Val
Torniamo alla LIRA
Questa è l'Italia e ....l'Italia siamo noi. Quasi 6 anni di tempo a disposizione e oggi .....
Benvenuti all’Expo2015. Un circo barnum da 10 miliardi di euro, una scommessa che nessuno ancora sa come andrà a finire. Il più veritiero degli aforismi dice che le vittorie hanno molti padri, le sconfitte sono orfane.
Qui è il viceversa: se la manifestazione si rivelasse un successo, solo il taciturno commissario unico Giuseppe Sala potrebbe vantarsi della paternità.
Gli altri, dopo i peperepepè dell’inizio, hanno infatti creduto poco nella sfida: poco il sindaco Giuliano Pisapia, poco il governo nei suoi ultimi rappresentanti (Monti, Letta, Renzi), qualcosina in più la Regione con Roberto Maroni.
Certo, nessuno ammetterà di aver remato contro, ma sono lontani i fasti di quando nel 2009 Letizia Moratti conquistò la nomination.
Tutti hanno contributo obtorto collo, girandosi dall’altra parte mentre mettevano mano al portafogli con prudenza, distillando gli spazi, i permessi, e i fondi, costringendo Sala a interminabili attese e questue.
E sopra a tutto ha imperversato il carattere nazionale, campanilistico e menefreghista (il padiglione delle Regioni, per fare un esempio, è a livello terra e i rispettivi governi non hanno ancora deciso cosa metterci), e poi la burocrazia imperante e l’ignavia della politica, e quindi il fatalismo e l’accidia “tanto abbiamo sei anni di tempo…”, il pericolo di infiltrazioni malavitose negli appalti, il malaffare, gli scandali, infine perfino gli arresti
Benvenuti all’Expo2015. Un circo barnum da 10 miliardi di euro, una scommessa che nessuno ancora sa come andrà a finire. Il più veritiero degli aforismi dice che le vittorie hanno molti padri, le sconfitte sono orfane.
Qui è il viceversa: se la manifestazione si rivelasse un successo, solo il taciturno commissario unico Giuseppe Sala potrebbe vantarsi della paternità.
Gli altri, dopo i peperepepè dell’inizio, hanno infatti creduto poco nella sfida: poco il sindaco Giuliano Pisapia, poco il governo nei suoi ultimi rappresentanti (Monti, Letta, Renzi), qualcosina in più la Regione con Roberto Maroni.
Certo, nessuno ammetterà di aver remato contro, ma sono lontani i fasti di quando nel 2009 Letizia Moratti conquistò la nomination.
Tutti hanno contributo obtorto collo, girandosi dall’altra parte mentre mettevano mano al portafogli con prudenza, distillando gli spazi, i permessi, e i fondi, costringendo Sala a interminabili attese e questue.
E sopra a tutto ha imperversato il carattere nazionale, campanilistico e menefreghista (il padiglione delle Regioni, per fare un esempio, è a livello terra e i rispettivi governi non hanno ancora deciso cosa metterci), e poi la burocrazia imperante e l’ignavia della politica, e quindi il fatalismo e l’accidia “tanto abbiamo sei anni di tempo…”, il pericolo di infiltrazioni malavitose negli appalti, il malaffare, gli scandali, infine perfino gli arresti