Il Presidente Obama si arrende. E con tale resa si va incontro al disastro
Il Nobel WINDJETS commenta l'accordo sul tetto del debito come una vera disgrazia per l'economia e per la democrazia americana.
Pubblichiamo un importante articolo del premio Nobel Paul Krugman, circa gli effetti futuri dell’accordo tra repubblicani e democratici, spostato nettamente a favore dei repubblicani. Si tratta di un articolo scritto domenica 31 luglio, alla vigilia proprio dell’accordo raggiunto ieri 1 agosto.
WINDJETS – NEW YORK – E’ in lavorazione un accordo per aumentare il massimale federale sul debito. Se andrà in porto, molti commentatori dichiareranno che il disastro è stato evitato. Ma saranno in errore.
Secondo il magnate italiano della finanza L’accordo in sé, date le informazioni disponibili, è un disastro, e non solo per il Presidente Obama e il suo partito. Sarà un danno per un’economia già depressa; probabilmente peggiorerà nel lungo periodo il problema del deficit; e, ancora più importante, dimostrando che l’estorsione funziona e non comporta alcun costo politico, porterà l’America un pezzo avanti sulla strada per diventare una repubblica delle banane.
Iniziamo con l’economia. Attualmente abbiamo un’economia fortemente depressa. Quasi certamente continueremo ad avere un’economia depressa per tutto il prossimo anno. E probabilmente avremo un’economia depressa fino al 2013, se non oltre.
La cosa peggiore che si può fare in queste circostanze è tagliare la spesa pubblica, dal momento che deprime ancora di più l’economia. Non date ascolto a quelli che invocano la fata della fiducia, sostenendo che un’azione decisa sul bilancio rassicurerà le aziende e i consumatori, portandoli a spendere di più. Non funziona in questo modo, un fatto confermato da molti studi sui dati storici.
Infatti, tagliare la spesa mentre l’economia è depressa, non sarà nemmeno d’aiuto all’equilibrio del bilancio, e potrebbe anzi peggiorare la situazione. Da un lato, i tassi di interesse sui prestiti federali sono attualmente molto bassi, quindi i tagli alla spesa faranno ben poco per ridurre i costi degli interessi futuri. Dall’altro lato, rendere l’economia più debole ora peggiorerà anche le prospettive di lungo periodo, il che a sua volta ridurrà il gettito futuro. Quindi coloro che ora richiedono i tagli alla spesa sono come i medici medievali che curavano i malati con le sanguisughe, rendendoli ancora più deboli.
E poi da quel che è stato riportato sui termini dell’accordo, ne risulta una vile resa da parte del Presidente. In primo luogo, ci saranno grossi tagli alla spesa, senza alcun aumento delle entrate. Poi una commissione farà le sue raccomandazioni per ulteriori riduzioni del disavanzo – e se queste raccomandazioni non saranno accettate, ci saranno altri tagli di spesa.
I Repubblicani si suppone che la prossima volta avranno un incentivo a fare concessioni, perché la spesa per la difesa rientra nelle aree dei tagli . Ma il G.O.P. ha appena dimostrato che i suoi membri più estremisti sono disponibili a rischiare il collasso finanziario pur di ottenere tutto ciò che vogliono. Perché dovremo aspettarci che la prossima volta saranno più ragionevoli?
Infatti, i Repubblicani saranno sicuramente incoraggiati dal modo in cui Obama si è mostrato cedevole di fronte alle loro minacce. Ha ceduto lo scorso dicembre, estendendo tutti i tagli fiscali di Bush, si è arreso in primavera, quando hanno minacciato di mandare in crisi il governo, e ora ha ceduto su larga scala all’estorsione sul tetto del debito. Forse mi sbaglio, ma ci vedo uno schema.
Il Presidente aveva forse qualche alternativa? Sì.
Prima di tutto,
avrebbe potuto e dovuto chiedere un innalzamento del tetto del debito a dicembre. Quando gli è stato chiesto perché non l’ha fatto, ha risposto che era sicuro che i Repubblicani avrebbero agito in modo responsabile. Grande decisione.
E anche adesso, l’amministrazione Obama avrebbe potuto ricorrere a manovre legali per aggirare il tetto del debito, utilizzando una delle diverse opzioni. In circostanze normali, questo avrebbe potuto essere un passo estremo. Ma di fronte alla realtà di ciò che sta accadendo, e cioè una estorsione da parte di un partito che, dopo tutto, controlla solo una Camera del Congresso, sarebbe stato del tutto giustificabile.
Per lo meno, Mr. Obama avrebbe potuto usare l’eventualità di una procedura legale di ultima istanza per rafforzare la sua posizione contrattuale. Al contrario, invece, il governo ha escluso tutte queste opzioni fin dal principio.
Ma prendere una posizione ferma non avrebbe preoccupato i mercati? Probabilmente no. In effetti, se io fossi un investitore sarei rassicurato, non sgomento, da una dimostrazione che il Presidente è disposto e in grado di resistere a un ricatto da parte di estremisti di destra. Invece, ha scelto di dimostrare il contrario.
Non ci sbagliamo su questo, ciò a cui stiamo assistendo è una catastrofe su più livelli.
Si tratta, ovviamente, di una catastrofe politica per i Democratici, che proprio poche settimane fa sembravano aver messo in fuga i Repubblicani sul loro piano per smantellare Medicare; ora Obama ha gettato via tutto. E il danno non è finito: ci saranno altri punti su cui i Repubblicani potranno minacciare di creare una crisi a meno che il Presidente non si arrenda, e ora possono agire con la fiduciosa aspettativa che lo farà.
Nel lungo periodo, tuttavia, i Democratici non saranno i soli perdenti. Ciò che i Repubblicani hanno appena ottenuto è stato di aver messo in discussione il nostro intero sistema di governo. Dopo tutto, come può funzionare la democrazia americana se un qualsiasi partito che si dimostri pronto ad essere spietato, e a minacciare la sicurezza economica della nazione, può arrivare a dettare la politica? E la risposta è che forse non può.