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Samuel A. Alito, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti,
ha emesso venerdì un'ordinanza che richiede alle commissioni elettorali della Pennsylvania di separare le schede ricevute per posta dopo le 20:00 dalle altre.

Il documento esorta le autorità a conservare le schede in questione in "un contenitore sicuro, protetto e sigillato, separato dalle altre schede".
"Nel caso in cui tali schede vengano conteggiate, devono essere conteggiate separatamente", indica l'ordinanza.

La decisione del tribunale arriva poche ore dopo che il Partito Repubblicano ha citato in giudizio il Partito Democratico e il Segretario di Stato della Pennsylvania Kathy Boockvar,
affermando che non tutte le commissioni elettorali della contea separano le schede che arrivano dopo le elezioni, come richiesto da un'ordinanza del 28 ottobre.


Secondo Ned Foley, professore di diritto presso la Ohio State University,
l'ordine di Alito è necessario per preservare lo "status quo" fino a quando non verrà emessa una nuova ordinanza del tribunale.

"È anche significativo perché non ferma il conteggio dei voti separati, ma richiede che siano conteggiati separatamente,
il che è un modo sensato per evitare ogni possibile mescolanza di schede che non possono essere risolte in seguito", ha detto l'esperto a The Collina.
 
La Cina ha fatto un balzo in avanti rispetto agli Stati Uniti nella tecnologia delle telecomunicazioni satellitari

con il lancio del primo satellite al mondo per le telecomunicazioni 6G al mondo.



Il satellite sperimentale contenente tecnologia di telecomunicazione avanzata è stato lanciato venerdì in orbita terrestre bassa

dal Centro di lancio satellitare di Taiyuan, nella provincia settentrionale dello Shanxi, nella provincia cinese dello Shanxi, ha riferito l’Asia Times.


The "#UESTC" satellite (Star Era-12), the first #6G test satellite in the world and first one named after the university since its establishment, was successfully lifted off at Taiyuan Satellite Launch Center and entered the scheduled orbit on the morning of Nov. 6. pic.twitter.com/ouM2rpC7pS
— UESTC-电子科技大学 (@UESTC1956) November 6, 2020




Il carico utile di un razzo vettore Lunga Marcia-6 era costituito dal satellite 6G e da altri 13 satelliti.

Un video del lancio è stato pubblicato su Twiter tramite l’Università di Scienza e Tecnologia Elettronica della Cina.

Notiamo l’alto numero di satelliti lanciati, tanto che si parla di un rapido esaurimento degli spazi orbitali da parte dei cinesi.



Il satellite, sviluppato congiuntamente da Chengdu Guoxing Aerospace Technology e Beijing MinoSpace Technology,
sarà utilizzato in un programma di test pilota per testare la tecnologia 6G nello spazio.


Secondo Yicai Media Group, il 6G è di 100 volte più veloce del 5G
consente una trasmissione senza soluzione di continuità, distanze più lunghe, velocità più elevate
ed una minore potenza di uscita dallo spazio ai dispositivi di comunicazione terrestri.

Si tratta di un tipo di tecnologia che richiede anche una nuova generazione di transistor,
che probabilmente saranno basati sul nitrito di gallio, che permetterà una maggiore libertà nella circolazione degli elettroni.



La tecnologia 6G è ancora in fase iniziale, ma il lancio di venerdì sembra dimostrare che la Cina ha superato gli Stati Uniti nei test spaziali.

Molti ostacoli sono ancora previsti con la tecnologia, dato che i test inizieranno a breve termine.

Samsung, LG e Nokia stanno sviluppando, dove Giappone, Corea del Sud e Cina sono all’avanguardia.


In USA si stanno sviluppando alcune componenti che dovrebbero, in un futuro, essere portanti nella tecnologia in questione,
ma anche questo stato sembra ormai piuttosto tagliato fuori.

L’Unione Europea è completamente fuori dai giochi, proprio non partecipa alla corsa.

Siamo troppo involuti nella burocrazia e, francamente , nella rigida stupidità, per poter puntare sulla tecnologia.
 
il nuovo Presidente non potrà abbandonare del tutto l’agenda di Trump.


Per tre motivi:


1) in politica economica la tenuta del tessuto sociale americano, soprattutto dopo il Covid-19,
richiede una implementazione delle politiche espansive, di matrice keynesiana, che tutelino il reddito della classe media.

Su questo Joe Biden – se non vorrà avere mezza America contro – dovrà continuare la politica economica di Trump,
con la Federal Reserve che continui quello che Trump le aveva più o meno imposto:

prestatrice illimitata di ultima istanza, senza la necessità – come avveniva con Obama – che l’ingente debito pubblico americano
fosse acquistato dalla Cina in cambio dell’export cinese negli Usa con conseguente deflazione salariale degli stipendi dei lavoratori americani.

Trump aveva rotto questo meccanismo aumentando i salari della classe media (operai e impiegati),
detassando le imprese e – perché ciò fosse possibile – ha istituito forti dazi alle merci cinesi.

Credete davvero che Biden possa invertire questo paradigma senza suscitare una rivolta della classe media?



2) in politica Estera il ruolo degli Stati Uniti sarà sempre meno incisivo.
La “longa mano” di Clinton, Bush e Obama sulla Ue è un fatto storico al momento non più proponibile.

Biden avrà il compito (molto arduo) di tenere unita l’America, e ciò avrà ripercussioni anche in Europa.

Non sarà più “American First” alla Trump, ma poco ci manca.

Biden o Trump, gli Americani penseranno ai fatti di casa loro (come ovvio).

Se non vorrà spaccare l’America, Joe Biden dovrà necessariamente tenere conto dei 71 milioni di voti ottenuti da Trump,
un record storico per chi ha perso le elezioni. E questo Biden lo sa perfettamente.


3) sempre in politica Estera – che poi è ciò che riguarda anche la Ue e non solo –
ogni decisione del Presidente necessita della ratifica del Senato federale.

Se questo, come pare, restasse in mano repubblicana, Biden potrà fare ben poco.


Insomma, sconfitto Trump (regolarmente o meno lo sapremo nei prossimi trenta giorni),
l’agenda del nuovo Presidente dovrà necessariamente tenere conto del trumpismo.


Come hanno correttamente sostenuto Massimo Cacciari e Massimo D’Alema,

Trump non è stata affatto una parentesi momentanea

ma un qualcosa che ha impresso un cambiamento di rotta,

sia agli Usa che al mondo intero
.


Biden, sostanzialmente, è “conservazione” (cit. Cacciari).

L’America e il mondo non torneranno più ai periodi della “terza via”, cioè quando si pensava che la globalizzazione fosse un processo irreversibile.

Da questo punto di vista, Trump ha invertito il paradigma per i prossimi decenni.

Biden Presidente non potrà tornare indietro alle follie globaliste.



Tutto questo, ovviamente, al netto degli esiti delle azioni legali e di quelle che saranno le decisioni della Corte Suprema sui ricorsi di Trump.

La partita è ancora aperta, anche se vedo pochi spiragli.

In verità, al momento, nessuno Stato ha ancora proclamato ufficialmente gli esiti elettorali,
la proclamazione di ieri è provenuta dalla CNN e da altre due TV.


Occorre, per effetto delle azioni legali di Trump, che sia la Corte suprema a pronunciarsi.


Ciò premesso, Biden o Trump – salvo qualche guerra Dem (Trump di guerre non ne ha fatte) – per il mondo non cambierà un granché.


Ma una cosa è certa: da febbraio in avanti di virus non ne sentiremo più parlare.

Il nuovo ordine mondiale, che non è una parolaccia ma una cosa normalissima in ogni epoca,

che Biden cercherà di costruire, vedrà la Cina come protagonista assoluta.

I cinesi acquisteranno i titoli del debito pubblico americano (come facevano prima di Trump)

e gli Usa consentiranno l’export cinese in America, senza dazi.

Ciò comporterà inevitabilmente deflazione salariale e delocalizzazione (vedesi seconda presidenza Obama),

in controtendenza a ciò che invece ha fatto Trump: aumento dei salari della classe media

e detassazione alle imprese che decidevano di tornare a produrre negli Usa, con forti dazi alla Cina,

che dal canto suo ha reagito col virus nascondendolo per 5 mesi.



Se Biden dunque non vorrà vedere mezza America per strada, non potrà abbandonare l’agenda di Trump.

A meno che, ripeto, non voglia trovarsi con mezza America contro.
 
Nel calcio, quando il campo da gioco è invaso dalla nebbia e la visibilità scende a zero,
l’arbitro interrompe la partita: la cosa migliore sarebbe rigiocarla.

L’ecltoplasma chiamato Joe Biden, l’anziano signore che in pubblico sbaciucchia le bambine
ed in privato manda avanti il figliolo a fare affari inconfessabili coi peggiori oligarchi cinesi e ucraini,
sta per vincere le elezioni più nebbiose della storia americana?

Nella regione industriale dei Grandi Laghi, dove Donald Trump aveva appena incassato una squillante vittoria
sulla base delle schede votate da elettori in carne e ossa, la strana nebbia blu dei “democrat” alla Nancy Pelosi,
in un modo o nell’altro, sta facendo letteralmente sparire dalla vista il perimetro dello sport politico più importante del pianeta.

Un gioco di prestigio, costruito con tonnellate di schede pre-stampate, sta davvero trasformando in un ricordo
la lealtà costituzionale delle presidenziali statunitensi ?

Elezioni-evento, adrenalinicamente esasperate e decantate come specchio dell’innocenza sostanziale del maggior impero del pianeta,
formidabile motore – negli ultimi cent’anni – di tutto quello che il mondo ha potuto assaggiare.

Anche questo (insieme alla nostra sicurezza sanitaria) sta dunque per finire, nella nebbia della Rust Belt invasa da voti postali stampati in serie?


E’ quanto sostiene il presidente teoricamente destinato a restare in carica fino al 22 gennaio 2021,
quell’impresentabile e insopportabile Uomo Nero che è riuscito a mandare in bestia milioni di cittadini, non solo americani,
per i suoi modi studiatamente sbrigativi, atipici, deliberatamente alieni rispetto all’ipocrisia consueta del politicamente corretto,
che nasconde i suoi orrori geopolitici dietro sorrisi, diplomazia, minuetti e lanci a canestro come quelli nei quali eccelle Barack Obama,
l’equivoco vivente più famoso del mondo, iscritto per sbaglio nel campionato dei Buon
i in cui milita anche il pontefice romano che ha adottato il nome di Francesco d’Assisi.

Dai palazzi vaticani starà certo osservando lo spettacolo della nebbia anche lui,
il Papa argentino che convisse a lungo coi generali fascisti tra i fantasmi dei desaparecidos, e che – poche settimane fa –
è stato brutalmente accusato, proprio dall’amministrazione Trump, di avere stipulato per la prima volta nella storia una sorta di patto col diavolo,
concedendo al governo di Pechino il potere di designare i vescovi cattolici nel subcontinente post-maoista.

Un fenomeno socio-economico assoluto, la Cina (Pil alle stelle, ma senza libertà), ora arruolata a pieno titolo nel fronte turbo-mondialista di Davos,
quello che da tempo sognava e prevedeva un’epidemia coi fiocchi, come quella che ha paralizzato il globo e soprattutto inceppato la scontatissima rielezione di Donald Trump.


A proposito: è letteralmente impazzito, il 45esimo presidente degli Stati Uniti ?

Nel contestare in modo così aspro il risultato non si rende conto di lesionare il prestigio istituzionale della superpotenza?

Cosa spinge il presidente uscente ad agire in modo tanto avventato, almeno in apparenza,
senza curarsi del pericolo di veder riesplodere nelle strade americane la violenza scatenata nei mesi scorsi dalle squadracce neofasciste di Antifa ?

La celebratissima “prima deocrazia del mondo” rischia di dare uno spettacolo di sé paragonabile
a quello del magistrale affresco storico realizzato da Martin Scorsese in una pellicola come “Gangs of New York”?

Il momento è altamente drammatico: come quando, nel 1991, il mondo intero restò col fiato sospeso
di fronte alle imprese dei golpisti di Mosca che avevano deposto e sequestrato Gorbaciov,
l’eroe che aveva invano sperato in un vero, umanissimo “nuovo ordine mondiale”,
basato sulla concordia e la cooperazione, dopo l’infinito logoramento della guerra fredda, sotto il ricatto incrociato del terrore nucleare.


Quali colpi di scena si consumeranno ancora, dalle parti di Washington,
in una partita che verosimilmente non può che includere anche la vigilanza del Pentagono,
oltre all’evocazione della Corte Suprema come estremo arbitro della contesa più pazza di sempre?

In attesa degli eventi, è inevitabile scorgere la platea che intanto se lo sta già godendo, lo spettacolo della nebbia.

Accanto a Obama e Bergoglio, nella tribuna vip è facile individuare il diletto Macron,
onorato in Vaticano il giorno dopo aver insultato il governo italiano, due anni fa.

Il presidente che faceva picchiare i migranti africani rispedendoli in Italia ha appena bombardato il Mali,
per rappresaglia dopo gli attentati di Nizza, con la scusa dell’origine maliana di uno dei presunti killer.

Sul suo sito, Mitt Doclino segnala un dettaglio:

da poco, il Mali aveva tentato di smarcarsi dalla stretta coloniale francese, chiedendo aiuto proprio agli Stati Uniti.


Vi rendete conto – si domanda Mitt Doclino – che fine farebbe l’Italia, se venisse meno anche l’ultimo paracadute americano,
di fronte all’aggressività dell’ordoliberismo franco-tedesco?

Per inciso: siamo il paese che si è lasciato “scippare” dalla Francia persino la vetta del Monte Bianco.

Bel simbolo: il tetto d'Europa non sarebbe più italiano, se si continuasse a lasciar fare,
seguendo l’esempio degli inesistenti Conte e Di Maio, letteralmente non pervenuti.


Si dirà che Conte e Di Maio hanno ben altre rogne di cui occuparsi, oggi.

Di Maio, poi, può ripassare il credo del suo creatore, Beppe Grillo, che sciorina sul suo blog la mappa del Bengodi,

il nuovo planisfero del “reddito universale” cui sarebbero destinati i superstiti del Great Reset,

quelli ancora vivi dopo l’accurata distruzione della sovranità economica compiuta per mezzo della pandemia.


Impossibile non notare anche l’ex comico, nella nebbia della tribuna che si sta gustando lo scempio americano.

Impossibile non immaginare un intero parterre di potentissimi padreterni, pronti a ridere largo di fronte al voto postale statunitense:

George Soros e gli uomini di Davos, il cinese Xi Jinping, i padroni del web e quelli delle televisioni,
il mitologico Bill Gates coi suoi vaccini e i suoi microchip, l’altrettanto favoloso Elon Musk con le sue “costellazioni” di satelliti 5G.

Tutti a tifare contro il Puzzone della Casa Bianca: interi settori del Deep State più maleodorante,

gli “specialisti” di antiterrorismo che hanno assistito al dilagare indisturbato del terrorismo,

i club più esclusivi di Big Pharma e il loro guru mondiale Anthony Fauci,

buon amico del presidente etiope di un’Oms ormai largamente finanziata dalla Cina,

il colosso globalista teleguidato da azionisti come Vanguard, State Street e BlackRock.



E’ vero che il nebbione è fitto, ma solo un cieco potrebbe non vedere il ponte velenoso che collega Wuhan a Washington.

L’ultima volta che negli Usa qualcuno denunciò brogli elettorali, sappiamo come finì:

Al Gore rimase a casa, e venne eletto Bush.

Era il 2000: poco dopo crollarono le Torri Gemelle ed esplose l’inferno in Afghanistan e in Iraq.

Il mondo non sarebbe più stato lo stesso.

E’ la medesima canzone che intonano, non da oggi, i profeti del Grande Reset: state a casa, andrà tutto bene, ce ne occuperemo noi.

Parola d’ordine: tremare e obbedire.


Al netto della cecità dei più ottusi, era proprio questa – la libertà – la vera posta in gioco nelle “elezioni del secolo”,
che hanno opposto il controverso “patriota” Trump ad un flebile ometto di cartapesta, un semplice prestanome dai capelli bianchi.

Finisce qui, l’incontro?

Qualche arbitro fischierà la fine e The Donald si ritirerà,
come fece Gore nonostante l’imbroglio dei voti della Florida presieduto dal governatore Jeb Bush, fratello del candidato presidente?


Questo tempo che stiamo vivendo –

tra mascherine e lockdown,

distanziamento e coprifuoco,

strategia della paura e disinformazione martellante a reti unificate –

ha l’aria di essere davvero apocalittico, cioè rivelatore:

a questo è servito, essenzialmente, l’indice accusatore agitato, spesso fuori misura, dall’urlatore Donald Trump,

il combattente che ora si dichiara frodato dalla nebbia, il più subdolo dei trucchi.
 
Vi porto un riepilogo della letalità per "presunto" covid, dall'11 agosto al 27 ottobre. Poco meno di 80 giorni :

da 0 a 9 anni - Popolazione 5.090.482 abitanti - Si è passati da 2.784 casi a 17.115 casi. LETALITA' IMMUTATA - 4 casi prima, 4 casi oggi. IL NULLA

da 10 a 19 anni - Popolazione 5.768.874 abitanti - Si è passati da 4.964 casi a 39.862 casi. LETALITA' IMMUTATA - 0 ZERO casi prima, ZERO casi oggi. IL NULLA


Si può affermare senza tema di smentita - sulla base dei dati ufficiali -

che sino a 20 anni questo virus non influisce sulla salute dei cittadini, di 10.859.356 di cittadini ?

Il 18% della popolazione italiana.



da 20 a 29 anni - Popolazione 6.201.270 abitanti - Si è passati da 15.911 casi a 62.935 casi. LETALITA' DIMINUITA - 16 casi prima, 14 casi oggi. IL NULLA

Siamo arrivati a 17.060.626 abitanti, il 28% della poolazione italiana, con 18 casi di decessi per concausa covid.

Tutto questo è accaduto in circa 270 giorni dal primo caso. IL NULLA



Da 30 a 39 anni - Popolazione 7.074.218 abitanti - Si è passati da 20.847 casi a 61.176 casi. LETALITA' AUMENTATA - 67 casi prima, 74 casi oggi = + 7 casi.

Da 40 a 49 anni - Popolazione 9.242.654 abitanti - Si è passati da 33.082 casi a 77.187 casi. LETALITA' AUMENTATA - 313 casi prima, 326 casi oggi = + 13 casi.


Vediamo di leggere - non interpretare - LEGGERE i dati su di una popolazione di 33.377.498 abitanti = 55% della popolazione

in 80 giorni abbiamo avuto 20 decessi per concausa covid.


Quando ogni giorni muoiono una media fra 1600/1700persone. In 80 giorni sono morte almeno 130.000 persone in Italia.


400 decessi per concausa covid in 270 giorni, contro almeno 440.000 morti nello stesso periodo.

Lo 0,091% dei decessi in Italia.


Stiamo mandando in rovina milioni di famiglie, milioni di attività commerciali ed industriali
quando una semplice prevenzione di base, un'organizzazione della medicina di base,
avrebbero - probabilmente - diminuito questi 400 decessi.
 
Qui nessuno dice che il covid non esiste, ma è palese che sino a 50 anni ha colpito in maniera efferata lo 0,0012% della popolazione italiana.

Che - secondo il mio punto di vista - rappresenta il nulla.

Una normale patalogia di decessi, causata da uno dei tanti, tantissimi virus che ci hanno colpito nel passato e che ci colpirano ancora nel prossimo futuro.
 
Veniamo ora ai dati più importanti.

da 50 a 59 anni - Popolazione 9.352.231 abitanti - Si è passati da 44.392 casi a 91.208 casi. LETALITA' AUMENTATA - 1.233 casi prima, 1314 casi oggi = + 81 casi.


Posso affermare che siamo ancora in presenza di una letalità contenuta ?



Siamo arrivati a 42.729.729 abitanti = 70% della popolazione italiana

ed abbiamo 1.714 decessi con concausa covid = lo 0,040% della fascia di popolazione sino a 60 anni d'età.


Lo 0,028% della popolazione italiana.
 
g.jpg
 
Mentre nella fascia successiva, entriamo nella fascia discendente di popolazione in termini numerici :

da 60 a 69 anni - Popolazione 7.337.210 abitanti - Si è passati da 32.887 casi a 59.521 casi. LETALITA' AUMENTATA - 3.582 casi prima, 3.739 casi oggi = + 157 casi.


Siamo passati dallo 0,000866% dei decessi per numero di abitanti della fascia precedente,

allo 0,002140% dei decessi per numero di abitanti di questa fascia.



E' facilmente giustificabile l'aumento, perchè in questa fascia aumentano le patologie già presenti nelle persone viventi.


Siamo counque arrivati a 50.066.939 abitanti = 83% della popolazione italiana

avendo avuto 5.453 decessi per concausa covid = lo 0,01089% decessi nella presente fascia sino a 70 anni.



Lo 0,0090% di decessi sul totale della popolazione italiana.


Sempre ricordando che in questo periodo abbiamo avuto almeno 440.000 decessi = 1,24% del totale dei decessi. Per concausa covid.
 
Ditemi quello che volete, pensatela diversamente da me, ma non ritengo plausibile
che venga distrutta un'intera popolazione ed un'intera comunità economica, per
un qualcosa che si poteva evitare - o meglio contenere - facendo PROGRAMMAZIONE.

Non IL NULLA che è stato fatto da questo governo di pidiotistalle incompetenti per natura.

Che ancora oggi scrivono un DPCM dove viene consentito l'utlizzo delle mascherine auto-prodotte
in casa che NON SERVONO A NULLA.

Nè a contenere lo spargimento del virus, nè a proteggere le persone dal virus.

Dove vige una stato di polizia con regole fatte da dementi, applicate da dementi,
che multano di 400 euro, una persona di 81 anni - con mascherina chirurgica sul volto -
che si era seduta - DA SOLO - quindi senza possibilità di progagare o prendere il virus,
su di una panchina a LEGGERE IL GIORNALE.
 

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