Mah, se devo dirla tutta, io ho una preparazione di tipo economico giuridico. Due discipline, obiettivamente, di una tristezza assoluta

. Forse il diritto, che quelli bravi considerano scienza esatta, mi intrippa di più fra le due, perché, in un certo senso, consente di attribuire regole ai numeri espressi dalla prima, mentre non risulta accertabile il suo contrario, se non per gli sfigati cui si applica il costituzionalissimo principio che la legge è uguale per tutti gli sfigati, appunto. Poi, a ben vedere, tanto esatta non è nemmeno la seconda disciplina, diversamente non se ne discuterebbe così a lungo, con interpretazioni utili solo a chi ci vuole guadagnar sopra, confermando, qualora ce ne fosse di bisogno, che è impiegata e stravolta solo per fini economici e, quindi, bene faccio a trattare entrambe con il distacco con cui vanno trattate le materie servili. E non era certo negli intenti di Giustiniano prima e di Napoleone, poi, assistere alla degenerazione delle loro creature, ça va sans dire.
Cmq, io da sempre ho la passione per la fisica. Perché sono curioso. E’ l’unico ambito nel quale c’è tutto quello che regola tutto. Dal micro al macro: racchiude l’universo; dico racchiude e non rinchiude perché l’universo dicono sia in espansione, vorremo lasciargli una way out..., una qualche finestra di dubbio dalla quale evadere. E l’elemento straordinario di questa materia è che, pur avendo un spazio applicativo infinito, i suoi estremi micro/macro, apparentemente così distanti, sono congiunti da un unico filo conduttore: l’invisibile. Possibile che, se Dio esiste, abbia deciso di raccogliere il tutto in un campo invisibile ?? E’ quasi diabolica questa condizione. Tocca ammettere che chi l’ha pensata aveva almeno un secondo fine: quello di farci ragionare con la testa e non con gli occhi. Il primo fine invece rimane il sogno di tutti i fisici: l’unificazione di tutte le teorie. Credo creperemo ben prima di averle unificate e penso darà un bene. Per tutti. Per me, di sicuro, perché poi il giocattolo non avrebbe più la stessa attrattiva.
Ma nessuno di voi, durante le vostre inutili giornate passate a cercare di intuire ciò che torna utile solo per farvi sopravvivere, si pone il dubbio di cosa sta facendo per gli altri ? O pensate che sia stato solamente e fortunosamente un’infinitamente più elevato quoziente intellettivo ad agevolare le scoperte di Paul Dirac ? E non magari, un più consapevole ed inesauribile spirito di ricerca di quel “qualcosa” che tornasse utile all’umanità prima che al proprio ego personale ? E’ chiaro che l’invisibile fa paura. Tutto ciò che non vediamo può far paura. Ma non fa paura per quanto sia pericoloso in se, ma per l’uso che se ne potrebbe fare.
E ciò nonostante, pare che pochi abbiano paura della borsa, che pur racchiude l’imperscrutabilità di quelle che sono delle autentiche provocazioni paradossali: le candele successive, che saranno anche accese, ma rimangono altrettanto invisibili.
Borsa e fisica sono collegate. Pensarle scollegate è solo paura.