Ti ACCORGI DI ESSERE VECCHIA QUANDO NELL'OROSCOPO NON LEGGI PIU' LA PARTE CHE

Questa è l'Italia e ....l'Italia siamo noi. Quasi 6 anni di tempo a disposizione e oggi .....

Benvenuti all’Expo2015. Un circo barnum da 10 miliardi di euro, una scommessa che nessuno ancora sa come andrà a finire. Il più veritiero degli aforismi dice che le vittorie hanno molti padri, le sconfitte sono orfane.
Qui è il viceversa: se la manifestazione si rivelasse un successo, solo il taciturno commissario unico Giuseppe Sala potrebbe vantarsi della paternità.


Gli altri, dopo i peperepepè dell’inizio, hanno infatti creduto poco nella sfida: poco il sindaco Giuliano Pisapia, poco il governo nei suoi ultimi rappresentanti (Monti, Letta, Renzi), qualcosina in più la Regione con Roberto Maroni.
Certo, nessuno ammetterà di aver remato contro, ma sono lontani i fasti di quando nel 2009 Letizia Moratti conquistò la nomination.

Tutti hanno contributo obtorto collo, girandosi dall’altra parte mentre mettevano mano al portafogli con prudenza, distillando gli spazi, i permessi, e i fondi, costringendo Sala a interminabili attese e questue.
E sopra a tutto ha imperversato il carattere nazionale, campanilistico e menefreghista (il padiglione delle Regioni, per fare un esempio, è a livello terra e i rispettivi governi non hanno ancora deciso cosa metterci), e poi la burocrazia imperante e l’ignavia della politica, e quindi il fatalismo e l’accidia “tanto abbiamo sei anni di tempo…”, il pericolo di infiltrazioni malavitose negli appalti, il malaffare, gli scandali, infine perfino gli arresti
 
Per questi motivi si sono accumulati ritardi e molti progetti sono finiti in cavalleria. L’immaginifico concept plan iniziale di Stefano Boeri, una sorta di paradiso di orti e giardini e canali, è stato via via stravolto in nome della ragion di Stato e commerciale.
Non ci saranno le vie d’acqua che avrebbero dovuto allacciare il sito con Milano, di queste ore la notizia che non sarà pronto il cosiddetto collegamento Zara, il padiglione arte prudentemente è stato spostato in Triennale.

A meno di 100 giorni dall’apertura, non è ben chiaro neppure se verrà completato il sito espositivo che in questo istante è un cantiere aperto di 110 ettari dove ogni giorno migliaia di persone si danno concerto per terminare le opere
.
Camion e camioncini, automobili, gru, mezzi pesanti e leggeri, sfilano a fiotti sul decumano asfaltato (ribattezzato pomposamente World Avenue), una specie di termitaio sul quale si affacciano i cosiddetti self built, gli spazi auto costruiti e auto gestiti dai cento paesi in mostra e ideati per stupire il pubblico.
Lake Arena, Expo2015

Nel resto dei lotti si esplica la mobilitazione totale: la lake arena, l’open air theater, la collina mediterranea, la cascina Triulza (altresì nominata “Padiglione della società civile”), e al centro imperioso il padiglione Italia, imbrigliato dai ponteggi come un mostro, sembrano gli avamposti della modernità, le trincee sventrate di una battaglia quasi persa.
E non è un caso che l’apertura dell’Expo avvenga nel centenario esatto della Grande Guerra, in cui precipitammo riluttanti uscendone vincitori sconfitti.
 
Non un padiglione è finito a cento giorni esatti dall’opening, non un cluster, non uno spazio servizi.
Neppure un lembo di terra può dirsi al riparo da questo brulichio di uomini e mezzi.
I ponti, le passarelle, le vie di accesso, i camminamenti, niente è terminato. Intorno, la brughiera più brulla tempestata di orribili costruzioni, sullo sfondo nel suo rigore metafisico il carcere di Bollate.
Dicono che gli alberi ne copriranno la vista, alberi già scelti tre anni fa che stanno crescendo nelle serre e presto verranno piantati.
Dicono che il manto erboso sia arrotolato ben bene altrove e verrà stovagliato per tempo, e come un tappeto servirà a nascondere l’ultima polvere. Dicono.
 
Vi avverto che l'articolo è lungo :D potete leggere solo la parte che più vi attira.

Ci si aspetta che il mago Silvan Sala estragga dal cilindro, con un oplà, il coniglio.
Sim sala bim: siori e siori ecco a voi l’Expo, e giù applausi.
Più che una magia e l’hashtag renziano #expottimisti della nuova campagna twitter, servirebbe un aiutino dal cielo e dal meteo; #seapreèunmiracolo perché tutto sia finito in un botto, in tre mesi tondi, gli interni e gli esterni, dentro e fuori, le coperture e la moquette, le strade, le piazze, il distretto future food, il children park, i ristoranti, gli uffici, il teatro, e poi il cardo, le piazze, gli orti… lindo e pulito, una cittadella funzionante per accogliere venti milioni di visitatori, o anche di più, ma se fossero meno non sarebbe un problema, circa cento mila persone al giorno per sei mesi che precipiteranno da arei, automobili, treni, metropolitane per visitare l’Expo2015 dedicato al cibo, a come nutrire il pianeta nel prossimo futuro, e che non è ubicato nello splendido paesaggio della pianura mantovana o tra le vigne della Franciacorta bensì a Rho, all’incrocio di due autostrade con la statale del Sempione, delimitato da una ferrovia e una prigione, tra cavalcavia e sottopassi, corsie di accelerazioni e rotonde, cemento mal costruito in un recente passato.
 
Sarà l’apocalisse, una fiera di paese gonfiata fino al parossismo, il mercato di Natale degli obej obej illuminato per 180 giorni, il salone del mobile che prosegue per 24 settimane filate, il derby Milan-Inter tutte le sante sere; e si stenta a comprendere perché uno da Sidney, da Kuala Lampur, da Boston, da Odessa, da Lugano, da Bologna dovrebbe arrivare fin qui per assaporare il futuro alimentare della specie uomo, magari grufolare da Eataly, sgomitare tra la folla per le vie di questa cittadina di carta pesta che poi verrà smontata pezzo per pezzo.
Gli economisti – non tutti – sostengono che sarà un business: tra costi in loco e infrastrutture alla fine Milano, la Lombardia, l’Italia hanno investito circa 10 miliardi di euro che torneranno moltiplicati se ognuno dei 20 milioni di visitatori spenderà di media 1.000 euro tra viaggi, vitto, alloggio, generi di conforto.
Un meccanismo di spesa che genererà valore aggiunto e di cui beneficerà a futura memoria tutto il sistema regionale, posizionando nell’immaginario collettivo mondiale, Milano come capitale dell’innovazione culinaria.
 
Aprire gli occhi. Quanto accaduto sopra, con quanto riportato in questo articolo, a me puzza tanto di deriv fascista. Altro che democrazia........Pilu, cosa mi dici di questi 2 fatti ?

ROMA- Urla, insulti e contestazione feroce. Oggetto dell’attacco Walter Rizzetto, uno degli ex M5s che ha abbandonato il Movimento oggi 27 gennaio. Quando Rizzetto è arrivato nei pressi della sede del Pd per incontrare Matteo Renzi un gruppo di grillini lo ha accerchiato ed ha iniziato ad urlare ‘venduto, venduto’. Rizzetto, quindi, ha rinunciato ad entrare nella sede del Partito democratico. Ha solo commentato: “E’ stata una scelta fatta con consapevolezza, non l’abbiamo fatto né per rubare soldi né per portarci a casa più soldi”
Dopo qualche minuto dall’ex M5s è arrivato un commento più articolato:
“Posso capire la rabbia, gli insulti, visto che oggi abbiamo fatto qualcosa di forte ma non accetto l’imposizione fisica”. Così il deputato ex M5s Walter Rizzetto commenta le accese proteste registrare al Nazareno quando la delegazione di ex grillini è arrivata per le consultazioni. “E’ un attacco squadrista e violento. Abbiamo fatto questo passo anche perché abbiamo visto questi fenomeni crescere ma non tutti” i militanti del movimento “sono così”, aggiunge Rizzetto.

se sono stati eletti dalla gente che ha votato m5s la prima cosa che dovrebbero fare è andarsene dal parlamento. Cosa che mi risulta non fatta.

Questa è domocrazia.. il resto sono solo chiacchiere da bar

Altra cosa.. vai a guardarti quanti eleti in un partito hanno cambiato colore..

La COERENZA è una parola che in Itaglia non va di moda.

Controlla i prossimi mesi se qs signori daranno indietro i soldi che hanno promesso di ridare quando sono stati eletti con i voti della gente che ha appoggiato il m5s.

Val l'itaglia merita il peggio perchè abbiamo la peggiore classe politica.

Vogliono un PRD che sia un politico.. come se solo i politici possono fare il PDR.. una vergogna senza limiti.. pudore zero

Quindi aspettiamo tranquilli i nuovi uccelli paduli che serviranno a foraggiare i POLITICI.. e non si deve lamentare nessuno mi raccomando.

e qualcuno che usa ancora la parola fascisti.. lasciate perdere che è meglio

COERENZA e ONESTA' sono parole che ben pochi conoscono...

quando i partiti inizieranno a dare esempio di coerenza e onestà allora il m5s non esisterà più...

Io PDC invito a palazzo chigi uno che è stato radiato dalla vita politica ?

COERENZA...

Coesione, compattezza; in ling. testuale, congruità semantica delle componenti di un testo fig. Conformità tra le proprie convinzioni e l'agire pratico: c. morale; connessione logica; mancanza di contraddittorietà

Impariamo a essere COERENTI e non opportunisti.. il resto so chiacchiere da bar
 
Intanto, appunto, i milanesi si chiedono cosa sia ’sto Expo.
Lo stenditoio in piazza Castello (in verità trattasi di Expo Gate) non è piaciuto.
La comunicazione per ora è stata fiacca.
Fino a pochi mesi fa le attività marchiate Expo erano poche e mal viste, adesso sembra un profluvio di iniziative legate al cibo pronte a partire immantinente; e il logo si sta spargendo a macchia d’olio ungendo provincia per provincia la regione, e poi le regioni limitrofe, non essendoci nessun capoluogo che non avrà la sua bella mostra dedicata al mangiare, nessuna camera di commercio che rinuncerà a un fitto programma di conferenze sull’alimentazione, nessuna istituzione culturale che arretrerà di fronte al diktat, nessun paesotto che si sentirà escluso (perfino Busto Arsizio si è nominata porta dell’Expo).
Migliaia di eventi si preparano, decine di migliaia, un’abbuffata, un’indigestione, un master chef collettivo, tutti saremo esperti di riso, cereali, cacao, tutti commissari tecnici di coltivazione di frumento e tuberi, tutti somelier di biotecnologie ortofrutticole.
E il vento dell’Expo si propaga nella Penisola perché una volta finito il tour gastronomico panoramico in periferia, soprattutto gli stranieri vorranno visitare altro, magari Milano, i più facinorosi avranno l’ardire di raggiungere Firenze, Venezia, Roma, magari Napoli e non avranno pace, anche lì saranno perseguitati dall’Expo mania.
 
Il futuro del lotto
Poi tutto verrà smontato, come per un’operetta il fondale sarà arrotolato e riposto in cantina.

Non rimarrà quasi nulla a Rho di questo immenso Luna Park.



L’Expo2015 non lascerà a Milano la torre Eiffel, più probabile il sapore acidulo dei succhi gastrici.

In situ, sopravviverà quasi solo il Padiglione Italia che delle cento costruzioni è l’unica in cemento.
rendering del Padiglione Italia

La destinazione finale è sconosciuta: dopo lunga contesa tra le varie istituzioni coinvolte e i proprietari, i terreni sono stati acquistati da Comune e Regione e sono stati messi in vendita (edificabili) a oltre 300 milioni di euro, ma l’asta è andata deserta.

Le opere di urbanizzazione sono già state eseguite, ma altre ce ne vorranno per un valore di circa 70 milioni.

Il futuro dell’area resta incerto.

A parte l’ubicazione, francamente non idilliaca, chi si prenderà la briga tra acquisto, opere ulteriori, e costruzioni, di investire un paio di miliardi di euro? E poi per farci cosa? Una mega speculazione edilizia? E chi acquisterà le case?

Ce ne era bisogno, visto che a Milano esistono già nuovi quartieri residenziali vuoti?
E se chiamassimo Disney?
 
Scusa Pilu, se seguo il tuo discorso, perchè avete eletto dei disonesti ?

E mi fai questo discorso senza vedere cosa c'è, chi c'è all'apice del movimento ?
:lol::lol::lol:

Pilu, dai:rolleyes:
 

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