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ECONOMIA: USA; INFLAZIONE AI MINIMI DA 37 ANNI/ANSA
16 Dicembre 2003 17:33 ROMA (ANSA)
(ANSA) - ROMA, 16 DIC - Il tasso d' inflazione statunitense é sceso a novembre dello 0,2% mensile ed in particolare il 'core rate', vale a dire l' andamento dei prezzi al consumo depurato delle componenti alimentare ed energetica, ha registrato un calo dello 0,1%, ai minimi da 21 anni. Se si guarda inoltre al tasso d' inflazione negli ultimi 12 mesi, sempre con riferimento al 'core rate', si è avuta a novembre una crescita dell' 1,1% che è la più bassa dal 1966, cioé da ben 37 anni. La notizia è arrivata oggi, in un contesto caratterizzato peraltro da nuove conferme sull' accelerazione molto forte del processo di ripresa dell' economia, testimoniato dalla crescita dello 0,9% - nettamente sopra le previsioni - della produzione industriale a novembre, l' incremento più sostenuto da quattro anni a questa parte. Oggi come oggi, la 'macchina' economica americana viaggia su un tasso di sviluppo dell' 8,2%, registrato nel terzo trimestre dal prodotto nazionale lordo, ma al tempo stesso i prezzi anziché salire diminuiscono, nonostante il forte deprezzamento del dollaro, che dovrebbe avere un impatto negativo sui prezzi, importando inflazione. Si tratta di una situazione sotto tutti i punti di vista anomala, che peraltro favorisce il mantenimento dei tassi d' interesse ai minimi da 45 anni da parte della Federal Reserve, il che spinge verso l' alto i consumi. Gli osservatori si chiedono peraltro, a questo punto, per quanto tempo la congiuntura statunitense potrà continuare ad evidenziare queste contraddizioni, che a loro volta riflettono in ogni caso alcune caratteristiche di fondo della ripresa in atto, costituita da un 'mix' di fattori spesso in contrasto fra di loro, con l' obbiettivo primario di conseguire un tasso di crescita particolarmente elevato. La spia di questa situazione è rappresentata dalla debolezza del dollaro, sceso ormai a livelli impensabili fino ad appena qualche tempo fa, in contrasto con i dati che attestano la forza dell' economia sottostante. Sempre oggi le statistiche venute da oltreoceano hanno evidenziato un altro elemento contraddittorio, con riferimento al deficit delle partite correnti. Nel terzo trimestre il disavanzo si è ridotto a 135 miliardi di dollari, meglio delle attese, resta però il fatto che gli investitori internazionali stanno dimostrando di prediligere sempre di meno gli asset statunitensi, in particolar modo le azioni. Nel terzo trimestre, infatti, gli investitori internazionali sono risultati venditori netti di azioni Usa, in quanto si è avuto un saldo negativo per 3,5 miliardi di dollari, che si raffronta ad un attivo di 20,6 mld nei tre mesi precedenti. E se gli investimenti di portafoglio indirizzati verso il mercato azionario ed il reddito fisso americano non ripartiranno, la quotazione del dollaro è destinata a scendere ulteriormente. In conclusione, dai dati di oggi si ha la conferma di una ripresa pienamente in corso (produzione industriale ai massimi quadriennali), con un tasso d' inflazione però addirittura negativo e tutto questo in concomitanza con un deciso ridimensionamento dell' 'appeal' rappresentato dal mondo finanziario americano presso gli investitori di tutto il mondo. A tutti gli effetti un paradosso, ma proprio su diversi aspetti paradossali sembra poggiarsi nel momento attuale la ripresa economica statunitense. (ANSA).
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