Titoli & commodities al vaglio 2010

BCE: DOMANI TASSI FERMI. QUALCHE PILLOLA DI OTTIMISMO E MOLTA CAUTELA
(ASCA) - Roma, 4 ago - Domani la Bce lascera' i tassi diinteresse fermi all'1%, un esito scontato. L'attenzione sara'sulla conferenza stampa del presidente Jean-Claude Trichet,la prima dopo l'esito positivo degli stress test sul sistemabancario europeo. Test che hanno "certificato' l'adeguatezzapatrimoniale del settore, anche se gli analisti non hannolesinato critiche verso un approccio ritenuto "tropposoft". Due le critiche: aver escluso perdite sui titoli di Stato detenuti dalle banche fino alla scadenza sull'ipotesi che unoStato non possa fallire, ma e' pur vero che potrebbe essere costretto a ristrutturare il proprio debito pubblico. L'averapplicato una definizione estensiva di patrimonio bancario(Tier 1) piuttosto che quella piu' restrittiva rappresentatadal Core Tier 1. Al di la' di questo, probabile che Trichet ridadisca lasolidita' del sistema bancario europeo fotografata daglistress test. L'altra pillola di ottimismo riguarda la maggiorestabilita' raggiunta dai mercati del debito pubblico dopomesi di turbolenze. Non a caso gli aquisti di titoli di Statoda parte della Bce sono sostanzialmente congelati a quota 60,5 miliardi di euro. Ma difficilmente il numero unodell'Euro tower annuncera' la fine di questo programma, cherimane in vigore come "cordone sanitario". Poi le cautele. In primis sulla exit strategy e sulgraduale ritiro delle misure non convenzionali di politicamonetaria, difficile attendersi novita' a fronte di unaquadro ciclico ancora molto incerto. Cosi' incerto che,nonostante le massiccie iniezioni di liquidita' nel mercato monetario, non si notano miglioramenti significativi dal lato del mercato del credito. L'ultimo sondaggio della Bce relativo al secondo trimestre ha rivelato come le banche abbiano irrigidito i criteri perla concessione dei prestiti. Una vera sopresa. Se, come mostrato dagli stress test, il patrimonio delle banche e' piu' che adeguato, non si capisce come mai permanga questa riluttanza a concedere credito all'economia. Solocolpa delle crisi del debito sovrano?.men/mcc/bra
 
...visto grani :-? ...pensavo il mercato fosse più efficente e scontasse già il meteo folle dell'europa orientale ...che bradipi ...in futuro me lo ricorderò

...buci :) ...che fine hai fatto :-? ...sempre a contare gain :) ...passa ogni tanto almeno ci fai sapere che stai bene :)
 
Borsa: per gestori elezioni anticipate sono un rischio
MILANO (MF-DJ)--Il rischio che si possa andare ad elezioni anticipateviene visto come concreto, e non auspicabile, dal mondo del risparmiogestito. Secondo diversi gestori e analisti italiani, ricorrere a unanuova tornata elettorale potrebbe avere riflessi negativi a piazza Affarie, di conseguenza, sui portafogli gestiti. "Per il settore piu' vicino alla nostra attivita', quello del privateequity, un cambio di governo non sarebbe un fatto positivo", sottolineaStefano Romiti, nipote di Cesare, oggi alla guida del fondo Antares. "Daquando e' iniziata la crisi, nell'autunno del 2008, gli investitori sonodiventati molto umorali e istintivi, motivo per cui una situazione disostanziale incertezza come un avvicendamento di governo non verrebbe disicuro interpretata come un fatto edificante e non farebbe altro chealimentare ulteriore volatilita'", prosegue il manager. "Nei dossier chequotidianamente esaminiamo si cercano certezze invece concrete per ilfuturo e abbiamo constatato in questi giorni come la scissione internaalla maggioranza abbia gia' comportato ripercussioni sul pianodell'immagine, a livello internazionale", conclude Romiti. D'accordo nella sostanza e' anche Gianluca Follador, gestore azionariodi Anima sgr. "In caso di elezioni anticipate nel prossimo autunno, sicreerebbe una situazione di incertezza che non gioverebbe ai mercatifinanziari", ha spiegato il money manager a MF-Dow Jones. "La situazionee' ancora piu' acuita in questa fase, in cui le istituzioni stannocercando di ristabilire un clima di fiducia con i mercati e gliinvestitori sul tema del debito sovrano, dimostrando che il nostro Paeseha intrapreso una via virtuosa per il miglioramento dei conti ed e' ingrado di far fronte a un debito pubblico cosi' elevato". Dal punto divista settoriale, secondo Follador ne uscirebbero penalizzati soprattuttoi comparti maggiormente connessi all'andamento dell'economia, comel'industriale, quello finanziario e i media. "Al momento non vedo settoriche potrebbero potenzialmente trarre vantaggi. Molto dipenderebbedall'esito delle eventuali elezioni e dal clima di stabilita' egovernabilita' che si verrebbe a creare", conclude. Secondo Marco Palacino, managing director di Bny Mellon am, le utilitiespotrebbero essere un'eccellente rifugio in caso di rovesci di governo. "Siconsuma acqua e si accende la luce in qualsiasi contesto e con qualsiasigoverno al potere", spiega il manager, alludendo alla forza anticiclicadel settore utilities e della costanza dei flussi di dividendi che nefanno un comparto tradizionalmente appetito da parte dei cassettisti. Menoottimismo, invece, su materiali di base e costruzioni. "Il governoBerlusconi ha ratificato impegni importanti sul fronte delle grandi operee uno stallo del direttivo potrebbe comportare immediate ripercussioni sulsettore". Senza contare che se le commesse gia' assegnate venisserorimesse in discussione, di riflesso anche l'occupazione rischierebbe dirisentirne. Per Marino La Forgia, gestore di Anthilia Capital Partners, il problemanon sara' settoriale. "Se si andasse alle urne, ci sarebbe un minidowngrade del sistema Italia da parte degli investitori stessi e l'interolistino finirebbe per esserne coinvolto", spiega. "L'Italia potrebbesostituire la Spagna nel poco gradevole ruolo di Paese meno gradito agliinvestitori europei. Se cio' avvenisse, i titoli che resisterebbero meglioallo scossone sarebbero quelli che gia' oggi conseguono gran parte delloro fatturato fuori dall'Italia e che quindi si sono anche avvantaggiatidella debolezza dell'euro contro il dollaro. Campari, Autogrill e Fiat,per esempio". Infine, secondo Simone Chellini, managing director di Gwm Group, ilmultifamily office che fa capo al principe Sigieri Diaz della VittoriaPallavicini, le ripercussioni piu' immediate del ricorso alle urne asettembre sarebbero l'allargamento dello spread tra i titoli governativiitaliani e il bund tedesco, oltre che una pressoche' scontata depressionedei multipli dei titoli quotati a piazza Affari.red/[email protected](fine)MF-DJ NEWS0417:44 ago 2010
 
La semestrale di Unicredit non è piaciuta ai mercati, che hanno decisamente penalizzato il titoli a Piazza Affari, né agli analisti, che mediamente hanno ridotto le loro valutazioni.

Société Générale ha peggiorato il rating su Unicredit, portandolo da “buy” (acquistare) a “hold” (mantenere). Jp Morgan, invece, ha escluso la banca dalla propria lista dei titoli preferiti.
Bocciatura anche da parte di Banca Akros, che ha declassato il titolo ad “accumulate” (accumulare titoli) dal precedente “buy” (acquistare) con un target price di 2,3 euro.
Downgrade secco da parte di S&P Equity Research, che ora consiglia di vendere il titolo (“sell”) dal precedente “hold” (mantenere) e ha abbassato il prezzo obiettivo da 2,3 a 1,9 euro. Secondo gli esperti dell’agenzia di rating mancano dei catalizzatori per i prossimi trimestri.
WestLB ha invece abbassato da 2 a 1,8 euro il suo prezzo obiettivo, confermando il suo giudizio “reduce” (ridurre le posizioni). Il taglio della valutazione riflette il taglio delle stime sull’istituto guidato da Alessandro Profumo.

L’unico broker a confermare target price, rating e stime è stato Credit Suisse. Che indica che senza la svalutazione sulla controllata in Kazakstan la trimestrale sarebbe stata in linea con le stime. Credit Suisse ha confermato il suo “outperform” con un target price di 2,8 euro.

Ma per Unicredit ci sono altre novità. Durante la conference call a commento dei conti semestrali, il numero uno della banca Alessandro Profumo ha evidenziato che il nuovo progetto di riorganizzazione denominato “Banca Unica” dovrebbe portare benefici per circa 300 milioni di euro. Benefici che, però, non saranno immediati.

Infine, secondo la stampa transalpina, ci sarebbero alcune società francesi interessate a Pioneer, la società del risparmio gestito di casa Unicredit che la banca di Piazza Cordusio valuta tra gli 1,5 e i 2,5 miliardi di euro.
Secondo le indiscrezioni il dossier interessa a Bnp Paribas, Natixis e l'asset manager Amundi (nata da un accordo tra Credit Agricole e Société Générale).

Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 28 luglio Libyan Investment Authority è diventato uno dei maggiori azionisti di Unicredit. Il fondo libico è accreditato del 2,075% del capitale dell’istituto.
Nel capitale di Unicredit ci sono già il fondo di Abu Dhabi e la Banca della Libia. I due investitori arabi hanno quote vicine al 5%.


raga: nonostante il -2,15% segnato da ucg il ns. indice ha tenuto :titanic:
 

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