Deficit: aumenta rischio bocciatura Ue per i bilanci di Italia e Francia
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 06 ott - Il portavoce
di Katainen ha indicato oggi che "e' prematuro speculare"
sull'opinione della Commissione sul progetto di bilancio
francese, peraltro non ancora stato trasmesso a Bruxelles. Lo
stesso vale per il caso italiano (anche se il portavoce non
l'ha citato). La cosa certa e' che negli ultimi giorni lo
stesso portavoce continua a ripetere la stessa cosa: entro
due settimane dal giorno in cui ricevera' i progetti di
'finanziaria', se la Commissione ritiene che non rispettino
in misura particolarmente "seria" gli obblighi della politica
di bilancio previsti dal patto di stabilita', "in caso
eccezionali" puo' chiedere di correggerli entro tre
settimane. Rifarsi alla norma non significa che la decisione
e' stata presa. Comunque , negli ultimi giorni la pressione
di Bruxelles sia su Parigi che Roma c'e' stata: in sostanza,
e' stata ventilata, minacciata la 'bocciatura', cioe' il
rischio che la Commissione chieda delle modifiche ai progetti
di bilancio a causa del rinvio al 2017 della riduzione del
deficit/pil nel caso francese e del rinvio del pareggio di
bilancio strutturale al 2017 con la sospensione per un anno
dell'aggiustamento nel caso italiano.
A oggi la situazione appare sostanzialmente bloccata. A
quanto risulta a Il Sole 24 Ore Radiocor, puo' essere
descritta come un gioco a incastro nel quale una serie di
manovre tattiche giustificate ma sostanzialmente sbagliate
hanno costruito una specie di trappola dalla quale e'
difficile uscire a meno di una decisione coraggiosa e,
probabilmente, al limite delle regole. La Commissione europea
si e' trovata in un 'cul di sacco' che qualche misura ha lei
stessa costruito. Da mesi sono state poste alla discussione
politica varie possibili soluzioni, compresa la riduzione
dell'obiettivo di aggiustamento annuale in termini
strutturali del bilancio (dallo 0,5% del pil a un quarto di
punto percentuale) date le condizioni dell'economia. E
compreso anche il ricorso alla 'clausola' della crisi
generalizzata: e' previsto che possa essere concesso piu'
tempo per raggiungere gli obiettivi di bilancio in caso di
"severa recessione economica nell'eurozona o nella Ue" a
patto che "non danneggi la sostenibilita' del bilancio nel
medio termine".
Si tratta, spiega la Commissione, di "una rinuncia
all'obbligo di prendere azioni effettive", una clausola
"eccezionale da usare solo nella piu' insolita delle
circostanze". Tale quella sulla quale si fondano le recenti
misure anti-deflazione della Bce. Si tratta di una strada
sulla quale la coppia Katainen-Barroso non ha voluto
procedere e che adesso, nel momento in cui si assiste a una
"escalation" del confronto fra la coppia Parigi-Roma e
Bruxelles, potrebbe forse rappresentare una via di uscita.
Perche' tali 'piste' non abbiano avuto seguito e' chiaro: i
vertici politici della Commissione non hanno spinto in tale
direzione: la prima soluzione (quella dello 0,25%) e' stata
probabilmente ritenuta insufficiente dalle capitali, la
seconda e' stata ritenuta da Katainen e Barroso un azzardo in
contrasto con le regole con l'argomento che, in effetti, nel
2015 non si prevede recessione nell'Eurozona.
Antonio Pollio Salimbeni
(RADIOCOR) 06-10-14 13:02:11