Possiamo dire che gli obiettivi a cui guardavamo sono quasi raggiunti.
I margini per un'ulteriore risalita dei decennali ci sono ancora.
Dobbiamo, a questo punto, cercare di avere una visione più ampia per i prossimi mesi, capire in che direzione si evolverà il mercato dei titoli di stato, quando e in quale misura ci possano essere momenti di ingresso (o di uscita).
Dato che certe proprietà sono di diritto esclusivo dell'oracolo di Delfi, cerchiamo di focalizzare alcune situazioni.
L'attenuarsi della caduta degli indici economici non indica, al momento, una fase di ripresa economica. I primi dati della positiva tenuta dell'autotassazione relativa al 2008 e il varo dello scudo fiscale fanno ben sperare per il nostro bilancio statale.
Questo, se confermato nelle prossime settimane, potrebbero rinvigorire il corso dei decennali.
Rimane tutt'ora aperta ( e in evoluzione negativa) la partita del Baltico.
L'economia dell'area lettone è molto vicina ad un punto di non ritorno. Questo coinvolgerebbe a breve tutta l'area comprendente Estonia e Lituania. Si arriverebbe presto alla Svezia, il maggiore creditore.
L'onda inizierebbe ad allargarsi per arrivare a Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria ... in breve poi a tutta l'Europa Orientale, arrivando ad intaccare quei paesi dell'euro a moneta unica, che sono esposti in quella regione.
In primis l'Austria ma poi anche l'Italia con tutto il relativo bagaglio di banche ed istituzioni economico-finanziarie che intrattengono rapporti in quei paesi.
L'esposizione di alcuni principali gruppi bancari italiani è notevolissima.
Quanto basta per uno storno in stile "lehmann" o "gennaio 2009".
O peggio.