Tiscali intraday 19 Agosto 2004..storie di ordinaria follia.

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BUONGIORNO CIOFFERS!!!!

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PHILIPPE HéRIAT
Per conoscere il valore del denaro non è sufficiente conoscere le belle cose che ti può procurare. Devi aver provato la fatica di guadagnarlo.



Dimezzato il valore massimo previsto per il collocamento
Google, c'è il via libera della Sec........


Ma cala il valore della quotazione
Offerte 6 milioni di azioni in meno. Scende del 26% la "forchetta"


MOUNTAIN VIEW - E' arrivato l'atteso via libera della Sec, la Consob statunitense, all'ingresso in Borsa di Google. Ma il valore del collocamento è stato bruscamente ridemensionato dopo la decisione del motore di ricerca di ridurre sensibilmente il numero di azioni oggetto del collocamento, nonché la forchetta di prezzo prevista per acquistare ogni azione.

L'assenso della Sec al collocamento è arrivato con ventiquattro ore di ritardo rispetto al previsto. Le azioni di Google saranno trattate al Nasdaq, probabilmente già da domani, sotto il simbolo GOOG. La forchetta di prezzo per ogni azione, prevista inzialmente tra i 108 e i 135 dollari, è stata ridotta ad un range variabile tra gli 85 e i 95 dollari.

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Un significativo ridimensionamento che si accompagna alla riduzione del numero di azioni oggetto del collocamento: gli attuali azionisti del motore metteranno a disposizione 5,5 milioni di titoli al posto degli 11,6 milioni previsti inizialmente. L'effetto combinato di queste due mosse riduce il valore massimo dell'Ipo a 1,9 miliardi di dollari, contro i 3,3 miliardi precedentemente ipotizzati. La valutazione complessiva di Google raggiungerà al massimo i 26,8 miliardi di dollari, circa 10 miliardi in meno del previsto.

La forchetta fissata originariamente da Google era apparsa troppo alta a molti analisti, che avevano ipotizzato un brusco calo subito dopo il collocamento. Anche molti grandi investitori si erano detti fiduciosi di poter ottenere le azioni di Google ad un prezzo significativamente più basso dei 108 dollari.

Google, che ha deciso di assegnare le sue azioni tramite un inedito meccanismo online chiamato "asta olandese", aveva chiesto alla Sec di dare il via libera alla quotazione martedì entro le 16 di Washington Dc, le 22 in Italia. A quel punto, la compagnia avrebbe potuto fissare il prezzo minimo di collocamento, iniziando l'Ipo vera e propria e distribuendo le azioni agli investitori che, nell'asta, avessero offerto almeno il prezzo minimo. Il titolo Google avrebbe potuto essere trattato sul Nasdaq fin da mercoledì pomeriggio. Ma la luce verde della Sec è arrivata solo oggi.


Prima di dare il suo via libera, la Sec aveva chiesto ragguagli su un'intervista rilasciata al mensile Playboy dai fondatori di Google, Sergey Brin e Larry Page. Bisognava chiarire se l'articolo, nel quale i due si soffermano sulla quotazione e sulle sue conseguenze, violasse il periodo di silenzio obbligatorio prima di un'Ipo. Negli ultimi tempi, Google aveva avuto vari intoppi con la Sec sulla strada della quotazione. Alcune settimane fa, il motore aveva ammesso di aver violato alcune regole federali avendo distribuito, negli ultimi tre anni, milioni di azioni ai suoi dipendenti senza registrarle.


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Petrolio: il calo dopo il record
E' bastata la possibilità di un accordo fra le truppe statunitensi e quelle di Al-Sadr asserragliate nella moschea di Alì in Iraq a far scendere i prezzi del greggio che a New York dopo l'ennesimo record è sceso a 46,80 dollari. In flessione anche il Brent che a Londra si pone ora a 42,85 dollari al barile.


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Google, la strana coppia



Non si sopportano, ma hanno inventato il motore di ricerca più famoso del mondo. Ora sono ai ferri corti con le grandi banche adesso sfida il sistema
Brin e Page, dal garage alla Borsa con la prima asta solo sul web
di VITTORIO ZUCCONI

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I due fondatori di Google
Sergey Brin e Larry Page

Alle cinque di ieri sera, nell'arena di Wall Street che da tre anni assiste alla strage dei risparmiatori, l'avventura di un immigrato russo e di uno studente americano è arrivata al momento della verità, al giudizio del mercato. A quell'ora, si è chiusa la registrazione degli aspiranti sottoscrittori della prima Ipo, offerta pubblica, della loro Google, quella società con un buffo nome da cartoon che crearono sei anni or sono nel solito garage della California, ed è divenuta la stella polare dei navigatori nell'oceano di Internet in tutto il mondo. Nelle prossime ore 27 milioni di titoli saranno messi in vendita nella prima asta pubblica via web che la storia della finanza abbia mai visto. Se tutte le azioni offerte verranno battute al valore massimo sperato, attorno ai 130 dollari ciascuna, Sergey Brin il russo e Larry Page l'americano avranno tre miliardi e mezzo di dollari in più nel loro salvadanaio. E 35 miliardi di capitalizzazione per la loro spa.

Ma il varo della Google Inc. in Borsa è qualcosa di molto più importante che il meritato premio a una coppia di ventenni che, odiandosi cordialmente quando si conobbero nel 1995 a Stanford, hanno creato il più formidabile filo d'Arianna per muoversi nel labirinto della rete. Google è la scialuppa sulla quale potrebbero salire i naufraghi sopravvissuti al disastro della "nuova economia". O la pietra della delusione che porterà a fondo un mercato tecnologico che ha perduto il 79% del proprio valore in tre anni e vive terrorizzato dall'anoressia economica internazionale, dagli incubi di Al Qaeda, dai prezzi del petrolio e dai costi del danaro in ascesa.


Se esiste una società che può farcela, adorata quanto la Microsoft di Bill Gates è odiata, questa è appunto la Google di Page e Brin. Forse soltanto la Apple di Steve Jobs, con il suo McIntosh alla metà degli anni '80, seppe suscitare tanta passione nei propri "convertiti". E non a caso, perché, come la Apple seppe aprire ai non iniziati l'uso del personal computer con la propria interfaccia iconografica ormai divenuta universale, così la Google ha reso veloce, navigabile e intelleggibile quel brodo primordiale e frustrante di Internet nel quale tutto è disponibile e poco è afferrabile ai profani. Le stime parlano di almeno 200 milioni di utilizzatori in tutto il mondo. Raccoglie l'80% delle ricerche, servendo con imparziale velocità - 2 decimi di secondo per produrre migliaia di risultati è la loro media - il voyeur e il professore, il banchiere e la massaia, il compratore e il venditore.

Google (si pronuncia "gùgol") è ormai divenuta un verbo nel vocabolario inglese, "to google", prova sicura di successo. Nasce da un gioco di parole basato sull'espressione "googol" creata dal matematico americano Edward Kasner per significare il numero 1 seguito da 100 zeri e lanciata nel suo saggio "Matematica e immaginazione". Matematici di formazione, e immaginosi di natura, sono infatti Page e Brin. L'americano aveva preso la laurea all'Università del Michigan, e nel 1995 aveva visitato Stanford, in California, per continuare a 24 anni i propri studi verso il dottorato. Come suo "chaperon" per la visita, il college aveva scelto il ventitrenne immigrato moscovita Sergey, anche lui dottorando con laurea alla Maryland University e i due si detestarono immediatamente. Su una sola cosa si trovarono in sintonia, il "moskvic" e il "midwestern", sul fatto che i motori di ricerca, gli strumenti ai quali si chiede di trovare risposte on line, erano lenti, esasperanti e soprattutto stupidi, secondo il celebre aneddoto della ricerca sulla "Madonna" che produceva allora più risultati con Madonna Ciccone di quanti ne fornisse con la Beata Vergine.

Dai loro bisticci nacque un nuovo algoritmo, una formula per accelerare e rendere meno stolide le ricerche. Abbandonarono il dottorato, come già Bill Gates aveva lasciato Harvard senza laurea, per trovare quei capitali di ventura che negli Stati Uniti nutrono l'innovazione e la potenza economica. Con un primo assegno di 100 mila dollari che non riuscivano neppure a depositare perché non possedevano un conto bancario, attrezzarono il garage di Larry. E quando i finanziamenti raggiunsero i 2 milioni di dollari, fondarono Google nel '98 e si trasferirono nella modesta sede di oggi, dove ancora il par cheggio dei nuovi miliardari è occupato da Volvo scalcagnate, secondo la mistica di Silicon Valley.

Ma se ormai la maggioranza degli utenti credono in Google, nella essenzialità del suo stile che evita i fronzoli grafici e gli odiosi "pop up" pubblicitari che infestano altri siti, le cinque grandi case di Borsa che gestiranno la vendita delle azioni non sono convinte che acquistare all'asta, oggi, i titoli sia un buon affare. Google fa profitti veri per 300 milioni l'anno, a differenza dei palloni d'aria fritta della "vecchia nuova economia", ma il rapporto "prezzo/redditività" è superiore a 30, dunque molto alto. Il meccanismo alla base della sua forza può essere imitato, e lo sarà, ora che "l'impero", la Microsoft, sta per lanciare un concorrente diretto. Il suo modello economico, che fa profitti attraverso la pubblicità dei siti che la ricerca produce, facendo pagare di più coloro che vogliono risultare tra i primi della lista, è altrettanto copiabile.

Anche lo strumento di lancio delle azioni, con offerte d'asta via Internet aperte a tutti (minimo cinque azioni al prezzo di 103 dollari l'una, dunque oltre i 500 dollari) secondo il sistema detto della "asta all'olandese" - ognuno paga per sè - non convince gli analisti forse indispettiti da questo scippo nel nome della "finanza democratica", tanto tipica della ideologia internettistica originale. I tempi folli delle Ipo anni '90, le offerte iniziali che schizzavano in cielo, come fu per Netscape, sono finiti e i pessimisti ricordano che per riportare l'indice Dow Jones al livello del 1929, l'anno del crac, si dovette attendere il 1954. Forse è troppo chiedere a questo sito con il buffo nome da cartone animato di salvare la Borsa e accelerare la storia, ma se un profugo russo scampato al Socialismo Reale può diventare miliardario a meno di 30 anni, sognare in California è ancora possibile.
 
patatino ha scritto:
Google, la strana coppia



Non si sopportano, ma hanno inventato il motore di ricerca più famoso del mondo. Ora sono ai ferri corti con le grandi banche adesso sfida il sistema
Brin e Page, dal garage alla Borsa con la prima asta solo sul web
di VITTORIO ZUCCONI

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I due fondatori di Google
Sergey Brin e Larry Page

Complimenti pat.. bella storia
 
jazoff ha scritto:
patatino ha scritto:
Google, la strana coppia



Non si sopportano, ma hanno inventato il motore di ricerca più famoso del mondo. Ora sono ai ferri corti con le grandi banche adesso sfida il sistema
Brin e Page, dal garage alla Borsa con la prima asta solo sul web
di VITTORIO ZUCCONI

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I due fondatori di Google
Sergey Brin e Larry Page

Complimenti pat.. bella storia

Ciao Jazoff!grazie! :)





La bella storia è soprattutto per il loro conto in banca...... :lol: :ops:
 
Re: Tiscali intraday 19 Agosto 2004..storie di ordinaria fol

patatino ha scritto:
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
Ciao Pat, ciao Jaz e ciao a tutti.

......ma voi due non ci andate in ferie, ogni tanto?!..... :D

Un saluto velocissimo da Sassuolo..... tornerò a finire le mie vacanze a SBT tra qualche giorno...... ci si risente..... divertitevi.... :rolleyes:

Miki.
 
Re: Tiscali intraday 19 Agosto 2004..storie di ordinaria fol

Capitan Miki ha scritto:
patatino ha scritto:
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
Ciao Pat, ciao Jaz e ciao a tutti.

......ma voi due non ci andate in ferie, ogni tanto?!..... :D

Un saluto velocissimo da Sassuolo..... tornerò a finire le mie vacanze a SBT tra qualche giorno...... ci si risente..... divertitevi.... :rolleyes:

Miki.

Ma cosa fai in mezzo alle ceramiche - con sto caldo -
Torna al tuo mare che è meglio :-D

Ciao jazoff
 
buongiorno a tutti!


La ciofeca è ferma da un bel po' come un paracarro a 2,34....beh! meglio ferma che rotolante all'inbasso..;)
 
Le ferie le farò in inverno !!un po' di mare alle maldive....che ne dite?? :p .....spero me le paghi Soru.... :rolleyes:
 
CIAO A PAT E A TUTTA LA BANDA!

patatino ha scritto:
Le ferie le farò in inverno !!un po' di mare alle maldive....che ne dite?? :p .....spero me le paghi Soru.... :rolleyes:

Meglio non illudersi troppo: io sto perdendo ogni speranza :(
 

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