Trading Bar 2011 by gli amici di Windjets

Usa: fiducia consumatori crollata a 54,9 punti in agosto (RCO)
Minimo dal 1966, cioe' da quando viene pubblicato l'indice (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 12 ago - La fiducia dei consumatori americana misurata dall'universita' del Michigan e' crollata in agosto a 54,9 punti da 63,7 in luglio. Il dato e' nettamente peggiore delle attese degli analisti che si attendevano un ribasso contenuto a quota 62 punti e rappresenta il punto piu' basso nella storia dell'indice che data a partire dal 1966. Corrado Poggi cop-Y- [email protected]
 
Usa: fiducia consumatori crollata a 54,9 punti in agosto (RCO)
Minimo dal 1966, cioe' da quando viene pubblicato l'indice (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 12 ago - La fiducia dei consumatori americana misurata dall'universita' del Michigan e' crollata in agosto a 54,9 punti da 63,7 in luglio. Il dato e' nettamente peggiore delle attese degli analisti che si attendevano un ribasso contenuto a quota 62 punti e rappresenta il punto piu' basso nella storia dell'indice che data a partire dal 1966. Corrado Poggi cop-Y- [email protected]

"sembra" ben assorbita
 
Buongiorno a tutti......:) tutti al mare eh....!!!! fate bene ragazzi....!!!!


Il debito Usa e dell'Area euro spinge i mercati emergenti

I mercati emergenti dovrebbero risultare più interessanti per quanto riguarda gli investimenti nel medio/lungo termine. Di M.Svedberg, Capo Economista di East Capital,
redazione 12 agosto 12:49

Ci vorrà molto tempo prima di risolvere il problema del debito negli Stati Uniti e nell’Area Euro, ma i mercati emergenti, in crescita e con un debito contenuto, dovrebbero risultare più interessanti per quanto riguarda gli investimenti nel medio/lungo termine.
I mercati azionari mondiali hanno continuato a perdere all’apertura delle Borse lunedì dopo la decisione storica di S&P di declassare il debito degli Stati Uniti.
Le reazioni al downgrade erano prevedibili; le autorità americane si incolpano vicendevolmente e accusano S&P, la Cina critica i politici americani per non essersi assunti le loro responsabilità, mentre gli investitori sono preoccupati per le nuove aspettative di crescita negli Stati Uniti e si rivolgono verso gli investimenti più sicuri. Forse S&P ha fatto veramente qualche errore di calcolo ma la questione non cambia di molto e aumenta il numero dei paesi che corre il rischio di veder declassare il proprio rating.
I cinesi non sbagliano necessariamente quando incoraggiano i politici americani a concentrarsi sul deficit di bilancio anziché sull’immissione di liquidità sul mercato. La Cina è parte interessata poiché detiene una posizione consistente in titoli del Tesoro ma difficilmente Washington darà ascolto a Pechino (così come la Cina ignora le richieste degli Stati Uniti di una rivalutazione della moneta). Lasciamo per un attimo da parte il gioco d’accuse che tuttavia non è di scarsa importanza; infatti una delle ragioni della debolezza dei mercati la scorsa settimana è che la gente è stanca dei conflitti politici che mettono a rischio l’economia del paese.
I mercati azionari emergenti hanno subito una brusca correzione dato che molti capitali lasciano i mercati azionari per dirigersi verso i titoli del Tesoro americano, con rendimenti di conseguenza molto bassi. Questi investitori non sembrano eccessivamente preoccupati per la revisione al ribasso del rating da parte di S&P, mentre temono il deterioramento delle previsioni di crescita per l’economia americana e globale. Ovviamente è molto difficile prevedere la direzione che prenderanno i mercati in quanto gli investitori sono piuttosto agitati e la reazione politica appare incerta.

Indipendentemente dalla reazione/risposta a breve termine, vale la pena indicare alcuni aspetti:
  • Una soluzione a breve termine, necessaria a tranquillizzare il mercato e a stimolare nuovamente la crescita, non risolverà i problemi sottostanti negli Stati Uniti e nell’Area Euro. Una nuova fase di allentamento quantitativo, gli acquisti di obbligazioni da parte della BCE, i tagli fiscali e così via non ridurranno l’onere del debito, anzi lo incrementeranno.
  • Ci vorrà molto tempo prima di risolvere il problema del debito sottostante anche se i politici negli Stati Uniti e nell’Area Euro si coordinano e iniziano ad affrontare i problemi reali. È facile essere pessimisti tuttavia il mercato (comprese le agenzie di rating) può spingere i politici a intervenire.
  • Il problema è aggravato dal fatto che non solo la politica ha vissuto oltre i propri mezzi, ma anche consumatori e imprese in Europa occidentale e Stati Uniti sono eccessivamente indebitati; ciò significa che il processo di consolidamento dovrà essere di ampia portata, col rischio di produrre un impatto negativo sulla crescita.
  • I mercati emergenti che crescono rapidamente e presentano un indebitamento limitato sembrano più interessanti nel medio/lungo termine anche se duramente colpiti dal sentiment negativo a breve termine.
Nonostante alcuni mercati emergenti, come Russia e Corea del Sud, durante l’estate siano riusciti a superare il sentiment macroeconomico negativo a livello globale, pochi (ammesso cene sia qualcuno) saranno in grado di resistere di fronte alla corsa degli investitori verso la sicurezza (percepita).
Siamo ancora convinti che sia produttivo investire sulla base dei fondamentali nel lungo termine e vogliamo chiudere con alcuni dati importanti. I mercati emergenti rappresentano circa il 50% dell’economia globale, il 75% della crescita economica e delle riserve valutarie ma meno del 25% del debito sovrano e solamente il 13% dell’indice azionario globale.
 
Piazza Affari: le attese per la seduta di martedì 16 agosto

Dopo il lungo week-end il Ftse Mib potrebbe tentare di estendere il recupero partito dai minimi di ieriin area 14.200. Titoli e temi da seguire.

Alberto Susic 12 agosto 20:07

La settimana si è chiusa in bellezza per le Borse europee che dopo il rally della vigilia sono riuscite ad allungare ulteriormente il passo, nel giorni in cui è stato diaposto il divieto delle vendite allo scoperto in Francia, Spagna, Belgio e Italia.
Mentre il Ftse100 si è apprezzato del 3,04%, il Dax30 e il Cac40 hanno chiuso gli scambi in rally rispettivamente del 3,45% e del 4,02%.
Praticamente identica a quest’ultima la performance di Piazza Affari che ha visto il Ftse Mib fermarsi a 15.888 punti, con un progresso del 4%, dopo aver toccato un massimo a 15.987 e un minimo a 14.866 punti. Grazie anche al netto recupero di oggi, il mercato è riuscito a limitare considerevolmente i danni subiti soprattutto nella prima parte della settimana, chiudendo l’ottava con un bilancio negativo dello 0,8%.
L’indice non è riuscito a difendere l’area dei 16.000 punti e malgrado il tentativo di recupero in direzione dei 16.800, ha continuato a perdere rovinosamente terreno. Le quotazioni sono così sprofondate fino all’area dei 14.200, da cui però hanno avviato un poderoso recupero che proprio quest’oggi le ha viste testare l’area dei 16.000, con una chiusura ad un soffio di questa.
L’ampio rimbalzo partito dai 14.200 sembra assumere delle caratteristiche un po’ diverse rispetto alle reazioni che sono state tentate nei giorni scorsi. Non è da escludere che il mercato possa aver raggiunto un importante livello di prezzo da cui far ripartire gli acquisti, sulla scia di quanto già avvenuto nelle ultime due sessioni.
Non dimentichiamo che la tendenza, sia di breve che medio-lungo termine, è ancora chiaramente ribassista, motivo per cui qualsiasi recupero deve essere sempre gestito con la massima cautela.
Ulteriori spunti verso l’alto si potranno avere con il superamento di area 16.000/16.200, oltre la quale si potrà guardare ai 17.000 punti in prima battuta. Se il Ftse Mib sarà capace di lasciarsi alle spalle anche questa fascia di prezzo, allora si inizierà a pensare ad un ritorno in area 18.000/18.500, che difficilmente dovrebbe essere superata almeno ad un primo test.
La mancata riconquista di area 16.000 farà scattare invece un nuovo campanello d’allarme, configurando il rischio di un ritorno delle vendite nel breve. Un primo sostegno da monitorare è quello dei 15.500 punti, sotto il quale l’attenzione si sposterà sui 15.000/14.850. Il cedimento di questa fascia di prezzo renderà inevitabile un ritorno dei prezzi sui minimi della settimana in rea 14.200, sotto i quali troviamo un primo supporto in area 14.000/13.800.
Lunedì prossimo Piazza Affari sarà chiusa per la festività dell’Assunzione, mentre saranno regolarmente aperte le altre Borse euopee i mercati americani.
Negli Stati Uniti lunedì saranno diffusi l’indice Empire State Manufacturing di agosto, riferito all’andamento dell’attività manifatturiera nell’area di New York, e l’indice Nahb di agosto, relativo al settore immobiliare.
Nella giornata di martedì, oltre all’indice Redbook relativo alle vendite al dettaglio nelle maggiori catene Usa, si conosceranno i prezzi alle importazioni di luglio che dovrebbero calare dello 0,1%, in recupero però rispetto alla flessione dello 0,5% precedente.
In calendario anche i nuovi cantieri edili e le licenze di costruzione di luglio, mentre per la produzione industriale di luglio si prevede un rialzo dello 0,4% rispetto allo 0,2% precedente. La capacità di utilizzo degli impianti dovrebbe salire dal 76,7 al 76,9%.
Sempre in America saranno diffusi i risultati del secondo trimestre di Home Depot e di Wal-Mart, in agenda prima dell’avvio degli scambi, mentre dopo la chiusura di Wall Street l’attenzione si sposterà sui conti di Dell.
A Piazza Affari si guarderà ancora ai titoli del settore petrolifero dopo che le quotazioni dell’oro nero si avviano a chiudere la settimana al di sopra di quota 86 dollari al barile. Sotto i riflettori ancora le banche, e ricordiamo che martedì prossimo prenderà il via, per concludersi il prossimo 19 settembre, l’OPA totalitaria lanciata da Giorgione su Gruppo Coin al prezzo unitario di 6,5 euro per azione.
 
Probabile l’avvio di un riequilibrio delle forze in campo

Sarà importante in primis consolidare i livelli appena riconquistati, per poi accelerare al rialzo. L’ideale sarebbe un’evoluzione positiva la prossima settimana. L’intervista a C. Corradin.

Di seguito riportiamo l’intervista sull’indice Ftse Mib e su alcune delle blue chips quotate a Piazza Affari, con domande rivolte a Carlo Corradin, Analista di B&SJoint.
Dopo aver lambito l’area dei 14.000 punti, il Ftse Mib ha avviato un poderoso recupero che lo ha spinto ad un passo da area 16.000. Questo rimbalzo può considerarsi più convincente degli altri? Quali sono le attese nel breve?
Sicuramente bisognerà vedere ora quanto dura il rimbalzo avviato dal Ftse Mib che almeno fino a questo momento è comunque degno di nota. Ci sono state due sedute importanti e mi riferisco a quella di martedì scorso con escursione di prezzo verso il basso e successivo recupero. Molto brutta la sessione di mercoledì, mentre ieri dopo un’apertura in gap-up si è avuta un’accelerazione ribassista, con una chiusura però caratterizzata dalla classica figura di hammer.
Il Ftse Mib è riuscito così a riportarsi in area 15.800, molto vicino alla soglia dei 16.000 punti, disegnando un’interessante figura di hammer o comunque di incertezza. Dal punto di vista puramente tecnico, senza considerare tutti gli elementi macro, i bassi volumi di scambio ecc, si sta per generare un segnale quantomeno di riequilibrio delle forze in campo, probabilmente anche nel medio periodo. Le prime sedute della prossima settimana saranno fondamentali per capire se questo segnale è consistente e se sarà in grado di produrre consistenti rimbalzi, oppure se al primo accenno di nervosismo si tornerà a picchiare nuovamente verso il basso.
La nostra idea è che il Ftse Mib debba tornare almeno verso i 17.200/17.300 punti e se l’indice avrà la forza di varcare anche questa soglia, sarà abbastanza fisiologico un riequilibrio verso i 18.300/18.500 punti.
Sarà importante in primis consolidare i livelli appena riconquistati, per poi accelerare al rialzo: l’ideale sarebbe che la prossima settimana si evolvesse in modo positivo, e si avrebbe così un perfetto set-up per sancire una ripresa di medio periodo.
Si possono escludere quindi cadute al di sotto dei minimi visti nelle ultime giornate?
Non possiamo escluderle perchè abbiamo visto i mercati troppo sensibili ad un qualsiasi stormir di fronte. La Borsa di Parigi due giorni fa è crollata con dei semplici rumors peraltro smentiti non solo dalle agenzie di rating ma anche dai diretti interessati. Questo vuol dire che c’è un’ipersensibilità alle brutte notizie, motivo per cui bisogna fare molta attezione in questi frangenti.
Volendo dare uno sguardo all’opposta sponda dell’Atlantico, per l’indice S&P500 si nota una sorta di braccio di ferro tra forze ribassiste e rialziste in questo momento. Fondamentale sarà un ritorno al di sopra dei 1.182/1.184 punti, e in tal caso si potrà tornare a rivedere in un arco temporale abbastanza contenuto area 1.250/1.260, andando così a ritestare quello che è stato ceduto a inizio mese.
Se al contrario l’S&P500 dovesse scendere al di sotto dei 1.120/1.119 punti, si avrebbe un brutto segnale, perchè andrebbe a sancire il passaggio della tensione verso i livelli consolidati tra giugno e agosto dello scorso anno.
Parlando di titoli a Piazza Affari, non possiamo non farei riferimento ai bancari che continuano ad essere i principali protagonisti del mercato, nel bene e nel male. A quali consiglia di guardare ora?
A nostro avviso i bancari potranno regalare parecchie soddisfazioni: vediamo ad esempio Intesa Sanpaolo nei pressi di 1,25 euro, oltre i quali si potrà spostare l’attenzione verso 1,38/1,39 euro, mentre Unicredit si sta confrontando con l’area di 1,04. Se il titolo riuscirà a spingersi ancora in avanti, potrà muovere in direzione di 1,16 euro prima e di 1,19 euro nella migliore delle ipotesi.
Tra i bancari il più solido è probabilmente Mediobanca che ha già superato i massimi intraday toccati agli inizi della settimana. La rottura confermata dei 6,1 euro porterà con ogni probabilità ad un riequilibrio dei prezzi tra 6,39 e 6,45 euro.
Cosa può dirci di Fia Auto che in chiusura di ottava si è riportato poco sopra quota 5 euro? Crede sia stato raggiunto un livello da cui ripartire?
Per Fiat ha pesato parecchio il cedimento dei 6,5 euro, sui quali stava transitando la media mobile a 200 periodi. Sulla scia degli ultimi sviluppi negli Stati Uniti, e ora si guarda molto a questo mercato per i conti di Chrysler, il titolo è stato fortemente penalizzato dalle vendite. Ci attendiamo un rimbalzo verso area 5,85/6 euro e nella migliore delle ipotesi in direzione dei 6,4/6,5 euro. E’ significativo il fatto che le accelerazioni ribassiste già da inizio mese sono avvenute con volumi tutto sommati contenuti, e durante la settimana conclusa oggi il titolo ha perso meno, con volumi di scambio in aumento, segno che più di qualcuno ha iniziato ad accumulare posizioni.
STM non è riuscito a riconquistare ancora l’area dei 5 euro. Ci sono margini per degli sviluppi positivi nel breve per questo titolo?
Su questo titolo inizierei a scommettere qualcosa, visto che ritengo probabile una risalita già verso 5,3 euro. Al raggiungimento di questa soglia capiremo se STM avrà la possibilità di riprendersi e quindi tornare a far prezzo verso i 7/7,15 euro, visti nella prima settimana di luglio.
L’area dei 5,3 euro attrarrà il prezzo e un recupero di questo darà un segnale rialzista di medio-lungo periodo, ma il mancato ritorno al di sopra dei 5,3 euro costringerà a mettere da parte il titolo e ad attendere tempi migliori prima di tornare ad inserirlo nuovamente sotto la lente di ingrandimento.
Sarà importante in primis consolidare i livelli appena riconquistati, per poi accelerare al rialzo: l’ideale sarebbe che la prossima settimana si evolvesse in modo positivo, e si avrebbe così un perfetto set-up per sancire una ripresa di medio periodo.
Si possono escludere quindi cadute al di sotto dei minimi visti nelle ultime giornate?
Non possiamo escluderle perchè abbiamo visto i mercati troppo sensibili ad un qualsiasi stormir di fronte. La Borsa di Parigi due giorni fa è crollata con dei semplici rumors peraltro smentiti non solo dalle agenzie di rating ma anche dai diretti interessati. Questo vuol dire che c’è un’ipersensibilità alle brutte notizie, motivo per cui bisogna fare molta attezione in questi frangenti.
Volendo dare uno sguardo all’opposta sponda dell’Atlantico, per l’indice S&P500 si nota una sorta di braccio di ferro tra forze ribassiste e rialziste in questo momento. Fondamentale sarà un ritorno al di sopra dei 1.182/1.184 punti, e in tal caso si potrà tornare a rivedere in un arco temporale abbastanza contenuto area 1.250/1.260, andando così a ritestare quello che è stato ceduto a inizio mese.
Se al contrario l’S&P500 dovesse scendere al di sotto dei 1.120/1.119 punti, si avrebbe un brutto segnale, perchè andrebbe a sancire il passaggio della tensione verso i livelli consolidati tra giugno e agosto dello scorso anno.
 
Ultima modifica:
Telecom Italia sale ancora. Le ultime indicazioni dei brokers


Il titolo ha chiuso l’ultima seduta della settimana in positivo ma con un bilancio invariato rispetto a venerdì scorso. Gli analisti parlano di un profilo rischio-rendimento sempre più interessante: ecco come muoversi nel breve.

Alberto Susic 12 agosto 18:33La seconda settimana di agosto si è conclusa con una seduta positiva anche per Telecom Italia che tuttavia ha mostrato una minore forza relativa rispetto all’indice delle blue chips. Ieri il titolo era riuscito a fare meglio del Ftse Mib, mettendo a segno un rally di quasi cinque punti percentuali, mentre quest’oggi si è mostrato più cauto. Ciò non ha impedito tuttavia alle azioni dell’ex monopolista italiano di recuperare ancora terreno: la giornata si è conclusa a 0,8545 euro, con un rialzo dell‘1,73% e oltre 82 milioni di azioni passate di mano, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 74 milioni di pezzi.
Malgrado il rialzo odierno, la settimana per Telecom Italia si chiude sostanzialmente con un nulla di fatto vito che il titolo si è fermato sugli stessi valori del close di venerdì scorso, dopo essere sceso a segnare nuovi minimi in area 0,77 euro, da cui però ha avviato un recupero nelle ultime giornate.
A richiamare l’attenzione su Telecom Italia ci ha pensato quest’oggi Equita SIM che ha deciso di confermare la sua strategia “hold” sul titolo, con un prezzo obiettivo a 1,05 euro. La SIM milanese ha puntato l’accento sul fatto che i risultati di Fastweb sottolineano la forte pressione competitiva nel settore della telefonia fissa, evidenzata anche da Tiscali e dalla stessa Telecom Italia. Proprio quest’ultima, in occasione della conference call dei giorni scorsi per la presentazione dei risultati del secondo trimestre e dei primi sei mesi dell’anno, aveva segnalato un incremento dei movimenti dei clienti tra operatori alternativi.
Non più tardi di ieri, ad accendere i riflettori su Telecom Italia è stata Jp Morgan che da una partenza ha migliorato la raccomandazione sul titolo da “underweight” a “neutral”, ma dall’altra ha ritoccato il target price da 1,15 a 1,1 euro, livello che offre un potenziale di upside di quasi il 30% dalle attuali quotazioni di Borsa.
Per JP Morgan la trimestrale di Telecom Italia si è rivelata migliore delle attese e ha evidenziato un andamento robusto in America Latina, tale da compensare la pressione sul mercato domestico. Gli analisti ricordano che il gruppo ha rivisto al rialzo l’obiettivo relativo al taglio dei costi per quest’anno, al fine di poter confermare la guidance sull’Ebitda a oltre 9,4 miliardi di euro nel 2011.
JP Morgan non esclude che il trend in atto possa migliorare e che si possa registrare una stabilizzazione delle stime nel breve termine. Gli analisti però sono scettici relativamente alle implicazioni derivanti dal taglio aggressivo dei costi nel lungo periodo.
La banca americana ha deciso di rivedere al rialzo le stime sul fatturato di Telecom Italia, alzandole dello 0,7% a 29,7 miliardi di uro per quest’anno. Le previsioni sull’Ebitda sono state migliorate dello 0,9% a 12,2 miliardi, per tenere conto dell’andamento di TIM brasil e della riduzione dei costi più elevate.
Le stime di JP Morgan sono così allineate ora a quelle del consensus e l’idea degli analisti è che le previsioni possano stabilizzarsi nel breve periodo.
In generale gli esperti guardano con meno pessimiso al futuro del titolo, convinti che profilo rischio-rendimento di Telecom Italia non sia più tale da giustificare una raccomandazione “underweight”, motivo per cui la stessa è stata migliorata a “neutral”.
 
Adusbef vuole il divieto permanente dello short selling


Forte e pesante presa di posizione da parte delle associazioni di consumatori nei confronti della Consob, che ha bloccato lo short selling.

Pierpaolo Molinengo 12 agosto 15:09
Per info visita il sito: pierpaolomolinengo.com Forte e pesante presa di posizione da parte delle associazioni di consumatori nei confronti della Consob, che ha bloccato lo short selling. Secondo Federconsumatori e Adusbef le limitazioni devono essere permanenti.
Secondo Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori) "la Consob preposta alla tutela di interessi generali e del risparmio,non sta tutelando nulla e nessuno, alimentando con i suoi provvedimenti ‘spot’ da veri e propri “pannicelli caldi”, una speculazione che oramai passa alla cassa ogni giorno a danno dei piccoli investitori e delle casse pubbliche visto l’aumento costante ed allarmante dello spread rendimento BTP – Bund tedesco, che ci costringe ad andare sui mercati a rifinanziarci a costi sempre maggiori, proprio a causa della speculazione, con conseguenze sui conti pubblici e sulle tasse dei cittadini!"
Sempre secondo Lannutti e Trefiletti, "la Consob non può continuare ad essere la succursale privilegiata dell’Abi e degli interessi dei banchieri e dei fondi speculativi, ma deve cominciare a tutelare il mercato ed i risparmiatori,se vuole evitare qualche azione giudiziaria per omessa vigilanza".
Le due associazioni chiedono:
1) Blocco dello short selling intraday e overnight (proveniente sia dall’Italia che dall’estero) su tutti i mercati regolamentati, comprendendo nel blocco sia i titoli azionari che obbligazionari e i relativi sottostanti e derivati, come anche il future sull’indice e relativi derivati.
2) Blocco delle vendite allo scoperto cosiddette naked, ovvero in marginazione, siano esse provenienti dall’Italia che (soprattutto) dall’estero su tutti gli strumenti sopra citati, interfacciando controlli incrociati coi tabulati forniti da borsa italiana, al fine di verificare se
qualche broker estero non rispetti il divieto.
3) Obbligo della immediata ricopertura su tali strumenti per tutti i brokers (italiani ed esteri) che, per conto proprio o per conto terzi, abbiano effettuato un naked short selling su qualunque strumento finanziario quotato a piazza affari, ivi compresi derivati e sottostanti.
4) Costante monitoraggio, attraverso i dati forniti da Borsa Italiana, sugli ordini di vendita passanti sui finanziari quotati e relativi sottostanti e derivati , quantomeno quelli quotati nell’indice principale.
5) Costante monitoraggio e incrocio di controlli con Borsa Italiana relativa ai titoli di stato quotati, per verificare che sia rispettato il divieto di short selling.
6) Ammenda fino a 5 milioni di euro per chiunque non rispetti tale divieto.
 
Buongiorno a tutti. Questo bar non chiude mai ? Situazione per me indecifrabile. Mercati difficili, ha ragione Wind ( che caso...). Secondo me le decisioni prese dai nostri comandanti vanno nel senso contrario allo sviluppo di cui avremmo bisogno. Staremo a vedere. Tanto noi poveri mortali non possiamo nulla. Buon Ferragosto a tutti.

BYE BYE
 
Buongiorno a tutti......:)


MILANO FINANZA: Elkann e Marchionne sottoscrivono l'appello per l'Italia
MILANO (MF-DJ)--Adesso ci sono anche loro. John Elkann, presidente diExor, la capogruppo di Fiat spa e Fiat industrial, e Sergio Marchionne,amministratore delegato di Fiat spa e di Chrysler, nonche' uno dei manageritaliani piu' apprezzati all'estero, hanno sottoscritto l'appello lanciatosabato 6 agosto da MF-Milano Finanza e ItaliaOggi a sostenere, ancheinvestendo personalmente, i titoli di Stato italiani contro le scorribandedella speculazione. Un'adesione che racchiude molti aspetti significativi. Anzitutto, eovviamente, perche' si tratta della proprieta' e del top management delprimo gruppo industriale italiano, quello al quale e' ancora legata buonapare dei destini dell'economia italiana. E per questo Marchionne ed Elkannsono sempre considerati i punti di riferimento della nostra imprenditoria.In secondo luogo, e' emblematico che un manager come Marchionne, sul cuimodo di pensare pesa molto la formazione avuta Oltreoceano, dove ilpatriottismo e' un valore fondamentale, abbia risposto a un appello chericorda molto quelli lanciati negli Stati Uniti nel corso del secondoconflitto mondiale per la sottoscrizione di titoli di Stato a sostegnodello sforzo bellico. Inoltre, la risposta dei vertici del Lingotto all'appello, che ha gia'raccolto l'adesione di 4 mila imprenditori associati a Unindustria,capitanati dal presidente Aurelio Regina, nonche' quasi 3 mila post diapprovazione sull'apposito sito (operativo da martedi' 9 agosto), per untotale di poco meno di 7 mila adesioni, suona come smentita ai moltiosservatori che considerano il gruppo automobilistico torinese ormaisempre piu' proiettato sull'altra sponda dell'Atlantico. Il sostegnoall'iniziativa di MF e ItaliaOggi riafferma invece la centralita'dell'Italia per un gruppo produttivo che, tramite i marchi Ferrari (il cuipresidente Luca Cordero di Montezemolo aveva gia' aderito) e Maserati, maanche con le Alfa Romeo e la Cinquecento, e' tornato tra i leader del madein Italy. Un segmento gia' ben rappresentato tra gli aderenti all'appelloper l'Italia, tra i quali spiccano i nomi di Diego e Andrea Della Valle(Tod's), Michele Norsa (ad di Ferragamo), Marco Cattaneo (ad di Momo),nonche' dei Nonino, storica famiglia di distillatori, e di Gianni Zonin,la cui casa vinicola e' sempre piu' presente negli Stati Uniti. A loro siaffiancano altri alfieri della presenza italiana nell'economia mondiale,come Giuseppe Recchi e Paolo Scaroni (rispettivamente presidente e ad diEni), Paolo Andrea Colombo e Fulvio Conti (rispettivamente presidente e addell'Enel), Giovanni Perissinotto (ad di Generali), Marco TronchettiProvera (presidente di Pirelli), Paolo Astaldi (presidente dell'omonimogruppo) e Carlo Pesenti (ad di Italcementi). Va infine segnalatal'adesione di Luigi Guatri, professore emerito e vicepresidente delconsiglio dell'Universita' Bocconi, nonche' del dg di Banca Mps AntonioVigni, partecipazione quest'ultima ancora piu' significativa. Gli istitutidi credito sono per definizione in posizione anche speculativa sui titolidi Stato, ma Vigni ha voluto riaffermare questo suo impegno personale.red/alb
 
CRISI: CRESCITA QUASI NULLA PER PIL GERMANIA NEL 2* TRIM (+0,1%)
(ASCA) - Roma, 16 ago - Crescita quasi nulla per il Prodottointerno lordo della Germania che, nel secondo trimestre, hamostrato un incremento congiunturale dello 0,1%, sotto leattese degli analisti che si attendevano un incremento dello0,4%. Su base annua, la crescita del Pil normalizzata per igiorni lavorativi e' stata del 2,7%.sen/
 

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