stefanofabb
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 14 nov - La crescita
tra luglio e settembre del Pil tedesco ha evitato una
"recessione tecnica", termine che si riferisce a due
trimestri consecutivi di recessione economica. Durante i mesi
estivi, il commercio estero e i consumi delle famiglie hanno
salvato la crescita: secondo Destatis, i consumatori hanno
"aumentato la loro spesa in modo significativo" e, sul fronte
del commercio, "le esportazioni sono cresciute piu'
rapidamente delle importazioni". Al contrario l'Ufficio di
statistica segnala una diminuzione "significativa" degli
investimenti, in particolare nei beni strumentali. Gli
imprenditori tedeschi destabilizzati dalle crisi
geopolitiche, hanno il morale basso, come evidenziato mese
dopo mese dai barometri di fiducia, e sono piuttosto
riluttanti a investire. Il governo e la maggior parte delle
banche e degli istituti hanno rivisto, nelle ultime
settimane, le loro aspettative di crescita per quest'anno:
Berlino punta sull'1,2%, i principali istituti di ricerca
economica e il Fondo monetario internazionale l'1,3%. I dati
definitivi del terzo trimestre saranno pubblicati il 25
novembre.
tra luglio e settembre del Pil tedesco ha evitato una
"recessione tecnica", termine che si riferisce a due
trimestri consecutivi di recessione economica. Durante i mesi
estivi, il commercio estero e i consumi delle famiglie hanno
salvato la crescita: secondo Destatis, i consumatori hanno
"aumentato la loro spesa in modo significativo" e, sul fronte
del commercio, "le esportazioni sono cresciute piu'
rapidamente delle importazioni". Al contrario l'Ufficio di
statistica segnala una diminuzione "significativa" degli
investimenti, in particolare nei beni strumentali. Gli
imprenditori tedeschi destabilizzati dalle crisi
geopolitiche, hanno il morale basso, come evidenziato mese
dopo mese dai barometri di fiducia, e sono piuttosto
riluttanti a investire. Il governo e la maggior parte delle
banche e degli istituti hanno rivisto, nelle ultime
settimane, le loro aspettative di crescita per quest'anno:
Berlino punta sull'1,2%, i principali istituti di ricerca
economica e il Fondo monetario internazionale l'1,3%. I dati
definitivi del terzo trimestre saranno pubblicati il 25
novembre.