Trading...Pensieri e Parole

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A marzo c’era stato “l’effetto sorpresa”.

Tre generazioni che avevano ignorato guerre e pestilenze, al cospetto del virus si gettavano tra le braccia del Presidente del Consiglio,
il comandante in capo al timone della nazione. Tutti felici e contenti, tra canzoni sui balconi e fritture di pesce postate sui social.


Tricolore, inno nazionale e cene in famiglia, il tutto contornato dallo slogan “andrà tutto bene“.

Un intero popolo ligio alle regole, pronto a puntare il ditino accusatore contro chi osava correre in solitaria su una spiaggia.
Il runner anonimo impersonava il nuovo untore, un nuovo Gian Giacomo Mora.
Restate a casa!“, tuonavano quelli del comitato tecnico-scientifico,
Restate a casa!“, ripetevano a tamburo battente le trasmissioni televisive.
Arresti domiciliari” dall’11 marzo al 3 maggio, la cosiddetta Fase1.



Il governo aveva promesso che nessuno sarebbe rimasto indietro, ma a conti fatti – purtroppo – non è stato così:
in alcuni casi la cassa integrazione di marzo è arrivata a giugno,
quella di aprile a settembre e ancora oggi in tanti non hanno preso quella dei mesi successivi.

Per le partite Iva ancora peggio.

Nella migliore delle ipotesi hanno ottenuto dallo Stato i 600 euro di marzo (pagati a maggio),
quelli di aprile (pagati a luglio) e i 1.000 euro di maggio erogati ad agosto: 2.200 euro in tre mesi,
nemmeno il costo del canone di locazione di una mensilità. Stesso discorso per bar, ristoranti, barbieri etc.
Ma l’avevamo scampata.

Certo, al costo di vedere le libertà costituzionali soppresse con semplice atto amministrativo,
i famosi Dpcm, ma alla fine la pellaccia l’avevamo portata a casa.


A luglio il virus sembrava scomparso e tutti ci apprestavamo a ritornare alla normalità.

Se anche ci fosse una seconda ondata, ripeteva spavaldo Conte, stavolta abbiamo il servizio sanitario all’altezza di affrontare la situazione.

Prudenza e attenzione sempre, ma marzo-aprile erano ormai alle spalle,
quando il lockdown era stato giustificato dal fatto che non c’erano posti sufficienti in terapia intensiva.

Già a giugno si parlava di 11.000 posti letto al cospetto dei 5.000 di marzo.

Seimila posti in più ci faranno stare tranquilli.


Pochi giorni fa la doccia fredda.

Mentre i ricoverati in terapia intensiva aumentavano (ad oggi sono circa 1.800),

viene fuori che le terapie intensive disponibili non sono 11.000 ma poco più di 6.600,

vale a dire appena 1.500 in più rispetto a marzo.

In pratica da maggio ad ottobre Conte e la sua maggioranza,

invece di attrezzare gli ospedali in vista della seconda ondata,

hanno perso tempo a parlare di monopattini, bonus vacanze e banchi a rotelle.




Col numero di contagi giornalieri attorno alle 31.000 unità (su circa 210.000 tamponi quotidiani),
anche se per il 94% asintomatici o lievemente sintomatici, il governo pensa ora ad un nuovo lockdown, forse locali o regionali:
le terapie intensive non sono sufficienti ed occorrono misure drastiche.

Sei mesi persi nel nulla, quindi a pagare il prezzo economico e sociale più alto saranno ancora famiglie, imprese e partite Iva.

La povera gente.

Dipendenti pubblici in smart-working a stipendio invariato

(coi ristoranti costretti a chiudere anche a causa della follia del “lavoro agile”),

milioni di imprese e partite Iva alla fame.

Un Paese non più unito come a marzo, ma profondamente diviso e lacerato:

i garantiti che si fanno i fatti loro contro i non garantiti abbandonati dallo Stato.

E per di più coi primi che puntano il ditino moralista verso i secondi.


Nel mezzo il governo, unico responsabile dei ritardi sia in ambito sanitario che economico.



Settimana scorsa Conte e Co. hanno chiuso ristoranti e bar alle ore 18,
ristorandoli con 1.000 euro in un mese, neanche il costo dell’affitto di un piccolo ristorante.

Elemosina e nessun rispetto della dignità umana.

Da lunedì potrebbe arrivare addirittura un nuovo lockdown, probabilmente a macchia di leopardo, ma pur sempre lockdown.

Altri danni economici ad un Paese già profondamente segnato dalla “reclusione” di marzo-aprile e dalla crisi economica.


Ma se otto mesi fa il popolo aveva seguito e avallato in tutto e per tutto la linea di Conte, stavolta sarà l’esatto contrario.

Da una settimana decine di migliaia di ristoratori, baristi e partite Iva sono scesi in piazza per protestare con forza contro il governo,
che prima ha imposto loro regole protocollari assurde – ma ugualmente rispettate – e poi li ha fatti chiudere di nuovo.

Tra due giorni ulteriori misure restrittive anche per altre categorie, e forse pure rigide chiusure regionali o locali.

Ma stavolta, a differenza di marzo, manca “l’effetto sorpresa“:
in otto mesi il governo non ha potenziato adeguatamente il servizio sanitario nazionale, rendendo ora necessarie nuove chiusure,
litigando tra maggio e luglio su come sperperare i soldi (monopattini e banchi a rotelle).


Un vortice di totale idiozia scaricata per la seconda volta su famiglie, partite Iva e imprese.


E bene ha fatto l’opposizione a non accettare l’odierno invito di Conte a partecipare alla “cabina di regia” decisionale in queste ore difficili.

Otto mesi in cui il centrodestra, maggioranza nel Paese, è stato umiliato
da telefonate del Presidente del consiglio a Salvini, Meloni e Tajani
cinque minuti prima di andare in diretta facebook per annunciare decisioni già prese, blindate.

Ora Conte aveva bisogno dell’opposizione per condividerne le ulteriori decisioni drastiche e l’insuccesso politico.

Troppo tardi.

Il centro-sinistra è ormai prossimo ad essere investito totalmente dalla legittima reazione popolare, quella della brava gente.


A marzo-aprile il popolo è stato responsabile, canterino sui balconi e rispettoso di tutte le regole.

Adesso ve lo ritroverete tra le strade a protestare, in un Paese che avete colpevolmente distrutto e lacerato.


Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
 
qui invece ti rimembri?

 
Prendiamo innanzitutto i tamponi.

Ce lo hanno detto in tutti i modi che la curva dei “contagi” basata sui tamponi è fallace,

e lo è perché, come dice il bugiardino, produce falsi positivi e risultati incrociati con altri patogeni.


Bugiardino reagente Xpert
Bugiardino del reagente tamponi pcr Xpert

Che dia risultati incrociati con altri patogeni, è scritto nero su bianco nelle avvertenze del reagente,
il quale specifica che il tampone è semplice strumento di ricerca clinica e NON strumento diagnostico,
come lo sarebbe invece l’analisi sierologica e la sintomatologia clinica.

Del fatto che i tamponi PCR non riescano a distinguere il covid dalla semplice influenza A o B e il semplice raffreddore da adenovirus,
ce ne parla la ricerca di un tampone per distinguerli, ad esempio da parte dello Spallanzani:









Tant’è che dell’inaffidabilità dei tamponi PCR ne parlò anche un articolo del New York Times ad agosto
(cfr. Your Coronavirus Test Is Positive. Maybe It Shouldn’t Be.)
che aveva riferito come una serie di scienziati avessero messo in evidenza che l’amplificazione dei cicli del test,
rileva pure ombre di un frammento di un virus, che non vuole dire niente.



E infatti sta circolando una denuncia, da scaricare e presentare, nella speranza che qualche procura se ne occupi,
e che diventi una class action, che sottolinea tra le altre cose una dichiarazione congiunta del Dott. Fabio Franchi Medico,
infettivologo Esperto di virologia, della dott.ssa Antonietta Gatti Scienziata Esperta di nanopatologie,
del dott. Stefano Montanari, Farmacista Ricercatore scientifico e nanopatologo, e del Prof. Stefano Scoglio, Ricercatore Scientifico,
Candidato Premio Nobel per la Medicina 2018 sull’inaffidabilità dei tamponi e della loro inattendibilità nella decisione di quarantene o lockdown vari.

Essa comprende anche uno studio del Prof Scoglio, certificato dall’Istituto sanitario di Sanità,
in cui si conclude che i tamponi producono fino al 95% dei falsi positivi.

I dettagli della denuncia si trovano presso questo studio legale Denuncia querela.

Ci continuano a terrorizzare pertanto per un aumento dei positivi, utilizzando il tasso RT, cioè di contagiosità,
come unico criterio per acuire le restrizioni mentre i contagiati NON sono malati.

Infatti per ammissione dello stesso premier Conte testé alla Camera, il 95% dei “positivi” sono asintomatici e/o paucisintomatici,
possono tranquillamente curarsi a casa, mentre ci si limita a segregarli in casa, ai domiciliari.


Se estrapoliamo il dato del tasso di contagio sui tamponati, significa che il tasso di positivi tra i testati è del 14%,

pertanto significa che saremmo oggi su 60.244.639 quasi 8 milioni e mezzo di positivi,

e questo dato rimetterebbe in prospettiva tutti gli altri dati, facendo crollare la mortalità allo 0% diario, allo 0.06% annuo!



Si, ma dice, le terapie intensive (ieri erano 1939 in totale) stanno aumentando e anche i decessi (ieri 208) come i ricoveri .


Punto primo, bisogna vedere come vengono rilevati i decessi e ricoveri intensivi Covid.

Cioè, si rimanda al punto sopra.

Nel senso che vogliamo conoscere la percentuale di persone con numerose malattie pregresse, o già ricoverate in ospedale,
che si prendono una polmonite scambiata per Covid con il tampone, così come gli anni scorsi si prendevano il clostridium difficile.

A dimostrazione del fatto che lo stato del sistema immunitario è tutto.


E dovrebbe insospettirci sulla catalogazione dei “malati” Covid, anche la dichiarazione di Bertolaso,
che ogni paziente Covid frutta all’azienda ospedaliera 2000 euro per giorno.


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La situazione dell’occupazione delle terapie intensive, al momento NON è critica, come spiegato pure da Conte,
si vede che il brusio della verità gli è giunto alle orecchie talmente forte che ha pensato bene di riparare alle figuracce fatte nel passato.

Ma certamente non esce con una bella figura perché vi è uno hiatus – una dissociazione –
tra la premessa del suo discorso e le conclusioni (maggiori restrizioni economiche).


La situazione al 30 ottobre è questa (e Conte ha parlato di un totale di 10181 terapie intensive):





Significa che non vi è alcuna emergenza sanitaria? Nient’affatto.

Le terapie intensive si sono regolarmente saturate nei periodi invernali,
il sistema sanitario versa in uno stato obbrobrioso, prossimo al collasso,
da anni quanto a numero di ospedali, molti vengono chiusi, a materiale e a carenza di personale.

L’emergenza sanitaria vi è tutta, poiché per la scusa del Covid vengono rimandate operazioni indifferibili
(700 000 operazioni essenziali secondo il Dott. Poltrone), e si moltiplicano i casi di decessi in pronto soccorso
(ictus, infarti o incidenti) di persone non assistite tempestivamente perché devono aspettare l’esito del tampone.


Vorremmo avere una quantificazione di questi casi non assistiti per misurare il grado di crimine contro l’umanità che si sta consumando sotto i nostri occhi.


Crimine contro l’umanità che si sta perpetrando nell’impossibilità di visitare i parenti in ospedali, gli anziani nelle RSA e i moribondi negli hospice.

Una barbarie inammissibile che tra l’altro mette al riparo da occhi indiscreti e amorevoli, quello che succede negli ospedali.


La clorochina che aveva permesso al Dott Raoult di azzerare la curva dei decessi in quel di Marsiglia
è stata vietata in Francia – e lui sta facendo ricorso – resa indisponibile, e anche sconsigliata in Italia.

Di plasmaferesi che è una pratica che funziona, come sappiamo, e collaudata oltre che gratuita, non se ne parla più.

Solo rimane il Remdesivir della Gilead, poiché l’UE ha comprato grosse quantità da smaltire
solo che secondo lo stesso Dott Raoult è tossico per i reni ed inefficace.

Gli ospedali, da quanto mi dicono, non possono più curare in scienza e coscienza ma solo secondo protocolli calati dalle case farmaceutiche e OMS.

Pure una influenza in un anziano, curata secondo un protocollo Covid, può diventare doppiamente letale,
soprattutto se si è vaccinato contro l’influenza (come dimostrato in questa raccolta di studi scientifici
Pentagon Study: Flu Shot Raises Risk of Coronavirus by 36% (and Other Supporting Studies) • Children's Health Defense).


E per i decessi, idem di quanto sopra, il vero dato è il raffronto tra i decessi alla stessa epoca l’anno scorso con quelli di oggi.

Questo dato l’ISTAT non lo ha ancora ma possiamo fare questo raffronto per la prima parte dell’anno 2020 fino ad agosto
con l’anno precedente, come spiegato da Fabio Duranti in Radio Radio.


Le curve dei decessi sono sovrapponibili a Roma e a Napoli, ma non a Bergamo,
dove sono sovrapponibili in tutti i mesi tranne il picco di mortalità al mese di marzo, poi rientrato nella norma ad aprile.


Anzi per lo stesso periodo gennaio-agosto 2020 rispetto al 2019, in città come Roma e Napoli si sono registrati meno decessi:





A Bergamo invece c’è stato un picco di decessi per tutto il mese di marzo, poi rientrato ad aprile che ha fatto aumentare il totale di decessi per il 2020:








Su una media di 1700/2000 decessi al giorno quanti sono normalmente dovuti all’influenza?

E’ solo esaminando le cause e le percentuali di decessi allo stesso periodo dell’anno che si potrà capire,
soprattutto sorprende il dato che l’influenza sembra sia sparita completamente al momento, perché, appunto, si confonde influenza e covid.


Quindi tutto questo non certo per sottovalutare la situazione, sempre e costantemente critica del sistema sanitario
oggi peggiorata dai “protocolli Covid” che trascurano qualsiasi altro problema
ma per evidenziare che le reazioni delle misure previste nei dpcm sono non solo del tutto spropositate,
ma una vera e propria deriva dittatoriale e antidemocratica.

I dati sopra, e anche quelli snocciolati da Conte, sono tali da giustificare quarantene di prossimamente milioni di cittadini,
di chiusure di attività, di messa in ginocchio dei lavoratori indipendenti, dei commerci, del turismo, della ristorazione e di tutti gli altri?


Sono tali da giustificare un fermo economico generale, che ci vedrà prossimamente morti?


I dati sopra non giustificano la messa in ginocchio di questo paese,
a meno che Conte non ci nasconda qualcosa che oramai è evidente a chi si è svegliato:
lui sta eseguendo il programma del Fondo monetario internazionale
– del resto secreta persino i verbali del comitato tecnico e scientifico alcuni dei quali non ha mai desecretato –
che a noi al momento sfugge ma che deve avere a che vedere con il commissariamento dell’Italia
e il suo inserimento in quel programma di cancellazione del debito pubblico in cambio di una bella raccolta patrimoniale
a vantaggio dei soliti grandi creditori per cui FMI + WEF lavorano alacremente.

Cioè il nostro patrimonio.

Il grande Reset.


Del resto è tollerabile che mentre ci impone per legge la nostra morte economica,
il governo spenda 20 milioni di euro ogni due mesi per l’accoglienza di clandestini nelle navi da crociera per la quarantena e tutto il resto?


Lui sta lavorando per la grande “transizione” come ha detto – voluta dalla mafia del mondo –
peccato che non ne abbia parlato con il popolo e neanche con il parlamento,
che nessuno abbia spiegato in cosa consiste questa transizione fatta non solo sulle nostre teste,
ma sulla nostra pelle, il nostro sangue, il nostro “sacrificio”, parola di cui vanno pazzi.

Dobbiamo accontentarci di una digitalizzazione che ci ha svenduto ai negrieri fintech moderni,
tipo MSN e il suo marchio della bestia, e “green” che significa produrre meno e andare in bicicletta,
per chi scamperà alle grandi vaccinazioni/massacri di massa con tanto di internamento per i dissidenti.


Un progetto criminale, mortifero, faustiano, che uccide l’Italia nel suo saper fare le cose belle e buone,
come culla di umanità e di cultura, per trasformarci in schiavi digitali a casa, spiati dai sensori, ricattati, stiamo vivendo il nostro annientamento totale.
 
Tutti abbiamo capito che gli ultimi sei mesi sono stati buttati al vento.

Chi aveva il dovere di prevedere, organizzare, prevenire, si è lasciato cullare dall’illusione che, alla fine,
le cose si sarebbero sistemate da sole, magari attribuendosi il dono della preveggenza.

Invece, eccoci qui, ad osservare la perfida sinusoide che descrive l’aumento dei contagi
e ad attendere misure draconiane che potranno, nella migliore delle ipotesi, rallentarlo.

È tutta questione di matematica, purtroppo.

Dati tre parametri – spazio, tempo e velocità – avremo alcune delle risposte che cerchiamo e un quadro previsionale attendibile di ciò che ci aspetta.

Però, c’è una cosa che non dovremmo sottovalutare:

il tempo non è soltanto un’unita di misura da utilizzare nelle operazioni matematiche,

ma rappresenta uno dei luoghi in cui si svolge la nostra vita, in cui scorrono i nostri pensieri e le nostre emozioni.


Per ciascuno di noi, il tempo è l’unico tempo possibile, quello che ci è stato dato.

Il tempo passato non ritorna, è perduto per sempre.



La colpa più grave, dunque, non è la disorganizzazione, l’approssimazione programmatica o la miopia nelle previsioni,
ma la dissipazione dell’unica cosa che non è recuperabile.


Quella che si può solo rimpiangere, inutilmente.


.
 
E' un post del 2019, ma il concetto sempre valido.

LA LOTTA ALLE FAKE NEWS E ALL'HATE SPEECH: CENSURA




Un episodio spiacevole su facebook.

Di punto in bianco ieri dalla pagina "Il chimico scettico" è sparito ogni post con link a questo blog,
in quanto questo blog non rispetterebbe gli standard della comunità.

Non solo: qualsiasi post, condivisione, commento contenenti link a questo blog pare siano spariti da tutta facebook.

Un malfunzionamento degli algoritmi, che già avevo notato impedire la condivisione di link
provenienti da siti perfettamente "normali", come blastingpop o biospace.

Ho segnalato l'episodio a fb e chissà, magari otterrò una risposta.

Ma risposta o no non conta. Non conta che si tratti di algoritmi fatti male.

Nel quadro della lotta a fake news e hate speech, e su pressioni della politica, la piattaforma
ha messo su un nuovo sistema di monitoraggio e moderazione e il risultato è questo
(mentre non si rileva un apprezzabile calo di hate speech, contenuti razzisti e simili).

Quindi?

Quindi la lotta alle fake news e all'hate speech è intrinsecamente censoria.

Stabilire in un qualsiasi modo automatico e sulla base di qualsiasi metrica se un sito è conforme oppure no è intrinsecamente censorio.


Lo sapevano i politici che sul tema fake news e hate speech si sono maggiormente spesi?

Sarei molto stupito del contrario.


Perché il punto è sempre e soltanto stato il mantenere il monopolio della propaganda nelle mani "giuste".


La lotta a fake news e hate speech è lo strumento principale per provare a mantenere l'egemonia di una postverità, che è la postverità del mainstream.


Quella che diceva, per esempio, che gli elettori inglesi si erano pentiti di Brexit, all'atto pratico una evidente cazzata,

così come nel 2017 diceva plateali cazzate, anche se meno evidenti, riguardo all'outbreak di morbillo causato da un calo delle vaccinazioni infantili.


E invariabilmente i vari specialisti del debunking sono schierati dalla parte di questa postverità, quella un-tempo-dominante-ma-ora-molto-meno.


L'ossessione della politica per i social network a questo si riduce.

Come diceva Marcuse negli anni 60, lo scopo dei media è far passare interessi particolari come quelli di qualsiasi persona dotata di buon senso.

Quella macchina, la macchina del consenso, continua a incepparsi.

E provano disperatamente a ripristinarla.

Questa cosa l'ho già annotata un paio di volte.


Se nel processo di ripristino del monopolio dell'informazione

poi nell'arco di poche ore evaporano alcune decine di post miei, se permettete, mi girano anche di più.

Ma parecchio.


Addendum: nei giorni è apparsa come più probabile spiegazione all'accaduto,
il lavoro di un gruppo organizzato di segnalatori, ed i mandanti hanno di fatto rivendicato l'accaduto.
 
Mi son detto. Perchè lasciare i miei soldi ai pidiotistalle ?

Preso il bonus di 500 euro. E vai.........
 
Un giocatore d’azzardo britannico ha scommesso 5 milioni di dollari sulla rielezione del presidente Trump,
che ha vinto la rielezione in quella che si ritiene essere la più grande scommessa politica di sempre.


Secondo il Sun, un ex banchiere ha utilizzato bookmaker privati registrati sull’isola caraibica di Curacao
ed è stato in grado di assicurarsi quote di 37/20, il che significa che riceverà una vincita di 15 milioni di dollari se Trump sarà vittorioso.


A quanto pare, il grande giocatore ha deciso di piazzare la gigantesca scommessa dopo una consultazione privata con gli “addetti ai lavori del campo di Trump”.


“La notizia di questa scommessa ha fatto il giro del mondo e pensiamo che sia la più grande mai fatta sulla politica”, ha detto al giornale una fonte dell’industria.


Secondo il sito di confronto del gioco d’azzardo OddsChecker,
il 71% delle cifre scommesse sull’esito delle elezioni è stato a favore di Trump nelle prime quattro ore di gioco questa mattina,
una cifra che rappresenta un cambiamento “notevole” secondo il responsabile del marketing del sito, Sam Eaton.


“Le elezioni del 2020 seguono uno schema di scommesse molto simile a quello a cui abbiamo assistito nel 2016.
Più ci siamo avvicinati al giorno delle elezioni, più soldi sono arrivati per Donald Trump”, ha detto Eaton.


E’ normale per i giocatori part-time fare scommesse tardive sullo sfavorito, che secondo i sondaggi è Trump, perché sono garantiti rendimenti più alti.


Tuttavia, secondo Paddy Power, i numeri sono enormi,

con il 93% delle scommesse piazzate su una vittoria di Trump nelle ultime 24 ore.



“Anche all’undicesima ora, gli scommettitori continuano a sostenere Trump alle quote offerte”, ha detto Jessica O’Reilly di Ladbrokes.
 

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