Thread serio: lo spot che (forse) non si vedrà sull'eutanasia

ma tu guarda come ci hanno ridotto :eek::eek:

io sono favorevole ... alla possibilità che ... Loro mi elargiscano ... il permesso di ... prendere in considerazione il problema di ... se e quando valutare la possibilità di ... :specchio::specchio::specchio::specchio::specchio:

sveglia, giovincelli addormentati, lo stato-religione totalitario (quello per cui l'individuo nasce-vive-muore solo in funzione dello stato-religione stesso) si combatte solo con un atto di volontà simil-femminista:

la mia vita è mia e la gestisco come mi pare, e così la mia morte
:wall::wall::wall:

... se sono Cattolico mi gestirò da Cattolico ... ma lo stato-religione non è il mio padrone :down::benedizione::devil::ciapet:


Finalmente, ... raramente s'incrocia qualcuno con le idee chiare, ... padrone di se stesso, delle sue scelte.

Mi associo, tranne che per una cosetta, ... il "simil femminismo" ...

Io la chiamo auto tutela, ... me ne frego dello stato, della religione dei preti, ... non ho assistenza sanitaria, mi arrangio, non ho pensione previdenziale, non ho tessere d'appartenenza, non uso carte di credito, non so nemmeno come si manda un SMS, non frequento posti da finti V.I.P. ... la mia casa in Sardegna "fronte Pevero" la vendetti nel 2000 nauseato dalla gentaglia che da anni ormai aveva preso il vizio di trascorrere le vacanze estive ... non amo esibire, amo essere, ho pudore ... ho la mia dignità datami da un Dio che non è quello della chiesa manipolatrice degli Antichi Testi Sacri, ... gli evangelisti sono una barzelletta piena di menzogne ed Il vaticano, ... la cosidetta casa di Pietro di basa sulla manipolazione di un Verbo, quello di Cristo, arrangiato nei secoli a venire, ... ... la Vita è un confronto con se stessi e con l' Anima che ci congiunge alla Divina Essenza, ... che diavolo c'entrano le leggi di uno stato ???

Eutanasia, ... leggi dello stato, ... morale cristiana, ... robe per ottusi ... ottusi in malafede, ... il mistero della Vita è dentro di noi e solo noi possiamo decidere per noi stessi, ... compreso di schiantarci da 100 mt d'altezza, ... o di donare tutto quello che abbiamo ai bambini orfani o ai vecchi malati che consumano i loro ultimi istanti nella totale solitudine.

Un medicuncolo deve decidere per me staccando una spina ??? ... Ma dove siete arrivati Voi, ... Che tragedia, ... Il DIRITTO ad una "BELLA MORTE" ... Mah che avete in testa ???

La Vita è un legame che solo Voi e Dio potete esigere di arbitrare, ...

Ormai l'ottusaggine dilaga, ... ultimo esempio la Libia, ... 10 ... 100 mila morti ... aerei militari che bombardano ... dove sono le prove ... I SATELLITI NON registrano quanto vi viene propinato ... boccaloni.

Altra bella manipolazione, ... un bel RESET ... il nord africa pericolo ... stragi, democrazia, dittatura, ... tutte balle, ...
 
L'INTERVISTA CLAUDIO BASSETTI
Cosa si prova nello stato vegetativo?
Domani un convegno scientifico a Lugano sul delicato tema «coma e coscienza»


A che punto sono le conoscenze scientifiche circa le persone in coma o in stato vegetativo? È possibile che anche nello stato vegetativo ci siano persone che conservano un certo li­vello di coscienza, cioè di consape­volezza che esistono e che intorno a loro c'è chi li accudisce e cerca di co­municare con loro? Recenti speri­mentazioni stanno arricchendo le nostre conoscenze circa il coma e lo stato vegetativo, con importanti con­seguenze non solo nella diagnosi e nell'assistenza a questi pazienti. Per saperne di più, martedì 1. marzo ci sarà una conferenza pubblica pres­so l'Aula Magna dell'Ospedale Regio­nale di Lugano, alle ore 20.00, al ter­mine di un convegno scientifico sul tema «Coma e coscienza». Alla sera­ta saranno presenti il professor Clau­dio Bassetti, direttore del Neurocen­tro della Svizzera italiana, il profes­sor Roberto Malacrida, primario di Medicina intensiva del Civico e un esperto di fama internazionale, il neurologo Steven Laureys.
PAGINA DI
SERGIO SCIANCALEPORE
Professor Bassetti, che cosa s'intende, in ambito medico, per coscienza?
«È la capacità di percepire sé stessi come persona e l'ambiente circostante, essendo in grado di interagire in maniera coeren­te, sensata sia con sé stessi, col proprio io sia con quello che ci sta intorno. La co­scienza si ha quando la corteccia cerebra­le è attivata in maniera sufficiente e sincro­nizzata nelle varie aree preposte alla per­cezione, al pensiero, all'azione».
Quali sono i principali disturbi della co­scienza?
«Il primo è il coma: il paziente, non risve­gliabile, è incosciente. Può evolvere nel­lo stato vegetativo nel quale si è svegli, con gli occhi aperti ma non c'è la possibilità di interagire con l'ambiente con parole o gesti, non ci sono i “contenuti” della co­scienza».
Dallo stato vegetativo è possibile un'ul­teriore evoluzione?
«Sì, nello stato di coscienza minima. Il paziente migliora, ha alcuni elementi di coscienza, reagisce a stimoli vari: sente un rumore e può seguire con lo sguardo e la testa la fonte del suono che si sposta, muove gli arti, stringe la mano. Può an­che pronunciare parole comprensibili».
Ci sono situazioni del tutto particolari nelle quali la coscienza è mantenuta ma non si riesce a comunicare, come è acca­duto al giornalista francese J.D. Bauby che descrisse il suo stato nel libro «Lo sca­fandro e la farfalla», da cui venne anche tratto un film.
«È la sindrome “locked-in” (in inglese, “chiuso dentro”) nella quale il danno ce­rebrale impedisce di comunicare con gli altri: Bauby comunicava usando un “codi­ce” basato sul movimento delle palpebre dell'occhio sinistro, così dettò un testo ad un amico che scriveva. C'è anche il cosid­detto mutismo acinetico, una sorta di “apa­tia” dalla quale si esce solo se continua­mente stimolati dall'esterno. Queste due condizioni devono essere ben distinte dal­le precedenti perché la coscienza è in que­st'ultime essenzialmente conservata».
Al convegno di Lugano e alla successiva serata per il pubblico sarà presente un grande esperto dei disturbi della coscien­za, il neurologo belga Steven Laureys che, con il collega Martin Monti, ha dimostra­to che anche nello stato vegetativo è pos­sibile (in alcuni casi) instaurare una ele­mentare comunicazione con il paziente. Che prospettive aprono queste ricerche?
«I vari stati che ho descritto, non vanno vi­sti dentro rigide classificazioni - per altro utili al medico - ma come delle “variazio­ni” sul tema della coscienza e dei suoi di­sturbi. Una prima, importante indicazio­ne di queste ricerche è che la valutazione fatta attraverso l'esame clinico del malato - quindi senza le tecniche, peraltro com­plesse e disponibili in pochissimi centri ospedalieri - può essere imprecisa. Que­sto il team medico ed i familiari del mala­to lo devono tener ben presente».
Un'altra indicazione di queste ricerche è che le classificazioni servono, ma i con­fini delle classificazioni possono essere labili… «Sì, è sempre più evidente che c'è una sor­ta di continuità tra i diversi stati di altera­zione della coscienza, il passaggio da una situazione ad un'altra può avvenire in mo­do tale che non ce ne accorgiamo sempre subito e facilmente: l'esame clinico sugge­risce uno stato vegetativo, in realtà può già essere in atto un'evoluzione verso uno sta­to di coscienza minima».
E quali prospettive si aprono nel campo dell'assistenza a questi pazienti, nelle de­cisioni riguardanti il «fine vita»?
«La cura dei pazienti in stato di coma e ve­getativo dovrà essere ancora più attenta perché la percezione del dolore, la possi­bilità di una qualche percezione potrebbe essere superiore a quanto immaginato. Inoltre, le decisioni terapeutiche dovran­no tener conto del margine di errore: la medicina non lavora con certezze assolu­te ma sempre all'interno di un calcolo di probabilità».
Come si comporta con pazienti in coma o stato vegetativo?
«Io e i miei colleghi medici ed infermieri abbiamo l'abitudine di trattarli come se fossero perfettamente coscienti».
Nello stato di coscienza mini­ma il paziente sente i rumori e muove gli arti, stringe la mano La possibilità di provare dolore potrebbe essere superiore a quanto immaginavamo
da cdt, oggi

segue, appena posso......
 
L'INTERVISTA ■ ROBERTO MALACRIDA
«Il dovere dei curanti è rispettare l'autonomia dei loro pazienti»


Professor Roberto Malacrida, quante per­sone in Ticino si trovano in uno stato vege­tativo persistente?
«Per fortuna molto poche, anche perché le direttive etiche dell'Accademia Svizzera del­le Scienze Mediche dicono che se le loro fun­zioni vitali peggiorano in modo importante, non si deve intervenire con tecniche riani­matorie sproporzionate».
Chi assiste queste persone?
«Ci sono alcuni istituti che si dedicano alle loro cure, qualche paziente vive a casa accu­dito in modo ammirevole dai familiari: in particolare, le mamme si dedicano “anima e corpo” con la speranza, sovente pressoché illimitata, di poter assistere un giorno, anche lontano, ad un risveglio del proprio caro».
Da un punto di vista giuridico questi pazien­ti come sono considerati?
«Essendo considerate persone non capaci di discernimento, quindi di poter prendere de­cisioni autonome, i familiari che hanno il rap­porto affettivamente più forte e duraturo so­no i loro rappresentanti terapeutici. Dal pun­to di vista giuridico, i pazienti in stato vege­tativo persistente sono persone a tutti gli ef­fetti: a dire il vero ci sono alcuni filosofi ed esperti in bioetica che si chiedono se, quan­do viene meno la coscienza, la consapevo­lezza, una persona debba essere ancora con­siderata tale. La recente scoperta di stati di “minima coscienza” all'interno di un grup­po di pazienti definiti in uno stato vegetati­vo persistente, ha reso ancora più comples­sa la questione legata alla vulnerabilità, alla sofferenza, ma anche alle possibilità di “mi­nima autonomia” di questi pazienti».
Ci sono stati miglioramenti nell'assistenza a persone in stato vegetativo?
«Per quanto riguarda i pazienti in uno sta­to comatoso, soprattutto dopo un trauma cranico o un ictus particolarmente gravi, un po' meno per quelli dopo un arresto cardia­co, la riabilitazione precoce già durante la loro presa a carico in Cure intensive, ma so­prattutto la rianimazione tempestiva ed ef­ficace dalla fase preospedaliera (le ambu­lanze e l'elicottero) a quella ospedaliera, hanno sicuramente migliorato le cure, ma anche la prognosi».
La presenza di una dichiarazione scritta da parte di una persona circa il trattamento da ricevere in condizioni critiche, è in grado di dare a chi assiste indicazioni chiare sul da farsi?
«Non proprio sempre, può capitare che quel che uno pensa e mette per iscritto quando è sano - senza poter immaginare realmente la situazione nella quale si potrebbe trovare ­non sia sempre adeguato a quel che vera­mente la persona intende corrispondere al suo bene. Da un punto di vista etico e giuri­dico, il dovere dei curanti è certo quello di ri­spettare l'autonomia dei pazienti, in partico­lare i loro desideri e le loro scelte: il modo che meglio lo garantisce, è quello di designare un “rappresentante terapeutico”, al quale si rac­conta appunto quel che si vuole e quel che non si vuole».
Tutto, naturalmente, si complica se una per­sona non lascia direttive circa il trattamen­to di fine vita… «Sì, perché allora c'è il problema di defini­re la qualità della vita altrui con una nostra scala di valori, per esempio quando pensia­mo “io non vorrei proprio vivere così”. Si tratta di una questione etica e umana mol­to delicata che si pone in presenza di per­sone con gravi handicap potenziali o che si trovano in stato vegetativo o di minima co­scienza».
Il recente caso di Eluana Englaro ha posto il problema se l'alimentazione di una per­sona in stato vegetativo sia da considerar­si un atto dovuto ad un essere vivente o un “accanimento terapeutico”.
«Se prevale una concezione religiosa legata alla sacralità della vita, allora è un atto dovu­to: si dice che si nutre in modo artificiale un essere umano incapace di farlo come fosse un neonato. Se prevale invece il concetto di autonomia, di rispetto di quel che una per­sona desidera (o avrebbe voluto, è il caso di Eluana, secondo i giudici italiani), allora l'ali­mentazione diventa un inutile prolungamen­to dell'agonia».





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PROGRESSI
«Gli interventi in Cure intensive e in fase preospedaliera hanno migliorato le cure e la prognosi», dice il dott. Malacrida.
(Foto Demaldi)
 
L'ESPERIMENTO
■ La ricerca condotta dai neuro­logi Steven Laureys e Martin Mon­ti a Liegi e Cambridge e pubblica­ta nel 2010 sul New England Jour­nal of Medicine, ha considerato 54 pazienti in stato vegetativo persistente (SVP) o di minima co­scienza: per verificare l'esisten­za di un residuo di coscienza, è stata usata una tecnica già spe­rimentata con persone sane. Poi­ché nello stato vegetativo non è possibile comunicare a voce o a gesti, i pazienti sono stati ad­destrati a dare «risposte menta­li» di due tipi. Il primo, «risposta mentale motoria», consisteva nel­l'immaginare di giocare a tennis: il secondo, «risposta mentale spa­ziale», consisteva nell'immagina­re di muoversi per le stanze del­la propria casa o in una zona ben conosciuta.
■ L'una o l'altra delle due rispo­ste servivano per dire «sì» o «no» a semplici domande. Esempio. Si rivolge al paziente la doman­da «Tuo padre si chiama Alessan­dro?»: se è vero, rispondi «sì» im­maginando di giocare a tennis (associazione «sì» con «tennis»), se non è vero dì «no» immaginan­do di esplorare (associazione «no» con «esplorare, navigare»). I due tipi di risposte mentali at­tivano due diverse aree del cer­vello, «sì-tennis» l'area motoria supplementare, «no-esplorazio­ne» l'area del giro dell'ippocam­po: l'attivazione volontaria di una delle due aree da parte del pa­ziente si può rilevare con la Ri­sonanza magnetica funzionale.
■ Che nell'SVP ci possa esse­re, in modo variabile, un certo grado di coscienza, neurologi e rianimatori lo supponevano e l'esperimento fornisce interes­santi informazioni. 5 pazienti su 54 hanno dato risposte esatte alle domande poste, gli altri nes­suna risposta. I 5 pazienti che hanno dimostrato di aver anco­ra un grado di coscienza per im­parare le risposte mentali e ri­spondere in modo corretto sono giovani ventenni, tranne uno di 46 anni, in SVP da pochi mesi (due ventiduenni però lo sono da tre e da sei anni, rispettivamen­te) e per tutti la causa dell'SVP è un trauma cerebrale: la man­canza di ossigeno sembra esse­re la causa meno favorevole al­la conservazione di un certo gra­do di coscienza.
 
Bernard Devalois, medico anestesista, già Presidente della Società Francese di accompagnamento e Cure Palliative e attuale capo dell’unità per le cure palliative all’ospedale di Pontoise
Eutanasia, suicidio assistito e cure palliative: dibattito sul fine vita | euronews, i talk

«occorre riconoscere a tutti i pazienti in fin di vita il diritto a morire con dignità. Ma affermare questo non vuol dire: devono morire per mano di un medico attraverso un’iniezione letale, come hanno autorizzato Paesi come il Belgio, il Lussemburgo e i Paesi Bassi». ... «L’accompagnamento e le cure palliative costano molto, non alle famiglie, ma alla società. Mi sembra molto importante mostrarsi solidali con chi sta per morire e impiegare tutti i mezzi, in particolare quelli umani. Occorrono infermieri, aiuto-infermieri, eccetera. E questo alla società costa caro, forse più dell’iniezione letale, ma penso che ne valga la pena».
 
Bernard Devalois, medico anestesista, già Presidente della Società Francese di accompagnamento e Cure Palliative e attuale capo dell’unità per le cure palliative all’ospedale di Pontoise
Eutanasia, suicidio assistito e cure palliative: dibattito sul fine vita | euronews, i talk

«occorre riconoscere a tutti i pazienti in fin di vita il diritto a morire con dignità. Ma affermare questo non vuol dire: devono morire per mano di un medico attraverso un’iniezione letale, come hanno autorizzato Paesi come il Belgio, il Lussemburgo e i Paesi Bassi». ... «L’accompagnamento e le cure palliative costano molto, non alle famiglie, ma alla società. Mi sembra molto importante mostrarsi solidali con chi sta per morire e impiegare tutti i mezzi, in particolare quelli umani. Occorrono infermieri, aiuto-infermieri, eccetera. E questo alla società costa caro, forse più dell’iniezione letale, ma penso che ne valga la pena».

Giuro che non capisco. Forse tu sì?

1) "Occorre riconoscere a tutti i pazienti in fin di vita il diritto a morire con dignità"
2) "Ma non per mano di un medico attraverso un'iniezione letale".
Cosa vuol dire? Che l'iniezione non è una fine dignitosa, ma loro hanno diritto di morire, e quindi devono essere presi a revolverate o gettàti da una rupe?

Se si ritiene che i malati terminali possano avere diritto di morire (e credo sia legittimo ritenerlo, ma anche pensare di no), il discorso del costo delle cure palliative è off-topic.

Se invece si ritiene (legittimamente) che il diritto a morire con dignità vuol dire che il malato terminale in realtà NON PUO' scegliere se/quando morire, e che la società deve farsi carico del fatto che gli nega questo diritto, i costi delle cure palliative sono In Topic.
Ma a quel punto il gallo dovrebbe avere l'onestà di dire "avete il diritto di morire con dignità solo se il vostro concetto di dignità è uguale al mio".
 
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Giuro che non capisco. Forse tu sì?

1) "Occorre riconoscere a tutti i pazienti in fin di vita il diritto a morire con dignità"
2) "Ma non per mano di un medico attraverso un'iniezione letale".
Cosa vuol dire? Che l'iniezione non è una fine dignitosa, ma loro hanno diritto di morire, e quindi devono essere presi a revolverate o gettàti da una rupe?

Se si ritiene che i malati terminali possano avere diritto di morire (e credo sia legittimo ritenerlo, ma anche pensare di no), il discorso del costo delle cure palliative è off-topic.

Se invece si ritiene (legittimamente) che il diritto a morire con dignità vuol dire che il malato terminale in realtà NON PUO' scegliere se/quando morire, e che la società deve farsi carico del fatto che gli nega questo diritto, i costi delle cure palliative sono In Topic.
Ma a quel punto il gallo dovrebbe avere l'onestà di dire "avete il diritto di morire con dignità solo se il vostro concetto di dignità è uguale al mio".

insomma , al solito devi arrampicarti sui vertici della contorsione verbale , per portare la questione la dove ritieni debba stare e cioè nel tentativo di mostrare che alla coraggiosa libertà del diritto alla scelta individuale si contrapponga una vetusta concezione moralista

non è così , tanto che numerose associazioni mediche si sono espresse contro il ricorso all'eutanasia e , sorpresa sorpresa , non hanno sede in Vaticano

instead of participating in assisted suicide, physicians must aggressively respond to the needs of patients at the end of life
Opinion 2.211 - Physician-Assisted Suicide
What’s wrong with assisted dying
http://press.psprings.co.uk/bmj/june/heath.pdf
The NZMA is opposed to both the concept and practice of euthanasia and doctor assisted suicide
Euthanasia | New Zealand Medical Association
the rejection of “active euthanasia” as well as “killing of the patient” remains intact
German Medical Association on the accompaniment of the dying process ? DRZE
 
insomma , al solito devi arrampicarti sui vertici della contorsione verbale , per portare la questione la dove ritieni debba stare e cioè nel tentativo di mostrare che alla coraggiosa libertà del diritto alla scelta individuale si contrapponga una vetusta concezione moralista

non è così , tanto che numerose associazioni mediche si sono espresse contro il ricorso all'eutanasia e , sorpresa sorpresa , non hanno sede in Vaticano

instead of participating in assisted suicide, physicians must aggressively respond to the needs of patients at the end of life
Opinion 2.211 - Physician-Assisted Suicide
What’s wrong with assisted dying
http://press.psprings.co.uk/bmj/june/heath.pdf
The NZMA is opposed to both the concept and practice of euthanasia and doctor assisted suicide
Euthanasia | New Zealand Medical Association
the rejection of “active euthanasia” as well as “killing of the patient” remains intact
German Medical Association on the accompaniment of the dying process ? DRZE


Contorsione verbale? Moi? :rolleyes:
Io ho detto un concetto, magari non condivisibile, ma - credo - estremamente semplice e necessariamente lineare.

Secondo me,
chiuque
desideri
morire
ha diritto
di farlo.

Mica come il concetto del francese da te citato, che onestamente non so che cosa abbia in mente, e forse neanche lui, o forse si vergogna delle sue "idee" al punto che deve premettere una frase nebulosa, (forse) ipocrita, (certamente) incomprensibile.
Ma chissenefrega degli ipocriti o analfabeti di ritorno, tantopiù se francesi.





OT
[Modalità Timurlang ON]al solito devi arrampicarti sui vertici della contorsione verbale , per portare la questione la dove ritieni debba stare, ovvero su Chi proclama il Vero e Chi proclama il Falso, la tua solita, simpatica ossessione monotematica per le Etichette [Modalità Timurlang OFF]


Con tutto il rispetto, ma così come non mi importa di quel che sostiene il Vaticano, altreppoco mi importa quello che sostiene qualunque associazione laica.
Su questioni morali, poi...

L'unico Dogma a cui io mi sottometto spontaneamente è quello in base al quale ritengo di avere il diritto che i miei pensieri nascano dal mio cervello e dalla mia sensibilità. Non dalle etichette preconfezionate da chiunque, in nome di chiunque.

Non mi sento in dovere di provare imbarazzo se, da laico, talvolta la penso come i credenti e talaltra contraddico altri laici: ho a disposizione un cervello (datomi, forse, dal tuo Dio) e io (che non voglio bestemmiare il tuo Dio spegnendo detto organo), lo uso per come posso.

Saper leggere e ripetere pappagallescamente non è abbastanza, per me e (chissà se ha un po' di rispetto, qualche minima aspettativa, per ciò che ha realizzato) per il tuo Dio.





Basta con 'ste polemiche inutile.

IN TOPIC
Eutanasia non solo quando una vita è troppo dolorosa: secondo me, anche quando "non è più una Vita".

Contestualizzo.
Io ho visto mia nonna paterna a oltre novant'anni.
Su una sedia a rotella, in una casa di riposo, non riconosceva più nessun familiare (di tanto in tanto scambiava suo figlio per suo marito, morto una qunidicina d'anni prima).
Dormiva, guardava la tivù, mangiava, faceva i suoi bisogni e ogni tanto diceva qualche frase senza senso.

Mia nonna era stata una persona, me la ricordavo e la ricordo. Ma in quel momento era un vegetale mobile.

Quella di mia nonna, semplicemente, non corrispondeva più al mio (soggettivo) concetto di Vita e, se io fossi in quelle condizioni e se qualcuno mi terminasse, non mi parrebbe giusto parlare di omicidio.


Personalmente, io vorrei poter firmare un documento nel quale autorizzo sin da ora, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali, ad essere soppresso non solo in caso di malattia terminale dolorosa, ma anche nel caso di completo deterioramento delle mie facoltà mentali. O se stessi in coma per, per esempio, un periodo ininterrotto di sei mesi.


Se qualcuno pensa di avere il diritto di estendere il mio pensiero, e dire che per me è giusto che tutti i malati e i semi-vegetali possano essere soppressi contro la propria volontà non posso farci niente: non sono stato io a distribuire la materia grigia: rivolgetevi ad Altri.
 
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Contorsione verbale? Moi? :rolleyes:
Io ho detto un concetto, magari non condivisibile, ma - credo - estremamente semplice e necessariamente lineare.

Secondo me,
chiuque
desideri
morire
ha diritto
di farlo.

...

bene

allora , ammettiamo (per assurdo eh :D) che, vittima della mia ossessione etichettatrice, abbia offuscato la semplicità lineare della tua affermazione

e partiamo da questa

la tua affermazione è la risposta alla domanda :
ho diritto di decidere di terminare la mia vita ?

e a questo hai già risposto

ma la tua risposta ha per conseguenza, logica , altre domande :
ho diritto di chiedere aiuto ad un medico ?
il medico ha il dovere di accogliere la mia richiesta ?
lo Stato deve intervenire sul mio diritto e sul dovere del medico ?


quindi : se non sono stato così contorto , mi pare che la questione sia più complessa

a questo servono i comitati bioetici (che così spesso si sono espressi contro l'eutanasia) : a far si che parlino cuore e ragione

mentre gli spot del comitato Coscioni parlano solo alla pancia
capisco l'obiettivo , che è meramente politico , ma io lo trovo irresponsabile

PS ho messo etichette :-?
 

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