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Forumer storico
Il rock sceglie John Kerry
Il tour negli stati determinanti
Il 10 ottobre in Florida l'ultimo concerto
di ERNESTO ASSANTE
Bruce Springsteen
ROMA - Il mondo del rock si mette in movimento contro Bush: Bruce Springsteen, i Rem, i Pearl Jam, James Taylor, Jackson Browne, John Mellencamp e molti altri daranno vita, dal 1 ottobre prossimo, a "Vote for change", votiamo per cambiare, un grande tour per spingere i cittadini americani a scegliere John Kerry e cambiare la politica degli Usa. Trentaquattro concerti in ventotto città di otto stati americani, scelti tra gli "swing states", ovvero quegli stati che non hanno una storia elettorale consolidata per i democratici o i repubblicani, quegli stati che, secondo gli analisti, saranno determinanti nella scelta del nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America. L'ultimo concerto, l'8 ottobre, sarà, non casualmente, in Florida, lo stato governato da Jeb Bush i cui voti, lungamente contestati, determinarono l'elezione dell'attuale presidente.
Springsteen, che fino ad oggi non aveva mai preso direttamente posizione in una competizione politica americana, già da qualche tempo aveva dato segni di un crescente interesse nella campagna anti-Bush. Per diverse settimane il rocker aveva pubblicato sulla home page del suo sito il testo di un durissimo discorso contro l'amministrazione tenuto da Al Gore nello scorso maggio alla New York University. A spingere Springsteen in campo sono state forse anche le 125.000 firme raccolte dal promoter newyorkese Andrew Rasjei, per convincere il boss a realizzare un grande concerto in favore di Kerry al Giant Stadium di New York. "Non potrei più cantare le canzoni che ho scritto negli ultimi 25 anni se non prendessi parte in questa particolare campagna elettorale", ha detto Springsteen. "È la prima volta che i musicisti del rock si mettono insieme nel nostro paese per cercare di cambiarne la direzione politica", ha sottolineato Mike Mills dei Rem, "vogliamo usare un po' della libertà che ci viene garantita in una democrazia, per provare a dare un destino migliore al nostro paese".
Sostenuto in parte da due delle più attive organizzazioni "liberal" impegnate nella campagna elettorale, MoveOn. org e America Coming Togheter, è il più grande tour "politico" organizzato dal rock americano, e il primo al quale prende parte il "boss", il re del rock statunitense, Bruce Springsteen. Il rocker del New jersey farà la parte del leone in sei città, affiancato dai Rem di Michael Stipe, band da sempre impegnata in battaglie politiche e sociali negli Stati Uniti, da un grande vecchio come John Fogerty, ex leader dei Creedence Clearwater Revival, e dai Bright Eyes. I Pearl Jam, da sempre impegnati in una campagna contro l'attuale presidente, saranno le star di cinque concerti assieme ai Death Cab for Cuite, ma altri sei show vedranno come protagonisti Dave Matthews, Jurassic 5 e My Morning Jacket. Le Dixie Chicks, tra le prime a prendere posizione contro l'intervento in Iraq (e per questo bandite dalla programmazione di molte radio), andranno in scena al fianco del leggendario James Taylor, mentre due star del rock californiano come Jackson Browne e Bonnie Raitt porteranno "Vote for Change" in cinque città. L'ultima tranche di concerti vedrà in scena Keb'Mo, John Mellencamp, Baby Face e Ben Harper. Tutti i maggiori artisti, secondo Billboard, dovrebbero poi tornare in scena insieme, per un ultimo grande appuntamento in Florida il 10 ottobre, a conclusione della campagna, con l'aggiunta di molte altre stelle del rock.
A scendere in campo in questi giorni contro Bush con spettacoli, dischi e concerti sono molti altri artisti, a cominciare dalla star della musica nera P. Diddy, che ha lanciato alla fine di luglio "Citizen Change", una iniziativa tesa a favorire il voto degli afroamericani per Kerry, con il quale si è recentemente incontrato, passando per una delle grandi dive della musica più "soft", Linda Ronstadt, fino ad arrivare alla curiosa collaborazione tra il musicista newyorkese Moby e i Public Enemy che hanno pubblicato un singolo dal titolo inequivocabile come "Make love, Fuck war".
Il tour negli stati determinanti
Il 10 ottobre in Florida l'ultimo concerto
di ERNESTO ASSANTE
Bruce Springsteen
ROMA - Il mondo del rock si mette in movimento contro Bush: Bruce Springsteen, i Rem, i Pearl Jam, James Taylor, Jackson Browne, John Mellencamp e molti altri daranno vita, dal 1 ottobre prossimo, a "Vote for change", votiamo per cambiare, un grande tour per spingere i cittadini americani a scegliere John Kerry e cambiare la politica degli Usa. Trentaquattro concerti in ventotto città di otto stati americani, scelti tra gli "swing states", ovvero quegli stati che non hanno una storia elettorale consolidata per i democratici o i repubblicani, quegli stati che, secondo gli analisti, saranno determinanti nella scelta del nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America. L'ultimo concerto, l'8 ottobre, sarà, non casualmente, in Florida, lo stato governato da Jeb Bush i cui voti, lungamente contestati, determinarono l'elezione dell'attuale presidente.
Springsteen, che fino ad oggi non aveva mai preso direttamente posizione in una competizione politica americana, già da qualche tempo aveva dato segni di un crescente interesse nella campagna anti-Bush. Per diverse settimane il rocker aveva pubblicato sulla home page del suo sito il testo di un durissimo discorso contro l'amministrazione tenuto da Al Gore nello scorso maggio alla New York University. A spingere Springsteen in campo sono state forse anche le 125.000 firme raccolte dal promoter newyorkese Andrew Rasjei, per convincere il boss a realizzare un grande concerto in favore di Kerry al Giant Stadium di New York. "Non potrei più cantare le canzoni che ho scritto negli ultimi 25 anni se non prendessi parte in questa particolare campagna elettorale", ha detto Springsteen. "È la prima volta che i musicisti del rock si mettono insieme nel nostro paese per cercare di cambiarne la direzione politica", ha sottolineato Mike Mills dei Rem, "vogliamo usare un po' della libertà che ci viene garantita in una democrazia, per provare a dare un destino migliore al nostro paese".
Sostenuto in parte da due delle più attive organizzazioni "liberal" impegnate nella campagna elettorale, MoveOn. org e America Coming Togheter, è il più grande tour "politico" organizzato dal rock americano, e il primo al quale prende parte il "boss", il re del rock statunitense, Bruce Springsteen. Il rocker del New jersey farà la parte del leone in sei città, affiancato dai Rem di Michael Stipe, band da sempre impegnata in battaglie politiche e sociali negli Stati Uniti, da un grande vecchio come John Fogerty, ex leader dei Creedence Clearwater Revival, e dai Bright Eyes. I Pearl Jam, da sempre impegnati in una campagna contro l'attuale presidente, saranno le star di cinque concerti assieme ai Death Cab for Cuite, ma altri sei show vedranno come protagonisti Dave Matthews, Jurassic 5 e My Morning Jacket. Le Dixie Chicks, tra le prime a prendere posizione contro l'intervento in Iraq (e per questo bandite dalla programmazione di molte radio), andranno in scena al fianco del leggendario James Taylor, mentre due star del rock californiano come Jackson Browne e Bonnie Raitt porteranno "Vote for Change" in cinque città. L'ultima tranche di concerti vedrà in scena Keb'Mo, John Mellencamp, Baby Face e Ben Harper. Tutti i maggiori artisti, secondo Billboard, dovrebbero poi tornare in scena insieme, per un ultimo grande appuntamento in Florida il 10 ottobre, a conclusione della campagna, con l'aggiunta di molte altre stelle del rock.
A scendere in campo in questi giorni contro Bush con spettacoli, dischi e concerti sono molti altri artisti, a cominciare dalla star della musica nera P. Diddy, che ha lanciato alla fine di luglio "Citizen Change", una iniziativa tesa a favorire il voto degli afroamericani per Kerry, con il quale si è recentemente incontrato, passando per una delle grandi dive della musica più "soft", Linda Ronstadt, fino ad arrivare alla curiosa collaborazione tra il musicista newyorkese Moby e i Public Enemy che hanno pubblicato un singolo dal titolo inequivocabile come "Make love, Fuck war".