Titoli & commodities al vaglio 2010

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...oggi scendicchia (o almeno non sale) con il dollaro che scende e con le scorte ieri in diminuzione ...why? ...che creda seriamente che il dollaro non farà nuovi minimi?
 
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Elezioni a marzo
Nel Pdl spunta l'ipotesi delle urne, con una data che sarebbe sempre più probabile: si tratterebbe di domenica, 27 marzo del 2011. Intanto D'Alema boccia Vendola per il ruolo del leader del centrosinistra. E su Casini: "non è neppure candidato".

Secondo le ultime indiscrezioni, a seguito dell'evidente strappo nella maggioranza, seguito al caso Caliendo, si potrebbe andare alle urne nel marzo del 2011. Nel Pdl sarebbe spuntata già la data: si tratterebbe del 27 marzo 2011, che cade proprio di domenica.

Intanto ospite di Unomattina il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti ha confermato. "Nel momento in cui è avvenuto il distacco da parte di una componente della maggioranza, il Premier ha avvertito tutti, 'state pronti' per possibili elezioni".

"L'ipotesi di andare alle elezioni è comprensibile - ha continuato - se si pensa che il distacco dei finiani mette in dubbio una maggioranza così importante e un governo che ha fatto tante cose e ha varato quella manovra da 25 miliardi che ci ha sottratto alla crisi globale. Dopo tanti risultati concreti ottenuti dal governo, è un peccato che la maggioranza sia stata messa in discussione dalla componente finiana per cause che ancora oggi sfuggono alla gente e che appaiono legate a motivazioni personali più che politiche".

Intanto dall'altra parte Massimo D'Alema boccia Nichi Vendola. Ospite di RaiNews24 ha affermato che Vendola "può mobilitare un elettorato che alle ultime elezioni è restato ai margini, ma non credo che possa essere un valido leader per mobilitare una coalizione di centrosinistra: io non lo voterei".

E alla domanda se il candidato possa essere Casini, D'Alema ha risposto: "Casini non è neppure candidato, queste sono dietrologie".
 
Accusa di truffa nel caso Fini - Tulliani per la casa di Montecarlo. Adesso indaga la Procura
Aperto un fascicolo dopo la denuncia presentata il 30 luglio da due esponenti della Destra di Storace. L'immobile era nel patrimonio di AN, regalato dalla contessa fascista Colleoni (discendente del Capitano di ventura con 3 attributi).
Truffa aggravata. Per questa ipotesi di reato la Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’inchiesta rispetto all’appartamento di Montecarlo lasciato in eredità negli anni scorsi da una nobildonna ad Alleanza nazionale. L’avvio degli accertamenti, si spiega a piazzale Clodio, è un «atto dovuto» dopo la presentazione di una denuncia.

ACQUISIZIONE DEI DOCUMENTI - Uno dei primi passaggi degli investigatori sarà quello di acquisire i documenti rispetto al passaggio di proprietà dell’immobile e alle persone fisiche e giuridiche coinvolte. Le verifiche saranno seguite dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e affidate agli uomini della Guardia di finanza. L’esposto che ha dato origine al fascicolo è stato depositato, il 30 luglio scorso, ad una stazione dei carabinieri di fuori Roma, da parte di due esponenti del partito La Destra. In una nota della formazione guidata da Francesco Storace si riferiva che la segnalazione era stata fatta dal consigliere regionale Roberto Buonasorte e dal consigliere comunale di Monterotondo, l’avvocato Marco Di Andrea.


LO SCONTRO FINI-FELTRI - Il Giornale da diversi giorni ha pubblicato articoli molto approfonditi e informati sulla questione. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, alla luce di quanto riportato dal quotidiano diretto da Vittorio Feltri, pochi giorni fa aveva reso noto di aver presentato denuncia per diffamazione. «Il presidente Fini non è titolare dell’appartamento, e non sono a lui riconducibili le società che hanno acquistato l’immobile - si sottolineava in un comunicato - Del pari è falsa la notizia relativa alla cifra versata quale corrispettivo. Sarà l’autorità giudiziaria ad acclarare la totale infondatezza di quanto divulgato e ad accertare la condotta diffamatoria». (Fonte: Apcom)
 
Atene promossa da Ue, Bce e Fmi. La Grecia è salva?
Riferendos al programma di risanamento dei conti pubblici greci, i tre istituti hanno affermato chei paese sta "rispettando i programmi" e che dunque arriverà "a seconda tranche di prestiti". L'incubo è finito?
La Grecia passa gli esami del primo semestre del 2010. Oggi la verifica di Ue-Bce-Fmi sul programma di risanamento dei conti pubblici greci ha confermato come "Atene stia rispettando i programmi" e dunque arrivera' "la seconda tranche di prestiti", pari a 9 miliardi di euro.

Atene, secondo i funzionari della tre istituzioni, ha fatto importanti "progressi per risanare la finanza pubblica, sebbene permangano ancora dei rischi". Confermata la previsione per l'economia ellenica di un biennio di recessione: Pil 2010 -4%, nel 2011 -2,5%. L'inflazione, anche a causa dell'aumento delle imposte indirette, viaggia "sopra le attese, ma e' destinata a scendere rapidamente".

I funzionari delle tre istituzioni hanno poi comunicato che la prossima verifica sul programma di risanamento sara' fatta nel prossimo mese di ottobre.

In totale Ue e Fmi hanno messo a disposizione della Grecia una linea di credito pluriennale da 110 miliardi di euro, 20 miliardi sono stati utilizzati a maggio, altri 9 arriverano dopo la promozione odierna, altri 9 a dicembre se verra' superata la verifica di ottobre.

L'incubo Grecia è dunque finito? La domanda è d'obbligo, visto l'allarme che il paese ha gettato fino a poco tempo fa sui mercati globali.

Le indicazioni finora lasciano sperare. In generale la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale parlano di un programma di risanamento fiscale che ha avuto una "robusta partenza". I criteri ad oggi stabiliti stati tutti incontrati, grazie ad una vigorosa implementazione dei piani fiscali e all'avanzamento più veloce del previsto di alcune riforme.

I tre istituti hanno però precisato anche che nonostante la buona partenza i "rischi e sfide non sono finiti". Per i futuro è comunque fondamentale stringere sui costi e migliorarne il monitoraggio.
 
Bernanke ingoia il rospo: umiliato dai dati macro
Il giorno dopo che il governatore della Banca centrale Usa ha detto che l'aumento dei salari alimentera' la spesa delle famiglie, una sfilza di brutti dati macro ha fornito un quadro diverso. Geithner cerca di placare gli animi, ma..
Un giorno dopo che Ben Bernanke ha detto che l'aumento dei salari alimentera' con ogni probabilita' la spesa delle famiglie, una sfilza di deboli cifre macroeconomiche (fatta l'eccezione di mercoledi') hanno dipinto un quadro completamente diverso.

Pur constatando che gli Stati Uniti hanno ancora "una lunga strada da percorrere" prima che l'economia recuperi completamente forza, il presidente della Federal Reserve ha dichiarato lunedi' che l'incremento della domanda proveniente dalle famiglie americane e dalle imprese avrebbero sostenuto la crescita.

A smentire la visione ottimistica di Bernanke sono arrivati prontamente una serie di dati economici negativi, tra cui quelli relativi a reddito e spesa dei consumatori, risultati stagnanti in giugno con il tasso di risparmio degli americani che e' salito ai massimi di un anno.

"I dati confermano che la dinamica di crescita non sembra troppo buona", ha detto al New York Post l'economista Bill Cheney di John Hancock Financial Service, aggiungendo che il governo potrebbe aver bisogno di abbassare l'outlook gia' ridotto a fine mese.

Consapevole del fatto che la disoccupazione potrebbe peggiorare - a questo proposito sara' fondamentale conoscere le cifre del rapporto mensile di venerdi', il Segretario del Tesoro Timothy Geithner ha cercato di ammorbidire i toni con l'intervento di ieri all'emittente ABC "Good Morning America": "Quello che ci aspettiamo di vedere e' una economia in via di guarigione".

Il governo dovrebbe riferire che i posti di lavoro nel settore non agricolo sono scesi di 65.000 unita' nel mese di luglio, dopo i 125.000 posti persi nel mese di giugno, mentre il tasso di disoccupazione potrebbe salire al 9.6% dal 9.5.

Anche dagli altri macro stanno arrivando altre cattive notizie, in particolare sul fronte immobiliare. In giugno le vendite di case esistenti sono crollate del 19% rispetto ad un anno fa, ai minimi di nove anni. Le cifre hanno spinto l'economista di Credit Suisse Jill Brown a dire al quotidiano di Murdoch che "la grandezza e' impressionante - l'indice e' diminuito del 32% negli ultimi due mesi".
 

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