Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato "volume VI" (Gennaio 2014-Dicembre 2014)

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Nessun target, caro Zebro. Ormai ho scremato un po tutto. Penso di restare fermo per un po, beneficiando nella peggiore delle ipotesi ( incastro ) di un ottimo incremento della pensione poi, se dovesse arrivare a 105 si vedrà. Il problema è che non ci sono più alternative succulente e, pressappoco "sicure".:)

capisco.... :)
 
Tanto per dire che mica tutte le ciambelle escono col buco: mancato intraday sul 44 per 6 tick :wall: e subito dopo scivolone di Fbtp fino a 120,22. Per domani le possibilità per me potrebbero essere o un rientro corposo su Btp it ap 17 se prosegue il calo o in caso di ripresa chiudere col 44 ma questa la vedo assai improbabile.
Buona serata a tutti :), Antonio.
 

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[FONT=courier new,courier,mono](a cura di Mts spa) (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 13 mar - La chiusura all'insegna della prudenza, riflesso di elementi geopolitici, arriva dopo una giornata di importanti aste. La buona performance dei BTp, sulla scia della prima asta irlandese decennale dopo diversi anni (il rendimento scende sotto 3% su un miliardo emesso) viene confermata in mattinata dall'impegnativa asta a medio lungo termine di meta' mese.[/FONT]
 
Soros on what is facing Europe today:
"What is facing Europe, unless there is a more radical change is a long period of stagnation. Nations can survive in that way. Japan is just trying to break-out of 25 years of stagnation, where Europe is just entering. The European Union is not a nation. It’s an incomplete association of nations and it may not survive 25 years of stagnation.

"The financial crisis as such is over. But now we are facing a political crisis, because the Euro crisis has transformed what was meant to be a voluntary association of equal sovereign states that sacrificed part of their sovereignty for the common good into something radically different. It is now a relationship between creditors and debtors, where the debtors have difficulty in paying and servicing their debt and that puts the creditors in charge. And that divides the Eurozone into two classes – the creditors and debtors. The creditors are in charge and unfortunately the policy that Germany in particular is imposing on Europe is counter-productive and is making the condition of the debtor countries worse and worse. So, right now Europe is already growing a little bit, the Eurozone, but that’s only because Germany is forging ahead and more than let’s say Italy and Spain are falling behind. "
"That’s going to be a very tough year for the banks. They are under pressure, because they have to meet the stress test. The banks have an interest in passing the stress test rather than reviving credit to the economy, so the banks have a transmission mechanism for the people’s savings channeling it into the real economy. They are not fulfilling their function."
 
Furbamente qualcuno - e in particolare Intesa-Sanpaolo tramite Banca Imi - da alcuni mesi propone tassi allettanti. Cosa c'è dietro? di Beppe Scienza



NEW YORK (WSI) - Gli investimenti sono un campo minato. Quando una soluzione appare semplice, meglio diffidare. Prendiamo i rendimenti offerti in Italia: sono davvero bassi, soprattutto volendo evitare titoli più o meno lunghi. Per dare un'idea andiamo dallo 0,7% dei Bot annuali al 2% dei Btp quinquennali, sempre lordi. Perché non risolvere il problema spostandosi su altre valute, con tassi nettamente superiori? È la tentazione di parecchi risparmiatori.

Furbamente qualcuno - e in particolare Intesa-Sanpaolo tramite Banca Imi - da alcuni mesi propone tassi allettanti. Come recentemente un'obbligazione al 5,2% annuo in dollari australiani o un'altra comunque al 3,55% in corone norvegesi. Non che siano prodotti truffaldini.

Sono anzi meglio della roba normalmente rifilata agli sportelli: fondi comuni o pensione e altre trappole previdenziali come le tremende assicurazioni a vita intera ecc.

Però in tal modo si sfrutta e fomenta l'illusione di poter risolvere così il problema dei tassi bassi. Fosse così semplice! In realtà con tali titoli si rischia forte, perché espongono a possibili svalutazioni ben maggiori del vantaggio delle cedole più alte. Vedi per la stessa serie le Banca Imi in rubli (codice IT0004938129) del luglio 2013 all'8,3%, accolte dal giornalismo italiano coi soliti applausi a comando. Da allora il cambio è passato da 42,8 a 50 con una perdita del 14% che ha già annichilito i maggiori interessi di due anni.

A voler accettare i rischi di cambio, esiste un'impostazione diversa dalla rincorsa perigliosa degli alti tassi. È quella di chi si costruisce un giardinetto di emissioni in valute estere pensando a scenari improbabili, ma non esclusi al 1000 per mille: crac dell'Italia e/o sua uscita dall'eurozona o la fine stessa dell'euro. In tal caso non si affiderà certo a un gruppo bancario stracarico di Btp, Cct ecc., oltre ai crediti incagliati. Punterà invece direttamente su titoli di stati esteri dalle finanze sufficientemente sane e tassati al 12,5% anziché al 20%. E magari cercherà titoli reali, ovvero agganciati a indici dei prezzi, per una maggiore sicurezza a medio-lungo termine.

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