Monte dei Paschi – Crisi del Credito la Fondazione vicina alla resa oppure al suicidio
MPS, quotazione ai minimi, Fondazione a cui è scaduto il termine per la restituzione del prestito a Mediobanca e Credit Suisse, venderà asset per recuperare i soldi ma quanto conviene insistere a proteggere il ruolo di primo socio in MPS ?
Sembra incredibile come,
MPS la terza banca d’ Italia, sia ormai sull’ orlo del baratro, che comporterebbe la messa in minoranza della fondazione MPS e il reale rischio di un ‘
acquisizione da parte di un gruppo finanziario probabilmente straniero.
Dopo secoli di dominio
la Fondazione si trova a causa della crisi del credito ma soprattutto di un’ indecente smania di crescita a vedersi costretta ad elemosinare presso i due suoi principali creditori un allungamento dei tempi per la restituzione di 400 milioni di euro di debito.
Il suicidio della Fondazione MPS iniziò poco prima del crack Lehman& Brother
quando decise di acquistare Antonveneta per 9 miliardi di euro, mossa azzardata, visto che il valore della stessa, a causa della crisi economica di questi ultimi anni è precipitato, come è precipitato quello della stessa Monte dei Paschi di Siena.
Perché Monte dei Paschi ha voluto acquistare Antonveenta è subito detto,
la Fondazione era smaniosa di uscire da una gestione da secoli proficua del territorio, per diventare una vera big del credito nazionale, peccato abbia sbagliato tempi e modi, venendosi così ora a trovare in un momento di rara difficoltà.
La beffa sarebbe doppia se si pensa che MPS continua malgrado la
crisi di fiducia a creare profitti, per cui ancora più appetibile dai suoi competitors.
La fondazione MPS per sostenere la propria quota nell’ istituto, si è dovuta dissanguare partecipando all’ aumento di capitale MPS, per fare questo ha ricevuto un prestito di 400 milioni di euro, da Mediobanca e Credit Suisse, prestito i cui termini per il pagamento sono scaduti ieri 17 Dic 2011.
In queste ore, a Siena stanno lavorando in modo febbrile per raggiungere un accordo con i due creditori, per ottenere uno slittamento del termine del debito, la fortuna della fondazione potrebbe pervenire proprio dalla crisi economica, e dalla bassa quotazione dell’
Azione MPS che venerdì 16 Dic 11 ha chiuso le contrattazioni a € 0,2594, ormai vicina ai minimi storici.
Tale quotazione risultando inferiore al minimo stabilito per il prestito, indurrebbe Mediobanca e Credit Suisse, a concedere la dilazione per non incassare meno del previsto.
Questo lo si deduce dal fatto che nei giorni scorsi la stessa fondazione ha chiesto alla stessa Mediobanca e a Rothschild di procedere ad individuare un
piano di dismissioni dei propri averi per cercare di recuperare 150 milioni di euro entro Giugno.
Si parla della
cessione di beni immobiliari e l’ uscita della Fondazione MPS dalle partecipazioni di varie società quali Sator, Madiobanca, F2i e Cdp.
In poche parole il quadro per la fondazione non cambierebbe di molto visto che per mantenere la maggioranza in MPS dovrebbe comunque “impoverirsi” e quindi indebolirsi cedendo asset di “diversificazione” del proprio patrimonio.
In molti, cominciano a chiedersi se questo scenario sia quello più razionale, dato che MPS deve ancora restituire i
Tremonti Bond e comunque è tra la banche cadute sotto la scure di EBA che lo scorso 08 Dicembre ha richiesto un
rafforzamento del capitale di Monte dei Paschi stimato in 3,267 miliardi di euro, che MPS dovrà trovare a patto che qualcuno non riesca a far ragionare
EBA.
Se così non fosse, MPS dovrà quasi obbligatoriamente ricorrere ad un aumento di capitale, visto che recuperare 3 miliardi sul mercato risulta impresa ardua se non impossibile, e comunque andrebbe a gravare ancor di più sulle casse dell’ istituto facendo schizzare alle stelle gli interessi da pagare.
Ma in questo caso, dove troverebbe la Fondazione MPS altro denaro per non veder la sua quota nell’ istituto diluirsi arrivando così a perderne il controllo ?
La domanda che molti si pongono, visto la difficile congiuntura e la situazione realmente drammatica in cui si sta muovendo la Fondazione, è perché la Fondazione dopo aver tentato un primo suicidio con l’ acquisizione di Antonveneta, voglia ora intestardirsi indebolendosi e mettendosi nell’ impossibilità di sostenere altre ricapitalizzazioni, piuttosto che passare la mano ?
É chiaro come Fondazione MPS e Istituto MPS da secoli si identifichino in un unica cosa, come è chiaro che MPS malgrado l’ acquisizione di Antonveneta abbia dei soci che ragionino ancora con una mentalità territoriale, come è chiaro che proprio da qui siano nati tutti i problemi di MPS.
Ad oggi il rischio è di vedere MPS cadere sotto altre mani, per evitare questo la fondazione rischia di trovarsi con il cerino acceso in mano, con uno scenario che vederebbe non solo MPS in mani straniare ma lei stessa sparire sotto i debiti, è proprio sicura che questo sia ciò che vuole e ciò che vogliono i senesi ?
di
andato63