Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato III° (Gennaio 2010 - Dicembre 2011)

Stato
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in effetti si era giusto detto anche qui sul forum che la scelta di emettere CCTeu poteva essere fatta per svariati motivi:rolleyes:
i ccteu saranno stati senz'altro piu' appetibili in altre circostanze, ma probabilmente i cct tradizionali indicizzati al bot semestrale in questa fase sono piu' interessanti, IMHO

Diciamo che, fondamentalmente, i nuovi CCTeu sono stati emessi per andare incontro alla clientela internazionale che preferisce avere uno strumento di parametrazione all'euribor piuttosto che al Bot.
Il nostro Ministero del Tesoro cerca di accontentare un pò tutti ...
 
BERLINO DECIDE: SHOAH PER GLI EURODEBOLI

Tremonti e Juncker, appoggiati dal commissario finlandese Rehn, e riprendendo un suggerimento di Mario Monti, hanno messo allo scoperto le mire biecamente nazionaliste ed anti-europee di Berlino. L’altroieri, proponendo l’emissione da parte dell’UE di Eurobond, ossia di un debito pubblico comune per rinforzare l’Euro e concretare il progetto di unificazione finanziaria europea, trasformando l’Euro in moneta unica (anziché insieme di parità fisse quale ancora oggi è), hanno messo Berlino alle strette: sì o no. E Berlino ha detto chiaramente “no”. Anche al rafforzamento del fondo di difesa dell’Euro.

Gli Eurobond consentirebbero di finanziare il debito pubblico dei paesi dell’Eurozona a costi (tassi) inferiori degli attuali, quindi proteggerebbero l’Euro sui mercati internazionali e farebbero risparmiare i governi; consentirebbero più investimenti infrastrutturali e produttivi, quindi aiuterebbero a uscire dalla crisi e a recuperare produttività e competitività.



Intanto, il mito del pareggio di bilancio ed epurazione dell’inflazione, come regola base dell’economia, viene oramai demistificato non solo oltreoceano, ma anche in Europa. Però l’interesse nazionalistico di Berlino è diverso: la Germania è già fuori dalla crisi (almeno nel comparto export) col suo + 3,6% di pil; già paga pochissimo, meno di tutti gli altri, sul proprio debito pubblico; già ha i mezzi per i suoi investimenti interni; e gli altri paesi europei è meglio che vadano a fondo, strangolati dal rigore di bilancio, dal debito pubblico, dalla concorrenza cinese, indiana, turca, e dalle virtuosità germaniche. Quando saranno al default, dovranno uscire dall’Euro. Oppure sarà la Germania a uscirne, come da tempo vuole la maggioranza dei Tedeschi.

Dicendo no all’Eurobond, la Merkel ha gettato la maschera: i suoi intenti sono ostili e conflittuali. L’Euro, alla Germania, serve solo per sottomettere gli altri europei. E allora chiediamoci: conviene restare in un’UE e sotto una BCE cui cediamo la sovranità economica, se quell’Europa e quella BCE sono dominate da una Germania che ha deciso di farci (economicamente) fuori? Ovviamente, no. Se dobbiamo prepararci a un imminente lotta contro la Germania per la sopravvivenza economica, bisogna toglierle le armi che le abbiamo indirettamente dato, e svegliarsi dall’europeismo idealizzante e cieco alla realtà.

Il conflitto entro la UE tra area germanica e area franco-mediterranea è un conflitto inevitabile, perché deriva direttamente dalle diverse mentalità e dai diversi comportamenti collettivi di queste due aree. Diversità che le rende disomogenee, con livelli diversi di efficienza, e perciò non amalgamabili tra loro, come l’acqua con l’olio, o il cerio coll’alluminio.

L’Euro si salva se l’Europa si unisce economicamente e politicamente, ma le unioni politiche funzionano solo tra popoli con comportamenti politico-economici compatibili. Il progetto di unificazione europeo fallisce a causa di questa diversità, così come per analoga diversità fallisce il progetto di unificazione italiana. La Germania rifiuta di fare verso gli Eurodeboli ciò che il Lombardo-Veneto è costretto a fare verso il Meridione – Rampini docuit.

I Tedeschi non vogliono fare la fine dei Padani. Popoli diversi per efficienza economica stanno meglio separati e senza monete comuni o cambi fissi tra le loro monete. I confini nazionali proteggono i popoli meno competitivi dando loro il tempo di adeguarsi agli altri, prima che questi li schiaccino. Se invece li si tiene legati insieme, si creano conflitti e sopraffazioni. I lavoratori tedeschi, per superare la crisi, hanno accettato con disciplina di rinunciare a una settimana di ferie e a fare un supplemento di orario non pagato – comportamenti impensabili in Italia, come in area germanica sono impensabili storie come quelle dei rifiuti napoletani e del clientelismo italiano. In area germanica, nel complesso, c’è un livello di rispetto delle regole e di fiducia reciproca, tra cittadini, imprese e istituzioni, molto più alto che nell’Europa mediterranea, quindi c’è un livello di efficienza superiore, e di sprechi inferiore. E’ un organismo socio-economico che prevale sugli altri nella competizione darwiniana. L’area germanica può quindi permettersi una strettezza nella spesa pubblica, che per gli Eurodeboli implica impossibilità di uscire dalla crisi per carenza di fondi per investimenti infrastrutturali. Non può permettersi di farsi carico di compensare le inefficienze relative degli altri popoli, anche perché così facendo le incentiverebbe – esattamente come avviene nel caso dell’unificazione italiana o come avveniva nella cessata Jugoslavia. Ma poi per quale motivo dovrebbe aiutarli, quando ha interesse a soggiogarli e a neutralizzarli come concorrenti sul mercato globale, e a farne un mercato passivo per i propri prodotti?

L’odierno “nazionalismo tedesco” punta sul disprezzo della svalutazione della moneta legale (Euro), sull’inflazione “importata” (visto che quella interna è sotto controllo ed accettata dai cittadini / contribuenti), e sul ritorno ad una correlazione quasi perfetta tra la ricchezza creata nel periodo ed il tenore di vita dei cittadini. All’opinione pubblica tedesca ciò può essere fatto vivere e accettare come un ritorno del nazionalismo idealistico; ma, sul piano politico-economico, esso è l’antico “mercantilismo”, che fu un precursore della rivoluzione agricola e poi industriale inglese. Su questo piano si tiene conto del fatto che i costi inferiori di finanziamento mediante Eurobond sarebbero tali per i paesi deboli, ma i mercati, conoscendo la struttura di questo debito globale europeo, lo farebbero pagare di più dei bond tedeschi: l’aggravio ci sarà, anche se con velocità di trend (di segno algebrico diverso) differenti tra di loro, nel senso che i tedeschi vedrebbero aumentare la remunerazione di questi titoli, ma bisognerebbe capire quali saranno i risvolti per il contribuente tedesco. Le garanzie di rimborso di questi titoli dovrebbero essere “collettive e solidali tra tutti i paesi membri dell’UE”. In più, diciamo che sino al 2013 ci sarà una “tregua”, nel senso che i parametri di Maastricht lasceranno un po’ il tempo che trovano … o quasi. Berlino giustamente paventa che, ad allora, i debiti pubblici degli Eurodeboli salgano molto, e di doversi far carico anche di questo incremento. Ed è proprio perché il piano tedesco per la Shoah degli Eurodeboli deriva da un’esigenza di tutela di interessi economici, razionali, e non da fattori irrazionali (orgoglio nazionale, egoismo, scarsa fratellanza e cose simili), che bisogna difendersi agendo prontamente sul piano oggettivo, anziché invocare principi morali di fratellanza ed europeismo – quelli sotto il cui miraggio propagandistico è stata costruita questa situazione.

L’ottimo Corradino Mineo, due giorni fa, su Rainews 24, ha ripreso e fatti propri i contenuti del mio precedente articolo, Un’Angela per la soluzione finale?, sottolineando come la Germania stia tornando al medesimo nazionalismo ostile ed egoista che, nel XX Secolo, la spinse a due guerre disastrose per sé e per l’Europa.

Oggi le guerre non si combattono più con bombe, carri armati e fanterie, ma con la finanza. L’Euro e i vincoli finanziari di Maastricht danno alla Germania la possibilità di eliminare o sottomettere (sceglierà al momento giusto) le economie concorrenti. E lo sta facendo, metodicamente, sistematicamente, legalmente. La sua ideologia di non violenza, ostentata per qualche decennio, era solo un adattamento provvisorio alle circostanze. Il suo nuovo mito di superiorità è la purezza di bilancio e l’epurazione dell’inflazione. L’Eurozona è il suo K-Lager monetario dove ci sta affamando tutti. I vincoli di bilancio sono il suo filo spinato. L’Eurtotower è la torretta delle guardie. Le sanzioni per chi sfora, sono le frustate per gli internati che osano evadere. Corrono voci che Sarkozy sia ebreo. Ed è sicuramente vero, perché, di fronte a certo germanesimo, siamo ebrei tutti.

Marco Della Luna
 
Analysis: Markets alive to Berlusconi woes, don't want election

11:53am EST
By Gavin Jones and [URL="http://blogs.reuters.com/search/journalist.php?edition=us&n=elisabetta.jucca&"]Lisa Jucca[/URL]
ROME (Reuters) - Markets are so accustomed to political instability in Italy that even a government collapse is unlikely to rattle them much, but they are paying increasing attention to the latest stand-off ahead of crucial confidence votes next week.
Elected with a crushing majority just 2-1/2 years ago, Prime Minister Silvio Berlusconi's popularity has been eroded by scandals, and a split in the ruling coalition in the summer has robbed him of a built-in parliamentary majority.
Berlusconi has lost several recent votes in parliament and may fall in do-or-die confidence votes on December 14. Yet markets have been little moved and Italian bond yields have consistently tracked developments in the broader euro zone debt crisis.
"Investors ignored the political shambles for months but in the last two weeks interest has certainly been increasing and we have been getting more and more questions from clients," said Luigi Speranza of BNP Paribas.
The political turmoil was a "marginal factor" when the premium demanded by investors to hold Italian bonds rather than less risky German Bunds rose briefly to record highs last week, he said.

Equities have also shown little reaction to politics, with the exception of Berlusconi's own broadcasting company Mediaset (MS.MI: Quote, Profile, Research, Stock Buzz), which has fallen 15 percent over the last month.

Next week could have "two bad days for Italy," Speranza said, as the confidence vote will be followed on December 16 by a European Union summit that aims to decide how to manage future debt crises and could penalize high-debt countries like Italy.

"As far as markets are concerned what happens at the summit will be much more important, even for Italy," Speranza said.
Tellingly, investors don't see the government's survival in the euro zone's third largest economy as all that important.
"Markets have learned to live with this kind of instability in Italy," said Deutsche Bank's Gilles Moec. "They care about whether fiscal policy will stay as it is and there is no indication that is not the case."
Economy Minister Giulio Tremonti has kept a tight grip on public finances in the last two years, and most analysts believe Italians are now so convinced of the dangers of profligacy that this stance will remain regardless of the government's fate.
Roberto Lottici, a fund manager at Banca Ifigest, said it was crucial for markets that parliament had approved the 2011 budget this week, shoring up public finances for next year before the confidence votes.
SELL-OFF
Moec said if Berlusconi falls there would be a widening of bond spreads and a stock market sell-off, though both would be modest and short-lived.
"It's inevitable that there will be a knee-jerk reaction: if the government falls, you sell," he said.
Andrea Salza, a fund manager at Nuovi Investimenti Sim, agreed that shares and bonds would take a short-term hit, with stocks like Mediaset and Mediolanum (MED.MI: Quote, Profile, Research, Stock Buzz), both part of the Berlusconi empire, suffering more than others.
"But in the medium term, global themes such as developments in the peripheral euro zone countries will take over again," he said.
Moec said even if markets react badly to a government collapse, they would welcome one of the most widely touted outcomes: the formation of a so-called "technical" government made up of unelected experts rather than career politicians.
"In the 1990s there was huge political instability but quite a lot of good work was done by technical governments such as those led by Lamberto Dini and Carlo Azeglio Ciampi," Moec said.
"These kind of governments are often more capable of passing the kind of necessary but unpopular measures that professional politicians find it hard to tackle."
Economy Minister Giulio Tremonti, former European Commissioner Mario Monti and Bank of Italy chief Mario Draghi are among names often cited in the press, though central bank sources say Draghi, who is hoping to become president of the European Central Bank next year, would not be interested.
Cabinet Undersecretary Gianni Letta, Berlusconi's right hand man, is seen as another candidate to lead such a government, and another possibility is that Berlusconi himself could be re-appointed to head a new, non-partisan cabinet.
WORST OUTCOME
Economists and commentators agree that calling fresh elections would be the worst outcome for markets.
It would put Italy in the hands of a weak, caretaker government to oversee an inevitably bitter campaign ahead of an election that opinion polls suggest may produce no clear winner.
With the center-left opposition in disarray, polls indicate Berlusconi would probably win fresh elections, but without a majority in the upper house Senate -- a recipe for more indecision and instability.
Luca Ricolfi, a politics professor and leading newspaper columnist for La Stampa, said dissolving parliament in the midst of the euro zone's debt crisis could be "fatal" for Italy.
"In the many months that would pass between Berlusconi's fall and the arrival of his successor, financial markets could tear off the protective plaster patiently created by Tremonti in the last two years," he said.
Most analysts are less alarmist, though they agree this is a far from an ideal time for Italy to launch an election campaign, especially one that may produce no clear winner.
"It would mean there would be no significant fiscal measures taken in coming months and if there were a crisis there would be no authoritative government in charge," said Speranza.
Moec said an election campaign would create unwelcome "noise" in the short-term but, but he nonetheless played down the likely impact on markets.
"I think the reaction would still be muted because in Italy there seems little danger of any fringe party moving the country in a sharply different direction on fiscal policy," he said.
(Additional reporting by Lisa Jucca and Nigel Tutt, editing by Mike Peacock)

fra una settimana sapremo...
 
interessa anche a me. in effetti se scarichi da euromts il file dei bond sottostanti l'indice euromts global arrivi al massimo a 5,30% lordo con questo btp

BTPS 5.000 01/09/40 96,57 1,43646 5,296

allego file delle ore 16 ordinato per rendimento

Esatto ... e se poi ragioniamo per Netto che è quello mi interessa ;) ...il Master di Maino dice 90,91 :eek: per un 5% e 84,06 :sad: per un 5,50% .....sorry, tifo contro!
 
Ultima modifica:
il bund ha avuto un sussulto,mah:rolleyes: che debbano prendere ancora profitto e spremere come agrumi i btp è un argomento che tiene banco.
1291927342fef.jpg
:-?
 
Non so dire se nell'articolo di Marco Della Luna prevalgano la disinformazione sulla Germania e i suoi moderni abitanti o i luoghi comuni.

La posizione della Merkel, anche se non ci piace, è comunque legata ad un modo assolutamente liberale di fare politica economica. Non mi sembra che la Germania abbia un comportamento guerrafondaio nei confronti dei paesi mediterranei. A questi si chiede solo di essere "virtuosi" nell'economia e di non falsificare i bilanci.

Trovo che il parallelo con la Shoah sia una provocazione davvero eccessiva.

Lasciamo perdere la faccenda padani-meridionali perché su certe cose bisogna stendere un pietoso velo...
 
tassi IRS

Euro Dollaro USA Sterlina Inglese Yen Giapponese
bid / ask bid / ask bid / ask bid / ask
1 anno 1.37 1.42 1.13 1.18 0.34 0.40
2 anni 1.65 1.68 0.78 0.82 1.46 1.51 0.40 0.46
3 anni 1.96 1.99 1.18 1.22 1.87 1.92 0.47 0.53
4 anni 2.26 2.29 1.63 1.67 2.24 2.29 0.55 0.61
5 anni 2.52 2.55 2.05 2.09 2.56 2.61 0.66 0.72
6 anni 2.73 2.76 2.42 2.46 2.84 2.89 0.79 0.85
7 anni 2.90 2.93 2.72 2.76 3.08 3.13 0.93 0.99
8 anni 3.04 3.07 2.97 3.01 3.28 3.33 1.07 1.13
9 anni 3.16 3.19 3.15 3.19 3.44 3.49 1.20 1.26
10 anni 3.25 3.28 3.31 3.35 3.58 3.63 1.33 1.39
15 anni 3.59 3.62 3.77 3.81 3.97 4.02 1.79 1.87
20 anni 3.63 3.66 3.94 3.98 4.06 4.11 2.03 2.11
25 anni 3.53 3.56 4.07 4.12
30 anni 3.38 3.41 4.06 4.10 4.04 4.09 2.14 2.22

Franco Svizzero Corona Danese
bid / ask bid / ask
1 anno 1.67 1.73
2 anni 0.48 0.56 1.97 2.01
3 anni 0.72 0.80 2.26 2.3
4 anni 1 1.08 2.55 2.59
5 anni 1.26 1.34 2.8 2.84
6 anni 1.48 1.56 2.98 3.02
7 anni 1.67 1.75 3.14 3.18
8 anni 1.82 1.90 3.27 3.31
9 anni 1.94 2.02 3.37 3.41
10 anni 2.05 2.13 3.45 3.49
15 anni 2.30 2.40
20 anni 2.29 2.39
25 anni
30 anni
buon giorno
 
Stato
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