(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 16 nov - Il motivo
per cui la Bce sta esercitando una forte pressione su
Dublino e' molto semplice: teme che continui l'effetto
contagio sui mercati obbligazionari, effetto che potrebbe
travolgere altri paesi a rischio aumentando il costo gia'
elevato del rifinanziamento del debito sovrano. E non
ritiene di poter sostenere da sola per cosi' tanto tempo il
bisogno di liquidita' delle banche irlandesi. Le banche
irlandesi alla fine di ottobre avevano 'succhiato' un quarto
della liquidita' fornita dalla Bce; negli ultimi due mesi
l'assistenza di liquidita' fornita dalla banca centrale
irlandese alle banche stabilite in Irlanda e' aumentata
negli ultimi due mesi di 20 miliardi di euro a 34,6
miliardi.
Il Portogallo ha gia' dato un chiaro segnale di allarme e
nervosismo, annunciando al mondo intero che il paese sta
correndo il rischio di chiedere un intervento finanziario
europeo. Per quanto le garanzie del Fondo anti-crisi
dell'Eurozona e del Fmi siano ampie (440 miliardi di
garanzie dai governi Eurozona, 60 miliardi con prestiti
garantiti dalla Commissione europea, 250 miliardi del Fondo
monetario) la sua capienza non e' illimitata (i prestiti
previsti per la Grecia arrivano a 110 miliardi) e non e'
detto che possano anche cambiare i rating (oggi tripla A) se
invece di un solo paese da salvare dovessero essercene tre.
Le discussioni per intervenire sul sistema bancario, che
avrebbe bisogno di almeno 50 miliardi di euro, sono
cominciate almeno da una settimana e a livello tecnico
avrebbero gia' raggiunto una fase di affinamento anche se al
momento non e' chiaro se e quando tale lavoro sara'
utilizzato. L'obiettivo e' essere pronti nel momento in cui
Dublino prendera' a decisione politica.
Sta di fatto che le pressioni dei mercati sono fortissime
e che i margini per temporeggiare diminuiscono di giorno in
giorno. Commissione, Bce e Fondo monetario stanno lavorando
a un intervento a tre, come e' stato nel caso Grecia.
Ufficialmente la Commissione europea ha indicato che
'meccanismo di stabilizzazione finanziaria europeo', cioe'
la possibilita' di avere prestiti fino a 60 miliardi di
euro, non dipende dal bilancio annuale e quindi non sarebbe
messo a rischio dal quasi inevitabile esercizio provvisorio
per il mancato accordo tra governi e parlamento europeo sul
bilancio Ue 2011.