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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 15 mar - Nella morsa della peggiore recessione da 40 anni, con una disoccupazione record e un clima sociale sempre piu' teso, il Portogallo ottiene l'alleggerimento dei target richiesti dalla Troika. Lisbona guadagna cosi' un anno di tempo in piu' per sistemare i suoi conti pubblici. E' un segnale molto importante per l'intera periferia europea, mai come ora accomunata dalle difficolta': e' il riconoscimento che l'austerita' ha avuto ricadute economiche e sociali molto pesanti che rendono ancora piu' difficile, se non impossibile, il raggiungimento degli iniziali obiettivi di risanamento. "I nuovi limiti del deficit sono del 5,5% del Pil per il 2013, del 4% nel 2014 e del 2,5%", ha annunciato il ministro delle Finanze, Vitor Gaspar, al termine del settimo esame trimestrale delle riforme attuate dal paese lusitano in cambio del piano di salvataggio concesso da Ue e Fmi nel maggio 2011. Gia' ammorbiditi nello scorso settembre, gli obiettivi fissati per Lisbona erano di un deficit/pil al 4,5% quest'anno, al 2,5% il prossimo e al 2% nel 2015. Conti e riforme del Portogallo sono stati passati al setaccio per tre settimane, dal 25 febbraio, dalla Troika formata da Ue, Fmi e Bce, che ha dato il via libera al versamento di una nuova tranche di 2 miliardi di euro, nell'ambito del piano di salvataggio che totalizza 78 miliardi. Visibilmente soddisfatto, il ministro Gaspar ha sottolineato che la Troika ha riconosciuto "la performance esemplare del Portogallo". Da parte sua la Troika ha riconosciuto che "l'applicazione del programma prosegue, in una difficile congiuntura economica". Il Portogallo - ha rilevato Gaspar - e' riuscito a chiudere il 2012 con un deficit pubblico pari al 4,9%, entro quindi il limite del 5% previsto dal piano, anche se Eurostat nei suoi calcoli non includera' gli introiti dalle concessioni degli aeroporti portoghesi e stimera' il disavanzo al 6,6%. Mentre il debito pubblico supera il 120% del Pil, la Troika ha anche dato tempo fino al 2015 al Governo per ridurre le spese di 4 miliardi di euro, con una riforma dello Stato a cui Lisbona dovra' presto mettere mano. In base al piano iniziale, i tagli avrebbero dovuto ricadere sul 2013 e sul 2014. Dopo il calo del 3,2% del Pil nel 2012, il dato peggiore dal 1975, il 2013 dovrebbe chiudersi a -2,3% per il Portogallo e la disoccupazione, che gia' ora colpisce il 16,9% della popolazione attiva, dovrebbe aggravarsi al 18,2% alla fine dell'anno e toccare il nuovo record del 18,5% nel 2014. L'austerita' ha portato a una riduzione di salari e pensioni e a un aumento delle imposte, sollevando forte scontento nella popolazione. Lo scorso 2 marzo centinaia di migliaia di persone hanno sfilato in una trentina di citta' per protestare contro le misure e chiedere le dimissioni del Governo. L'ammorbidimento dei target di risanamento era da tempo chiesto da imprenditori, sindacati e dall'opposizione di sinistra. A inizio marzo, Lisbona ha ottenuto come l'Irlanda un allungamento delle scadenze dei prestiti, il che dovrebbe agevolare il suo ritorno sul mercato dei bond. Red-gli (RADIOCOR) 15-03-13 15:15:49 (0316) 5 NNNN