patt
Forumer storico
BUONGIORNO CIOFFERS!!!!
WILLIAM FEATHER
Che sia il matrimonio o gli affari, la pazienza è la prima regola del successo
A Wall Street le buone notizie fanno paura
Al termine di una seduta dominata dai rinnovati timori in materia di tassi d’interesse, Wall Street chiude in calo, anche se in recupero rispetto ai minimi della giornata. Il Dow Jones perde infatti lo 0,68% a quota 10.241, 26 punti, al pari dell’indice S&P500, a quota 1.113,94 (-0,68%). Restano più ampi i ribassio del Nasdaq (grafico, sceso sui 1.937,74 punti (-1,00%), e dell’indice delle small cap a stelle e strisce, il Russell 2000, a 563,07 punti (-1,23%).
Cosa è successo? Semplicemente, ricordano gli operatori, nella testa degli investitori resta il comunicato con cui il Fomc ha di fatto preannunciato un cambio di politica monetaria, preparandosi il terreno per i prossimi, graduali, aumenti dei tassi. Aumenti che anche i dati macro odierni, con il calo delle richieste di sussidi di disoccupazione al minimo degli ultimi 3 anni e mezzo, e con i dati, in linea con le attese, dell’andamento dei settori non agricoli, hanno contribuito a rendere sempre più probabili, confermando il quadro di una ripresa che si fa ogni giorno più solida. Un quadro a cui domani potrebbe aggiungersi l’ultimo e più importante dato della settimana, quello relativo allo stato del mercato del lavoro. E a quel punto non resterà che prendere atto che i tassi non potranno che aumentare nei prossimi mesi.
In più oggi il petrolio ha sfiorato i 40 dollari al barile, prima di rintracciare sul finale di seduta, sui timori di una carenza di forniture in vista dell’estate, mentre l’Opec ha smentito in una nota di voler tenere una riunione di emergenza prima del 3 giugno.
E’ la sindrome per cui “ogni buona notizia è una cattiva notizia”, spiegano altri analisti, tanto più che visti i numeri viene il sospetto che il ciclo economico stia già per raggiungere il suo massimo, dunque perché comprare proprio ora, a livelli di prezzo elevati e con prospettive di utili in calo a partire già dal prossimo anno? Una domanda a cui oggi non contribuiscono certo a dare una rispost positiva le trimestrali giunte sul mercato, con pochissime eccezioni.
Così sul Dow Jones alla fine 26 dei 30 componenti chiudono in calo con Gm (GM) in calo del 2,7%, mentre altre chiusure negative sono segnate da Alcoa (AA), Caterpillar (CAT), Citigroup (C), alle prese con un’indagine della Sec sulle operazioni del gruppo
in Argentina dal 2000 al 2001, Home Depot (HD), McDonald’s (MCD), 3M (MMM), Sbc Communications (SBC), Wal-Mart (WMT), che oggi ha diffuso i dati sull’andamento delle vendite ad aprile (+4,4%, sotto le attese), e Walt Disney (DIS). Tra i pochi segnali positivi vi sono le performance segnate da Johnson & Johnson (JNJ) e Procter & Gamble (PG), mentre ancheExxon Mobil (XOM), che pure durante la seduta ha toccato il massimo dell’ultimo anno a 44,24 dollari per azione, finisce col chiudere la seduta in lieve calo. Tra le delusioni odierne, legate a trimestrali inferiori alle attese, si segnalano iGate Corporation (IGATE), che dopo aver riportato una perdita trimestrale superiore alle attese rischia di ripetersi anche nel secondo trimestre e chiude in calo di 11 punti percentuali, e King Pharmaceuticals (KG), che su base rettificata chiude il trimestre in perdita di 111,1 milioni di dollari (46 centesimi per titolo), rispetto ai -7,2 milioni (3 centesimi di perdita) dello scorso anno e contro attese medie di un risultato netto di 81,3 milioni (33 centesimi per azione) su un fatturato di 412,8 milioni. Il titolo termina così la seduta in calo del 13,11%.
Offerti gentilmente da Luigina...
Tiscali
STM


WILLIAM FEATHER
Che sia il matrimonio o gli affari, la pazienza è la prima regola del successo
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Al termine di una seduta dominata dai rinnovati timori in materia di tassi d’interesse, Wall Street chiude in calo, anche se in recupero rispetto ai minimi della giornata. Il Dow Jones perde infatti lo 0,68% a quota 10.241, 26 punti, al pari dell’indice S&P500, a quota 1.113,94 (-0,68%). Restano più ampi i ribassio del Nasdaq (grafico, sceso sui 1.937,74 punti (-1,00%), e dell’indice delle small cap a stelle e strisce, il Russell 2000, a 563,07 punti (-1,23%).


In più oggi il petrolio ha sfiorato i 40 dollari al barile, prima di rintracciare sul finale di seduta, sui timori di una carenza di forniture in vista dell’estate, mentre l’Opec ha smentito in una nota di voler tenere una riunione di emergenza prima del 3 giugno.
E’ la sindrome per cui “ogni buona notizia è una cattiva notizia”, spiegano altri analisti, tanto più che visti i numeri viene il sospetto che il ciclo economico stia già per raggiungere il suo massimo, dunque perché comprare proprio ora, a livelli di prezzo elevati e con prospettive di utili in calo a partire già dal prossimo anno? Una domanda a cui oggi non contribuiscono certo a dare una rispost positiva le trimestrali giunte sul mercato, con pochissime eccezioni.
Così sul Dow Jones alla fine 26 dei 30 componenti chiudono in calo con Gm (GM) in calo del 2,7%, mentre altre chiusure negative sono segnate da Alcoa (AA), Caterpillar (CAT), Citigroup (C), alle prese con un’indagine della Sec sulle operazioni del gruppo
in Argentina dal 2000 al 2001, Home Depot (HD), McDonald’s (MCD), 3M (MMM), Sbc Communications (SBC), Wal-Mart (WMT), che oggi ha diffuso i dati sull’andamento delle vendite ad aprile (+4,4%, sotto le attese), e Walt Disney (DIS). Tra i pochi segnali positivi vi sono le performance segnate da Johnson & Johnson (JNJ) e Procter & Gamble (PG), mentre ancheExxon Mobil (XOM), che pure durante la seduta ha toccato il massimo dell’ultimo anno a 44,24 dollari per azione, finisce col chiudere la seduta in lieve calo. Tra le delusioni odierne, legate a trimestrali inferiori alle attese, si segnalano iGate Corporation (IGATE), che dopo aver riportato una perdita trimestrale superiore alle attese rischia di ripetersi anche nel secondo trimestre e chiude in calo di 11 punti percentuali, e King Pharmaceuticals (KG), che su base rettificata chiude il trimestre in perdita di 111,1 milioni di dollari (46 centesimi per titolo), rispetto ai -7,2 milioni (3 centesimi di perdita) dello scorso anno e contro attese medie di un risultato netto di 81,3 milioni (33 centesimi per azione) su un fatturato di 412,8 milioni. Il titolo termina così la seduta in calo del 13,11%.
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