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Piazze contro il suo governo,

maggioranza che si scolla,

soprattutto l’invasione del Covid ovunque.


Nel mare in tempesta, Giuseppe Conte afferra la ciambella di salvataggio dei famosi ristori:
sta promettendo tutto a tutti, d’altronde ha detto che non avrebbe firmato il dpcm
se non avesse avuto la certezza di avere i soldi per le categorie colpite e affondate, t’ammazzo ma ti pago.



In conferenza stampa si è visto un presidente del Consiglio rassicurante al limite dell’imbonimento, in effetti non aveva molte altre scelte:
l’avvocato del popolo gioca dunque l’unico asso che ha nella manica, i soldi (oltre 5 miliardi) grazie al decreto che promette indennizzi
che arriveranno in tempi rapidi, ha assicurato il ministero dell’Economia:
ed è proprio sulla velocità dell’arrivo sui conti correnti di questi soldi la scommessa a questo punto storica del governo Conte 2.


O la vince o stavolta rischia davvero di essere inseguito per strada.


Ma il presidente del Consiglio spera che il balsamo dei ristori lenisca i dolori del Paese: sarà un calcolo giusto?

L’interrogativo è legittimo anche perché la protesta è forte, la pentola in ebollizione ha fatto saltare il coperchio
e se qui le cose non cambiano la questione può diventare preoccupante sul serio.

Non è ancora una mobilitazione di massa, quella che vediamo, non ci sono sigle, leader e, diciamo così,
non c’è politica in senso stretto ma questo è già successo molte volte: all’inizio scocca una scintilla e poi quando scoppia l’incendio è troppo tardi.

Non siamo davanti a un movimento di lotta ma a una protesta di difficile quantificazione
che però già trova dei tratti forti di asprezza – scontri a Roma, Torino, Napoli – mentre altrove la protesta è stata composta, civile.


Nelle grandi città scoppiano gli incidenti perché, come è stato rilevato, sulla pacifica mobilitazione di ristoratori, commercianti e quant’altro
si innesta la strumentalizzazione violenta di organizzazioni antagoniste.

Mancando un substrato socio-economico su cui costruire un’operazione di attacco al potere politico
ecco che si affacciano e si intrecciano incazzature di vario tipo e stavolta il confine fra estremismo di sinistra
ed estremismo di destra è labilissimo, anzi non si scorge proprio.

E infatti i due estremismi diventano preda allo stesso modo di un’ulteriore e tremenda strumentalizzazione,
quella della camorra (a Napoli) e individuati, sia quello fascista che quello antagonista, come comodi alleati dagli sbandati delle curve degli stadi.

Il momento è dunque drammatico.

Ne è consapevolissimo il capo dello Stato Mattarella, che ha incontrato Conte e gli altri ministri che fanno parte del Consiglio supremo di Difesa.

Il Colle è preoccupato per le divisioni nella maggioranza, con Partito democratico e Italia viva ai ferri corti,
Zingaretti insoddisfatto di Conte, Renzi individuato come il killer del governo.


Si farà un punto politico decisivo dopo gli Stati generali dei Cinquestelle,
ed è abbastanza grottesco che la verifica di governo debba attendere una riunione via zoom del partito di Vito Crimi ma questa è la situazione.


Con il presidente del Consiglio aggrappato alla ciambella di salvataggio, fra onde altissime.
 
Questa una parte della circolare che il Ministro degli Interni ha inviato ai Prefetti.


"Raccomandazioni

Nel d.P.C.M. 24 ottobre 2020, come già in precedenti provvedimenti, si rinvengono
alcune nuove previsioni di contenuto esortativo, formulate in termini di raccomandazione,
le quali, benché non correlate a sanzioni, intendono sollecitare l'adozione di comportamenti
ispirati alla massima prudenza e al senso di responsabilità dei singoli.

Mobilità personale (art.1, comma 4)
Rientra nel novero delle suddette previsioni l'articolo in epigrafe, con il quale viene
fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto,
pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per
situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi.

Si fa presente che, trattandosi di raccomandazione, non occorre che le persone
interessate ai suddetti spostamenti siano munite di autodichiarazione, redatta ai sensi degli
artt. 46 e 47 del d.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445.

Resta ferma, invece, la necessità di giustificazione degli spostamenti in tutti
i casi di limitazioni alla mobilità introdotte con provvedimenti più restrittivi di ambito regionale."


E' chiaro e palese che la giustificazione agli spostamenti è valida dall'orario indicato di chiusura agli spostamenti.
Il Lombardia le ore 23.00

Però in TV degli ignoranti hanno preso in giro il ministro, che ha detto LA VERITA'
Ed i giornalai, pure.

“Nelle regione in cui c’è il coprifuoco non vige uno stato di polizia.
Col coprifuoco si può uscire. Se lei deve andare dalla fidanzata…non so, se ha una necessità può uscire”.


E’ quanto affermato da Paola De Micheli, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture,
durante un confronto con il direttore di Libero a DiMartedì, su La7.


Una gaffe imbarazzante che palesa l’altrettanto sconcertante ignoranza di un esponente del governo,
oltretutto proprio in una materia in cui dovrebbe essere ferratissima.

Ma come, proprio il ministro dei Traporti non sa che se in una città è in vigore il coprifuoco,
ovvero le restrizioni orarie notturne, non si può affatto uscire di casa per andare a trovare chicchessia?


LEI SI RIFERIVA ALLA VISITA ALLA FIDANZATA PRIMA DELLA SCADENZA ORARIA.
 
Ieri si è riunito il Consiglio Supremo di Difesa, organo presieduto dal presidente della Repubblica,
che contiene Ministro degli esteri della Difesa, degli Interni, Presidenza del Consiglio ed altre cariche chiamate caso per caso.


Data l’emergenza Covid-19 e le tensioni sociali si può pensare che il Consiglio Supremo di Difesa
si sia riunito per predisporre misure di sicurezza interna ed evitare altri eventi di vandalismo,
pur nel rispetto del più che legittimo diritto di manifestare.


Invece si sono riuniti per … boh….


Un estratto del testo del verbale che potete trovare nel sito del Quirinale:


Il Consiglio, dopo aver espresso riconoscenza a tutte le articolazioni della Difesa, che stanno fornendo il loro prezioso contributo,
con assetti sanitari, logistici e operativi, alla risposta nazionale alla pandemia da COVID-19,
ha fatto un punto di situazione sulle principali aree di instabilità e sulla presenza delle Forze Armate nei diversi Teatri Operativi.


L’emergenza sanitaria ha prodotto una crisi globale con conseguenze di natura sociale ed economica
che rischiano di accentuare la conflittualità in diverse aree del mondo.
È indispensabile in questa fase un rilancio del multilateralismo, della solidarietà e della cooperazione in tutti i campi.


Il terrorismo transnazionale resta una minaccia, soprattutto nelle aree più fragili.
La criticità dell’attuale situazione impone di non abbassare la guardia e di continuare a contribuire con decisione alle iniziative tese a contrastare il fenomeno.


L’innalzamento del livello della tensione nel Mediterraneo Orientale desta preoccupazione.
Il Consiglio ha auspicato il rispetto delle convenzioni internazionali e un’azione coordinata volta a scongiurare i rischi di escalation,
al fine di garantire la stabilità di un’area strategica per gli interessi nazionali.


In Libia è essenziale uno sforzo congiunto della Comunità Internazionale affinché la tregua in atto
possa essere consolidata senza le ingerenze di attori terzi, permettendo una soluzione diplomatica
gestita dalle Nazioni Unite che vada ad esclusivo vantaggio del popolo libico.




Il Consiglio ha espresso vicinanza al popolo libanese, duramente colpito dalla sciagura del porto di Beirut.
L’Italia conferma il proprio impegno a ogni forma di collaborazione orientata a consentire una rapida risoluzione dell’emergenza e un ripristino della normalità.


In Iraq e Afghanistan si conferma il forte impegno a sostenere lo sforzo internazionale nella lotta al terrorismo.
L’impiego dei contingenti nazionali dovrà avvenire con approccio condiviso e in stretto coordinamento con gli alleati.


La NATO e l’Unione Europea restano i pilastri della politica di sicurezza e difesa nazionale.
L’Italia è impegnata con convinzione nel preservare e rinnovare la valenza delle due Istituzioni,
fondamentali per la pace e la prosperità dei popoli. In un contesto reso più instabile dagli effetti della pandemia,
la saldezza di questi Organismi costituisce un punto di riferimento per il rilancio dei Paesi membri.


Il Consiglio ha quindi analizzato il processo di ammodernamento delle Forze Armate.
Gli investimenti della Difesa favoriscono lo sviluppo dell’intero Sistema Paese e fungono da traino soprattutto nei settori ad elevata tecnologia.
È auspicabile coniugare la maggiore richiesta di sicurezza con le opportunità di crescita offerte dal comparto.
Ciò richiede certezza nell’allocazione pluriennale delle risorse, anche per consentire una proficua sinergia con l’Industria nazionale della Difesa e dell’Aerospazio.


In tale quadro, si è infine convenuto sulla necessità di effettuare una verifica della Legge 244/2012
“Revisione dello Strumento Militare Nazionale”, al fine di individuare eventuali correttivi in relazione al mutato contesto di riferimento,
e di procedere al completamento del processo di riforma della Difesa in senso unitario e interforze, in linea con i dettami della Legge 25/1997.



Quindi il COVID-19 ha causato dei casi “di accentuare la conflittualità in diverse aree del mondo”, globalmente, MA NON IN ITALIA.

In Italia non ci sono problemi di ordine pubblico, tutto è perfetto, va tutto liscio, in piazza non c’è nessuno etc.

Che strano, a me sembrava che le cose andassero molto diversamente, che ci fossero scontri, scioperi spontanei, proteste, scontento.

Quindi quello che avete letto è è il verbale del “Consiglio Supremo di difesa” del pianeta Marte,
noto per la sua noiosa monotonia, oppure, semplicemente, non racconta tutto quello che si sono detti.


La seconda versione è la più inquietante.
 
Oggi i TG alla grande con il terrorismo mediatico.
Ma non vi fa specie che non mandino una immagine - dico UNA - dei pronto soccorso presi d'assalto dalla popolazione ?



«Il tampone è una stronzata». Ronaldo, in quanto positivo al coronavirus, attualmente non può giocare, eppure è asintomatico e si sente benissimo.

Di qui lo sfogo rivolto ai suoi 241 milioni di follower, con tutta la stampa che lo ha accusato di «negazionismo», «incoscienza» e così via.

A prendere le difese di CR7, però, è accorso Matteo Bassetti.


«Credo che Ronaldo abbia rappresentato il sentimento di molti italiani», ha dichiarato Bassetti ai microfoni dell’Adnkronos.

«Non condivido l’espressione usata, che è volgare, ma ha detto una cosa che molti pensano.
Il tampone ha un grande significato nel tracciamento, però oggi stiamo per avere un Paese
che rischia di finire ingessato dalla strategia dei tamponi».


«la gente considera il positivo al tampone un appestato uscito dal reattore di Chernobyl, dobbiamo finirla.
Ronaldo ha detto una cosa violenta ma condivisa, e non vuol dire essere negazionista», taglia corto Bassetti.



«Il mio invito è ad avere un atteggiamento di consapevolezza e anche di appropriatezza di utilizzo
di questi test diagnostici: in Italia se ne è fatto un uso improprio»
.
 
E' talmente ignorante in materia, che praticamente ha dato ragione a Zangrillo.
Siete mai stati in un pronto soccorso ? Personalmente parecchie volte e la situazione
- anche prima del covid - è quella descritta da Zangrillo.
La persona che si presenta per un dolore, la mamma che ha il bambino con la febbre .........
tutte persone che dovrebbero essere seguite dai medici di famiglia. Esistono e sono pagati per questo.
Ma se ne fregano. La soluzione adottata da un medico di famiglia e testata direttamente ?
.....far cadere la linea telefonica.


Quando non si riesce a svolgere il proprio mestiere con lucidità forse è meglio prendersi una vacanza.

Sempre che si tratti di poca lucidità, chiaramente, e non di lassismo voluto e calcolato per dare sponda
a una certa narrazione allarmista-apocalittica e soprattutto pro-lockdown nell’ambito dell’epidemia di coronavirus.



Prendiamo ad esempio lo sfondone – quello sì, davvero apocalittico – di Beppe Severgnini,
che nella giornata di ieri ha cercato di contestare le cifre relative all’affluenza dei sintomatici di Covid
al pronto soccorso del San Raffaele snocciolate ieri da Zangrillo (primario della struttura).

Zangrillo, durante l’ennesimo tentativo di portare calma e razionalità sul discorso,
aveva affermato che la maggioranza dei pazienti risulta essere costituita da codici verdi.

«Noi vediamo che il 60% dei pazienti che giungono in ospedale sono pazienti che vengono dimessi entro le 9 ore successive.
Quindi sono i cosiddetti codici verdi».

Il riferimento era chiaramente a coloro che accusavano una lieve sintomatologia da Covid-19, non tutti i pazienti del pronto soccorso.

Il problema, in sunto, sta in tutti coloro che soffrendo di sintomi lievi, si rivolgono terrorizzati alle strutture ospedaliere,
assediandole, invece di allertare il medico di famiglia.


Apriti cielo: l’editorialista del Corriere, tutto gongolante e sicuro di avere colto Zangrillo il fallo, twitta,
menzionando il professore e sostenendo che

«le cose non stanno così. Questa la situazione nel Pronto soccorso del suo ospedale, mezz’ora fa».

E correda il tweet di una screenshot che mostra i dati di affluenza del Irccs San Raffaele Generale.

Codice rosso 7 persone, giallo 41, verde 38.
 
Quando ho visto questo video, ho fatto un balzo sulla sedia: forse senza che gli autori lo volessero,
è la descrizione perfetta del meccanismo mentale che, in questi mesi, ha fatto scattare la dittatura del pandemicamente corretto.


Perché, specialmente per effetto della pressione sociale, o di impulsi primordiali come la paura, diventa difficile esercitare il pensiero critico.

Diventa difficile, semplicemente, usare la logica e ragionare con la propria testa..

E per chi vuole imporre una “verità ufficiale”, la strada è tutta in discesa.


Godetevi questa brevissima lezione di filosofia.

E ritrovate, insieme a me, il coraggio di dire le cose come stanno, anche quando è scomodo,
anche quando tutti vorrebbero farvi credere che le foglie non sono verdi in estate.

 
Partiamo dalla definizione dello strumento SURE seguendo le informazioni reperibili sul sito della Commissione europea.

Il Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency
(cioè il sostegno temporaneo per mitigare i rischi di disoccupazione in caso di emergenza – SURE)
è disponibile per gli Stati membri che hanno necessità di assistenza finanziaria per combattere la crisi economica e sociale
causata dall’epidemia di coronavirus, in particolare per la conservazione dell’occupazione e fino a 100 miliardi di euro
sotto forma di prestiti forniti direttamente dall’UE e garantiti da quote proporzionali e volontarie degli Stati membri.

Quindi il SURE è uno dei metodi secondo il quale si esprime il modello di solidarietà dell’Unione Europea,
si chiedono dei prestiti sui mercati finanziari garantiti dagli Stati aderenti (cioè ci si indebita con i mercati in loro nome)
e poi si girano questi prestiti agli stati che richiedono aiuti.

Da tenere presente, però, che quando si chiedono prestiti direttamente ai mercati bisogna avere la capacità di poter garantire il loro rinnovo,
secondo il principio che nessuno stato ripaga il suo debito ma tutti gli stati devono essere in grado di rinnovarlo,
ma se invece ci si indebita con la Commissione europea bisogna davvero essere in grado di ripagarlo
in quanto si creano crediti privilegiati e si accettano vincoli politici nei confronti della stessa Commissione
.

Si va oltre, insomma, alla dimensione monetaria / finanziaria e si entra nella dimensione politica / sociale.

Il Consiglio europeo ha già approvato un totale di 87,9 miliardi di euro di sostegno finanziario a 17 Stati membri,
sulla base delle proposte della Commissione.

Le prime rate, del valore complessivo di 17 miliardi di euro, sono state erogate all’Italia, alla Spagna e alla Polonia.

I Paesi che hanno richiesto il sostegno sono quelli nell’infografica di seguito







Come si nota non ci sono, tra i richiedenti, paesi come la Germania o la Francia
mentre l’Italia sembra voler fare largo uso dello strumento.

La Commissione europea, dunque, ha già emesso la prima obbligazione SURE da 17 miliardi di euro

divisa in una da 10 miliardi di euro con scadenza nell’ottobre 2030,

e una da 7 miliardi di euro con scadenza nel 2040.


Un successone, visto che la domanda ha superato di 13 volte l’offerta disponibile,
il che ha permesso di spuntare un prezzo molto favorevole per entrambe le obbligazioni.

Del resto sta succedendo la stessa cosa anche per le normali emissioni di Bot e Btp che l’Italia sta facendo in proprio,
niente di particolarmente esaltante in fondo, considerando oltretutto che i Bond tedeschi rimangono comunque più convenienti
(da emettere ovviamente, perché chi compra evidentemente ci rimette).


La cosa interessante è andare a vedere l’infografica seguente che mostra chi sono i compratori di questa prima tranche di obbligazioni SURE





Ebbene, prime in tutti i casi le Banche Centrali nella classifica degli enti investitori e primi, tra i paesi compratori, la Germania, la Francia e UK.

Quali conclusioni possiamo trarne?

Tantissime, ma bisogna prima di tutto notare che uno strumento come il SURE,
affiancato da tanti altri strumenti in voga nell’ultimo periodo, non fanno altro che rinforzare l’idea della scarsità dello strumento moneta.

E quando rendo scarsa la moneta posso far indebitare le persone, le quali,
convinte di non avere alternative dalla martellante propaganda,
non ragionano più sullo strumento moneta in sé ma sulla migliore opzione di indebitamento:

“poiché devo indebitarmi per forza, che strumenti ho per farlo?”.


Chiudo allora con due considerazioni, rimanendo sull’ultima immagine e lasciando il resto ai lettori.

Gira che ti rigira, alla fine il debito lo comprano sempre le banche centrali e più queste sono interessate,
più i tassi di interesse scendono e il debito stesso rimane sotto controllo … poteva farlo Banca d’Italia
oppure la BCE senza la sofferenza di dover inventare tante sigle nuove,
ma facendolo si sarebbe rinunciato all’esercizio del potere che può dare solo l’idea della scarsità.

E per capire bene la differenza tra chi presta comprando debito (Germania, Francia e UK)
e chi invece i prestiti li chiede, c’è la Bibbia (Deuteronomio 15,6)

“…e tu presterai a molte genti, e non prenderai nulla in prestito; signoreggerai su molte genti ed esse non signoreggeranno su di te.”
 
Ne abbiamo almeno 2 in cerca di visibilità....."lui" ed il berlusca.
Che danni possono fare ? .....immensi.



«Questo modo sbrigativo di rispondere alle critiche mi sembra più adatto a un populista che a un premier.
Che vuol dire giochini politici? Vorrei ricordare che senza i miei giochini politici di un anno fa
oggi Conte farebbe il professore all’Università di Firenze.
E in queste ore si occuperebbe di come funziona la didattica online da Novoli, non di Dpcm».

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«Io faccio politica, non giochini. E suggerisco al premier di farsi aiutare dalla sua maggioranza anziché considerarsi depositario della verità.
Vogliamo dare una mano, ma fare politica per noi non è una parolaccia. Non siamo populisti noi»,

«Il decreto è tecnicamente sbagliato perché non poggia su dati scientifici, ma sulle ansie di alcuni ministri preoccupati.
È un decreto che non riduce il numero dei contagiati, ma aumenta il numero dei disoccupati.
Fomenta le tensioni sociali di un Paese diviso tra garantiti e non.
Crea un doppio binario sui ristori economicamente insostenibile nel medio periodo».


«L’utilità del Dpcm dal punto di vista sanitario è tutta da dimostrare.
E' certo dannoso a livello economico e sociale.
Tradisce una visione ottocentesca della cultura vista come mero divertimento di cui si può fare a meno
e non come pilastro – anche economico – della nostra identità.
Preoccuparsi dei cinema e dei teatri senza aver fatto funzionare trasporti e tamponi è umiliante».

«servono decisioni basate su valutazioni scientifiche e non su emozioni irrazionali.
Dovremo convivere con il virus ancora per qualche mese:
proprio per questo occorre organizzarsi in modo lucido, non con scelte improvvisate».
 
Ieri è stata una giornata molto pesante per i mercati energetici,
con il petrolio WTI (ma anche il Brent lo ha seguito) che ha perso quasi il 4% ed ha toccato un minimo mensile.






Anche se sembra un fatto positivo questo movimento al ribasso costerà molti posti di lavoro in giro per il mondo
nel settore senza dare nessun particolare vantaggio economico ai consumatori.


A dare il tocco della morte al petrolio, con già molti problemi dal lato dell’offerta,
come metteremo in evidenza a breve, è stata la signora Lagarde, presidente della BCE che:


Ha avvertito che c’è un chiaro deterioramento delle prospettive e che la ripresa nell’area dell’euro sta “perdendo slancio più rapidamente del previsto”.


A parte che la ripresa non è mai partita, notiamo che sottolinearlo, da parte di un presidente / governatore di Banca centrale,
significa gettare un po’ di benzina sul fuoco dei mercati, tanto per utilizzare un termine legato al settore petrolifero.

Chiaro che comunque la seconda ondata che tutti hanno ignorato in primavera (Gualtieri in primis.. ma lui suona la chitarra)
manderà a picco la ripresa nel vecchio continente.


Altro che rimbalzo fortissimo!!


Per quanto riguarda invece il lato dell’offerta si sta producendo un eccesso non previsto.

Infatti:
  • le scorte immagazzinate negli USA sono cresciuto più di quanto previsto;
  • la riapertura da parte dei Bengasi della produzione ha fatto crescere notevolmente l’offerta di petrolio libico;

Allo stato attuale l’unica parte del mondo dove la domanda petrolifera è sostenuta ai livelli degli scorsi anni è la Cina,
che però è un acquirente molto attento al prezzo e legato in modo sempre più stretto al prodotto iraniano.


In assenza di una soluzione per il problema Covid-19 e di ulteriori tagli alla produzione potremmo assistere a cali ulteriori del prezzo del petrolio.
 
Cos’è la Libertà?


È vero.

Libertà non significa
fare ciò che ci pare,
provocando il male degli altri.

Ma non significa neppure
non fare niente, consentendo
agli altri di fare il tuo male.

Libertà non significa restare
vivi, vegetare, sopravvivere
a qualunque costo.

Libertà significa Vivere
liberi. A qualunque costo
.


[Giuseppe Palma]
 

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