uomo in nome di presunte caratteristiche –(stereotipi e' la parola giusta) fisiche (la cosiddetta debolezza della donna... come se tutti gli uomini di potere fossero forti: Napoleone, Hitler, Andreotti, tutti energumeni, no?), psicologiche (la cosiddetta irrazionalità delle donne... sia mai che un presidente donna non cominci una guerra solo perché ha le mestruazioni... sembra pensare lo sciovinista benpensante), religiose (occorrono veramente esempi? c'e' bisogno di scomodare il burqa o basta pensare al Vaticano?), culturali (la domanda: "chissà perché, nella storia, ci sono così poche filosofe, scienziate, artiste?" dovrebbe automaticamente far venire in mente la "sconvenienza" per una donna di studiare troppo, convinzione condivisa da tutti fino agli anni '50 del secolo scorso... peccato che invece si cerchi un'esoterica mascolinità di certe carriere), o politiche.

La donna fa figli: questo non impedisce biologicamente alla donna di essere una brava politica, una brava astronauta, una brava conduttrice di treni, o una brava idraulica; il fatto che non lo riesca a essere ha a che fare solo con pregiudizi sociali.

Che la donna sia fisicamente più debole dell'uomo può essere un argomento parziale per spiegare una differenziazione sociale di uomini e donne nelle società umane fino a 35.000 anni fa: chi ancora usa questa logica e' probabilmente rimasto a quello stadio evolutivo.

La donna ha le tette e il culo: certo, e l'uomo ha il pisello. Ovvero: non c'e' altra giustificazione dell'ossessione per le tette e il culo della donna nella nostra cultura dal Romanticismo ai nostri giorni se non nella riduzione della donna a essere portatrice di tette e culi per il diletto (artistico, goliardico o masturbatorio che sia) e il consumo dell'uomo: in retorica, si chiama sineddoche (la parte per il tutto), in sociologia mercificazione (o, se suona troppo Marxista per certe menti neoliberistiche, oggettificazione).

Non c'e' altra ragione per il così basso numero di donne nei corridoi della politica (nel senso di Politica vera, non quella pantomima vergognosa che in Italia chiamano "Seconda Repubblica"), nei laboratori, nelle riunioni manageriali, nelle università se non nella DISCRIMINAZIONE sessuale che ancora caratterizza il mondo occidentale. E non dovrebbe consolare il fatto che altrove si sta peggio, anche se oramai l'Italia sta diventando una provincia della Libia.

Il fatto che molte donne -- tante, troppe donne -- non vedano o se vedono si rassegnino o si adattino alla situazione si chiama "fare di necessità virtù'", ed e' la ragione per cui lo schiavo picchiava i figli ribelli se non abbassavano la testa e si rassegnavano alla loro condizione; e' la ragione per cui il padre operaio fa passare i grilli nella testa dei figli che vogliono studiare troppo; e' la ragione per cui "qualcuno" suggerisce alla figlia di curare l'aspetto più della mente per avere più possibilità di sposare un buon partito.



Tradizione, religione, famiglia...più che valori non sono altro che tante gabbie per disciplinare la donna al suo "giusto" e accettabile ruolo sociale: mamma, moglie, e tr….


OMFG, quando ti mostro un binario non lo segui, però se faccio discorsi del piffero mostri di conoscere la potenza dei numeri fattoriali!



Con calma.
La discriminazione, se fosse la sola causa, sarebbe valsa a 360 gradi.

Ripeto.

Facciamo che il tema sia: Musica, Letteratura e Cervello delle donne.

E facciamo che la domanda sia: come mai, per citare la prima che mi viene in mente, Emily Bronte quasi due secoli fa ha regalato all'Umanità un'opera Letteraria di valore assoluto, peraltro preceduta e seguìta da tante altre Notevoli Opere Letterarie Femminili di altre autrici, mentre dal punto di vista Musicale le donne sono state meno illuminate?





Tutto il resto mi pare fuori tema. Anche i brufoli, che si combattono riducendo i carboidrati raffinati e i grassi animali.





E bada che la risposta potrebbe anche essere "Balordo, tu conosci 4 scrittrici e 7 scrittori e dunque non ti sembra che il rapporto sia così sbilanciato ma, da attente analisi fatte senza basarsi sulla tua ignoranza, risulta che le scrittrici meritevoli di fama eterna siano 5 e gli scrittori di pari livello 324"; allora capirei di aver sbagliato di grosso, e aprirei un thread sulla tinteggiatura degli appartamenti su altri argomenti più sensati.


Ecco un altro OT su cui non riflettere: ricordo che su tediumvitae uno (un misogino) scrisse che, se si confrontavano i Fratelli Marx, Woody Allen, Jerry Lewis (eccetera) con la produzione comica femminile, l'esito era un disastro. Incidentalmente, sarebbe emersa anche la superiorità della razza ebraica a livello di comicità, ma questo è ancora più off-topic.
E poi, chi non ha interagito con melodia non può dire di conoscere la comicità femminile.
 
La discriminazione E' valsa a 360°

Mi pare tu voglia condurre il discorso in questo senso: il cervello femminile è meno strutturato per produrre musica.

Magari, però, sbaglio.

Per me ridurre OGNI diversità tra uomini e donne alla BIOLOGIA è sbagliato e riduttivo.
Mi pare una scusa banalotta che andava bene 35.000 anni fa.
La maggioranza delle ccdd differenze "biologiche" tra i due sessi sono, in realtà, condizionamenti sociali.
 
Quest'intervista, trovata in rete, è molto interessante (parla solo di musica)
Ho sottolineato alcune frasi in rosso visto che è lunga e non so se verrebbe letta tutta quanta....

patricia_adkins_chiti.jpg
</H5>Patricia Adkins Chiti



Mezzosoprano, Musicista, Musicologa, Presidente della Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica, Direttore artistico, Consulente per le politiche culturali presso istituzioni internazionali, governi, amministrazioni europee e progetti della Commissione Europea. Dal '05 è Membro del Direttivo del Consiglio Internazionale per la Musica dell'Unesco. Inglese di nascita, ha collaborato con diversi Ministeri italiani per progetti riguardanti la storia della donna italiana nella storia e nella cultura. Parla e scrive in varie lingue: ha scritto oltre 300 saggi sulla storia delle compositrici e direttrici musicali. Dal suo debutto al Teatro Dell'Opera nel '72, ha lavorato sia nel teatro lirico sia con orchestra sinfonica ed è conosciuta in tutto il mondo; ha una notevole discografia, che include innumerevoli prime esecuzioni mondiali e molti lavori composti per la sua voce da alcuni dei maggiori compositori viventi. Crea e produce eventi e rassegne musicali in diversi generi: dal '78 ha programmato oltre 1.000 lavori contemporanei, tra cui 147 solo per il Grande Giubileo. Coordina una rete di studiosi e musicisti in 116 paesi: lavora con 79 associazioni affiliate a Donne in Musica. La Fondazione è l'unica affiliata europea dell'Arab Music Academy.
Signora Chiti, la sua carriera è davvero meritevole di lode e riconoscimenti e, in particolare, la sua attività dedicata alla valorizzazione del mondo delle compositrici e direttrici musicali. Ci racconti com’è nata la FONDAZIONE Adkins Chiti Donne in Musica e quali sono le sue finalità, ma soprattutto ci racconti quali informazioni ha trovato particolarmente interessanti sul connubio donne e musica negli archivi storici.
Io sono nata e cresciuta in Inghilterra, anche se poi la mia educazione è stata completata in diversi altri Paesi della Comunità Europea, e per me era normale che i miei libri di musica, quando avevo cinque o sei anni fossero scritti sia da donne che da uomini. Per esempio ricordo perfettamente che nel primo libro per pianoforte c’erano dei lavori di Elisabeth McConchyi e Phyllis TATE accanto ad autori come Wolfgang Amadeus Mozart e Benjamin Britten, tanto per dire. Perciò non ho mai avuto la sensazione, da piccola, che le donne non fossero compositori; per me lo erano.
Poi, fortunatamente, sia nel mio percorso scolastico sia nei miei studi in conservatorio e poi in diverse altre occasioni, ho lavorato sia con compositrici che con direttrici di orchestra. Non ho mai avuto la sensazione che fosse una zona “a rischio”.
Arrivata in Italia ho cercato musiche per la mia voce e, frequentando molti musei e centri archivistici, ho scoperto effettivamente un’ enorme quantità di musica composta da donne, ma queste donne non erano nominate nella grande enciclopedia della musica che, allora, era l’enciclopedia Ricordi. Ho cominciato a cercare in giro per cercare di capire chi erano queste donne, e nessuno sapeva. Quando ho poi chiesto “ma quante compositrici ci sono in Italia?” e ho sentito dire “forse tre”, ho capito che c’era un problema.
Ma questo problema non era un problema soltanto italiano, era un problema generalizzato in tutta Europa e poi, come ho scoperto in seguito, in tutto il mondo. Ho avuto la fortuna di conoscere a distanza un ricercatore sudafricano Aaron Cohen, che mi chiese di collaborare con lui alla stesura della prima enciclopedia per le donne come compositrici. Questo mi ha portato a fare ulteriori ricerche e nel 1978 è nata in Italia, prima in forma di festival e poi di “movimento di base” come si diceva in quei giorni, un movimento per riunire le compositrici.
Agli inizi degli anni ’70, con Aaron Cohen, poi da sola dalla metà degli anni ’70 in poi, ho scoperto che nella storia della musica non stiamo parlando di 100 nomi di donne ma, addirittura, nella seconda stesura dell’enciclopedia con Cohen, abbiamo scoperto 21.000 nomi. Nel mio primo libro del 1983 sulle compositrici in Italia, avevo scoperto già 1.200 nomi. Se dico che adesso la Fondazione ha, nelle banche dati, le biografie ed elenchi di lavori per 502 compositrici italiani viventi, vuol dire che il problema c’era.
Così è nata la Fondazione, per promuovere la conoscenza del contributo delle donne alla storia della musica in ogni tempo, in ogni genere e in ogni parte del mondo ed oggi ci occupiamo soprattutto del recupero storico e della promozione della musica contemporanea.
Quindi sostanzialmente una riscoperta. Evidentemente la cultura di un tempo non permetteva o non valorizzava il lavoro e il talento delle donne.
Io credo che c’erano effettivamente motivi storico-sociologici per l’esclusione delle donne da alcuni generi di lavori.
Per quanto riguarda la musica se nascevi in una famiglia di musicisti, come per esempio Francesca Caccini, figlia del grande Giulio Caccini, che scriveva madrigali e poi un’opera lirica, ricevevi una formazione ed un’educazione adeguate.
Nelle famiglie benestanti veniva impartita un’educazione musicale perchè questo faceva parte della preparazione delle giovani donne che dovevano entrare in società e sposarsi bene. Nel Cinque e nel Seicento molte di queste donne sono entrate in convento perché le famiglie non potevano permettersi la dote per due figlie, e per questo motivo l’Italia ha il più alto numero di suore compositrici.
Se dobbiamo parlare del Novecento, ricchissimo di figure femminili di grandissima importanza, basti pensare che in alcuni Paesi le figure fondanti della musica contemporanea sono state donne, parlo di Margaret Sutherland in Australia o la Grazyna Bacewicz in Polonia.
Successivamente, invece è subentrata una forte discriminazione contro la creatività femminile nel campo musicale e oggi questa discriminazione persiste. Basta pensare al fatto che in Italia, nonostante il grande numero di donne diplomate, già docenti nei conservatori e per tanti insegnanti delle generazioni che seguono, meno di 0.05% della programmazione musicale del nostro Paese riguarda la musica composta da donne.

Come si confrontano le donne di diverse culture nel mondo musicale?
La musica è una lingua a sé. Ognuno, nel proprio campo, può dialogare anche a distanza attraverso le partiture con altri musicisti. Perciò c’è uno scambio di partiture, di registrazioni, di notizie. Per il mondo, non soltanto occidentale, che identifica la musica così detta “classica”, la musica seria, la musica “contemporanea” il pentagramma è quello. Noi studiamo per moltissimi anni per imparare a leggere quello che c’è scritto sul pentagramma. Chi compone studia per tanti anni per scoprire come scrivere su quel pentagramma. Perciò c’è una lingua franca, una lingua comune. Ogni compositrice può vedere i lavori delle altre e conoscere qualcosa di un’altra cultura attraverso la lettura delle partiture.
A fine aprile la Fondazione ha realizzato uno spettacolo dal titolo Meditazioni Musicali nella Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale: di cosa si è trattato?
E’ un lavoro che fa parte del recupero del passato; in particolare è stato un concerto di musica composta da suore italiane del Seicento, musica barocca, affidata all’ Ensemble Leonarda di Novara, che è dedita al recupero e alla pratica della musica barocca con strumenti dell’epoca.
Il concerto è stato da noi offerto, insieme col Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione e il Fondo Edificio per il Culto del Ministero dell’Interno, in occasione della riunione del Consiglio Internazionale per la Musica dell’Unesco che c’è stato a Roma. Poiché faccio parte di quest’organismo ho voluto che la riunione si tenesse a Roma, per la possibilità di mostrare a tanti esponenti della cultura musicale di molti Paesi del mondo alcuni dei nostri gioielli. E la chiesa di Sant’Andrea al Quirinale disegnata, costruita da Bernini è una chiesa meravigliosa, perfetta per presentare musica barocca.
Questo è solamente un esempio delle innumerevoli attività promosse dalla fondazione che si può fregiare anche del logo del Vaticano…
Sì, noi abbiamo avuto il logo del Vaticano per tutto l’Anno Giubilare quando abbiamo presentato, a Roma, oltre 140 manifestazioni musicali con musica sacra del passato e del presente, ed anche molti lavori composti appositamente per il Giubileo. Abbiamo fatto una grande rassegna nelle basiliche e nelle chiese di Roma e del Lazio.
Ma normalmente la nostra attività si esplica in diversi settori perché produciamo concerti con una certa regolarità; abbiamo una stagione in autunno che si chiama Donne in Jazz che ha un grandissimo successo e va avanti da tanti anni; abbiamo una stagione di musica contemporanea; abbiamo i concerti con musica strumentale cioè orchestrale, e poi facciamo anche concorsi per provare musiche nuove.
Recentemente c’è stato un concorso per lavori per orchestra d’archi con solisti e i vincitori, anzi in questo caso le vincitrici, perché programmiamo soltanto musiche di donne, hanno avuto la gioia di un’esecuzione da parte dell’ Euro Orchestra di Bari, diretta dal Maestro Francesco Lentini.
Mettiamo in scena anche opere liriche: l’anno scorso abbiamo portato a Vienna per le Celebrazioni Mozartiane un’opera lirica, “Ulisse in Campania”, di una compositrice milanese che aveva conosciuto il Mozart giovane perché era stata la sua padrona di casa. Si chiamava Maria Teresa Agnesi Pinotini ed era famosa durante la sua vita quale autrice di opere liriche. Abbiamo scoperto una sua opera oltre trent’anni fa e l’abbiamo revisionata, copiata, fatto le audizioni, trovato i cantanti, messo sotto contratto un’orchestra di strumenti originale e poi, con un bravissimo direttore d’orchestra, Riccardo Martinini, abbiamo portato la produzione a Vienna. Replicheremo l’opera a Roma nel Maggio 2008 quando celebreremo trent’anni di lavoro.
In più facciamo progetti di ricerca, pubblichiamo libri di musicologia, abbiamo una serie che si chiama “I quaderni della Fondazione”. In questi giorni è uscito un nuovo libro che si chiama Calypso che è la storia del Calypso dalla sua nascita ad oggi.
Tra gli spettacoli che ha promosso e realizzato, qual è stato per lei il più emozionante?
Per me ogni concerto è molto importante. Se guardo indietro, perché sono quasi trent’anni di attività di produzioni e di concerti, certamente ci sono alcuni momenti che rimangono nella memoria per motivi che spesso hanno poco a che fare con la musica.
Comunque ricordo con grande gioia l’evento che abbiamo creato nell’Aula Nervi del Vaticano in occasione della Festa della Madonna durante l’Anno Giubilare. L’evento aveva come titolo Maria Mater Mundi e abbiamo portato dall’Iran un gruppo di cantatrici sacre che cantano il Corano nelle moschee per le donne. Ricordo che c’è stato quasi un incidente diplomatico perché qualcuno, all’interno del Vaticano, non voleva che queste donne cantassero nell’Aula Nervi e mi hanno fatto un out-out: o non cantavano le cantatrici sacre o mi toglievano la diretta televisiva. Io ho preferito fare cantare le donne e abbiamo fatto a meno della ripresa televisiva, anche se poi sono venute televisioni di tutto il mondo inclusa la CNN alla prova generale e hanno filmato lo stesso.
Quello che ancora mi commuove di quell’occasione è il ricordo dell’incontro con Papa Giovanni Paolo II. Adesso quando si parla del suo papato si parla dei rapporti con il mondo islamico e spesso vengono riproposte le immagini di quell’evento relative ad un gruppo di donne in chador che cantano all’interno dell’Aula Nervi.
Se si guarda molto bene si vedrà che appuntato sul petto di ognuno c’è una sorta di badge colore arancio: quelle erano le mie cantatrici sacre, quel badge è il badge della Fondazione.
www.donneinmusica.org
 
La discriminazione E' valsa a 360°

Mi pare tu voglia condurre il discorso in questo senso: il cervello femminile è meno strutturato per produrre musica.

Magari, però, sbaglio.

Per me ridurre OGNI diversità tra uomini e donne alla BIOLOGIA è sbagliato e riduttivo.
Mi pare una scusa banalotta che andava bene 35.000 anni fa.
La maggioranza delle ccdd differenze "biologiche" tra i due sessi sono, in realtà, condizionamenti sociali.


Piccola interruzione, assolutamente off-topic.

Segnàlo un interessantissimo thread sul tema fotografico: composizione, sf(u)ocato, cervello maschile e femminile.
Mi colpisce questa frase, in un thread peraltro pieno di spunti interessanti.
lo sfuocato è una prerogativa femminile .... perché?
Il perchè non lo so. Ho incontrato parecchie fotografe in erba e tutte, nelle loro foto, compongono in questo modo... gli dai una reflex ed un obiettivo e la prima domanda che fanno è: "come faccio a sfocare lo sfondo"?
PDC: come evidenziare un elemento - Canon Club Italia Forum





Il cervello femminile è diversamente strutturato, e dirò di più: per me non è uno scandalo, non dovrebbe risultare offensivo, pensare che centinaia di migliaia di anni di evoluzione abbiano condotto ad una specializzazione per cui i maschi riescono meglio in alcune attività e le femmine riescono meglio in altre.

Ho la sensazione che tu appartenga alla corrente di pensiero che sottovaluta la biologia o sopravvaluta la cultura.

Giro la tua frase in negativo, e mi risulta altrettanto valida: "Per me dire che la BIOLOGIA non ha alcun impatto nelle diversità tra uomini e donne è sbagliato e riduttivo".

Questo è un thread popperiano: rispettando le regole del gioco, per dimostrare popperianamente che la biologia ha ininfluenza sul comportamento, basta un singolo esempio.
Ecco il primo esempio biologico che mi viene in mente: a me risulta che, in media, le donne inizino a parlare prima degli uomini, ma non mi risulta che ai neonati femmine venga fatto un bombardamento psicologico per costringerli a parlare prima.
E poi le donne, sempre in media, continuano ad avere più "attitudine" alla comunicazione verbale.
E per di più le donne vivono più degli uomini.
Insomma, voialtre riempite il mondo di parole. :wall:

Ed è quindi la biologica necessità di attimi di silenzio che induce i maschi ad isolarsi, periodicamente, negli studi di registrazione.

Ed ecco pronta una nuova teoria goliard-evoluzionistica: gli uomini compongono musica per arginare i fiumi di parole che bagnano gli studi di registrazione musicale.


PS Non riportare troppe citazioni serie, altrimenti il thread viene deportato in una sezione in cui non posso esercitare la mia saggia nonché indiscutibilmente equa giurisdizione. :)


PPS Questo è un thread popperiano II: la cosa micidiale è che per confutare l'affermazione secondo cui il cervello maschile è più portato alla musica di quello femminile, basta "solo" :rolleyes: che una Donna componga un'opera pari al Requiem di Mozart, o a "The Wall" dei Pink Floyd. Ciò fatto, chiederò alla Moderazione del Forum di chiudere questo thread per manifesta inutilità.
 
Non sottovaluto la biologia
Ma penso che al giorno d'oggi i mezzi per bypassarla siano moltissimi e potentissimi.

Hai letto l'intervista?

Mi pare interessantissima e risponde alla tua domanda, soprattutto le ultime due frasi che ho sottolineato in rosso.

E' vero, Igno, che i cervelli maschile e femminile sono diversi, ma basandosi su questa affermazione non ci si evolve, ci si "incista", si rischia di dire: "Le cose stanno così" e di non muoversi dal punto di partenza, rassegnati allo stato delle cose.
Ma è da retrogradi.
 
Non sottovaluto la biologia
Ma penso che al giorno d'oggi i mezzi per bypassarla siano moltissimi e potentissimi.

Hai letto l'intervista?

Mi pare interessantissima e risponde alla tua domanda, soprattutto le ultime due frasi che ho sottolineato in rosso.

E' vero, Igno, che i cervelli maschile e femminile sono diversi, ma basandosi su questa affermazione non ci si evolve, ci si "incista", si rischia di dire: "Le cose stanno così" e di non muoversi dal punto di partenza, rassegnati allo stato delle cose.
Ma è da retrogradi.

"Le cose non stanno così", occhei, ma non è ragionevole nè utile pensare che la più veloce delle donna superi il più veloce degli uomini in una finale olimpica dei 100 metri piani, rimanendo nel campo delle dimostrabili differenze biologiche.
Nè ora nè, secondo me, mai.
Mentre ci sono attività (ad esempio: fare il direttore generale o l'amministratore delegato di un'azienda) dove la mentalità/praticità/apertura femminile potrebbe fare la differenza in positivo, e lì non ho alcuna difficoltà ad ammettere l'esistenza della discriminazione.

Tornando alla musica: l'intervista vuole farci capire che la Qualità delle opere composte dalle donne è pari a quella degli uomini, ma un complotto (della Ricordi, delle case discografiche, dei poteri forti, del vaticano, vedi tu) ne censura la distribuzione pubblica?
Io sono sempre estremamente scettico rispetto alle teorie del complotto (mi son vaccinato nei forum di borsa dove, ogni volta che qualcuno comprava un titolo e vedeva che anziché salire scendeva, ipotizzava che dietro ci fossero le famigerate "mani forti" che manipolavano il mercato impedendo l'apprezzamento della perla che l'investitore aveva scelto tra tante possibili azioni).


A me piacciono un paio di canzoni delle Corrs (tre sorelle e un fratello: non si è affrontato, in questo thread, il tema "impatto della collaborazione tra cervello maschile e femminile nella composizione musicale"). Buona musica pop.

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=2eBkXXSbwlE]YouTube - The Corrs - Breathless[/ame]
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto