TRA I TANTI MEZZI DI TRASPORTO, LA FANTASIA E' QUELLO CON CUI VIAGGIO Di PIU'...

....e poi ? Vorrete anche il mio .... ?

Cinquecento milioni di dati, tra conti correnti, carte di credito, di debito e prepagate, cassette di sicurezza e prodotti finanziari.

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Ma anche beni immobili, auto e beni di lusso.

Sono solo alcune delle informazioni che confluiranno nell'enorme anagrafe tributaria che entrerà in funzione entro la fine di marzo e che il Sole 24Ore ha calcolato appunto in cinquencento milioni la mole di dati che l'occhiuto Leviatano acquisirà per controllare i dettagli delle nostre vite.

Si prendano per esempio i trentanove milioni conti correnti: banche e Poste italiane dovranno comunicare il saldo contabile a fine 2015 e a fine 2014, il totale degli accrediti e degli addebiti sul conto nell'anno passato, la giacenza media annua. Per i prodotti finanziari delle assicurazioni, invece, verranno comunicati gli incrementi della polizza e dei riscatti. Così per tutti i rapporti finanziari principali.

Inoltre la direzione Accertamento dell'agenzia delle Entrate selezionerà i contribuenti a cui inviare il questionario con cui indicare i beni da "vagliare". Si parla cioè di movimenti già registrati come acquisizioni di beni mobili (registrati) e immobili, mutui e affitti, ma anche di iscrizioni a scuole private e università o circoli privati esclusivi (che verranno contattati per avere la lista degli iscritti). Senza contare il controllo sul territorio effettuato dalla Guardia di Finanza su beni di lusso come barche e auto di grossa cilindrata.
 
Ieri pomeriggio, alla stazione della metro Sesto Rondò, una giovane donna è stata malmenata da tre rom.

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La sua colpa? Aver svolto regolarmente il suo lavoro.

Le tre donne, incuranti delle regole, hanno cercato di accedere alla metro senza il regolare biglietto. Di fronte all'infrazione, un'impiegata dell'Atm le ha bloccate, chiedendo di mostrare il ticket. Ma la richiesta ha scatenato la furia delle donne che hanno tirato i capelli e malmenato la dipendente, a tal punto che adesso è in ospedale con una prognosi di sette giorni.

"La collega è una ragazza come me: potevo esserci io al suo posto o poteva esserci chiunque di noi...", commenta uno dei colleghi della donna, presente nel momento dell'aggressione. "Alla fine hanno preso il treno e sono andate via in tutta serenità e sbeffeggiando la mia collega in cabina aggredita", ha poi aggiunto.
 
L'ennesima, tremenda ingiustizia del Fisco. Che colpisce piccoli e grandi imprenditori senza alcuna intransigenza.

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Senza ascoltare l'urlo della crisi. La direttrice dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, aveva detto che "chi non collabora conoscerà il lato oscuro degli accertamenti".

E il lato oscuro è proprio quello che ha colpito il Bar Gianni di Trieste e il suo titolare, Stefano Karis. Una vicenda che ha i contorni dell'assurdo. All'imprenditore, infatti, è arrivata una contestazione per aver battuto uno scontrino da 1 euro, invece che da 1,10 euro, come sarebbe dovuto essere. Insomma, per errore ha scritto sullo scontrino appena 10 centesimi di caffè in meno. E così è arrivata la mannaia del Fisco. Forse l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza pensavano che per colpa di quei 10 centesimi dichiarati i conti dello Stato sarebbero andati in malora.

Karis, da parte sua, prova a instaurare una battaglia contro i mulini a vento. Si è difeso, spiegando di aver premuto per errore il tasto “caffè” (1 euro) della cassa al posto di “decaffeinato” (1,10 euro). Niente da fare. I finanzieri hanno scritto il verbale, facendo scattare la multa controp il commerciante. Infatti, se l’Agenzia delle Entrate deciderà di punire fino in fondo, il titolare del bar rischia la sospensione della licenza, sanzione amministrativa di 516 euro e l'obbligo di chiusura del negozio.

Su Facebook il titolare del bar ha pubblicato la foto del verbale, corredata da un commento amaro in dialetto veneto: "Verbale della finanza perché go battudo un scontrin de 1€ inveze che 1,10 € perché el caffè iera deca. Ma con quel che succedi in sto Paese, vendo bar per due euro e vado via da questo Paese di merda".

Una comprensibile reazione alla follia fiscale.
 
Forse il problema sta sfuggendo di mano ........

Il sistema sanitario inglese ha reso note cifre allarmanti sugli adolescenti britannici che nel 2015 si sono sottoposti a terapie per il “disordine dell’identità di genere”: la notizia, fornita da The Sun, è stata ripresa da Tempi.it: ebbene fra aprile e dicembre, 1.013 minorenni inglesi sono stati interessati da trattamenti che vanno dalla consulenza psicologica fino al bombardamento ormonale per bloccare lo sviluppo del paziente in vista del cambiamento chirurgico del sesso. Cinque anni fa, nel 2009-2010, i minorenni trattati in questi modi erano 97. Il tutto per un costo che ammonta a 2,7 milioni di sterline.

“Il medico inglese Robert Lefever – scrive Tempi.it – ha ricordato che il gender identity disorder «è reversibile», mentre «il cambio di sesso no». E che se «gli adulti hanno la possibilità di scegliere, i bambini meno» anche perché «come tutte le creature più piccole sono facilmente influenzabili». Non si possono trattare i disagi come «mode», sottolinea Lefever, e «dobbiamo essere sicuri di trattare il bambino e non un’istanza psicologica di un genitore insistente»”. In altre parole non è opportuno che il problema emotivo dei genitori si riversi sui figli, determinando un disagio psicologico che, se non trattato fisicamente, cioè arrivando all’estremo di cambiare sesso per via chirurgica, potrebbe anche regredire spontaneamente. La “chirurgia di riassegnazione sessuale” non è sempre la strada giusta per eliminare un disagio e trattarla come un diritto del paziente non aiuta a focalizzare il problema.
 
A quasi una settimana dal “ritiro” dalla Siria, i russi tornano a mostrare i muscoli.
Proprio oggi, infatti, secondo quanto riporta la Tass, Serghei Rudskoi, capo della Direzione Operazioni dello Stato Maggiore Generale delle Forze armate, ha affermato che la Russia è pronta, a partire da domani, all’uso unilaterale della forza contro i gruppi armati che violeranno “in modo sistematico” il cessate il fuoco in Siria, se non riceverà risposte dagli Usa alle sue proposte su un meccanismo di controllo del regime di tregua.

Secondo quanto affermato da Rudskoi, Mosca avrebbe inviato a Washington le sue proposte il 25 febbraio scorso senza però ricevere alcuna risposta.

Dopo le dichiarazioni di Rudskoi, la “ritirata” russa del 15 marzo scorso assume un nuovo significato. Se è vero, come è vero, che Putin cerca di mantenere rapporti relativamente buoni con gli Usa, è altrettanto vero che non vuole perdere la Siria.
Gli Usa, dal canto loro, hanno subito risposto picche ai russi rifiutando l’incontro urgente richiesto da Mosca per la gestione del cessate il fuoco.
Si scontrano ancora una volta due modi diametralmente opposti di fare politica: quello russo di un mondo russo multipolare e quello americano unipolare.
 
ma ci si può presentare con un abito così ? Ahahahah una visita ufficiale ....ahahaha

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Perdita completa dei valori.......sotto accusa le famiglie e la scuola.

Diminuiscono le morti correlate all’alcol ma aumentano i binge drinker, ovvero coloro che si dedicano a ‘grandi abbuffate etiliche’, come indica il nome inglese, ‘per fare baldoria’. Sono stati ben 3 milioni e 300 mila, nell’arco di un anno, gli italiani che non vi hanno rinunciato. Si tratta soprattutto di adolescenti e persino teenager tra gli 11 e i 17 anni, fascia di età in cui la somministrazione di alcol è vietata per legge. E’ l’allarme che arriva dalla Relazione annuale inviata dal ministro della Salute al Parlamento in merito agli interventi realizzati ai sensi della legge 30 marzo 2001 n. 125 in materia di alcol e problemi correlati.
 
Dichiara di aver fatto binge drinking l’11% dei ragazzi e delle ragazze tra 11 e 15 anni.
Mentre tra i 15 e i 17 anni le percentuali salgono a 7,4% per i maschi e 4,6% per le femmine.
La percentuale maggiore si registra tra i 18-24enni, fascia di età in cui dichiara di farlo il 21% dei maschi e il 7% delle femmine.
 
Il premier Matteo Renzi salirà al Colle per confrontarsi con il Capo dello Stato sulle nomine dei vertici militari.
La partita delle nomine è fondamentale, per sbloccare la casella a cui tiene di più, quella dell’intelligence informatica, destinata a Marco Carrai.
L’incarico potrebbe essere ufficializzato già in giornata.

Ma chi c’è dietro Carrai? Quali sono i suoi soci? E soprattutto: perché Renzi non può rinunciare alla sua nomina?
La risposta è proprio nella rete di rapporti, soldi e uomini, legati a doppio filo con Carrai.
Grandi imprenditori delle infrastrutture pubbliche, consiglieri di Finmeccanica, capi di importanti gruppi bancari, ex agenti dei servizi segreti israeliani, uomini legati ai colossi del tabacco.

Oltre al solito fedelissimo renziano Davide Serra, finanziere trapiantato a Londra e creatore del fondo Algebris.
Persino un commercialista accusato di riciclaggio.
 

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