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Domani a Piazza Affari: il rimbalzo necessita di immediate conferme
30.09.2010 20:14
Seduta decisamente volatile quella odierna per le Borse europee che hanno cambiato più volte direzione di marcia, senza riuscire ad evitare una chiusura con il segno meno. Dopo una netta accelerazione al rialzo registrata nel primo pomeriggio, i listini del Vecchio Continente hanno bruscamente ripiegato, fermandosi al di sotto della parità. Il Dax30 de il Ftse100 sono scesi rispettivamente dello 0,29% e dello 0,37%, mentre il Cac40 è rimasto più indietro con un ribasso dello 0,59%.
Ben diversa la situazione a Piazza Affari dove il Ftse Mib, pur avendo ritracciato in maniera significativa dai massimi, ha chiuso gli scambi in progresso dello 0,65% a 20.505 punti, dopo aver toccato un massimo a 20.813 e un minimo a 20.199 punti.
L’indice è arrivato a segnare dei minimi poco sopra quelli toccati sul finire della scorsa ottava, dando vita ad un poderoso rimbalzo che lo ha portato a testare l’area dei 20.800, la cui tenuta però ha favorito un deciso ritracciamento.
Il movimento a passo di gambero registrato nel finale se da una parte ha confermato l’importanza della fascia resistenziale dei 20.700/20.800 punti, dall’altra ha permesso all’indice di non violare alcuni supporti di rilievo. Ci riferiamo in particolare all’area dei 20.500, la cui tenuta dovrebbe favorire una continuazione degli acquisto verso l’ostacolo dei 20.700/20.800. L’abbattimento di quest’ultimo aprirà le porte ad una prosecuzione del rialzo in direzione dei 21.100/21.150, oltrepassati i quali ci saranno margini di apprezzamento almeno fino all’importante resistenza dei 21.000 punti.
Se l’indice non riuscirà a riportarsi al di sopra dei 20.700/20.800, allora non saranno da escludere ritorni al di sotto dei 20.500. Un campanello di allarme scatterà però solo con flessioni oltre i 20.300/20.200, la
violazione dei quali porterà ad un test dei 20.000/19.900 punti. La tenuta di quest’ultimo livello è essenziale per evitare scivoloni che potrebbero condurre l’indice anche fin verso i 19.500/19.300 punti.
Quella più impegnativa sul fronte macro Usa sarà proprio l’ultima seduta della settimana visto che in agenda troviamo le spese al consumo che ad agosto sono viste in positivo dello 0,3%, ma in calo rispetto allo 0,4% precedente. Anche i redditi personali dovrebbero mostrare una variazione positiva dello 0,3%, in salita però rispetto allo 0,2% di luglio.
Per l’indice ISM manifatturiero di settembre si stima una lettura a 54,5 punti, rispetto ai 56,3 del mese precedente, mentre le spese per le costruzioni di agosto sono viste in calo dello 0,4%, in recupero però in confronto alla flessione dell’1% precedente.
Infine, il dato definitivo della fiducia Michigan di settembre è atteso a 67 punti, in calo rispeto ai 68,9 punti dell’indicazione preliminare, ma in crescita in confronto ai 66,6 del mese precedente.
In Europa si conoscerà il dato definitivo dell’indice PMI manifatturiero di settembre che per non deludere le attese dovrà restituire una lettura pari a 53,6 punti, in linea con l’indicazione preliminare, ma in calo rispetto ai 55,1 di agosto. Infine, il tasso di disocupazione di agosto in Eurolandia è atteso al 10%, riproponendo la lettura del mese precedente.
A Piazza Affari sotto i riflettori le azioni del Lingotto in vista della diffusione da parte del Ministero dei Trasporti, dei dati relativi alle immatricolazioni di auto in Italia nel mese di settembre.
Da seguire Unicredit dopo che nel tardo pomeriggio di oggi è stata annunciata la nomina di Federico Ghizzoni quale nuovo amministratore delegato del gruppo, in sostituzione di Profumo.L’istituto di Piazza Cordusio ha inoltre fatto sapere che al momento non è vi è certezza sull’autonomia delle partecipazioni libiche nel gruppo.
Infine, uno sguardo a Telecom Italia che ha consluso la cessione del 70% del capitale sociale di Elettra al gruppo France Telecom, sulla base di un enterprise value di 20 milioni di Euro.
Telecom Italia non partecipa al rimbalzo. Gli analisti vedono rosa per il futuro del titolo
Il rimbalzo messo a segno quest’oggi da Piazza Affari non è riuscito a contagiare tutte le blue chips e tra quelle che si sono mosse in controtendenza troviamo Telecom Italia che non è riuscita ad evitare il segno meno. Nel pomeriggio il titolo si è anche spinto in territorio positivo, salvo poi indietreggiare e chiudere le contrattazioni in rosso a 1,025 euro, con un ribasso dello 0,77%. Più elevati del solito i volumi di scambio che hanno visto passare di mano a fine sessione quasi 88,5 milioni di azioni, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 77 milioni di pezzi. Telecom Italia è stato penalizzato quest’oggi dall’andamento debole dell’intero comparto telefonico in Europa, sulla scia della bocciatura arrivata dal Credit Suisse. Gli analisti della banca elvetica hanno visto al ribasso la loro raccomandazione sul settore europeo da “overweight” a “market weight”. La maggiore cautela è ora dettata dal fatto che la possibile inversione di tendenza nel business della telefonia mobile e mobile sarebbe scontata dagli attuali prezzi degli operatori europei. Il Credit Suisse così fa sapere che le sue stime sul fatturato sono al di sotto del consensus per la maggior parte dei players. Gli analisti sono altresì convinti che la crescente concorrenza degli operatori via cavo e della telefonia via internet sta pesando sui prezzi delle compagnie telefoniche.
Malgrado la bocciatura sul comparto, la banca elvetica continua a guardare con favore a Telecom Italia per il quale viene confermato il rating “outperform”, con un prezzo obiettivo a 1,2 euro. L’idea è che le attività dell’ex monopolista italiano nella telefonia fissa stiano migliorando, e inoltre il gruppo sta traendo benefici dalla riduzione dei suoi costi.
Questo però non ha impedito al Credit Suisse di rivedere al ribasso le stime in considerazione del fatto che nel trimestre in corso il business della telefonia mobile in Italia è destinato a rimanere stabile, senza registrare alcuna crescita
Gli analisti si aspettano per quest’anno ricavi pari a 26,737 miliardi di euro per Telecom Italia, al di sotto dei 27,053 previsti dal consensus, mentre nel 2011 le stime parlano di un fatturato pari a 26,604 miliardi in confronto ai 27,181 del consensus.
Per l’Ebitda le previsioni per quest’anno sono di un dato pari a 11,545 miliardi rispetto agli 11,365 del consensus, mentre per il 2011 la scommessa è per risultato pari a 11,587 miliardi da confrontare con gli 11,437 del consensus. Infine, l’utile per azione di quest’anno è atteso a 0,122 euro, al di sopra delle previsioni delle comunità finanziaria fissate a 0,119 euro, mentre nel 2011 si dovrebbe salire a 0,138 euro, rispetto agli 0,12 euro del consensus.
A mettere mano alle stime di Telecom Italia sono stati anche i colleghi di Bernstein che hanno rivisto al rialzo le loro previsioni sull’utile per azione di quest’anno e del prossimo. La decisione è stata presa in seguito alla modifica delle previsioni sulle attività domestiche e sulle spese per il debito. Positivo il giudizio di Bernstein sul titolo che mantiene il rating “outperform”, cm un target price a 1,4 euro.
Più cauti i colleghi di Equita SIM che proprio quest’oggi hanno azzerato il peso di Telecom Italia nel loro portafoglio principale, almeno con riferimento alle azioni ordinarie, sostituite in parte da quelle della categoria di risparmio.
La riduzione dell’esposizione al titolo fa seguito alla bocciatura decisa quasi una decina di giorni fa quando la SIM milanese ha rivisto al ribasso il rating da “buy” a “hold”, con un fair value a 1,3 euro per le azioni ordiarine e a 1,1 euro per quelle della categoria di risparmio.
Gli esperti credono che si possa assistere ad un rallentamento del pieno rilancio della top line di TIM, ma non si dovrebbero avere impatti sulla politica dei dividendi del gruppo.