Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato III° (Gennaio 2010 - Dicembre 2011)

Stato
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Btp in rialzo, spread in area 148 con lieve avversione rischio

martedì 14 settembre 2010 17:48

MILANO, 14 settembre (Reuters) - I titoli di Stato italiani archiviano in rialzo una seduta dominata da contrastanti dati macroeconomici. Se da una parte infatti l'Europa delude con la produzione industriale e lo Zew, dall'altra buone notizie provenienti dagli Usa contribuiscono ad attenuare timori di una nuova recessione.
Lo spread da stamattina si è mantenuto in lieve allargamento rispetto ai livelli di ieri. "C'è da dire che il dato Usa non ha avuto un grosso impatto sul mercato" dice un trader. "Forse anche per la marginale revisione al ribasso del dato di luglio". "Mentre i dati macro europei hanno stimolato l'avversione al rischio, favorendo quindi i titoli di stato ma sfavorendo i periferici nel confronto con i 'core'" dice il trader.
Le vendite al dettaglio Usa sono cresciute più del previsto il mese scorso, mettendo a segno il rialzo maggiore degli ultimi cinque mesi. Secondo il dipartimento del Commercio, le vendite al dettaglio totali ad agosto sono aumentate dello 0,4% dopo +0,3% (rivisto da +0,4%) di luglio.
Si tratta del secondo mese consecutivo con il segno più per il dato, visto come barometro dello stato di salute dei consumatori. La produzione industriale nella zona euro è risultata a luglio più debole delle aspettative, a causa di un calo dei beni di consumo durevoli: è rimasta invariata nel mese di luglio, mentre rispetto a un anno prima è salita del 7,1%, secondo le rilevazioni di Eurostat.
Per la variazione congiunturale le stime raccolte da Reuters erano di +0,2% mese, su anno +8%. Si è indebolito ben oltre le attese dei mercati finanziari lo Zew sulla fiducia degli investitori tedeschi a settembre.
L'indice a cura dell'istituto basato a Mannheim mostra un peggioramento a -4,3, minimo da febbraio dell'anno scorso, a fronte del 10,0 del consensus raccolto da Reuters e dopo il 14,0 di agosto.
"Queste delusioni sul fronte macro europeo sembrano dare ragione agli economisti che parlano del gap di due o tre mesi fra Usa ed Europa nell'andamento economico" dice un trader.
"Questi sono i primi dati deludenti che vediamo da un po' di tempo da queste parti". Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sulla scadanza decennale YLDS5 tratta in area 148 punti base su schermi Reuters, dai 142 di ieri in chiusura dopo un'oscillazione in seduta fra 144 e 149 e dopo un massimo della scorsa settimana in area 156 (secondo le quotazioni Reuters).
 
Io rimango della mia idea che dopo non essere riuscito a sfondare i 103, è andato in movimento laterale intorno ai 102 per scendere poi ai livelli attuali.
Probabilmente i massimi (mai raggiunti dal nostro, nei quali ci speravo) rimangono una chimera.
Purtroppo per migliorare il record personale non ho venduto intorno a 102,50 e me ne dispiaccio. Ora vediamo, ma il tempo stringe.
Niente è perduto ... salvo qualche spicciolo :lol::lol::lol:.

Ola Tommy :)
anch'io perseguivo, come detto in risposta al tuo post, una performance specifica con il 21i ...poi ieri sui massimi come ho scritto ho preferito switchare dall'indicizzato al TF dato che, come spesso accade, puntavo ad un riallineamento dei prz dei Btpi dopo la discesa dei Btp.
Se domani si conferma il rimbalzo e si sale ancora di 12/15 tick chiudo il trading.
Se domattina persiste la debolezza rientro sia sul 41i che sul 21i
Sono già rientrato
 
Continua sul Sole 24 ore il dibattito "DP"

I conti italiani sul filo del rasoio (miaeconomia)

clessidra_5565.jpg

(14/09/2010)

Su questa strada l’Italia rischia di infilarsi in un tunnel pericoloso.
L’attività economica di fatto ristagna, il mercato del lavoro a pezzi taglia le gambe ai consumi,
e così lo stato gode di minori entrate, creando una situazione di alta tensione.
Il debito pubblico è infatti salito a luglio alla astronomica cifra (nuovo record) di 1.838,296 miliardi di euro,
in crescita del 4,7% rispetto a quanto si registrava nel luglio del 2009 e quando, alla fine dell’anno, si era arrivati a un totale di 1.761,229 miliardi.
E’ quanto viene reso noto dal Bollettino statistico della Banca d'Italia che ha avuto come
tema la finanza pubblica del nostro paese e che getta un’ombra sulla tenuta italiana.
Già, perché adesso bisogna capire quale sia il rapporto tra il debito e il Prodotto interno lordo italiano,
il Bollettino non può fornire ancora questo dato perché manca la statistica sul terzo trimestre.
L’impressione ovvia è che però il divario tra debito in valore assoluto e Pil stia nettamente peggiorando e
che quindi il rapporto tra i due valori si stia aggravando. Il guaio è un altro, la Banca d’Italia spiega infatti che
una delle cause maggiori dell’allargamento del debito sia il calo delle entrate tributari, che nei sette mesi a luglio 2010
sono stati incassati 210,374 miliardi di euro, 7,411 miliardi in meno a confronto dello stesso arco di tempo del 2009, con una contrazione del 3,4%.
Ora il timore è un altro, che lo scenario diventi un circolo vizioso, lo stato ha fretta di tagliare la spesa in modo diretto e piuttosto superficiale,
mossa che non fa altro che contrarre ancora di più l’economia e quindi le entrate fiscali. Alla fine del giro di tagli pesanti
il risultato - dicono molti economisti ma anche autorevoli istituzioni ed organizzazioni economiche - potrebbe essere
che i vantaggi dei risparmi saranno inferiori ai danni da minori entrate.


Il «rischio default» dell'Italia vale 26 miliardi di dollari sul mercato dei derivati e la Ue prepara la stretta



Secondo i numeri della Depository Trust & Clearing Corporation, società americana leader nelle statistiche sui derivati, il rischio bancarotta dell'Italia vale 26 miliardi e 121 milioni di dollari. Questo infatti è il valore nozionale dei credit default swap (i derivati che assicurano chi possiede un'obbligazione dal rischio insolvenza) sul nostro paese. Detto in parole più semplici, è la cifra massima che, in caso di bancarotta del nostro Paese, dovranno rimborsare le banche che hanno venduto credit default swap sull'Italia.
Il crack di nessun altro paese (o società privata) renderebbe di più. Il valore totale «polizze anti default» dell'Italia è storicamente il più alto al mondo. Se fossimo in una sala scommesse, sarebbe come dire che è il cavallo che ha il massimo di puntate a sfavore. La semplificazione è brutale ma serve per rendere l'idea. Il mercato dei derivati, su cui la Ue prepara una stretta, ha in realtà un funzionamento molto più complesso di un'agenzia ippica e i fattori in gioco sono molti di più.
Uno di questi è il debito. Più obbligazioni ci sono sul mercato, più è logico che ci si voglia tutelare acquistando un credit default swap. Il fatto che «il rischio paese» dell'Italia sia così alto quindi non è tanto perché il mercato crede che il fallimento sia alle porte (per questo è più efficace riferirsi al prezzo del derivato che è come il premio di una polizza).È più un effetto dell'enorme debito pubblico che grava sul nostro Paese che, come ha certificato la Banca d'Italia, ha toccato a luglio un nuovo record (1.838,2 miliardi di euro). Ma certo questa non è l'unica ragione, se si pensa che il nozionale dei cds sul Giappone, il cui debito pubblico è largamente superiore al nostro, è appena un quinto di quello dell'Italia: 5 miliardi e 231 milioni di dollari.
Il nozionale netto dei cds sul debito italiano è da sempre il più alto al mondo. Stupisce tuttavia il ritmo di crescita. La scorsa settimana era a quota 25 miliardi e 473 milioni, un mese fa 23 miliardi e 276 milioni, mentre un anno fa era circa 5 miliardi inferiore rispetto a quello attuale. Se si guarda il grafico si nota poi una grande distanza rispetto alla Germania, che si piazza al secondo posto della classifica Dtcc. Il nozionale netto tedesco è di 15 miliardi e 276 milioni di dollari. Segue la Spagna con 14 miliardi e 981 milioni, il Brasile con 13 miliardi e 822 milioni e la Francia con 11 miliardi e 991 milioni. Solo al sesto posto troviamo una società privata, l'americana General electric con 11 miliardi e 418 milioni.


Il nostro paese guida anche la classifica per il valore lordo dei cdsche ammonta a oltre 242 miliardi di dollari. La differenza tra lordo e netto sta nel differente modo di conteggiare i contratti. Cioè se A vende a B un derivato che vale 100, il nozionale lordo certificato da Dtcc è 200, perché tiene conto sia della vendita e dell'acquisto. Il valore netto invece è pari a zero perché l'operazione di vendita annulla quella di acquisto.
Il fatto che il nozionale lordo dei cds sia molto alto significa che i derivati sul debito del nostro paese sono molto scambiati. Nei primi sei mesi del 2010 Dtcc ha calcolato che, ogni giorno, sono stati comprati e venduti swap sull'Italia per un valore medio di 575 milioni di dollari. Dietro di noi ci sono tre paesi simbolo della crisi dei debiti sovrani di inizio 2010: Spagna (525 milioni), Grecia (425 milioni), Portogallo (350 milioni). Ironia della sorte segue il paese che, quanto a conti pubblici, è sinonimo di massima stabilità: la Germania (275 milioni).
L'Italia è tra i primi paesi anche per numero di contratti attivi. Sono 6740 le polizze anti default dell'Italia attive. Ci batte solo la Turchia, con 7622, e il Brasile con 11672. La maggior parte dei cds in circolazione in tutto il mondo è quella sui prestiti bancari (18058) e sui Residential mortgage backed securities, titoli garantiti da un insieme di prestiti ipotecari per l'acquisto di case: i prodotti resi tristemente famosi dalla crisi dei mutui subprime.


http://www.ilsole24ore.com/art/fina...e-rischio-192356.shtml?uuid=AY7SlfNC#continue
 
venduto tutto il 41i a 102 una settimana fa senza pentimenti

rientrato oggi a 100,10 (:ciapet: quasi minimo di giornata) col 30%

se torna a 102 vendo
se scende a 98,5 altro 30%

le cose accadono... io sono pronto
 
Il «rischio default» dell'Italia vale 26 miliardi di dollari sul mercato dei derivati e la Ue prepara la stretta



Secondo i numeri della Depository Trust & Clearing Corporation, società americana leader nelle statistiche sui derivati, il rischio bancarotta dell'Italia vale 26 miliardi e 121 milioni di dollari. Questo infatti è il valore nozionale dei credit default swap (i derivati che assicurano chi possiede un'obbligazione dal rischio insolvenza) sul nostro paese. Detto in parole più semplici, è la cifra massima che, in caso di bancarotta del nostro Paese, dovranno rimborsare le banche che hanno venduto credit default swap sull'Italia.
Il crack di nessun altro paese (o società privata) renderebbe di più. Il valore totale «polizze anti default» dell'Italia è storicamente il più alto al mondo. Se fossimo in una sala scommesse, sarebbe come dire che è il cavallo che ha il massimo di puntate a sfavore. La semplificazione è brutale ma serve per rendere l'idea. Il mercato dei derivati, su cui la Ue prepara una stretta, ha in realtà un funzionamento molto più complesso di un'agenzia ippica e i fattori in gioco sono molti di più.
Uno di questi è il debito. Più obbligazioni ci sono sul mercato, più è logico che ci si voglia tutelare acquistando un credit default swap. Il fatto che «il rischio paese» dell'Italia sia così alto quindi non è tanto perché il mercato crede che il fallimento sia alle porte (per questo è più efficace riferirsi al prezzo del derivato che è come il premio di una polizza).È più un effetto dell'enorme debito pubblico che grava sul nostro Paese che, come ha certificato la Banca d'Italia, ha toccato a luglio un nuovo record (1.838,2 miliardi di euro). Ma certo questa non è l'unica ragione, se si pensa che il nozionale dei cds sul Giappone, il cui debito pubblico è largamente superiore al nostro, è appena un quinto di quello dell'Italia: 5 miliardi e 231 milioni di dollari.
Il nozionale netto dei cds sul debito italiano è da sempre il più alto al mondo. Stupisce tuttavia il ritmo di crescita. La scorsa settimana era a quota 25 miliardi e 473 milioni, un mese fa 23 miliardi e 276 milioni, mentre un anno fa era circa 5 miliardi inferiore rispetto a quello attuale. Se si guarda il grafico si nota poi una grande distanza rispetto alla Germania, che si piazza al secondo posto della classifica Dtcc. Il nozionale netto tedesco è di 15 miliardi e 276 milioni di dollari. Segue la Spagna con 14 miliardi e 981 milioni, il Brasile con 13 miliardi e 822 milioni e la Francia con 11 miliardi e 991 milioni. Solo al sesto posto troviamo una società privata, l'americana General electric con 11 miliardi e 418 milioni.


Il nostro paese guida anche la classifica per il valore lordo dei cdsche ammonta a oltre 242 miliardi di dollari. La differenza tra lordo e netto sta nel differente modo di conteggiare i contratti. Cioè se A vende a B un derivato che vale 100, il nozionale lordo certificato da Dtcc è 200, perché tiene conto sia della vendita e dell'acquisto. Il valore netto invece è pari a zero perché l'operazione di vendita annulla quella di acquisto.
Il fatto che il nozionale lordo dei cds sia molto alto significa che i derivati sul debito del nostro paese sono molto scambiati. Nei primi sei mesi del 2010 Dtcc ha calcolato che, ogni giorno, sono stati comprati e venduti swap sull'Italia per un valore medio di 575 milioni di dollari. Dietro di noi ci sono tre paesi simbolo della crisi dei debiti sovrani di inizio 2010: Spagna (525 milioni), Grecia (425 milioni), Portogallo (350 milioni). Ironia della sorte segue il paese che, quanto a conti pubblici, è sinonimo di massima stabilità: la Germania (275 milioni).
L'Italia è tra i primi paesi anche per numero di contratti attivi. Sono 6740 le polizze anti default dell'Italia attive. Ci batte solo la Turchia, con 7622, e il Brasile con 11672. La maggior parte dei cds in circolazione in tutto il mondo è quella sui prestiti bancari (18058) e sui Residential mortgage backed securities, titoli garantiti da un insieme di prestiti ipotecari per l'acquisto di case: i prodotti resi tristemente famosi dalla crisi dei mutui subprime.


http://www.ilsole24ore.com/art/fina...e-rischio-192356.shtml?uuid=AY7SlfNC#continue

per me è più probabile il default di chi ti ha venduto il cds piuttosto che il default Italia
 
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 15 set - Forniamo di
seguito, in collaborazione con Intesa Sanpaolo il calendario
dei principali eventi in Europa e in Asia della giornata
(dati macroeconomici e appuntamenti istituzionali).
ITA - Ipca aa (finale), agosto h. 10,00
Precedente: 1,8% / consenso: 1,8%
ITA - Ipca mm (finale), agosto h. 10,00
Precedente: 0,2% / consenso: 0,2%
ITA - Prezzi al consumo aa (finale), agosto h. 10,00
Precedente: 1,6% / consenso: 1,6%
ITA - Prezzi al consumo mm (finale), agosto h. 10
Precedente: 0,2% / consenso: 0,2%
GB - Retribuzioni medie, luglio h. 10,30
Precedente: 1,3% / consenso: 1,6%
GB - Tasso di disoccupazione, agosto h. 10,30
Precedente: 4,5% / consenso: 4,5%
GB - Variazione disoccupati, agosto h. 10,30
Precedente: -3,8 x1000 / consenso: -5 x1000
EUR - Cpi (core) aa, agosto h. 11,00
Precedente: 1,0% / consenso: 0,9%
EUR - Cpi aa (finale), agosto h. 11,00
Precedente: 1,6% / consenso: 1,6%
EUR - Cpi mm, agosto h. 11,00
Precedente: -0,3% / consenso: 0,2%
EUR - Occupazione aa, T2 h. 11,00
Precedente: -1,2% / consenso: --
EUR - Occupazione tt, T2 h. 11,00
Precedente: 0,0% / consenso: --
GIA - Discorso di Nishimura (BoJ) h. 2,00
GB - Discorso di King (BoE)
al Trades Union Congress h. 12,30
buon giorno a tutti del3d:)
 
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Parigi, 15 set - L'euro e'
rimasto poco variato nei confronti del dollaro, ma ha
guadagnato terreno nei confronto dello yen, dopo gli
interventi delle autorita' giapponesi sul mercato. La divisa
unica quota 1,2974 dollari contro 1,3005 di ieri in chiusura
e 110,2 yen contro 107,82. Il tasso di cambio dollaro-yen si
e' portato, dopo gli interventi, dal record dei 15 anni di
82,86 agli 84,92 yen attuali, contro 83,07 di ieri.
:cool:
 
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Parigi, 15 set - L'euro e'
rimasto poco variato nei confronti del dollaro, ma ha
guadagnato terreno nei confronto dello yen, dopo gli
interventi delle autorita' giapponesi sul mercato. La divisa
unica quota 1,2974 dollari contro 1,3005 di ieri in chiusura
e 110,2 yen contro 107,82. Il tasso di cambio dollaro-yen si
e' portato, dopo gli interventi, dal record dei 15 anni di
82,86 agli 84,92 yen attuali, contro 83,07 di ieri.
:cool:

Ste dopo i giorno di grassa lateralita di inizio scorsa settimana stiamo vivendo sul'41 giornate di magra.
Sulla soglia dei 100 va considerata soglia psicologica oppure no?
I supporti sono 99.8 e 99.47 ............................
 
Stato
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