Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato "volume VI" (Gennaio 2014-Dicembre 2014)

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Oggi su Plus24 c'è una disamina sui rendimenti minimi storici raggiunti dai nostri tds...molti diranno che è positivo e sotto un certo punto di vista lo è (spread basso=meno interessi sul debito ecc ecc). Ma valutiamo anche l'altro aspetto, il rovescio della medaglia: rendimenti più alti davano un piccolo aiuto alle famiglie che avevano un rendimento più corposo e potevano quindi destinare parte dei guadagni anche al welfare familiare ma questo è l'aspetto secondario. Il primario è che forse stiamo perdendo appeal di investimento nei nostri bond in quanto non abbiamo più rendimenti appetibili versione simil higth yeald ma non siamo nemmeno considerati un porto sicuro stile bund; abbiamo un rating medio basso quindi per molti fondi internazionali non siamo investement grade; con rendimenti bassi si riduce la capacità-operatività di trading; forse aimè qundi iniziamo ad essere considerati meno redditizi di un tempo (in questi giorni sembra che molti investitori istituzionali abbiamo sostituito il 37 italiano con quello portoghese). Adesso capisco anche come la tassazione sul cg sia rimasta uguale per i tds e invece sia aumentata sull'azionario: a mio avviso essendo anche sottovalutato il nostro indice ftsemib ci sarà spostamento di risorse in suo favore con aumento quindi del gettito all'erario già previsto al momento dell'aumento dell'aliquota al 26%...Confesso che sono alcune settimane che dedico una buona % del mio ptf all'azionario per i motivi sovraesposti in quanto è molto facile capire qual'è la domanda dell'investitore/trader in questi giorni? E adesso la mia liquidità dove la investo? In quale obbligazione? Queste sono solo mie farneticazioni notturne/mattutine che sotto certi aspetti non in tutte le sue parti sono condivisibili ma è il mio semplice pensiero. Vi saluto cordialmente, ormai sono in partenza per la Tunisia e mi aspetta un periodo di salutare disintossicazione da trading di cui sento il bisogno...a presto.:)
 
Oggi su Plus24 c'è una disamina sui rendimenti minimi storici raggiunti dai nostri tds...molti diranno che è positivo e sotto un certo punto di vista lo è (spread basso=meno interessi sul debito ecc ecc). Ma valutiamo anche l'altro aspetto, il rovescio della medaglia: rendimenti più alti davano un piccolo aiuto alle famiglie che avevano un rendimento più corposo e potevano quindi destinare parte dei guadagni anche al welfare familiare ma questo è l'aspetto secondario. Il primario è che forse stiamo perdendo appeal di investimento nei nostri bond in quanto non abbiamo più rendimenti appetibili versione simil higth yeald ma non siamo nemmeno considerati un porto sicuro stile bund; abbiamo un rating medio basso quindi per molti fondi internazionali non siamo investement grade; con rendimenti bassi si riduce la capacità-operatività di trading; forse aimè qundi iniziamo ad essere considerati meno redditizi di un tempo (in questi giorni sembra che molti investitori istituzionali abbiamo sostituito il 37 italiano con quello portoghese). Adesso capisco anche come la tassazione sul cg sia rimasta uguale per i tds e invece sia aumentata sull'azionario: a mio avviso essendo anche sottovalutato il nostro indice ftsemib ci sarà spostamento di risorse in suo favore con aumento quindi del gettito all'erario già previsto al momento dell'aumento dell'aliquota al 26%...Confesso che sono alcune settimane che dedico una buona % del mio ptf all'azionario per i motivi sovraesposti in quanto è molto facile capire qual'è la domanda dell'investitore/trader in questi giorni? E adesso la mia liquidità dove la investo? In quale obbligazione? Queste sono solo mie farneticazioni notturne/mattutine che sotto certi aspetti non in tutte le sue parti sono condivisibili ma è il mio semplice pensiero. Vi saluto cordialmente, ormai sono in partenza per la Tunisia e mi aspetta un periodo di salutare disintossicazione da trading di cui sento il bisogno...a presto.:)

Certamente che investire in società sane italiane si può avere un maggior rendimento Roberto ..in momenti difficili obbligazionari come ora e prezzi alle stelle avendo accorgimento sul prezzo di quell'azione e darsi un target..solo in profit e seguire quel titolo è la mia prerogativa.Avendo il 30% circa investito in azione (una)ora mi dice di aspettare e non aumentare l'esposizione ..quando ne uscirò allora farò altro trading ..anche se la tassazione è alta, con size importanti è ancora appetibile e che da inizio anno con una media di 4/5 eseguiti al mese mi rende il 10% annuo su tutto il capitale..e mancano ancora 4 mesi al brindisi,buon Sabato e ferie P.S:Negli anni ho cercato di diminuire sempre più le spese commissionali e cerco di trarre il massimo profitto con pochi eseguiti
 
Ultima modifica:
"Draghi riconosce che servono stimoli alla domanda aggregata, cioè ai consumi: nell’eurozona la Bce non ha potuto finanziare direttamente i governi, cosa che in Paesi come Usa e Giappone ha ammorbidito l’effetto delle misure di austerità (singolare ammissione per il banchiere centrale). E gli Stati sono ingabbiati dalle regole di bilancio adottate a livello europeo per renderli credibili davanti ai mercati. E dunque? Ecco la frase che è piaciuta a chi sperava in un ammorbidimento di Draghi e che, secondo il Financial Times, ha spostato la Bce su posizioni più vicine a quelle di Renzi: “La flessibilità esistente [nei vincoli di bilancio] potrebbe essere usata per affrontare meglio la ripresa debole e affrontare i costi delle riforme strutturali”. Ma non è chiaro come: nell’approccio di Draghi bisogna semplicemente tagliare la spesa pubblica là dove è poco produttiva e spendere di più dove i denari di Stato rendono meglio. Meno forestali in Calabria e più incentivi alla ricerca, per semplificare. Il sempre più frustrato commissario alla spending review Carlo Cottarelli potrebbe spiegare a Draghi che non è così facile e politicamente indolore."


Draghi e Yellen, la Bce e la Fed non salvano Renzi e i governi - Il Fatto Quotidiano
 
"La crisi europea è ripartita nel 2011, quando si è cominciato a scrivere l’ottuso Fiscal Compact, proprio mentre le gente cominciava far capolino con la testa fuori della porta di casa perché la tempesta pareva finita.

Come se ne può uscire? Paradossalmente partendo da quelli che per Sims sono i due più grandi impedimenti alla ripartenza europea:

“L’UME è stata creata con l’erronea idea che politica fiscale e politica monetaria potessero essere completamente separate” e poi “nessun singolo governo nell’Unione Monetaria Europea può fare un piano fiscale del tipo che ho descritto”. L’esito? “Deflazione e stagnazione per lungo tempo”.

Ecco, basterebbe dire alla BCE di sostenere i governi via dal Fiscal Compact, procedendo tutti uniti in un programma di reflazione europea guidato dalla Germania. Il nostro referendum (Referendum stop austerità) è fatto apposta per questo, per avviare questo processo.

E non ditemi che ieri Draghi abbia detto ciò a Jackson Hole. Ma questa è un’altra storia, di cui parleremo domani."


Il Nobel Sims e la stupidità europea del Fiscal Compact | Gustavo Piga
 
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